Ogni sottana è fatta per essere sollevata, ogni pizzo per essere tolto, e tutto questo mondo bello e tornito deve essere goduto. Due qualità sono note a tutti, di Gioacchino l’arrotino: l’abilità di mano e … beh, non devo dirvelo io. Quando Gioacchino, detto Esculanto, chissà perché, si ferma a lavorare nella piazza del paese, i suoi occhi luccicano in ogni direzione, mandando sguardi languidi a chiunque passi: prende le lame, prende i coltelli, e con mano ferma ma agile, in un volio di scintille che gli illuminano i polsi e gli occhi, arrota e arrota: e la lama è come schiena di donna, dolce e curva, ma affilata nel suo andare, che se non si sta attenti ci si taglia… e ogni sorriso luccica come metallo appena lucidato, che Gioacchino manda di qua e di là, a colpire, ammaliare, e sedurre… e poi chissà, a lavoro finito, se qualche giovane contadina arriva a casa con la paglia nei capelli e le guance rosse, sarà stato per la fretta di rincasare, non certo per le parole smielate dell'arrotino… tanto ormai il sorriso di Gioacchino già si rivolge ad altre piazze, altre lame, altre donne…
Il Borghetto è sempre stato l'invidia di tutti i paesi del circondario, che ci vengono da lontano a comprare l'olio di Prospero e la farina del padre di Bartolo. E Boccamazzi è sempre stato un sindaco onesto, che è cosa rara. Uno che raccoglie le tasse secondo giustizia e non secondo chi gli promette favori. Pure gli spagnoli sono contenti di stare di stanza da queste parti. Certo, a volte c'è qualche screzio, sempre stranieri sono, ma alla fine sono pure buoni cristiani e loro vogliono solo tirare a campare e mantenere le cose in ordine. Insomma il Borghetto è sempre stato l'orgoglio di chi ci vive, e 'sta disgrazia del terremoto proprio non ci voleva. Chi mai avrà offeso il Signore per fargli mandare questa sciagura? Ma i Borghettari non si fanno scoraggiare, si rimboccano le maniche e ricostruiscono. Brave persone che sono, hanno anche accolto i Civitesi, che invece stanno sempre a lamentarsi, come se i guai li avessero solo loro.