In tempi duri e dubbi come questi, quando del diman non v’è certezza, ogni cittadino di Monsanto sa che alla Bottega di Maurilio Molinari troverà sempre ogni cosa al suo posto.
Anche il più piccolo granello di polvere ha una sua precisa, definita collocazione. Cortese ed abitudinario, accoglie sull’uscio ogni avventore porgendogli un panno lindo per le mani e un saluto cordiale, sempre lo stesso, come si conviene ad un uomo dabbene. E non c’è cittadino di Monsanto che non si sia chiesto quale arcano segreto ci sia dietro l’unione di quest'acqua cheta con la sua metà Marcella, che più che dolce, pare proprio un uragano.
Avete mai trovato ristoro all'ombra di una vite? Udito il basso fruscio delle ampie foglie che come mani amorevoli carezzano l'aria? Avete osservato come i suoi rami nodosi si avvinghino con forza a ciò che li circonda, offrendo ricchi frutti a chi conosce la sua natura? Così è la famiglia Molinari. Affonda le proprie modeste radici in un terreno avaro di ricchezze, ma grazie alla propria tenacia ha saputo trarre la linfa vitale per nutrire ognuno dei suoi membri. Come robusti rami si estendono solidi nella comunità, restando indissolubilmente legati al tronco originale, uniti dal sangue e dal nome, fortificati dall'unione famigliare.
Tra tutti i concittadini di Monsanto, i Molinari sono quelli che considerano la famiglia come un dono divino e perciò prezioso. Infatti non esiste aneddoto scritto, o tramandato verbalmente, che parli di un litigio tra di loro. Del resto si sa che i panni sporchi si lavano in casa, e forse è per questo che sono proprio loro a gestire la lavanderia del paese.
La tradizione dei Molinari prevede che ogni membro abbia in cura un ramo a cui la sua esistenza è legata. Se il ceppo piantato nella terra di famiglia si spezza o si rinsecchisce vuol dire che la malasorte sta bussando alla porta.
Ad ogni modo il ciclo della vita va rispettato: per i Molinari la morte è concime per i nuovi rami.