Se si potesse scorrere il tempo a ritroso, fino al tempo in cui nascesti, per ammirare l’astro più brillante che bagnò il tuo parto, si vedrebbe trionfante nel cielo Dubhe, la stella del coraggio.
Un segno del fato per alcuni. Una stupida credenza per altri. Quel che accadde dopo fu che con gran valore coniugasti una vita da Custode per elevare il mondo, con una vita da Guardiana per difenderlo.
Con tale piglio, legata alla tua Stratega, affrontasti da Oplita ogni missione. Anche la 388a Spedizione.
Tuttavia in questa notte, l’ultima prima di arrivare all’Avamposto designato, Dubhe non brilla lassù nel cielo e al tuo fianco non siede la fida compagna. Il viaggio ha reclamato un pegno prendendosi la vita della tua Stratega, la tua metà. Come fa un'anima a sopportare un tale dolore, ti chiedi mentre ti asciughi le lacrime. Il solo pensiero di trovare una nuova compagna, e perseguire così la carriera nella tua Gilda, evoca un senso di colpa mai provato prima. Ti torce le budella.
Sarà il coraggio ad aiutarti a superare il cordoglio con l'intenzione di rispettare la legge delle Guardiane, unendoti ad una nuova Stratega? Oppure, sempre con coraggio, proseguirai come combattente solitaria al soldo di chi ne ha bisogno, aggrappata alla memoria per non perdere neanche un ricordo di Merak? Merak, così la chiamavi pur non essendo il suo vero nome.
Quale sia la sorte di questa spedizione non è facile intuirla, soprattutto ora che pare più lontana la tua benevola stella.
Nell'ombra del declino imperiale, il secolare ordine dei Custodi emerge come un'eco di un passato glorioso.
Guardiani dell'educazione morale e preservatori del rispetto per gli Spiriti degli Avi, voi Custodi avete calcato le Agorà di tutte le Poleis e, in quelle piazze ghermite da folle incuriosite, avete edotto il popolo con i vostri discorsi appassionati sui valori fondamentali della vita. Il coraggio, la giustizia, la prudenza e la temperanza sono le virtù delle vostre apologie su cui l’Impero nei secoli ha edificato la sua gloria.
Tuttavia, il Kósmos di oggi sta mutando repentinamente e i cambiamenti in atto sono valutati, soprattutto dai vostri occhi, con enorme preoccupazione.
Le sovvenzioni Imperiali a sostegno dell’operato dei Custodi vengono man mano ridotte, e le Agorà si riempiono sempre con più difficoltà.
E se qualcuno di voi dovesse indicare il momento che segnò questo declino, menzionereste certamente la scoperta della Selenite, un misterioso materiale che ha spinto l'anima dell'Impero nelle braccia della corruzione e della smodatezza.
La comparsa degli Eterecarnidi e il loro sistematico impiego nelle faccende degli avamposti e degli insediamenti di Ipogea furono le ultima virulente stoccate che fecero esplodere la vostra rabbia: quegli esseri sono il simbolo tangibile della dilagante depravazione che va fermata. In un ultimo sforzo per riscattare il vostro onore, dodici Custodi sono stati scelti tra i migliori per un'impresa senza precedenti: una spedizione nella terra di Ipogea che nessuno di voi davvero conosce, se si fa eccezione per quei racconti sotterranei che la descrivono come una landa gravida di orrori che farebbero vergognare, o addirittura impaurire, l'Impero stesso.
Basterebbe soltanto una prova, una concreta, tale da destare dal torpore il pudore della Patria, e riaccreditare l'onore del vostro ordine.
Voi dodici, più un inatteso ospite, siete la compagine di Custodi che per la prima volta visiterà un Avamposto così lontano.
Alcune settimane dopo, ad Ipogea, una vedetta dell'Avamposto avvistò una Carovana arrivare all'orizzonte. Le viaggiatrici sfoggiavano il vessillo dei Custodi. Erano soltanto in quattro.
Chi combatte per l’Impero non lo fa mai da solo.
Ogni unità dei Guardiani è composta di due. Stratega e Oplita: l’occhio e il braccio, la tattica e l’esecuzione, la torcia in Selenite e l’arma pesante. Che siano criminali, nemici o bestie, le minacce alla sicurezza dell’Impero trovano sempre davanti a sé due menti unite in una sola, fianco a fianco, schiena contro schiena. Totale e reciproca fiducia per avere ragione del buio.
I Guardiani lasciano il pensiero alle altre Gilde: a altri i sogni di gloria, la pompa magna e le belle parole. E sanno pure che questa vita è mille volte da preferire a un lento spegnersi nella quiete, in una noia che corrode l’anima. Sotto lo stemma della Torre non ci si fanno tante illusioni, la sicurezza si ottiene col sangue. Il mondo fuori è pieno di orrori, l’Impero si è alzato sopra alla barbarie e, per tenerla fuori, ci si spezzano le ossa. Si sanguina, prima o poi si muore. Ma è come si muore che fa tutta la differenza, e un Guardiano lo fa in piedi. Questo è l’onore: un’eterna battaglia in due, fino a crollare.
Così saranno pure tetri e rozzi, questi armigeri. Guarderanno i vostri affari, i vostri discorsi, con sufficienza. Ma tenete sempre a mente che vi tengono al sicuro. Sono l’unica speranza quando vi troverete un’Ombra davanti, ma anche il primo baluardo contro la barbarie: se la legge dell’Impero va difesa, siate certi che saranno due Guardiani a farla rispettare.
E a ricordarvi che da soli si muore. Così si vive: al proprio posto, compiendo il proprio dovere.