Chi è l'ospite del Duca? Dicono sia un gran poeta, uno che canta delle gesta dei cristiani partiti a liberar il Santo Sepolcro sotto l'egida di Papa Urbano II. Anche se, l'ho sentito recitare un passo della sua Gerusalemme liberata e non mi è sembrato un granché; il cantore della fiera dell'Assunta di due anni fa era più bravo a mio parere.
Si dice però che potrebbe allettarci con trame di palazzo nelle corti D'Este e Gonzaga o della Serenissima, ma, a chi glielo chiede, risponde che il poetare è arte più alta e nobile di fare chiacchiere. Gira voce inoltre che il Costo si dica onorato di poter disquisire di Ars Poetica col maestro Torquato Tasso in persona. E infatti proprio l'altro giorno confabulavano all'osteria i due, hanno attaccato a criticare l'Orlando: dicevano sarebbe stato meglio, invece di abbindolare con prodigi superflui, descrivere l'animo dei personaggi e cercare la verosimiglitudine, boh, o qualcosa del genere...
Certo che se questo gran poeta cerca gesta eroiche alla corte del nostro Duca resterà a becco asciutto, sia di storie che di ducati. O forse è così che va in fumo la decima che paghiamo, ma a noi non è certo dato sindacare.
Civita è sempre stata l'invidia di tutti i paesi del circondario. Sotto la guida della nobile famiglia dei Duchi Pandolfi, con la protezione dell'Abbazia di Farfa e del sommo Pontefice, il paese è sempre stato prospero. Da lontano arrivavano viandanti per visitare le sacre ossa conservate nella piccola chiesa, e spesso nobili e uomini di sapere, in viaggio verso Roma, si fermavano nella piccola ma accogliente corte dei duchi. Forse il Duca Onofrio Pandolfi non è esattamente all'altezza di suo padre, il Duca Oreste, che la sua anima riposi in pace nella gloria di Dio. Ma i Civitesi gli vogliono bene, e non hanno mai creduto alle voci maligne che ne parlano male. Insomma Civita è sempre stata l'invidia di tutti, e sarà mai che questa disgrazia del terremoto sia stata causata anche dalla cattiveria degli invidiosi? Niente c'è rimasto del povero paese, tutto raso al suolo, che pure la croce della chiesa è caduta. E invece Borghetto, così vicino, è rimasto quasi tutto in piedi. Certo i Borghettari sono stati magnanimi e hanno accolto i Civitesi. Vedremo come va. I Civitesi sono gente forte e orgogliosa, non si faranno ingannare da nessuno e ritireranno su il loro paese più bello di prima.