"Welcome to the land of freedom, M. Antonov, enjoy your time... Oh, sorry, you don't know the meaning of freedom."
"What...What are you saying? I'm a journalist, I can choose what and how to write!"
"Do not lie, you're only a Soviet puppet."
Del suo primo viaggio al di qua della Cortina di Ferro come corrispondente dall'estero de La Pravda, Antonov ricordava la vividezza dei colori, lo sfavillare delle insegne luminose, quelle luci così esageratamente sfacciate da sembrare quasi violente. Qui, a Ovest, in territorio nemico, tutto era ammiccante e accogliente, in netto contrasto con il grigio rigore della sua patria. Eppure, andando un po' più a fondo, articolo dopo articolo, aveva capito che raschiando un po’ quella patina dorata, la persona di ogni paese e di ogni credo è sempre uguale a se stessa: ipocrita ed egoista, fredda e calcolatrice, disposta a tutto pur di vincere la propria personale battaglia, qualunque essa sia.
Appartengono a questo gruppo tutti coloro che a vario titolo hanno il compito di raccogliere, elaborare e diffondere le notizie relative ai fatti di politica, economia, cronaca che si verificheranno. Alcuni lavorano per testate più o meno politicamente schierate, mentre altri sono portavoce di determinati specifici gruppi o addetti agli uffici stampa di determinati eventi, altri ancora sono dei cani sciolti che non appartengono a nessuno specifico schieramento.
Essere un membro della stampa comporta una particolare responsabilità: quella di fare da filtro tra i fatti, la loro interpretazione e l’opinione pubblica, influenzandone le future decisioni. Si tratta di un enorme potere che va usato con grande consapevolezza.
E tu, sarai in grado di gestirlo?