Ippocrate non è esattamente l'uomo più fortunato di Monsanto. E nemmeno quello più amato, a dirla tutta.
Dire che sia bislacco è dir poco! Tutto il paese si domanda a che diavolo serva quel cappello, e per quale motivo è ornato da tutte quelle dannate ossa? Credo che nemmeno Santa Calante lo sappia.
Gli abitanti di Monsanto credono che lui e i suoi amici portino jella: un segaossa, un beccamorto, un bracciante ed un allegro forzuto, non esattamente le persone che vorresti incontrare dopo la messa.
Ippocrate è un uomo complicato, ma sicuramente sotto quell'aspetto particolare ed i modi schivi si nasconde un'anima buona, o almeno questo è quello che ci è stato raccontato. Tuttavia non gridatelo troppo ai quattro venti, non vorrete mica rovinargli la piazza di "macellaio segaossa".
Se uno Iovine è presente in un conciliabolo, nato per diletto o per qualcosa di più serio, state pur certi che quel cittadino di Monsanto avrà qualcosa da dire su qualsiasi tema verrà toccato. A torto o a ragione, non parlerà per partito preso, ma perché avrà di sicuro letto qualcosa sull’argomento.
Se per molti il denaro è la virtù più alta, per la famiglia Iovine non c’è nulla che possa pareggiare il valore della conoscenza. Lo studio e la cultura sono il sangue di cui si nutrono le loro vene. Sono ben allenati alla curiosità e al ragionare su quello che apprendono. C’è chi in passato ha insultato un giovane Iovine, paragonandolo ad una capra belante per la sua favella continua e saccente. Oggi quel giovane è il medico di Monsanto a cui tutti si rivolgono per chiedere consiglio. Le febbri avrebbero portato via molti concittadini se non ci fosse stato il pronto intervento di questa famiglia.
Forse sono fra i pochi che vedono le cose da altri punti di vista: ad esempio per tutti i bravi credenti di Monsanto il vino è espressione di santità, per loro invece è un elisir di chiarezza. Prima di ogni decisione infatti non mancano mai di berne un sorso, affinché le nebbie del dubbio si diradino.
Del resto non è forse questo il senso della frase ‘in vino veritas’?