Forbici e pettini escono dalle tasche di una parannanza. Su un tavolo un bacile con acqua fumante, un panno, in una ciotola un pennello raccoglie la schiuma di sapone profumato. Tra tutto questo si può notare un indaffarato Alonso, il barbiere.
Nobili e potenti hanno confessori e consiglieri che li guidano, ma anche costoro hanno i loro confidenti, il barbiere è sicuramente uno di questi. Il signore porge la gola alla sua lama e la Dama gli affida la sua beltà, Il commerciante parla di affari in sua presenza. Con tutti parla e segreti sa tenere, almeno così si dice in giro. Sicuramente è il factotum del campo Spagnolo, ognuno chiede e comanda e lui offre servizi e consigli o olio di gomito. Ma quale sono le sue aspirazioni? A qualcuno ha detto di cercar felicità nella famiglia a qualcun altro nella ricchezza, e poi nella fede... forse anche lui deve ancora capirlo.
A sentire i più vecchi, c'è sempre stata una guarnigione spagnola in zona. Certo capire dove stava il confine di volta in volta era un'impresa, ma da che finirono le guerre è rimasto piuttosto stabile e gli spagnoli sono diventati anche di meno. Questi in particolare ci sono da circa tre anni, almeno il loro capitano, gli altri vanno e vengono, si sa. C'è poco da lamentarsi, è normale che in una zona di confine e sotto un governo straniero ci siano dei soldati di stanza e che anche loro siano stranieri. Ma, diciamolo pure, questi spaniardi qui sono tutto sommato brava gente: si fanno vedere di quando in quando, il capitano Escrivà passa ogni tanto in paese a farsi due chiacchiere col sindaco o con qualcuno giù all'osteria, ma per lo più si fanno gli affaracci loro. Alcuni di loro sembrano quasi usciti da storie di avventure e cavalieri con le loro spade, mantelli e nobili portamenti. Addirittura sembra che durante il terremoto abbiano aiutato come potevano. Inoltre si vocifera che vogliano fare maritare il Duca di Civita con una delle loro nobildame, una di quelle di classe. E se non è carità cristiana questa...