Il tuo sorriso è sincero, ma di quelli incerti, che sembra chiedere "ma sarà vero? quanto durerà?" e quella scena aveva un che di già visto: i tuoi genitori li avevi conosciuti, ma li perdesti ai tempi della prima elementare. Seguì poi negli anni a venire una giostra di diversi genitori adottivi che ti sorridevano appena uscivi dall'istituto: qualcosa però, non sai perché, non andava mai bene: forse non rispecchiavi le loro esigenze? o erano loro non erano adatti a fare i genitori? Questo tira e molla è durato fino al liceo. Per quanto tu facessi del tuo meglio, a scuola nessuno ti prestava troppa attenzione, anche i tuoi professori spesso dimenticavano il tuo nome.
Anche oggi in realtà sei "invisibile" per gli altri ma ci hai fatto l'abitudine. Non hai più bisogno di una famiglia che ti sostiene, ora desideri però una TUA famiglia, anche piccola, che ti ami o che si ricordi almeno come ti chiami. Ecco perché la scena ti è tanto simile: stavolta sei tu che stai adottando qualcuno e aspetti che esca dall'istituto. Incontrerai tuo "figlio" oggi, come sarà? Finalmente qualcuno ti accetterà ?
Non puoi dire che gli anni del liceo siano stati i peggiori della tua vita, anzi, per certi aspetti alcuni aspetti cardini della tua vita erano divenuti stabili: non hai più cambiato famiglia, hai concluso gli studi e poi hai trovato lavoro. Ma non sono stati nemmeno i più felici: non hai stretto molte relazioni e non hai mai trovato l'anima gemella. Anzi spesso in pochi si ricordavano di te.
Quelli nella scuola noti come gli strani ti interessavano da sempre e soffrivi di un sottile dispiacere perchè anche loro avevano problemi a "vederti".
L'essere poco appariscente era anche utile per depistare, quasi come il mantello di Harry Potter, l'attenzione dei bulli che ti hanno spaventato molto, ma fortunatamente colpito poco.
Stessa cosa per quelli che chiamavano gli splendidi, anche se spesso hai provato quasi invidia per la loro capacità di stare al centro dell'attenzione al punto di fare qualunque cosa per stare loro vicino.
Per molti siete stati solo nomi su un registro, non facevate parte di gruppi e gruppetti che animavano la vostra classe, anche se eravate gli unici ad avere rapporti con tutti. Gli invisibili vi chiamavano, tanto che alla fine avete creduto di esserlo veramente. Eravate necessari quando gli sportivi dovevano riempire le squadre, utili quando i secchioni non volevano passare i compiti. Forse non era vostra intenzione far parte della classe, del resto voi non siete mai stati, purtroppo, come gli SPLENDIDI. Che poi far parte della classe che cosa significava? Farsi terrorizzare dai BULLI? O finire come i VESSATI, pestati e con la testa nei cessi? Certo forse c’era qualcuno che valeva la pena di conoscere come gli STRANI, ma era sempre troppo rischioso e alla fine l’unica decisione possibile era: passare inosservati.