Si dice fosse un’orfana, una dei tanti bambini cui la guerra tolse i genitori. Cresciuta dalle monache dell’Abbazia di Farfa, non poteva che finire per farsi monaca anche lei. Che poi mica è questa disgrazia la prospettiva di avere pasti caldi e un posto dove dormire. Ma, a sentire i pettegolezzi che girano per quel convento - che evidentemente non è uno di quelli che impone il silenzio alle sue sorelle - sembrerebbe che Eufrasia sia una testa fina. Imparò a leggere e scrivere già da puera e, ancora giovanissima, dissertava e copiava gli antichi tomi latini e greci. Si dice anche che da bambina poneva domande su domande, irritando non poco le sue tutrici. La Badessa di allora deve averne capito l’indole e deve aver pensato che una mente acuta come la sua doveva essere mandata a studiare etica e teologia nella grande città, in qualche seminario serio. Prima che, in assenza di gente che sapesse rispondere alle sue domande argute, iniziasse a darsi da sola risposte sbagliate e poco cristiane.
Dicono che tornò da Roma piena di sapienza su tante cose del mondo, ma anche che la sua sete non si fosse per nulla estinta. Comunque siano andate le cose, oggi è divenuta l’assistente personale dell’attuale Badessa, la Madre Superiora Donata. E per una povera bambina di umili origini come lei, difficilmente le cose avrebbero potuto mettersi meglio.
Civita è sempre stata l'invidia di tutti i paesi del circondario. Sotto la guida della nobile famiglia dei Duchi Pandolfi, con la protezione dell'Abbazia di Farfa e del sommo Pontefice, il paese è sempre stato prospero. Da lontano arrivavano viandanti per visitare le sacre ossa conservate nella piccola chiesa, e spesso nobili e uomini di sapere, in viaggio verso Roma, si fermavano nella piccola ma accogliente corte dei duchi. Forse il Duca Onofrio Pandolfi non è esattamente all'altezza di suo padre, il Duca Oreste, che la sua anima riposi in pace nella gloria di Dio. Ma i Civitesi gli vogliono bene, e non hanno mai creduto alle voci maligne che ne parlano male. Insomma Civita è sempre stata l'invidia di tutti, e sarà mai che questa disgrazia del terremoto sia stata causata anche dalla cattiveria degli invidiosi? Niente c'è rimasto del povero paese, tutto raso al suolo, che pure la croce della chiesa è caduta. E invece Borghetto, così vicino, è rimasto quasi tutto in piedi. Certo i Borghettari sono stati magnanimi e hanno accolto i Civitesi. Vedremo come va. I Civitesi sono gente forte e orgogliosa, non si faranno ingannare da nessuno e ritireranno su il loro paese più bello di prima.