Folco è tornato! Se cercate una persona pratica e laboriosa provate a chiedere di Folco. Lasciò la sua casa con poco e in cerca di fortuna e con ancor meno è tornato. A chiederlo a lui, dice che la ricchezza non è cosa che spetti ai semplici. Gira voce che sia stato a servizio di una gran Dama, ma non ce n'è segno nel suo aspetto. Anche se però ogni tanto racconta storie e sembra conoscere segreti che davvero non dovrebbero avere nulla a che fare con un poveraccio come lui.
L'esuberanza e l'audacia che in passato lo spinsero a partire oggi sembrano sepolte, ma rimangono lì, sotto il peso della realtà e del dolore. Parenti e amici dicono di vederlo cambiato e il ricordo di un ragazzo focoso ed energico sembra sbiadito. Una volta non c'era un torto che lui non si fermasse a raddrizzare, sempre pronto a prendere le parti dei più deboli. Non verrebbe da dire generoso, ma certo pieno di spirito di giustizia. Oggi invece, mansueto e calmo esegue comandi e lavora come un mulo. Le lacrime del dolore si mischiano con il sudore della fatica.
Il Borghetto è sempre stato l'invidia di tutti i paesi del circondario, che ci vengono da lontano a comprare l'olio di Prospero e la farina del padre di Bartolo. E Boccamazzi è sempre stato un sindaco onesto, che è cosa rara. Uno che raccoglie le tasse secondo giustizia e non secondo chi gli promette favori. Pure gli spagnoli sono contenti di stare di stanza da queste parti. Certo, a volte c'è qualche screzio, sempre stranieri sono, ma alla fine sono pure buoni cristiani e loro vogliono solo tirare a campare e mantenere le cose in ordine. Insomma il Borghetto è sempre stato l'orgoglio di chi ci vive, e 'sta disgrazia del terremoto proprio non ci voleva. Chi mai avrà offeso il Signore per fargli mandare questa sciagura? Ma i Borghettari non si fanno scoraggiare, si rimboccano le maniche e ricostruiscono. Brave persone che sono, hanno anche accolto i Civitesi, che invece stanno sempre a lamentarsi, come se i guai li avessero solo loro.