Chi lo conobbe prima dei voti, come Bastiano, avrebbe potuto descrivere un uomo risoluto, dal cipiglio deciso e animoso. Ora affermerebbe che, insieme all'uomo avvezzo alla vita del brigante, convive un animo pio di chi vede nel prossimo, soprattutto se umile, il volto del Signore. Un uomo che crede nel sincero pentimento e nella via della redenzione. Nel contado a volte si odono voci: "Se noi poverelli abbisognamo di aiuto, che i dotti in legge interdicono agli umili, una voce al focoso e buon Don Sebastiano possiamo affidare perché si prodighi ad intercedere per noi presso lo condottiero Sciarra". Chiunque abbia udito con attenzione un'omelia di Don Sebastiano ascolterebbe massime prese dalle sacre scritture mischiate a talune probabilmente di suo pugno. Con un dito puntato al cielo o il pugno chiuso in tono di sfida, in virtù della situazione esclamerebbe: "Si vede prima la pagliuzza nell'occhio dell'altro piuttosto che la trave nel proprio" e "È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago piuttosto che un ricco entri nel regno dei cieli" o ancora "La testa si può piegare, ma lo Spirto si inchina soltanto a Dio".
La compagnia di briganti più famosa di sempre. Dicono che questo Marco Sciarra rubi ai ricchi per dare ai poveri. Che sia vero o meno, certo sembra essere amato dal popolino e hai voglia il Papa o il Re a mettere taglie sulla sua testa, nessuno sembra essere intenzionato a venderlo. Ovunque passi la sua compagine fioriscono storie e racconti di quelli che ti intrattengono un'intera serata in osteria. E anche se sappiamo bene tutti di quanto qui la gente parlando di uno spillo te lo descrive come una spada, la verità, da qualche parte là in mezzo, dovrà pur esserci.