C'è Amilcare e c'è il Bosco. Per tanti al Borghetto i due però sono praticamente la stessa cosa. Tutti e due sanno essere solari e raggianti quanto terribili e tenebrosi. Si vede spesso Amilcare indossare i suoi stivali sudici e buttarsi sulla schiena la sacca prima di incamminarsi nel Bosco. C'è chi lo vede sparire verso Nord, chi verso il fiume, altri verso la valle. Sembra non seguire mai un sentiero, probabilmente perché tutto il bosco è per lui un sentiero ben conosciuto. Anche dopo aver sposato Cianciarella, le sue abitudini sono cambiate poco, non pare importargli molto del matrimonio... con una moglie cosi' d'altro canto... Amilcare vende la selvaggina che con estrema abilità riporta ogni pomeriggio dai suoi viaggi, e poi passa lunghe serate in taverna a gozzovigliare, a volte ridendo e sbracciandosi come un albero mosso dal vento, altre incupito e rabbioso come un animale braccato. Se chiedete in giro, vi diranno che il bosco sembra sempre essere in qualche modo dentro di lui.
Il Borghetto è sempre stato l'invidia di tutti i paesi del circondario, che ci vengono da lontano a comprare l'olio di Prospero e la farina del padre di Bartolo. E Boccamazzi è sempre stato un sindaco onesto, che è cosa rara. Uno che raccoglie le tasse secondo giustizia e non secondo chi gli promette favori. Pure gli spagnoli sono contenti di stare di stanza da queste parti. Certo, a volte c'è qualche screzio, sempre stranieri sono, ma alla fine sono pure buoni cristiani e loro vogliono solo tirare a campare e mantenere le cose in ordine. Insomma il Borghetto è sempre stato l'orgoglio di chi ci vive, e 'sta disgrazia del terremoto proprio non ci voleva. Chi mai avrà offeso il Signore per fargli mandare questa sciagura? Ma i Borghettari non si fanno scoraggiare, si rimboccano le maniche e ricostruiscono. Brave persone che sono, hanno anche accolto i Civitesi, che invece stanno sempre a lamentarsi, come se i guai li avessero solo loro.