A detta di molti se scruti bene tra le messi e i frutti della campagna di Civita un fiore primeggia sugli altri e concede, a chi ha animo di ammirare con prudenza e rispetto, la sua beltà. Concetta, nei campi con le amiche, gioca ad intrecciar ghirlande e a parlar d'amore, come sia bello quello o che buon partito sia divenuto tal altro. Se la fai indispettire repentinamente ti punta quel ditino addosso e la sua lingua, tagliente come una lama, fa tremare la tua anima e ti fa sentire piccolo. Sa tenere a bada i corteggiatori, anche i più insistenti danzandogli intorno, inebrabriandoli di odori di rosa e lavanda, rispondendo ai sorrisi e punendo gesti inopportuni con una freddezza tale da gelare il cuore. Certi del paese giurano che se lei ce l'ha con te neanche la Madonna delle Grotti può salvarti l'anima. Anche le rose più belle hanno le spine.
Civita è sempre stata l'invidia di tutti i paesi del circondario. Sotto la guida della nobile famiglia dei Duchi Pandolfi, con la protezione dell'Abbazia di Farfa e del sommo Pontefice, il paese è sempre stato prospero. Da lontano arrivavano viandanti per visitare le sacre ossa conservate nella piccola chiesa, e spesso nobili e uomini di sapere, in viaggio verso Roma, si fermavano nella piccola ma accogliente corte dei duchi. Forse il Duca Onofrio Pandolfi non è esattamente all'altezza di suo padre, il Duca Oreste, che la sua anima riposi in pace nella gloria di Dio. Ma i Civitesi gli vogliono bene, e non hanno mai creduto alle voci maligne che ne parlano male. Insomma Civita è sempre stata l'invidia di tutti, e sarà mai che questa disgrazia del terremoto sia stata causata anche dalla cattiveria degli invidiosi? Niente c'è rimasto del povero paese, tutto raso al suolo, che pure la croce della chiesa è caduta. E invece Borghetto, così vicino, è rimasto quasi tutto in piedi. Certo i Borghettari sono stati magnanimi e hanno accolto i Civitesi. Vedremo come va. I Civitesi sono gente forte e orgogliosa, non si faranno ingannare da nessuno e ritireranno su il loro paese più bello di prima.