Se si dovesse descrivere Terenzio in una parola, sicuramente questa sarebbe "spirito". Ebbene sì, proprio spirito! esso si ravvede nella sua dedizione alla causa dei briganti e nell'amore per i figli lontani. Nella capacità di alleggerire l'animo altrui con battute e facezie, così come nella dote di svuotare le botti delle cantine e delle taverne. Proprio quest'ultima, si dice, non una volta soltanto, gli costò cara e mise in pericolo la banda. A volte lo si può vedere, naso rosso e occhio lucido, che barcolla con un fiasco quasi vuoto di vino in mano, dicendo blasfemie sul papa o su qualche santo. Nessuno ci prova a dirgli niente che tanto si sa che niente se ne cava una volta che il bicchiere è vuoto. Perché il Pezzola se lo tenga con lui è un mistero. Forse in fondo a quella bottiglia, a quel sorriso compiacente c'è qualcosa che non è dato di sapere a chiunque.
Da queste parti gira voce di un brigante misterioso e cruento, il Pezzola. Nessuno sa chi sia, né quale sia il suo volto, ma il suo nome terrorizza tutto il circondario e spesso chi passa il confine con ori e gioielli lo fa a suo rischio e pericolo. La sua banda gira per i boschi qui intorno, ma che il diavolo ci fulmini se trovate qualcuno disposto a farvi i loro nomi. Probabilmente gente del posto che conosce bene le zone e sa come muoversi senza essere vista. Alcuni sostengono che a rivoltare le pietre in cerca di amici e parenti dopo il terremoto ci fossero anche loro. E se porti appresso qualcosa di valore, ti invitiamo all'attenzione. Che magari non ci pensi, ma il tuo compagno di bevute all'osteria, l'altro giorno, era proprio uno di loro e quando lo riconosci, mentre il suo pugnale ti entra nelle budella, è ormai troppo tardi.