Tutti tra Borghetto e Civita conoscevano Marietta, la figlia del boscaiolo. Viveva con la sua famiglia in una casa lungo il confine, che nessuno ha mai capito se fosse sotto il controllo del Papa o del Re di Spagna. Spesso si recava al Borghetto per fare piccoli lavori. Col tempo si è resa utile soprattutto aiutando Teresa: quando una delle sue pecore richiede qualche cura, lei è sempre stata pronta ad accudire l'animale e lo ha sempre fatto con innata bravura, tanto che altri sono venuti a chiederle aiuto per curare i loro animali e, di recente, qualcuno anche per consigli su come curare i propri acciacchi. Marietta non s'è mai tirata indietro e ha sempre aiutato dove poteva. Certo è che il terremoto non fu clemente con lei, tanto da strapparle gli affetti più cari. Rimasta orfana, tutti le dissero di andare a L'Aquila, dal fratello della madre. In fondo, che mai avrebbe potuto fare una ragazzina sola in queste valli? Ma lei s'era impuntata, questa era casa sua e da qui non si sarebbe mossa.
Il Borghetto è sempre stato l'invidia di tutti i paesi del circondario, che ci vengono da lontano a comprare l'olio di Prospero e la farina del padre di Bartolo. E Boccamazzi è sempre stato un sindaco onesto, che è cosa rara. Uno che raccoglie le tasse secondo giustizia e non secondo chi gli promette favori. Pure gli spagnoli sono contenti di stare di stanza da queste parti. Certo, a volte c'è qualche screzio, sempre stranieri sono, ma alla fine sono pure buoni cristiani e loro vogliono solo tirare a campare e mantenere le cose in ordine. Insomma il Borghetto è sempre stato l'orgoglio di chi ci vive, e 'sta disgrazia del terremoto proprio non ci voleva. Chi mai avrà offeso il Signore per fargli mandare questa sciagura? Ma i Borghettari non si fanno scoraggiare, si rimboccano le maniche e ricostruiscono. Brave persone che sono, hanno anche accolto i Civitesi, che invece stanno sempre a lamentarsi, come se i guai li avessero solo loro.