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La Tutela per i Diritti dei Lavoratori / L'Irremovibile della Fabbrica - Danza Macabra

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La Tutela per i Diritti dei Lavoratori / L'Irremovibile della Fabbrica - Danza Macabra

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Motto: <p><em>I lavoratori, ingranaggi nella macchina chiamata stato, devono lavorare insieme affinch&eacute; funzioni. / Non siamo solo strumenti nelle mani dello stato. Abbiamo dei diritti!</em></p>

Presentazione

La Tutela per i Diritti dei Lavoratori 

Ministero Economia - Il lavoro è il motore del benessere della nazione. Si dice che esso nobiliti l'uomo e non c'è niente di più vero. Lo stato è una macchina perfetta, che funziona solo se tutte le sue componenti girano all'unisono come ingranaggi ben oliati ed efficienti, e cosa sono i lavoratori se non i più piccoli di quegli ingranaggi? Pure senza di loro tutto si fermerebbe. Abbiamo lottato duramente per i diritti dei contadini e degli operai di questo paese, portando benessere e produttività. Ma ora, ora che il nemico è là, appena oltre i confini, e minaccia la nostra esistenza, è mio dovere ricordare a tutti che è il momento del sacrificio, e che niente è più importante del futuro di Ausonia, dovessimo anche rinunciare temporaneamente a quello che abbiamo così faticosamente conquistato nel corso degli anni.

L'Irremovibile della Fabbrica

De Angeli - Interessarsi oggi della dignità del lavoro significa porsi in una prospettiva reale, come reale è la persona del lavoratore, non semplice «strumento», ma soggetto morale di condotta, inserito in una trama di relazioni sociali, familiari, professionali, civili e religiose, che ne indicano anche responsabilità, impegni e diritti, oltre che doveri. Un giusto impiego è il primo requisito della dignità, e chi ce lo vuole togliere commette peccato di fronte ai Santi! Non ha forse lo Stato il dovere morale di garantire un equo salario a tutti? I governanti non sono forse lì perché mettano mano ai provvedimenti necessari a garantire a tutti la giusta retribuzione e la stabilità? Questo è sempre stato il mio credo: il lavoro è un dono della Santa Provvidenza e solo gli empi possono negarlo. Pure, gli scioperi sono stati puniti severamente e molte persone licenziate. E' la sconfitta quella che ora pesa sul mio capo? No, no, devo scrollarmi di dosso questa tristezza e continuare nella lotta. Procedere innanzi nella mia guerra per tutti i lavoratori di questo paese. Questo conflitto si combatte non solo sui campi di battaglia, ma anche e soprattutto nelle officine e nelle catene di montaggio. O vogliamo forse che loro, gli Altri, ci rubino, oltre alla terra, anche il posto nelle fabbriche?

Ministero Economia

"Il lavoro nobilita l'uomo" è la scritta che campeggia sul palazzo del Ministero dell'Economia e del Lavoro nella Capitale.

C'è chi combatte e muore sul campo di battaglia e chi si impegna duramente nel cuore pulsante delle fabbriche e delle industrie di Ausonia.
Con l'avvicinarsi dell'offensiva di Primavera, la tensione nelle linee produttive raggiunge livelli critici. Gli scioperi nelle fabbriche minacciano di paralizzare lo sforzo bellico, gettando una nazione già provata da anni di conflitto in un'ulteriore spirale di incertezza. Il calo della produzione e il malcontento degli operai non sono solo una questione di carattere economico, ma un problema rilevante per la sicurezza e l'indipendenza di Ausonia.

Di fronte a questo scenario, il Ministero dell'Economia e del Lavoro è chiamato a prendere decisioni di portata storica, a bilanciare con mano ferma le imprescindibili esigenze di una nazione con i diritti e le aspirazioni dei suoi lavoratori. Ascoltare e accogliere le richieste della classe operaia o reprimere con forza manifestazioni e picchetti? Per vincere una guerra ci vogliono risorse e il nemico non attenderà quieto che terminino le trattative con i sindacati. Bisogna agire e farlo con determinazione. E chi può farlo meglio delle illuminate figure che dirigono il ministero?

De Angeli

Mio caro amico, lungi da me essere una malalingua… ma segui il mio consiglio, non fidarti dei De Angeli! A mio parere non la raccontano giusta: tutti casa e chiesa, pii e devoti, ma sotto sotto qualcosa non torna. Sospettosi e diffidenti, sembrano sempre pensare il peggio di chiunque incontrino, quasi siano convinti che il mondo complotti contro di loro.

Non importa che si discuta di religione, politica, o sia una banale chiacchiera da bar, puoi star certo che un De Angeli si intrometterà sempre per condividere le sue opinioni non richieste: squadrandoti dall'alto verso il basso ti rammeterà delle tue lacune e mancanze, ricordandoti quanto sia migliore il suo punto di vista rispetto al tuo.

Nemmeno questo brutto periodo che stanno passando sembra aver smorzato la loro tracotanza: dopo che alcuni di loro sono stati licenziati dalla fabbrica per aver organizzato delle proteste, pare che la famiglia stia avendo qualche difficoltà a portare il cibo in tavola per tutti i membri. Che sia la verità o meno, questo non sembra impedirgli di cercare di insegnare agli altri quale sia il miglior modo per vivere.

Chi ne subisce più spesso i sermoni sono coloro i quali “scelgono di non credere nella religione giusta”: come ci si può fidare di loro se queste sono le decisioni che prendono per la loro anima? 

Dai retta a me, caro amico: davanti a loro fingiti devoto e riga dritto, e… se non vuoi sentirti i loro sguardi addosso, evita di sgarrare.


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