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Responsabile Unità Medica Militare / Superstite Realista - Danza Macabra

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Responsabile Unità Medica Militare / Superstite Realista - Danza Macabra

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Motto: <p><em>Ripongo speranza nel fatto che, avendo successo qui, io possa farmi un nome! / Ormai ho perso tutto, non ha senso sperare.</em></p>

Presentazione

Responsabile Unità Medica Militare 

Ministero Sanità - “Se riesco qui, posso farmi un nome”. Continuo a ripeterlo senza sosta, nella mia mente: lo sussurro a denti stretti, ogni volta che qualcosa va storto, imprecando con un sorriso. Se riesco qui, se riesco qui… non esistono se, maledizione! Esiste solo un quando: quando riuscirò in questo compito, si parlerà solo di me! Il problema è che la situazione al fronte è alquanto disperata, e serve molto più personale medico di quanto ne abbiamo a disposizione. Se solo riuscissi a convincerli tutti… anzi, quando riuscirò a convincerli tutti, il nostro problema sarà solo uno sfocato ricordo nel passato. E io mi farò un nome.

Superstite Realista

Chiossa (di Vallechiara) - Ci si abitua a tutto. Anche a vestirsi con una mano sola. Ma non a cucire, quello no. Quello non mi riesce. E dire che, una volta… rammendare, imbastire, rattoppare e orlare erano la mia vita. La mia sartoria era la migliore del paese. Ora non mi resta che piangere quei giorni felici. I medici hanno fatto un ottimo lavoro, ma purtroppo il colpo di cannone è bastato per maciullare le mie carni e dilaniarmi il braccio. I suoi nervi, le sue ossa e i suoi muscoli sono tenuti insieme con lo sputo. Ormai è come non averlo. Qualche tempo fa mi è stato detto che la fornitura di farmaci che tengono a bada le mie sofferenze potrebbe essere interrotta. La riabilitazione è solo un sogno, purtroppo. Al contrario dei più, però, io ho già smesso di sperare da tempo; in un mondo di incubi, l’unica certezza è che i sogni non possono esistere. E io ormai li ho persi tutti con quella palla di cannone.

Ministero Sanità

"Ogni vita salvata è una vittoria contro il nemico, ogni ferito guarito è un eroe che torna a combattere per la nostra libertà." 

In un tempo di conflitto incessante, dove la guerra scava profonde ferite non solo nei corpi ma anche nell'anima della nazione, il Ministero della Sanità si trova davanti a decisioni di gravità inaudita. Gli ospedali di Ausonia, sovraccarichi e spinti oltre i limiti della loro capacità, sono teatro di una battaglia silenziosa e disperata, dove il prezzo della sopravvivenza si misura in scelte dolorose e rinunce strazianti. 

Di fronte alla tragica realtà di risorse limitate e bisogni smisurati, il Ministero sarà costretto a compiere scelte che nessun uomo di buon cuore vorrebbe affrontare. Non tutti potranno ricevere le cure necessarie, qualcuno dovrà essere lasciato alle spalle. E' la crudele logica della guerra che pone un fardello insostenibile sulle spalle di medici e infermieri, chiamati a giocare il ruolo di arbitri della vita e della morte. 

Chiossa (di Vallechiara)

Vuoi sapere dei Chiossa di Vallechiara ? Beh allora dovrai pagarmi un altro bicchiere di rosso. Sì perché mi serve coraggio per raccontarti ciò che vuoi sentire. 
L ho visto sai? Il figlio più grande. E’ arrivato ciondolando. La divisa logora, con chiazze vermiglio scuro e stivali incrostati di fango. Aveva intorno un’aura di gelo nero. Quando è arrivato a casa, si è disteso sul letto, senza nemmeno spogliarsi
Qualche giorno fa è tornato il cugino. Un colpo di cannone gli ha maciullato le carni. I medici, siano ringraziati i Santi, sono riusciti a ricucirlo, ma non tornerà mai quello di prima. I suoi nervi, le sue ossa e le sue carni, sono tenute insieme con lo sputo. La notte grida.
E si… servirebbero medici e medicine per entrambi. Ma la Guerra ha preteso il suo prezzo e i dottori e i medicamenti non bastano per tutti. Il Ministero della Sanità ha sancito che vi siano casi più difficili, cittadini più meritevoli, dei due sventurati Chiossa. 
E così, quella povera famiglia, che campa sulle braccia dei propri membri, si ritrova con due bocche in più da sfamare, incapaci di lavorare e che rischiano di far affogare tutti. 
Come se non bastasse, è arrivata un’altra cartolina precetto. Presto un altro maschio adulto dovrà andare al fronte. Come sopravviverà chi resterà a casa? Come potranno mettere insieme il pranzo con la cena? …. Come? Come faccio a saperlo? Perché su quella cartolina c’è il mio nome. Passami altro vino.


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