Titolo: Il Capitano Aragonese
Genere:
Motto: Las tristezas no se hiciercon para las bestias, sino para los hombres; pero si los hombres las sienten demasiado, se sienten bestias (le tristezze non furon fatte per le bestie, bensì per gli uomini; ma se gli uomini ne soffrono troppo, diventano bestie)
Sguardo duro e modi cortesi sono le prime cose che noterebbe chiunque lo incontri per la prima volta. Se chiedete ai suoi sottoposti, vi diranno che è un capitano severo, ma giusto, uno che sa come si conducono gli affari a questo mondo.
Quando giunse al Borghetto per la prima volta, tre anni orsono, i vecchi lo dissero subito che, pur essendo straniero, doveva essere una gran brava persona, che in qualche modo bisognava sentirsi fortunati che ci avessero assegnato lui. Perché a loro, che ne avevano patite, fu chiaro appena lo videro: il Capitano Escrivà era uno che aveva subìto la guerra, che capiva il dolore e che aveva visto in faccia la morte, ma anche che, nonostante ciò, ancora amava la vita. E ci vuole insomma un certo carattere, una certa nobiltà d’animo per non farsi corrompere dalla brutalità della violenza.
Tre anni sono passati e mai una volta ci fece maledire la corona per avercelo mandato. Certo se ci sono disordini mostra il pugno di ferro, sarebbe anche il suo lavoro d’altronde, quello per cui viene pagato, e ci guarda dall’alto in basso come fosse migliore di noi, ma non più di quanto facciano il Duca o i Boccamazzi alla fine. In genere però, se lo si prende per il verso giusto sembra proprio uno a posto… uno di quelli a cui affideresti la tua vita senza pensarci due volte.
A sentire i più vecchi, c'è sempre stata una guarnigione spagnola in zona. Certo capire dove stava il confine di volta in volta era un'impresa, ma da che finirono le guerre è rimasto piuttosto stabile e gli spagnoli sono diventati anche di meno. Questi in particolare ci sono da circa tre anni, almeno il loro capitano, gli altri vanno e vengono, si sa. C'è poco da lamentarsi, è normale che in una zona di confine e sotto un governo straniero ci siano dei soldati di stanza e che anche loro siano stranieri. Ma, diciamolo pure, questi spaniardi qui sono tutto sommato brava gente: si fanno vedere di quando in quando, il capitano Escrivà passa ogni tanto in paese a farsi due chiacchiere col sindaco o con qualcuno giù all'osteria, ma per lo più si fanno gli affaracci loro. Alcuni di loro sembrano quasi usciti da storie di avventure e cavalieri con le loro spade, mantelli e nobili portamenti. Addirittura sembra che durante il terremoto abbiano aiutato come potevano. Inoltre si vocifera che vogliano fare maritare il Duca di Civita con una delle loro nobildame, una di quelle di classe. E se non è carità cristiana questa...