In un angolo di verde giunge il giorno della celebrazione.
Fatina vivace ed impicciona, le piace farsi i fatti degli altri e ama collezionare le loro storie. Soprattutto le storie d’amore. Ha grandi ali da cicala, porta sempre un libro magico alla cintura, penne e piume per scrivere e foglietti un po’ ovunque.
Dietro ai suoi modi gentili si nasconde un lato dispettoso, se è una storia che vuole deve ottenerla!
Trasandato e vestito alla bell'e meglio. Viaggia parecchio e non ha tempo di curarsi del suo look.
Di norma amichevole con gli sconosciuti, ma sempre un po' triste perché afflitto da una gran pena.
All'azione diretta preferisce la prudenza e la circospezione, anche a costo di passare per vile.
Zarya è la minore di tre sorelle Driadi che rappresentano le personificazioni dell'Alba (Brzaska, la sorella maggiore), del Giorno (Uktrënna, la sorella di mezzo) e della Notte.
Zarya, Driade della Notte, si occupa di vegliare su coloro che riposano, scacciando gli incubi e l'insonnia, per favorire sogni piacevoli e profetici tra gli umani e tra i fatati.
Il suo colore preferito è il viola, e infatti lo indossa sempre. Ama le gonne lunghe e agghindarsi di accessori che ricordano la luna e le stelle. Inoltre le tre sorelle indossano sempre qualcosa che appartiene alle altre, infatti l'orecchino a forma di sole che porta Zarya le è stato donato dalla sorella maggiore. Ama condividere la propria magia sotto forma di erbe e piante aromatiche che facilitano il riposo, essenziale per sognare.
Zefiro è un anemoi, uno spirito del Vento e, nello specifico, rappresenta il Vento dell'Ovest (o Vento di Primavera). Indosserò un paio di pantaloni larghi blu e una vestaglia leggera che mischia i colori del cielo a quelli del deserto. Avrò i capelli (se riesco) raccolti in treccioline e adornati di nastri bianchi e azzurri.
Veyla appare come una fatata molto sulle sue, nonostante la sua innata curiosità, che le viene difficile contenere. Per questo la si può trovare sempre che orbita silenziosamente intorno alle persone ogni volta che capita qualcosa, beccandosi più volte la reputazione dell’impicciona. Preferisce un abbigliamento meno appariscente, per passare più inosservata, ma segretamente ammira i compagni che invece riescono a brillare in qualsiasi situazione, facendosi notare gioiosamente.
Raven è una donna con vestiti e capelli scuri, piume e penne.
È decisamente una persona, come tutte le persone che personano. Non è un corvo.
Vespera si presenta come una donna dall'età indefinibile. Indossa abiti dai toni scuri e con tratti un poco spaventosi, il viso truccato come una maschera di morte, lunghe corna ed ornamenti inquietanti. Parlandole, però, si capisce che il suo tono è saggio, le sue storie ispirano domande, più che risposte.
Liriel appartiene alla Corte Seelie, figlia delle nebbie dorate che avvolgono i boschi all’alba. I suoi capelli rossi ardono come foglie d’autunno al vento, un contrasto affascinante con i veli iridescenti che danzano attorno al suo corpo, riflettendo sfumature di viola e turchese. Il suo corpetto, intrecciato con muschio vivo, pulsa di magia naturale, come se fosse parte integrante della foresta stessa.
Occhiali tondi, orecchie tonde sopra la testa, baffetti ben dritti e curati, un bel panciotto con orologio da taschino e una lunga coda. Nonostante l'aspetto antropomorfo, le fattezze da topino non svaniscono mai del tutto. Sempre allegro e di buon umore, anche se piuttosto timido, gli piace la compagnia, ma spesso è più propenso all'ascolto che alla chiacchiera. A meno che non si parli di libri. O cibo. E a volte deve ricordarsi che non è la stessa cosa....
Un spiritello nato dai desideri indirizzati alla stella Polaris. Nonostante sia un po' impacciata e timida, è sempre pronta a dare una mano e guidare chi ne ha bisogno. Spesso ha l'abitudine a scappare velocemente verso la prossima avventura, abbandonando a metà conversazioni e incontri, non offendetevi troppo è solo molto ligia al suo dovere! O forse è la sua timidezza che ha preso il sopravvento?
Marsh è una fata del muschio, nata dal desiderio degli animali del sottobosco di trovare un giaciglio accogliente, degli alberi di custodire i loro semi fino alla stagione propizia e del terreno di essere protetto durante le pioggie. I suoi muschi avvolgono e proteggono la foresta, accolgono mille creature, fatate e non.
Evita i conflitti, non vuole farsi nemici, però si tiene lontano dai fatati legati al sole o al fuoco, si sente subito seccare accanto a loro.
Porta un cappello a punta dove intreccia muschi e funghetti.
Una creatura quasi eterea, di bianco vestita con una fluente chioma rossa
Un fungo sui toni del viola con una piccola luna tatuata sul viso. Porta con sé un cestino da pic-nic da cui, di volta in volta, estrae qualcosa che, secondo lei, potrebbe essere risolutivo per il Fatato che ha di fronte: bottoni per chiudere la tristezza da qualche parte, biscotti per far tacere qualcuno... e le sue rune stellari con cui si diletta a interpretare quel che fu e quel che sarà. Tendenzialmente sprezzante del pericolo, non perché sia coraggiosa, più per inconsapevolezza intrinseca. Vagabonda del mondo, non si capisce come sia soppravvissuta. Spesso cammina in modo buffo, come se lanciasse i piedi in avanti con la speranza di non cascare per terra; gesticola anche troppo per essere un fungo ed è semplicissimo leggerle sul viso l'emozione del momento.
Ambrella è una fata funghetto. Ornata dal Pileo di un'Amanita muscaria, veste un dolce abito bianco con dettagli e accessori rossi. Porta sempre con sé un taccuino attaccato alla cintura per documentare ogni dettaglio e usarlo nella prossima storia, e pozioni varie ed eventuali di difesa e guarigione (per le storie più turbolente). È una creatura avventurosa che vive in prima persona le storie che racconta.
Capelli lunghi e intrecciati come le radici delle ninfee. Pelle splendente e umida come quella di un serpente. Dicono che basti immergersi per un attimo nello sguardo di un'Eleade per sentirsi in pace, non vuoi provare? Dai, specchiarsi un po' non ha mai ucciso nessuno. Non sei mica un'allodola!
È un enigma avvolto nel mistero. Gli altri leprecauni lo rispettano, ma non sempre lo comprendono. È una figura sfuggente che sembra divertirsi nel confondere le persone, ma sotto il suo sorriso c’è una mente che riflette su ogni movimento. La sua è una danza tra il desiderio di proteggere il segreto dell'oro e il fascino della possibilità di un nuovo gioco da vincere. La sua lezione, anche quando sembra innocua, è sempre che niente è mai come sembra. Le monete d'oro che si dice nasconda sono in realtà illusioni di ricchezza; chi le tocca non trova mai nulla di concreto, se non la lezione che non esistono tesori facili
Fuori dall'acqua ha un aspetto umanoide e porta sempre con se' la sua pelle di foca.
Ama attirare l'attenzione indossando campanelli e altri oggetti rumorosi
Un cappello a sonagli, una camicia bianca con pizzi e merletti e calzebraghe rosse e gialle.
Parla sempre ad alta voce e ha movenze esagerate, come se stesse recitando a teatro, di fronte ad un pubblico.
Si muove danzanzo e saltando e apostrofando tutti con motti e battute.
L'impressione è quella di un esibizionista, non troppo intelligente, un folle giullare che abbia bevuto troppo.
Ha con sé un taccuino. Prima di lasciare ogni luogo, scrive sempre qualcosa, l'incipit di una Storia, e la dona ad uno di quelli che è con lui in quel momento.
Irlandese. Abituata alla solitudine della brughiera. Delicata come i fiori di biancospino (il mio nome), ma tenace come la sua corteccia. Schiva all'inizio, ma di cuore è gioiosa con chi ritiene abbia un cuore. Ama gli animali e li protegge. Conosce il linguaggio delle pietre e ama il profumo del vento del mare, perché le ricorda la sua isola.
Di verde vestita per confondersi nei boschi. Spia gli umani, ma di loro poco si fida.
Cosa fai quando sei nei boschi, solo e spaurito? Quando avresti proprio bisogno di un po' di calore e un po' di speranza? Semplice, cerchi nel bosco il vecchio Kavod, ti darà da bere qualcosa che ti scalderà, ti farà dormire sereno e sognare cose belle. E non giudicarlo prima di aver bevuto, è vero che i Nani non sono solitamente amici della Magia, ma sono amici della Magia dell'Alcool e in questo, Kavod è esperto! ALLA SALUTE!
Il vestiario ha richiami di alberi e fiori.
Sulla schiena un paio di alucce verdi. I capelli sono tenuti in trecce scombinate dove sbucano le sue buffe orecchie . Ha naso e gote di un rosso vivo e lentiggini bianche. Grandi occhi verdi.
Parla, anche troppo e spesso inventa le parole. ESTREMAMENTE CURIOSERRIMU, riempie le persone di domande ... anche troppe.
Non è né una lui né una lei che sappia, è semplicemente "un Ricipì".
Kairòs è stato generato dalla prima creatura che ha avuto la necessità di agire nel momento più opportuno, senza esitazione, ove qualcosa di unico e speciale può accadere. Ha un modo di fare criptico, metodico e risoluto.
Ha l' aspetto di un ariete con una lunga barba, che riflette la sua natura testarda e antica.
I suoi occhi scuri risplendono dell' eco delle memorie passate, come stelle corvine che attendono pazienti nella volta celeste il loro momento di tramandare una storia.
Egli è un Phooka; nelle fiabe questi ultimi sono conosciuti per essere creature che offrono un passaggio agli avventori per raggiungere una meta o per buttarli giù da un precipizio, beffandosi della loro stoltezza. Kairòs ha deciso di adempiere alla sua natura offrendosi come una guida nel cammino, un punto di riferimento per coloro che cercano risposte e proseguire i loro intenti nella Trama.
Porta con sé un bastone adornato dalle reliquie di coloro che gli hanno concesso di tramandarne i ricordi dopo la morte, testimonianze preziose del mistero di chi sfugge alla morsa di Nonno Tempo.
Appese ad esso, sottili strisce di carta strappate dal suo taccuino vengono mosse dal vento, trasportando le parole e la memoria della Stirpe cancellata dal mondo.
Le prime tre dita della mano si protendono verso i fatati più curiosi o meritevoli di conoscenza: "Non dimenticate, non commettete gli stessi errori, ricordate di quando eravamo felici insieme, noi siamo i Custodi della Storia"
Lúmëdir è un elfo alto e riccioluto. Tendenzialmente si veste in modo casual, preferendo una camicia e un paio di pantaloni comodi alle tipiche vesti cerimoniali elfiche. È un amante del tempo che scorre e dei suoi misteri, quasi quanto del buon cibo.
È una brava e buona persona, ma fa fatica a rompere il ghiaccio essendo così abituato agli eventi che normalmente si srotolano davanti ai suoi occhi con o senza il suo intervento.
Notturno è un giovane fauno, goffo, con orecchie lunghe e orizzontali, corna simili a quelle di un cerbiatto o un capriolo che ermgono dai cappelli rossicci, e un accenno di barba (più un pizzetto in realtà), non troppo lunga; indossa spesso gilet o vestiti floreali che lasciano intravedere il resto del suo busto. Ha con sé una bandoliera marrone dentro cui porta strappi di pergamene arrotolate che spesso cadano in giro, per poter velocemente trascrievere una visione, un pensiero, o magari, l'inizio di una avventura. Ma non solo, conscio della sua sbadataggine, ha appeso alla sua cintura un libro in pelle, inciso con dei fiori, sia mai che le pergamene nella bandoliera non fossero sufficienti. Cosa? sì, ovvio, in quel cilindro chiuso, di cuoio, ci sono altri fogli...
Nata nei domini crepuscolari della Corte Fae, Sylwen la Tessitrice indossa un drappo turchese che scivola leggero come un’onda sotto la luna, mentre la sua pelle ha la traslucenza della nebbia mattutina. Intrecciate sul suo corpo, sottili catene d’argento formano una complessa rete simile alla tela di un ragno, un’arte che non è solo ornamento, ma simbolo del suo potere. Secondo le leggende, ogni ragnatela che crea è un frammento di storia intrecciato nel tessuto dell’esistenza. Alcuni dicono che le sue catene d’argento possano legare giuramenti indissolubili o scioglierli con un sussurro.
Belial è un giullare, ma molto raramente dedito a canti e balli. Più che altro è scontroso e occupato a fare patti o i fatti suoi. Disturbatelo a vostre spese.
In bilico: tra questa e quella direzione, tra una e l'altra scelta, tra chi era e chi sarà. Sospesa tra gli opposti, è terra che oscilla. Ubriaca di vita, anima selvatica, cambia strada come cambiano le idee, stando solo a ciò che la interessa - e solo per quanto basta. Piange di cuore, ride di gusto, si arrabbia per gioco, gioca sul serio. Leggermente ovattata, leale a sè stessa, cambia idea spesso. In fondo, non ti deve niente
Ha i capelli color della sabbia e dell’acqua. Ha sempre delle conchiglie con sé. Alterna momenti molti attivi e momenti di pace apparente. Potrebbe sembrare un po’ trasognata, ma ha la mente sempre allarmata.
Amber è estremamente gioviale per fare parte della Stirpe dei Racconti, scherzando sulla propria condizione che la spinge a dimenticare pezzi della propria vita. Basta una conoscenza superficiale per capire che la sua è una gioia per fare dispetto alla tristezza, più che gioia data da pensieri felici.
Anche le tenebre sembrano avvolgersi su loro stesse per lasciare spazio all'oscurità più profonda e impenetrabile che sembra accompagnare Malverian.
Anche i cuori più saldi hanno tremato almeno una volta al suo cospetto... quelli che non hanno palpitato per il suo innegabile fascino, ovviamente. Dietro il portamento nobile e il ghigno carismatico si dice si celi un cuore nero, un mostro che rapisce bambini fatati e umani per rosicchiare il midollo delle loro ossa, o peggio ancora per trasformarli in piccole orrende creature al suo servizio.
Ogni volta che poserai lo sguardo su Penelope, la troverai indaffarata a scrivere su qualsiasi pezzo di carta a portata di mano. Un diario? No, le cronache del mondo. Nessun sussurro passerà inosservato, nessun gesto sarà dimenticato, nessuna emozione sfuggirà alla sua penna. I suoi appunti la ricoprono come un mantello di parole: foglietti appuntati sulle maniche, pergamene infilate tra le pieghe del vestito, e perfino le sue ali traslucide portano pagine leggere come il vento. Perché nulla, nemmeno l’attimo più effimero, merita di svanire senza lasciare traccia.
Non si sa quanti anni possa avere, di certo tutti ricordano che c'è sempre stata. Le storie che racconta possono essere già accadute, ma anche ancora da succedere. Sarà falso o sarà vero? Se le vuoi credere, tutto è possibile....
Enigmatica, sguardo austero e allo stesso tempo sognante, "la Lei del Mare", affabile e con un fare a volte materno e rassicurante, ma questo è solo ciò che si vede solo in superficie, è ciò che mostra.
Chi conosce il mare sa quanto sia mutevole e che dietro la lieve brezza si nascondono tempeste...
Eryndor è un elfo alto, dal portamento elegante e dai modi raffinati. Il suo sguardo austero può incutere timore, ma è in realtà un abile conversatore che ama raccontare storie e, talvolta, qualche segreto.
Brazzos è una fata, il più piccolo dei tre fratelli.
Con un carattere espansivo, ha sempre una parola per qualcosa o qualcuno.
Con un carattere estremamente gioioso, viaggia spesso nella fantasia, saltellando, gesticolando o facendo pose scenografiche.
La sua appartenenza alla stirpe è definita dalla clessidra che ha sempre a portata di mano, da alcuni pentagrammi scritti e le "profezie" che ama fare, spesso causa dei suoi problemi.
Il suo abbigliamento è una fusione tra il teatrale e il sottile: una veste fluida che sembra dissolversi ai bordi come fumo, punteggiata di minuscoli specchietti che riflettono frammenti di realtà distorti. Indossa e porta con sé delle maschere, strumenti e simboli dell’inganno da utilizzare all’occasione per plasmare la sua personalita’ mutabile ed esplorare l’animo dei suoi interlocutori. I suoi occhi—profondi e indagatori—sembrano sempre cercare qualcosa che gli altri non vedono.
La sua presenza sembra alterare l’atmosfera della stanza: una leggera tensione, come se qualcosa di importante stesse per accadere. Il modo in cui inclina la testa mentre ascolta dà la sensazione che abbia già intuito il tuo segreto più nascosto… o che stia aspettando che tu lo dica per primo.
Nyx emana un’aria di mistero che attira come una fiamma. La sua affabilità è autentica quanto basta per farti abbassare la guardia, ma c’è sempre una scintilla nei suoi occhi che suggerisce che nulla è mai completamente sincero. Con lei, la conversazione è un gioco di specchi: ciò che sembra una semplice chiacchierata potrebbe essere in realtà una negoziazione di cui non hai nemmeno notato l’inizio.
Il suo aspetto è un gioco di illusioni: indossa vesti dai motivi cangianti ornate da piccoli specchietti che riflettono la luce in modi imprevedibili. Indossa e porta con se’ delle maschere, strumenti e simboli dell’inganno da utilizzare all’occasione per plasmare la sua personalita’ mutabile ed esplorare l’animo dei suoi interlocutori.
Ogni sua espressione e’ enigmatica: a volte sembra sorridere, altre volte pare sul punto di sussurrarti un segreto. La sua risata leggera e canzonatoria, sembra sempre sull’orlo dello scherno o di una battuta mordace. È impossibile non notare il modo in cui si muove: scivola tra la folla come un'ombra sfuggente, mentre le sue dita giocano con piccoli specchietti o monete che compaiono e scompaiono senza sosta.
Niktor è il tipo di persona che ti mette a tuo agio… e poi ti lascia con la sensazione di aver rivelato più di quanto avresti voluto. Ti fa ridere, ti coinvolge, ma c’è sempre una sfumatura di irriverenza nel suo atteggiamento, come se stesse testando i tuoi limiti. Giocoso, certo, ma non innocuo: se ti distrai troppo a lungo, potresti ritrovarti intrappolato in uno dei suoi giochetti senza neanche accorgertene
Meldris è una creatura solare, rubiconda ed esuberante, amante della festa, del buon cibo, del vino, degli amici e del calore dei corpi, nonché dello sbeffeggio verso quei fatati dall'apparenza altera o eccessivamente ombrosa.
Attrae potenziali creature con cui stipulare patti attraverso la lusinga e la seduzione; non approva crudeltà o inutile violenza nei rapporti contrattuali o negli atti fra i fatati.
Vecchia come il mondo, sembra, o almeno quanto il boschetto di tassi dove vive. Lunghi capelli bianchi le ricadono sulle spalle. Gli occhi sembrano guardare oltre i confini di questo mondo. Parla in enigmi e presentimenti, intravede il destino di chi ha davanti: vita, morte, vita nuova, il giro della ruota. Porta con sé muschi e licheni, insetti e farfalle, ed è ornata di bacche e foglie, corteccia e edera. Gli animali sono i suoi figli, gli umani sempre più alieni, nemici.
Volto di quercia e sole negli occhi, alto e secco come un ramo antico, la pelle verde e rossa, Druir cammina lento e ingobbito. Lo sguardo assente e curioso, perso nei sogni dei tempi che furono, Egli va per la Foresta, antico come essa. Può spesso sembrare un po' intotito, quasi buffo, per l'età e il portamento: ma negli occhi profondi brilla ancora un tempo in cui le fate erano divinità belle e terribili.
Un satiro molto ambiguo, con un sorriso quasi perenne stampato in volto. Malgrado il suo aspetto a tratti sinistro, emana un'aura piuttosto confortante in chi lo circonda. Si pone come una creatura che fa il possibile per mettere chi lo circonda a proprio agio.
Brongul Granitogard è un nano dei sogni; essi sono la sottorazza di nani che sono stati chiamati nel regno dei sogni. Sono rari, ma alcuni degli artigiani e alchimisti nanici più potenti e influenti sono tra i loro ranghi. Indosserà, per l'occasione, una maglia a maniche lunghe verdognola, uno smanicato marrone e dei pantaloni neri; il tutto completato da una cintura nera.
Eirdis è un'elfa che predilige abiti semplici, non troppo appariscenti. I suoi vezzi sono visibili nei gioielli o negli intrecci dei capelli, più che nel vestiario. Si presenta come una creatura pacata, poco avvezza ad alzare la voce se non in rare occasioni che lo richiedono. Ha un'evidente preferenza per tutti coloro che sanno sognare in grande anche durante il giorno, ad occhi aperti. Molto spesso ha un sorriso gentile per tutti, sebbene ci sia sempre un'ombra nel suo sguardo. Qualcuno sussurra che sia per colpa di una profezia mai compresa. Altri per un sogno in cui credeva che non si è mai realizzato. Qualcuno giurerebbe che è così da quando c'è stato il grande cataclisma ed è scomparsa la stirpe dei Giochi e degli Scherzi.
Silas e NulNulTrollz sono inseparabili: passeggiano insieme, il primo sovrappensiero, il secondo correndo a destra e a sinistra, come si conviene a un essere con sangue di drago. Silas ha ormai una certa eta' e da tempo ha abbandonato le scorribande dei folletti suoi fratelli, per dedicarsi a una vita di studio. La cosa che più lo interessa sono gli animali incantati, creature senzienti con sangue misto: centauri, mezzi orsi, sirene o anche folletti con sangue di drago nelle vene. NulNulTrollz è proprio un esemplare di quest'ultima specie, nonche' l'inseparabile compagno di avventure di Silas, ancora piccolo e scatenato, ma con grande potenziale, almeno stando a Silas. Quello che ormai tutti sanno e' che Silas ha trovato il modo di vedere fatti lontani nel tempo interpretando le parole degli animali incantati, o almeno lui dice che sia cosi'. Forse l'unica cosa da fare e' interpellarlo e chiedergli una prova del suo potere.
Una giovane fae dei boschi che costruisce duramente trappole per ingannare e intrappolare umani. Che vuoi che sia, tu mi dai tutti i tuoi averi e un briciolo di salute mentale e io ti farò provare l'ebbrezza di danzare con i fatati!
Lirael è un'Elfa della Notte dalla pelle candida come quella di una bambola di porcellana e dai grandi occhi azzurri. I suoi lunghi capelli - adornati con fermagli che richiamano motivi astrali - ricordano i colori della Galassia (dall'azzurro al viola più intenso): spesso si possono notare delle farfalle variopinte che, appisolate sulla chioma dell'elfa, sembrano farle compagnia come delle preziose compagne di viaggio. Anche i suoi abiti - vaporosi ed eleganti - sono solitamente variopinti, con il viola sempre presente così da ricordare la sua Natura legata alla Notte e alla Galassia.
È conosciuta nel mondo dei Fatati come Lirael Canto Astrale, poichè la sua Magia è essenzialmente legata alla sua voce: il suo canto permette di risvegliare desideri e sogni nei cuori di chi la ascolta e di mostrare la via per realizzarli. Prima del Grande Cataclisma era solita sorridere molto e la sua allegria era percepibile anche nelle melodie che intonava con passione: successivamente alla scomparsa dei Fatati della Stirpe dei Giochi e degli Scherzi, Lirael sembra aver smesso di sorridere. La malinconia accompagna ora le note di ogni sua canzone.
Arren Staket è circondato da un’aria silenziosa e malinconica, come qualcuno che ha visto la bellezza del mondo spegnersi e ora porta con sé il peso di ricostruirla. Il suo sguardo è profondo, riflesso di cieli che non brillano più, e il suo passo è lento ma costante, come chi non ha una meta certa, ma non può permettersi di fermarsi.
Indossa un abito comune, pantaloni scorretti da bretelle, un mantello e un gilet fatto di fili di cielo notturno. Dentro quel tessuto custodisce le sue stelle personali che un tempo illuminavano il cielo e portavano sogni, ora prigioniere, incapaci di splendere.
Eppure, nonostante la tristezza che lo accompagna, nei suoi occhi si accende ancora una scintilla di speranza e il suo animo non perde occasione di godersi la gioia di vivere.
Perché Arren Staket non è di certo un uomo che ha perso il cielo. È un pastore di stelle in cerca di un nuovo firmamento.
Nelle ombre dei boschi irlandesi, un’ombra minuta si muove furtiva. Athos Crógaleabhar, il leprecauno ribelle, custodisce i diari con i sogni delle genti come i preziosi di un regno dimenticato. "Tesori. Infiniti, bellissimi tesori..." sussurra, sfogliando il suo bottino sotto la luce della luna.
Dall’ombra spunta una figura minuta e curva, avvolta in vestiti laceri e sudici, logori dal tempo e dalla sporcizia. Il suo berretto rosso, intriso di un'umidità scura, è calato di sbieco sulla testa ossuta, da cui spuntano due lunghe orecchie a punta. Una barba incolta gli incornicia il volto scavato, mentre ciocche di capelli lunghi e spettinati gli ricadono sulle spalle. Gli occhi scuri brillano di un’inquieta avidità, e la bocca, troppo larga per essere rassicurante, si piega in un ghigno malvagio, mostrando denti affilati mentre le sue dita scheletriche giocherellano con la lama sporca di un coltello.
Pur essendo un coboldo del sottosuolo, Tormalino ha modi così gentili e goffi e un fare così amichevole, che nemmeno sbucando improvvisamente da un oscuro cunicolo con occhi spiritati riuscirebbe a spaventare qualcuno. Avvolto in abiti scuri, si aggira nella penombra portando con sé la sua fidata lanterna Luccicona, e dietro di lei appare ancora più cupo, sempre imbrattato di fuliggine e di terra. Nelle rare occasioni in cui emerge alla superficie, Tormalino si protegge con un mantello spesso e scuro, perché quelli come lui non hanno grande simpatia per la luce del giorno. Quando può, cerca rifugio nelle stanze più raccolte e negli angoli più nascosti, trovandovi la stessa rassicurante penombra dei suoi amati cunicoli.
In compagnia Tormalino ascolta molto, sorridendo in silenzio mentre gli altri parlano. Poi, quando sente che il momento è propizio, estrae dalla sua sacca alcune pietre, sue care amiche, invitandole gentilmente a unirsi alla conversazione. Ed è proprio un peccato che soltanto lui riesca a udire le loro voci sottili e sagge, perché quanti segreti e quanta sapienza avrebbero da condividere con chiunque riuscisse ad ascoltarle...!
Come tutti sanno, il púca è un mutaforma. Cambia volto e cambia aspetto all'occorenza e un po' come gli aggrada. Tuttavia in situazioni sociali tra Fatati, tende a mantenere sempre le stesse fattezze, cosicché amici e conoscenti possano riconoscerlo e complimentarsi con loro di burle, malefatte e conquiste di ninnoli notevoli. Hob, ad esempio, è a suo agio con pellicce, piume e mantelli rattopati. Ha le orecchie a punta di un goblin, e ama indossare vecchi stracci e larghi cappelli, che gli conferiscono un'aria trasandata e misteriosa. D'altronde il suo migliore accessorio è un sorriso che non promette mai nulla di buono.
Anche per chi ha la vista più aguzza è molto difficile scorgerla. È vestita di felci, rami di abete, foglie di nocciolo e fiori di maggiociondolo, ha un mantello di muschio e la pelle color di foglia, e si mimetizza completamente con il sottobosco. Non è difficile però accorgersi di lei, basta tendere l'orecchio. Prima il frusciare delle foglie, lo scoppiare di boccioli di silene, il tintinnio delle campanule. Poi il tap tap dei suoi piedi che saltellano sui tronchi, e infine una risatina squillante dopo che ti è arrivata una pigna in testa, o che una folata di vento ti ha avvolto in una cascata di fiori di ciliegio o foglie di ginko. Potresti sentirla quando inciampi nel filo di una ragnatela, o scivoli su un sasso che non era bagnato, o quando il sentiero che pensavi di seguire ti porta misteriosamente in una radura incantata, o in una grotta spaventosa. Vuole divertirsi, si sta prendendo gioco di te, o ti sta mettendo alla prova? L'unica cosa certa è che tutto il bosco sembra ridere con lei, e tu non sai più dove sia la strada di casa.
Vestita di colori pastello, Elithra richiama le farfalle nell'aspetto. E menomale, altrimenti sembrerebbe solo una persona confusa che ha perso l'orientamento nel bosco, e non una fata.
Di solito è per questo che la gente si avvicina, sembra molto strana ma poco pericolosa.
Ed è vero, è genuinamente buona e altruista, almeno secondo lei. D'altronde se sei poco preciso mica è colpa sua.
Toupanos era una creatura selvaggia e indisciplinata, era noto per il suo amore per il vino e le donne, e veniva spesso raffigurato come una creatura lussuriosa e lasciva. Nonostante la sua natura selvaggia e indisciplinata, Toupanos era un amico leale e fedele. Era sempre presente per i suoi compagni, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per aiutarli. Era anche un guerriero coraggioso e valoroso, ed era sempre disposto a combattere per il suo popolo. Ora però qualcosa è cambiato, è triste, abbattuto, affranto.
Salve, viandanti dei regni incantati! Mi presento: sono Serafina, la Fata dei Sogni Velati, custode dei desideri non detti e degli sogni dimenticati. La prima cosa che noterete di me è il mio abito etereo, un tessuto leggero come la brezza e luminoso come la luna piena, che fluttua intorno a me come un manto di stelle cadenti.
Al mio passaggio, il mondo intorno sembra rallentare, avvolto in un'atmosfera di quiete e meraviglia. Portatrice di un'aura di tranquillità e mistero, la mia presenza evoca un senso di pace profonda e invita chi mi circonda a rivelare i loro desideri più segreti.
Quando mi incontrate, la prima impressione è quella di una creatura fuori dal tempo, un'anima antica che conosce i segreti nascosti del cuore. La mia voce, dolce e melodiosa, sembra intrecciare le melodie dei sogni stessi, invitandovi a esplorare le profondità della vostra anima e a scoprire ciò che veramente desiderate.
Unitevi a me nelle danze sotto la volta stellata e lasciate che i vostri sogni prendano il volo. In questo mondo incantato, io sono la vostra guida verso l'inesplorato, il ponte tra il desiderio e la sua realizzazione. Dove c'è un sogno, c'è sempre una via.
Odelia è una fata, la maggiore di tre fratelli. La prima cosa che traspare di lei è una profonda malinconia, una sorta di disagio nel vivere nel tempo attuale. Può apparire chiusa, distante, con la mente rivolta sempre a tempi lontani. Anche il suo abbigliamento sembra quasi ''polveroso'', non indossa colori accesi pur trovandosi ad una Festa gioiosa. Però, qualora si avvicinasse a qualcuno, apparirebbe estremamente dolce, dietro il suo velo nostalgico. È facile riconoscere la sua appartenenza alla Stirpe dalle innumerevoli pergamene che si porta dietro ed i libri della biblioteca, mentre con i suoi fratelli condivide lo stesso orologio da taschino (il suo è rotto, fermo in un momento passato).
Rosie è un hobbit di una veneranda età. Di lontana discendenza di Merry Brandibuck che si narra bevve l'acqua degli Ent e tornò più alto di tutti gli altri hobbit, anche lei ha una statura di poco più elevata rispetto agli altri hobbit ma adora infinitamente mangiare. La sua passione sono le focaccine, è difficile incontrarla senza che ne abbia qualcuna da offrire. Sempre molto gentile e attenta alle esigenze delle altre fate, dai chiassosi Sogni che sopporta con una pazienza infinita ai peculiari Inganni che cerca amabilmente di convincere ad essere più altruisti, non vi è nessuno a cui non presti mai attenzione o un sorriso. Almeno fino al Cataclisma. Per un lunghissimo periodo Rosie non lasciò la sua casetta nel bosco, cucinava notte e dì, ma tranne le creature che vivevano nei dintorni nessuno assaporava le sue focaccine. Adesso qualcosa è cambiato nel sapore del vento, ha sentito una spinta nuova, un presagio forse? Rosie non lo sa, ma ha deciso finalmente di lasciare la sua casetta e andare ad incontrare le sue sorelle e fratelli.
È una strega, ha un aspetto affascinante e favoloso. Ammaliatrice per definizione. Adora i complimenti e sa di essere la più bella di tutta la Faesta
Ah, cari amici, deliziosi amici. Come può aiutarvi oggi il buon Robin?
Robin Harold Naveen The Frog, primogenito di Re Kermit The Frog, è l'erede al Trono della Ninfea ed è il futuro Re di tutte le Rane.
È stato mandato dal Re suo padre per imparare "come si sta al mondo" e a "iniziare a fare amicizie con le altre stirpi", da solo.
Hypsicerus ha da tempo lasciato alle spalle le foreste, i fiumi e le caverne dove i suoi antenati si palesarono per la prima volta ai mortali. Vestito con una foggia e accompagnato da degli oggetti che i suoi madri e padri non saprebbero assolutamente riconoscere, ma essenziali per la maschera di antiquario che così tanto predilige, le distese di grattacieli, le strade perennemente piene di uomini e veicoli e i più remoti recessi interessanti delle città dei figli di Zeus sono ora il suo terreno di caccia prediletto. Ma per quale preda? Il satiro rappresenta forse uno dei più grandi esempi di solerzia all'interno degli Ingannevoli: innumerevoli sono i rapporti e gli accordi che ha siglato negli anni col suo fidato timbro con mortali come altre fate, così come sono innumerevoli gli oggetti e le informazioni che vanno ad accrescere il suo incalcolabile patrimonio. Ma tutto ciò a quale fine? Mera avidità? Un desiderio più recondito di tutto ciò che è andato perduto a seguito del Cataclisma? I fratelli e sorelle di Hypsicerus lo hanno secondo loro a ragione insignito del nomignolo del Contorto, a tal punto che forse anche la fata rischia costantemente di perdersi in tutte le sue opere e nei suoi articoli. Ma queste questioni rimangono forse quisquilie, mere distrazioni in un cammino ancora lungo di scoperta e di redenzione.
Yanbaghi Efferalina Drusia Letula, Yanba per gli antipatici e per chi va di fretta, ama vestire di verde. Si presenta perlopiù come un'amabile vecchina, o una massaia indaffarata, o una comare che osserva e giudica mentre fa la calza. Ama dare consigli non richiesti e offrire dolciumi, specialmente a chi le sta molto simpatico o a chi giudica molto scortese.
Sethirion, l'Elfo del Fuoco
La narrazione è ormai leggenda: millenni fa, Sethirion donò la magia oscura agli esseri umani attraverso un patto, alterando per sempre l'equilibrio del mondo. Ma ogni dono ha un prezzo, e il suo fu terribile: come punizione per il suo atto, vide sua figlia, Lysfeyr, offerta in sacrificio al fuoco.
Dalla sua torre solitaria, Sethirion osserva il mondo attraverso specchi incantati, scegliendo con cura chi ritenere degno di contatto. Il fuoco, simbolo di distruzione e rinnovamento, arde nella sua anima e nella sua mente, rendendolo un essere enigmatico, ardente e imprevedibile.
Come monito e segno del patto che ha stretto, porta sempre con sé un anello rosso, un simbolo ineluttabile del legame tra lui e gli umani, della colpa e del potere che ne è scaturito.
Sporco di terra e fango, con l'aria assente e immerso nel mio amato silenzio forse penserai che nemmeno ti veda anche se ti sto guardando. Ma lo sto facendo e non esiste nient'altro nei miei occhi. Ho passato tutta la mia vita a vagabondare fino limiti della Selva e a evitare di inserirmi nelle situazioni; cercando di osservarle da fuori per studiarle, memorizzarle, capirle e alla fine preservarle. Perciò non prenderti a male se sembra che non abbia interesse in te o in ciò che fai, se parlo poco o se non prendo l'iniziativa. In realtà non ci vuole niente a catturare il mio interesse, basta mostrarmi qualcosa: che sia un idea, una parola, un posto, un fiore o un insetto tutto è ugualmente fantastico e meraviglioso e degno di attenzione, meritevole di essere conservato e sopratutto trasmesso nel futuro.
Quindi non avere timore, approcciarmi è molto più facile di quello che sembra. Io te ne sarò per sempre grato e la tua storia non sarà mai più dimenticata.
Bagliori dorati incrociano il tuo sguardo. Innumerevoli ninnoli decorano la figura che si muove davanti a te. Collane, pendenti, bracciali. Guardi meglio, e noti che persino alla cintura ha boccette e fiale dai colori sgargianti, che accentuano la tua curiosità. Corna, zampe e coda ti suggeriscono che sia un fauno.
È una figura bizzarra, con un’aria di gusto quasi… esotico, e lo sguardo un po’ perso, ma amichevole. Sembra muoversi come se fosse proiettata in un altro mondo. Inizia a parlarti, le frasi suonano un po’ sconclusionate, ma riesci a interpretare qualcosa del discorso. Parla di viaggi e di erbe, di mondi e di sensazioni. A un certo punto estrae un fazzoletto di stoffa ripiegato con cura, in cui sono avvolti bacche e funghi essiccati. Ne prende un pezzo per sé, poi te ne porge uno. Si adagia su una moltitudine di comodi cuscini che decorano un angolo della capanna e alza un sopracciglio, rivolgendosi lentamente a te: “Dunque? Vuoi esplorare con me il reame del sogno?”.