Perché essere nobili quando si può essere forti? Perché duellare con lo stocco quando puoi schiantare con la mazza? Qualche vecchio di paese ricorda ancora quando Ferrante si fermava a salutare i contadini, discendenti dei sudditi angioini, ma quei giorni sono passati. La sua cappa non è più chiara e lucente, ma macchiata di terra e sangue, e i suoi stivali, ereditati dal padre, un tempo lucidati e robusti, ora hanno i tacchi consumati e sono sporchi di polvere. Ancora si può scorgere nei suoi occhi, nei suoi lineamenti, l’ombra nobile di quella che fu per secoli la casata regnante del Mezzogiorno, gli Angiò… ma è solo un’ombra ormai. Eppure gli spettri degli anni passati in mezzo alla violenza e alle ruberie sembrano quasi tenuti a bada da una qualche luce, che alcuni vecchi di paese chiamano amore.
Questi fanno davvero paura. Hanno cominciato a fare danni qualche mese fa, e chi li ha incontrati dice che sono efficienti e spietati. Non fanno differenza fra nobili e contadini, senza Dio che non sono altro, addirittura si vocifera che abbiano assalito un convento.
Nessuno sa chi sono o, magari, chi lo sa ha troppa paura per parlare. Certo il nome di Battistella non è nuovo, si racconta che uno con quel nome stava con lo Sciarra tempo fa, che addirittura era il suo luogotenente. Ma 'sta cosa sicuro l'hanno messa in giro i nemici del Re della Campagna. Questi della banda del Battistella non c'hanno assolutamente niente della sua nobiltà d'animo e del suo onore. Sono briganti, banditi e, se li incontri, meglio che ti raccomandi l'anima al buon Signore.