Il Simposio di Penelope
Non ci credeva nessuno, a questa storia che Penelope sarebbe riuscita a tenere in piedi una cittadina dimenticata dagli Dèi come Itaca per così tanto tempo. Quando il buon Laerte ha tirato le cuoia - e c'ha messo un sacco a morire, sperava così tanto di veder tornare il figlio dalla guerra che a un certo punto ha fottuto le forbici alle Moire, ma sai com'è, prima o poi in una bara ci finiamo tutti e alla fine ci è finito pure lui - dicevo, quando il vecchio ha finalmente deciso di crepare, l'uomo di famiglia, Telemaco, era troppo piccolo. Quindi hanno preso sta poveraccia e le hanno detto: "Senti Penny, finché non torna tuo marito prenderai il suo posto e ti gestirai tu le beghe di Itaca". E lei? Beh, lei ha detto sì senza avere la minima idea di cosa la aspettasse. "Lo farò per Itaca e per mio marito", ripeteva la disgraziata.
Sapessi quante scommesse, al saloon: i più magnanimi le davano al massimo una settimana, poi sarebbe corsa a chiedere aiuto in lacrime, dicevano, o sarebbe impazzita o sarebbe scappata dalla città. Qualcuno la immaginava già ubriaca in mezzo alla polvere della piazza o impiccata in camera sua. E diciamocelo, probabilmente sarebbe davvero finita così se non fosse stato per il suo piccolo gruppetto di sostenitori.
Ma c'hanno visto lungo, quelli del Simposio: hanno puntato sul cavallo ferito, quello ha vinto e ora guardalo lì, il circolo felice della donna al potere, con i suoi incontri e i suoi intrighi. Dicono che vogliono scrivere - o riscrivere, nessuno l'ha capito bene - la storia di Itaca, che la vera ricchezza è il progresso e che la rivoluzione parte dagli ideali. Ma ormai lo sanno tutti, in città, che non sono solo il gruppo di strilloni che sembrano: qualcuno dice che siano loro i veri pezzi grossi, quelli che contano sul serio e prendono le decisioni.
Una volta Penelope si è ammalata e non si è vista in giro per due settimane. Due fottute settimane, capisci? Secondo me si è solo presa una pausa perché non ce la faceva più, ma insomma, sta di fatto che è sparita. Ecco, non passava ora del giorno o della notte senza che qualcuno del Simposio passasse da casa sua. Dicevano di riunirsi in privato con lei, poi tenevano discorsi all'Agorà, davano ordini qua e là, prendevano decisioni, cose così. Non potevi alzare un dito che gli stronzi erano lì a fissarti e minacciarti di fare la spia alla loro Penny. Che poi secondo me facevano tutto loro e a lei non l'hanno nemmeno vista in faccia, quelle due settimane. Pare anche che per chiedere un favore a Penelope convenga ingraziarsi qualcuno del Simposio e poi quello farà il lavoro sporco per te.
Una cosa è certa: se ti sentono parlar male di lei, quelli sono in grado di venire a cercarti a casa, prenderti per i capelli e lasciarti qualche regalino tipo, che so, un occhio nero o qualche dente in meno. Non è che sono così protettivi solo perché sanno che la poveretta, senza di loro, sarebbe stata destinata a soccombere tanto, tanto tempo fa?
Grant
Motto: "Non esiste cavallo che non possa essere domato"
Cosa si può dire dei Grant? E che diamine ci vuoi dire!? I Grant sono i Grant, la spina dorsale di Itaca. Forse un tempo erano solo dei semplici mandriani, vaccari e allevatori di cavalli, ma, al giorno d’oggi, sfido chiunque a parlare di Itaca senza nominare i Grant.
Tutti sanno di come Laerte e Ulisse, stanchi di vedersi portare via le terre dei pascoli del loro bestiame, decisero di prendere in mano la situazione, di strappare il potere dalle obsolete mani dei Propilei per istituire l’Acropoli. Fu grazie a loro che le terre furono ridistribuite tra le famiglie della Polis. È grazie a loro se oggi possiamo tutti essere partecipi della politica di questa terra dimenticata dagli Dei.
Puoi chiedere a chiunque, la risposta sarà sempre la stessa: i Grant sono Itaca.
E anche ora che Laerte è morto e Ulisse è lontano a combattere per i diritti dei peoni, i Grant, quelli rimasti nella polvere con noi altri, tengono in piedi la baracca. Stimabili cittadini di questa nostra bella Polis che portano avanti il loro impegno, anche ora che i tempi si sono fatti più bui, anche se improperi e insulti si sono sostituiti agli encomi di un tempo.
Puoi sentirli i sussurri maligni alle loro spalle… in molti gli dicono peste e corna, anche quelli che gli devono la loro fortuna, persino quei miserabili dei peoni, che dovrebbero invece solo baciare la terra calpestata dagli stivali dei Grant.
C’è chi dice che non dureranno ancora a lungo, chi sostiene che le loro membra si fanno stanche, ogni anno sempre di più, nell’attesa sfinente che il loro caro Ulisse torni. C’è chi giura di poter vedere nei loro occhi l’ombra di tormenti passati divorargli l’anima, scavare nel fondo dei loro cuori fino a condurli all’Ade eterno.
Lasciate pure che parlino. Miserabili vigliacchi!
Ancora una volta i Grant risponderanno con azioni e fatti alle vuote parole, potete starne sicuri.
Sarà per la loro origine umile, sarà che mai hanno rinnegato di provenire dalla terra come tutti noi, ma i Grant non è certo gente da piangersi addosso, dico io… ancora una volta si rialzeranno. Ancora una volta si rimboccheranno le maniche e asciugheranno il sudore dalle loro fronti madide di onesta fatica.
Ancora una volta faranno di Itaca il gioiello dell'Ellade.
Jefferson
Motto: "Sopporta. Ricorda. Restituisci."
Si dice di loro che siano peoni da generazioni e servi da sempre.
Ma sentite qui: io mi ricordo i Jefferson di tanto tempo fa. Quando Cane e Tartaruga stavano insieme. Quando ancora cooperavano per mandare avanti la loro famiglia di disgraziati. Certo, facevano sempre una vita di schifo, sempre trattati come oggetti senza valore e senza alcun futuro, ma le capacità di Cane di intercedere presso i buoni padroni per il bene della famiglia e l'amore confortevole di Tartaruga riuscivano a rendere saporito anche lo sterco. Con loro, nonostante tutto il dolore, la famiglia era unita e si faceva forza attraverso ogni asperità.
Ma il tempo logora ogni virtù. Basta meno di quel che credi per far scadere la diplomazia in servilismo senz'anima e ancora meno per trasformare l'amore per i servi in odio per i padroni.
Quindi Cane e Tartaruga si allontanarono dalla strada virtuosa: presero sentieri sempre più divergenti e inconciliabili fino a litigare furiosamente per mai più rivolgersi parola.
E fu così che tutto andò in malora. Fu così che la famiglia si spaccò, perse la sua unità e, con essa, quel poco di forza che ancora aveva.
Diamine, non credevo si potesse cadere più in basso... ma i Jefferson sono riusciti a farmi ricredere!
Non posso negare che la capacità dei peoni di incassare bastonate mi ha sempre affascinato. Quanti calci possono reggere? Quanti insulti e umiliazioni possono sopportare? Ecco, guarda i Jefferson: trattati alla stregua delle bestie di cui portano il nome. Bastonati, maltrattati, abusati di continuo, quasi privati dell'unico dono del vaso di Pandora: la speranza.
Ma ho detto quasi.
Vedete, la speranza è figlia di meretrici. Cresce peggio dell'erbaccia nei posti più insperati. E anche se credi di averla annientata, eccola che rispunta! Alcuni pensano che essa si nutra di amore e di valori, ma chi lo sostiene non è altro che un fesso. No... la speranza si nutre di rabbia, di ingiustizia e violenza. E i Jefferson, di queste cose, ne hanno in abbondanza.
È come una ricetta di cucina: fai cuocere una famiglia per alcuni anni, con un buon condimento di soprusi e rancore e poi aggiungi come spezia finale una possibilità di rivalsa e di cambiamento... e il piatto è pronto!
Ora che sono vent'anni che si parla di questa maledetta guerra per la loro libertà, non c'è da stupirsi se a questi pezzenti gli è venuto in mente, non troppo tempo fa, di radunare tutti i disperati come loro e di mettersi in piazza a strillare che anche loro volevano diritti. Sicuro hanno combinato casini e fatto più di qualche danno. Più di un benpensante che si sentiva al sicuro e intoccabile è saltato dal suo seggio foderato di presunzione. Una scintilla e tutto è scaduto nella violenza, come sempre. D'altronde siamo a Itaca, mica in una di quelle polis importanti fatte di gentiluomini e belle maniere.
Puoi giocarti le palle che dietro c'erano le parole inviperite di Tartaruga e dei suoi Jefferson a muovere il tutto, te lo dico io.
Quindi preparatemi una bella birra o aprite una bottiglia di quelle buone. Più notizie ariveranno dal fronte e più questi si faranno coraggio e diventeranno avventati. E presto la famiglia Jefferson dovrà fare una scelta. Qualcuno si farà molto male, ti dico.
E io non vedo l'ora di godermi lo spettacolo.