Titolo: L'Attaccabrighe
Genere:
Motto: Attizze attizze, je fúche s’appicce (attizza attizza, il fuoco si accende)
Parole chiave: Fatica, Romanticismo
In una locanda un po' isolata, un ragazzotto dai modi rozzi, ma dallo sguardo sincero, urla: "Cari amici, questo vino è offerto gentilmente dalle casse del Marchese di Urbino e domani pagherà anche i conti delle genti del contado!" a quel punto un gran baccano, chi ride, chi inneggia, chi insulta, chi sfida l'oratore improvvisato. Luca a testa alta affronta tutti, i compagni con un bicchiere, i nemici con la lama e le donzelle con un sorriso ammiccante. Le malelingue, informate alla meglio, che 'contano ciarle basate più su suggestioni che fatti, dicono che le storie sulla Brigata Sciarra siano più opera della baldazza di Luca nelle osterie che del loro reale valore. Lo descrivono come un attaccabrighe, uomo focoso tanto nei duelli fra lame che in quelli sotto le lenzuola. Ha sicuramente fama di gran testa calda, di uno che cerca i guai, ma chi lo ha affrontato sa che con il suo coraggio incute rispetto anche ai nemici e che i suoi sentimenti sono puri.
La compagnia di briganti più famosa di sempre. Dicono che questo Marco Sciarra rubi ai ricchi per dare ai poveri. Che sia vero o meno, certo sembra essere amato dal popolino e hai voglia il Papa o il Re a mettere taglie sulla sua testa, nessuno sembra essere intenzionato a venderlo. Ovunque passi la sua compagine fioriscono storie e racconti di quelli che ti intrattengono un'intera serata in osteria. E anche se sappiamo bene tutti di quanto qui la gente parlando di uno spillo te lo descrive come una spada, la verità, da qualche parte là in mezzo, dovrà pur esserci.