Notturno è un giovane fauno, goffo, con orecchie lunghe e orizzontali, corna simili a quelle di un cerbiatto o un capriolo che ermgono dai cappelli rossicci, e un accenno di barba (più un pizzetto in realtà), non troppo lunga; indossa spesso gilet o vestiti floreali che lasciano intravedere il resto del suo busto. Ha con sé una bandoliera marrone dentro cui porta strappi di pergamene arrotolate che spesso cadano in giro, per poter velocemente trascrievere una visione, un pensiero, o magari, l'inizio di una avventura. Ma non solo, conscio della sua sbadataggine, ha appeso alla sua cintura un libro in pelle, inciso con dei fiori, sia mai che le pergamene nella bandoliera non fossero sufficienti. Cosa? sì, ovvio, in quel cilindro chiuso, di cuoio, ci sono altri fogli...
Quelli un po’ troppo seri, li chiamano da sempre: per quanto un racconto possa essere anche burlesco e paradossale, loro hanno sempre cercato da fare da sorelle e fratelli maggiori dell’intero popolo fatato. Custodiscono la memoria e il racconto di tutto quello che è importante, e anche quello che non lo è.
Avevano la fama di essere piuttosto controllanti: insomma, quelli che sapevano sempre come una storia doveva andare…
Non che siano per forza tutti rigidi e timidi, anzi non sono solo quelli che raccontano le storie, ma spesso vivono al centro di esse, spingendo con coraggio ed eroismo perché ogni storia arrivi alla sua naturale fine, godendosi pure il viaggio: ma tra le stirpi sentono sicuramente tanto il senso del dovere e della responsabilità. Da quando è accaduto il Cataclisma, sono più sulle loro; si dice che siano raccolti a scrivere a Padre Tempo.
Ogni creatura delle storie e dei racconti ha con sé legno e carta in qualche modo, ma anche penne piume ed un qualche tipo di taccuino. Fate attenzione a quel che dite in loro presenza, potrebbe venire segnato per sempre.