Eccolo, il forte tonfo degli zoccoli del cavallo che si fanno sentire. Il trottare dell'animale annuncia il suo padrone e lui lo preferisce al più brillante squillo di tromba. Per Gagliaudo si può dire che il suo nome lo precede: la famiglia delli Aulari è ben conosciuta e non si può rifiutare una loro nobile visita. Proprio per questo, volente o nolente, il Duca lo sta ospitando alla sua corte a sue spese. I mormorii nei corridoi lo dipingono come un uomo molto orgoglioso di sé, della sua vita e della sua famiglia. Infatti spesso lo hanno sentito parlare dei suoi parenti, inclusa la dolce cugina Rosaspina. I racconti dei suoi viaggi passano di bocca in bocca causando invidia ai più audaci e curiosità nei più timidi. Si racconta che stia sfruttando fino all'osso la sua condizione di cavaliere errante e che non gli pesi non avere una terra sua, tutt'altro. All'interno delle corti vociferano che questa apparente mancanza di ambizione non lo renda altro che uno sfaccendato, ma altri dicono che l'invidia è una brutta bestia. Cosa potrebbe mai volere di più? Non si sa, però forse le imprese da affrontare a fil di lama non sono ancora finite.
Civita è sempre stata l'invidia di tutti i paesi del circondario. Sotto la guida della nobile famiglia dei Duchi Pandolfi, con la protezione dell'Abbazia di Farfa e del sommo Pontefice, il paese è sempre stato prospero. Da lontano arrivavano viandanti per visitare le sacre ossa conservate nella piccola chiesa, e spesso nobili e uomini di sapere, in viaggio verso Roma, si fermavano nella piccola ma accogliente corte dei duchi. Forse il Duca Onofrio Pandolfi non è esattamente all'altezza di suo padre, il Duca Oreste, che la sua anima riposi in pace nella gloria di Dio. Ma i Civitesi gli vogliono bene, e non hanno mai creduto alle voci maligne che ne parlano male. Insomma Civita è sempre stata l'invidia di tutti, e sarà mai che questa disgrazia del terremoto sia stata causata anche dalla cattiveria degli invidiosi? Niente c'è rimasto del povero paese, tutto raso al suolo, che pure la croce della chiesa è caduta. E invece Borghetto, così vicino, è rimasto quasi tutto in piedi. Certo i Borghettari sono stati magnanimi e hanno accolto i Civitesi. Vedremo come va. I Civitesi sono gente forte e orgogliosa, non si faranno ingannare da nessuno e ritireranno su il loro paese più bello di prima.