Si dice che questo frate vagabondo in passato abbia tenuto testa a signori e malfattori con la sua pia umiltà e limpido ragionare. Si dice anche che un tempo fosse un alto prelato e che oggi abbia abbandonato tutti gli sfarzi e gli onori del suo ruolo. Voci malevoli lo vorrebbero addirittura aguzzino di eretici e, che a furia di far pentire gli altri, si sia pentito alla fine pure lui. Arrivò a Civita solo qualche tempo prima del terremoto e, quali che siano le dicerie, è ormai risaputo che se hai un problema con malelingue, ingiurie e accuse, anche serie, ti puoi rivogere a lui. Con un sorriso luminoso e per un piatto di zuppa ti aiuterà a risolvere il problema. Vuoi una lettera scritta bene? Chiedi a Fra Nicola e lui ti scriverà un carteggio degno dell'Alighieri.
Ripete spesso - e questo gli ha portato non pochi scorni con Padre Nazareno - che la fede è una fiamma che può divampare solo se alimentata dal dubbio e che la fede senza ragione è solo abitudine. Da queste parti abbiamo però ben imparato ad allontanarci quando attacca con queste filippiche, che qui siamo tutta brava gente timorata e non vogliamo certo impelagarci in certi discorsi poco cristiani.
Civita è sempre stata l'invidia di tutti i paesi del circondario. Sotto la guida della nobile famiglia dei Duchi Pandolfi, con la protezione dell'Abbazia di Farfa e del sommo Pontefice, il paese è sempre stato prospero. Da lontano arrivavano viandanti per visitare le sacre ossa conservate nella piccola chiesa, e spesso nobili e uomini di sapere, in viaggio verso Roma, si fermavano nella piccola ma accogliente corte dei duchi. Forse il Duca Onofrio Pandolfi non è esattamente all'altezza di suo padre, il Duca Oreste, che la sua anima riposi in pace nella gloria di Dio. Ma i Civitesi gli vogliono bene, e non hanno mai creduto alle voci maligne che ne parlano male. Insomma Civita è sempre stata l'invidia di tutti, e sarà mai che questa disgrazia del terremoto sia stata causata anche dalla cattiveria degli invidiosi? Niente c'è rimasto del povero paese, tutto raso al suolo, che pure la croce della chiesa è caduta. E invece Borghetto, così vicino, è rimasto quasi tutto in piedi. Certo i Borghettari sono stati magnanimi e hanno accolto i Civitesi. Vedremo come va. I Civitesi sono gente forte e orgogliosa, non si faranno ingannare da nessuno e ritireranno su il loro paese più bello di prima.