Nella giustizia ogni virtù si raccoglie in una sola e chi la possiede è in grado di usarla verso gli altri e verso se stessa, per un passato ripagato dai torti e per un futuro più radioso.
Questo è ciò che imparasti tra le fila delle Custodi, per poi esercitarlo non tanto nelle Agorà quanto nei mercati più esclusivi dell’Impero, in cui il senso di giustizia è asservito all’arte del contrattare.
“Ogni cosa ha il suo prezzo” dice un proverbio, ma tu sai bene che non è realmente così.
Infatti tra i tuoi banchi di merce pregiata ogni cosa ha un prezzo sì, ma giusto. Un prezzo che può essere pagato dalla giusta clientela che possiede la giusta moneta. Una condotta a favore della nobiltà la tua, che ti avvicinò ai favori delle caste più elevate. Ed è così che hai tessuto la rete delle tue conoscenze, le stesse che ti assicurarono un posto nella 388a Spedizione, verso una terra misteriosa e prodiga di nuovi affari.
Le altre compagne di Carovana hanno mostrato diffidenza nei tuoi confronti lungo il viaggio, e anche ora che siete rimaste in poche per via di un orribile incidente, senti su di te i loro occhi giudicanti, come se in silenzio ti chiedessero “Perché tu sei sopravvissuta e le altre no? Chi sei tu per meritare una tale fortuna?”. E sempre in silenzio rispondi a te stessa “Questa è la giustizia degli Spiriti dei miei Avi che hanno deciso così del mio destino, forse perché le mie radici valgono di più e devono essere preservate”.
Nell'ombra del declino imperiale, il secolare ordine dei Custodi emerge come un'eco di un passato glorioso.
Guardiani dell'educazione morale e preservatori del rispetto per gli Spiriti degli Avi, voi Custodi avete calcato le Agorà di tutte le Poleis e, in quelle piazze ghermite da folle incuriosite, avete edotto il popolo con i vostri discorsi appassionati sui valori fondamentali della vita. Il coraggio, la giustizia, la prudenza e la temperanza sono le virtù delle vostre apologie su cui l’Impero nei secoli ha edificato la sua gloria.
Tuttavia, il Kósmos di oggi sta mutando repentinamente e i cambiamenti in atto sono valutati, soprattutto dai vostri occhi, con enorme preoccupazione.
Le sovvenzioni Imperiali a sostegno dell’operato dei Custodi vengono man mano ridotte, e le Agorà si riempiono sempre con più difficoltà.
E se qualcuno di voi dovesse indicare il momento che segnò questo declino, menzionereste certamente la scoperta della Selenite, un misterioso materiale che ha spinto l'anima dell'Impero nelle braccia della corruzione e della smodatezza.
La comparsa degli Eterecarnidi e il loro sistematico impiego nelle faccende degli avamposti e degli insediamenti di Ipogea furono le ultima virulente stoccate che fecero esplodere la vostra rabbia: quegli esseri sono il simbolo tangibile della dilagante depravazione che va fermata. In un ultimo sforzo per riscattare il vostro onore, dodici Custodi sono stati scelti tra i migliori per un'impresa senza precedenti: una spedizione nella terra di Ipogea che nessuno di voi davvero conosce, se si fa eccezione per quei racconti sotterranei che la descrivono come una landa gravida di orrori che farebbero vergognare, o addirittura impaurire, l'Impero stesso.
Basterebbe soltanto una prova, una concreta, tale da destare dal torpore il pudore della Patria, e riaccreditare l'onore del vostro ordine.
Voi dodici, più un inatteso ospite, siete la compagine di Custodi che per la prima volta visiterà un Avamposto così lontano.
Alcune settimane dopo, ad Ipogea, una vedetta dell'Avamposto avvistò una Carovana arrivare all'orizzonte. Le viaggiatrici sfoggiavano il vessillo dei Custodi. Erano soltanto in quattro.
Xρήματα,Xρήματα, Xρήματα, πρέπει να είναι αστείο, στον κόσμο ενός πλούσιου.
Così cantavano gli antichi, ironici eppure veritieri. Certo, l’Impero. Certo, le Grandi famiglie. Certo, Il Progresso. Ma nulla si fa senza di noi. Senza voi. Udite le parole del vostro Saggio, figli di Mida: a voi il potere di creare e distruggere, non con le armi, non col sapere, ma con pura volontà e impegno. Questo Impero è stato costruito con la ricchezza, da voi. Così sarà anche per questo Avamposto.
Nessun avamposto sarebbe tale d‘altronde se non ci fossero gli Uffizi dei Mercanti con la loro Agorà a distribuire il benessere, se non ci fossero i vostri mecenati disposti a raffinare i carichi di Selenite grezza che arriva dalle esplorazioni, senza il Primo dei Mercanti che assuma il ruolo di Anfitrione, che sacrifichi la sua vita personale per guidare la comunità tutta.
Dopotutto, ciò che voi toccate diventa oro: non di meno la Selenite, novità delle lontane frontiere, sempre a voi deve e dovrà tornare. Dopotutto, è per il bene della comunità: chi altri se non la Gilda dei Mercanti può guidare, comandare, decidere, produrre.
Il futuro è dorato, anzi, selenitico, ed è solo grazie a voi.