La reverenda Madre Donata, dall'alto del suo uffizio, tutto scruta ed ognun osserva, le suppliche ascolta e le questioni spirituali e terrene dirime. Un gran signore, un nobile suo pari, disse di ammirare in lei un'abile avversaria nella disputa politica, retto portamento e imperioso tono di voce di chi conosce il comando e sa adoperarlo. Il fratello Duca potrebbe ancora rintracciare la piccola Ildegarda Pandolfi, circondata di balocchi, agi e servitori che la riverivano e giocavano con lei. Il supplicante in cerca di aiuto troverà pietà e ristoro. L'approfittatore la furia e sdegno di nobildonna. Le sorelle dell'abbazia di Farfa vi riconoscerebbero il rigore della regola ed esempio di virtute. La novizia ammutolisce al suo cospetto, ma trova anche parole calde capaci di tirarti fuori dal profondo della disperazione dell'animo, balsamo per lo spirito, perché conosce la disperazione di colei che tutto dietro di sé ha abbandonato per fede, bisogno o imposizione. Ma cosa, la Madre Superiora Donata pensa di se stessa non è dato a noi mortali conoscere, solo il Signore conosce il vero. La vita è tutto uno schivare il peccato e combattere in Nome di Dio e del Suo Vicario in terra!
Civita è sempre stata l'invidia di tutti i paesi del circondario. Sotto la guida della nobile famiglia dei Duchi Pandolfi, con la protezione dell'Abbazia di Farfa e del sommo Pontefice, il paese è sempre stato prospero. Da lontano arrivavano viandanti per visitare le sacre ossa conservate nella piccola chiesa, e spesso nobili e uomini di sapere, in viaggio verso Roma, si fermavano nella piccola ma accogliente corte dei duchi. Forse il Duca Onofrio Pandolfi non è esattamente all'altezza di suo padre, il Duca Oreste, che la sua anima riposi in pace nella gloria di Dio. Ma i Civitesi gli vogliono bene, e non hanno mai creduto alle voci maligne che ne parlano male. Insomma Civita è sempre stata l'invidia di tutti, e sarà mai che questa disgrazia del terremoto sia stata causata anche dalla cattiveria degli invidiosi? Niente c'è rimasto del povero paese, tutto raso al suolo, che pure la croce della chiesa è caduta. E invece Borghetto, così vicino, è rimasto quasi tutto in piedi. Certo i Borghettari sono stati magnanimi e hanno accolto i Civitesi. Vedremo come va. I Civitesi sono gente forte e orgogliosa, non si faranno ingannare da nessuno e ritireranno su il loro paese più bello di prima.