Nessuno al paese sa cosa pensare di questa strana creatura. Tempo fa, forse perché aveva bevuto un bicchiere di troppo, il Capitano Escrivà c’ha provato a spiegare come è arrivata fin qui, ma davvero sembra follia. La storia vuole che il duca e generale, Gabriel de la Cueva, quando seppe che la sua amata moglie per la terza volta aveva dato alla luce una bambina, maledisse il destino e lo stesso Signore nostro Dio, che non voleva benedirlo con un erede maschio. Ma il generale era avvezzo a non farsi piegare dalla sventura e a modellare il fato secondo suo piacimento. Fu così che Ana non venne cresciuta come le sue sorelle e invece ricevette tutti quegli insegnamenti che di solito sono impartiti ai ragazzi, financo l’uso della spada e del moschetto. Tutti pensavano che fosse solo un vezzo del generale, la superbia di un un uomo che si oppone al volere di Dio e che ben presto la povera ragazza avrebbe avuto la possibilità di avere una vita più consona al suo sesso. Nessuno si aspettava che il generale usasse la sua influenza per far avere alla figlia un reale incarico militare, seppure di stanza in un oscuro avamposto di confine, dove nulla di pericoloso dovrebbe accadere. Così adesso Ana si trova al Borghetto, la sua vita e il suo onore nelle mani del Capitano Escrivà e dei suoi compagni moschettieri. E le povere e semplici genti del paese non sanno che pensare di questa strana creatura.
A sentire i più vecchi, c'è sempre stata una guarnigione spagnola in zona. Certo capire dove stava il confine di volta in volta era un'impresa, ma da che finirono le guerre è rimasto piuttosto stabile e gli spagnoli sono diventati anche di meno. Questi in particolare ci sono da circa tre anni, almeno il loro capitano, gli altri vanno e vengono, si sa. C'è poco da lamentarsi, è normale che in una zona di confine e sotto un governo straniero ci siano dei soldati di stanza e che anche loro siano stranieri. Ma, diciamolo pure, questi spaniardi qui sono tutto sommato brava gente: si fanno vedere di quando in quando, il capitano Escrivà passa ogni tanto in paese a farsi due chiacchiere col sindaco o con qualcuno giù all'osteria, ma per lo più si fanno gli affaracci loro. Alcuni di loro sembrano quasi usciti da storie di avventure e cavalieri con le loro spade, mantelli e nobili portamenti. Addirittura sembra che durante il terremoto abbiano aiutato come potevano. Inoltre si vocifera che vogliano fare maritare il Duca di Civita con una delle loro nobildame, una di quelle di classe. E se non è carità cristiana questa...