Onde si infrangono su bastioni infiammati, fragore di tuono e cannoni che pervadono l’aria, forti come i cori di una cattedrale: una figura si staglia nella luce delle navi infuocate, il volto freddo, duro, inamovibile, la tonaca nera che fugge nel vento, trattenuta da un’armatura luccicante. Chiunque guardi negli occhi di Josè Hernan Maria de Santa Cruz Benedicta y Molina Salazar può sentire l’eco di queste immagini: quando cammina per le strade del paese, la folla si apre come un mare in tempesta davanti a delle galee. Dicono che sia lui la vera testa dietro al Capitano Escrivà, chissà se è vero... Ciò che è noto è che questo gesuita ha una determinazione di ferro, è il figlio cadetto di una potente casata di Castiglia e userà qualsiasi mezzo per ottenere ciò che vuole. Solo una domanda sorge spontanea a chiunque lo veda camminare solo, la sera, per i vicoli del paese: cosa nascondono quegli occhi, quella tonaca scura, quell’armatura impenetrabile?
A sentire i più vecchi, c'è sempre stata una guarnigione spagnola in zona. Certo capire dove stava il confine di volta in volta era un'impresa, ma da che finirono le guerre è rimasto piuttosto stabile e gli spagnoli sono diventati anche di meno. Questi in particolare ci sono da circa tre anni, almeno il loro capitano, gli altri vanno e vengono, si sa. C'è poco da lamentarsi, è normale che in una zona di confine e sotto un governo straniero ci siano dei soldati di stanza e che anche loro siano stranieri. Ma, diciamolo pure, questi spaniardi qui sono tutto sommato brava gente: si fanno vedere di quando in quando, il capitano Escrivà passa ogni tanto in paese a farsi due chiacchiere col sindaco o con qualcuno giù all'osteria, ma per lo più si fanno gli affaracci loro. Alcuni di loro sembrano quasi usciti da storie di avventure e cavalieri con le loro spade, mantelli e nobili portamenti. Addirittura sembra che durante il terremoto abbiano aiutato come potevano. Inoltre si vocifera che vogliano fare maritare il Duca di Civita con una delle loro nobildame, una di quelle di classe. E se non è carità cristiana questa...