“Ehi, giovane! Ti trovo sempre con quel naso ficcato nei tuoi maledetti libri, come se un mucchio d’inchiostro potesse ferrarti più di un buon cavallo o di un fucile ben oliato. Mentre gli altri si guadagnano da vivere col sudore della fronte, tu te ne stai chiuso in quell’officina a giocare coi tuoi congegni, guadagnandoti a malapena il pane.”
Una grassa risata riempie l’aria.
“Tuo padre. Ebenes
Ebenes - Il RonzinoFactions: L'Acropoli di Itaca, GrantTeaser: Quel vecchio spilorcio di Ebenes! Ma guarda se, in un emporio rispettabile, tocca assistere alla scena di qualcuno che chiede lo sconto sul pane. Sul pane, capite? Non su gioielli o cavalli: sul pane. (...)… lui si che è più duro di una steppa senz’acqua! Ho sentito come ha minacciato più volte di tagliarti fuori, e sai che non scherza. Lui vuole una prole che sappia badare a se stessa, non una che passi le notti a scarabocchiare strani marchingegni come se la scienza potesse dargli da mangiare! Ma tu niente, niente! Sempre con la testa fra gli ingranaggi e gli esperimenti, come se il mondo fosse un dannato problema da risolvere.”
Una forte pacca sulla spalla riecheggia nel silenzio.
“E sia al Simposio che al Saloon, invece di fare il normale come tutti gli altri, fai la tua solita parte: il libro parlante. Uno dice una cosa, e tu subito a tirar fuori storie, leggi, teorie… roba che la metà della gente manco capisce. Ma se almeno tutta 'sta conoscenza ti portasse un soldo, tuo padre forse la smetterebbe di sbraitare. Ah, giovane… prima o poi dovrai deciderti. O metti il cervello al servizio di qualcosa che renda, o finirai a vivere di aria e sogni. E quelli, mi spiace dirlo, non ti riempiranno mai la pancia.”
Non ci credeva nessuno, a questa storia che Penelope sarebbe riuscita a tenere in piedi una cittadina dimenticata dagli Dèi come Itaca per così tanto tempo. Quando il buon Laerte ha tirato le cuoia - e c'ha messo un sacco a morire, sperava così tanto di veder tornare il figlio dalla guerra che a un certo punto ha fottuto le forbici alle Moire, ma sai com'è, prima o poi in una bara ci finiamo tutti e alla fine ci è finito pure lui - dicevo, quando il vecchio ha finalmente deciso di crepare, l'uomo di famiglia, Telemaco, era troppo piccolo. Quindi hanno preso sta poveraccia e le hanno detto: "Senti Penny, finché non torna tuo marito prenderai il suo posto e ti gestirai tu le beghe di Itaca". E lei? Beh, lei ha detto sì senza avere la minima idea di cosa la aspettasse. "Lo farò per Itaca e per mio marito", ripeteva la disgraziata.
Sapessi quante scommesse, al saloon: i più magnanimi le davano al massimo una settimana, poi sarebbe corsa a chiedere aiuto in lacrime, dicevano, o sarebbe impazzita o sarebbe scappata dalla città. Qualcuno la immaginava già ubriaca in mezzo alla polvere della piazza o impiccata in camera sua. E diciamocelo, probabilmente sarebbe davvero finita così se non fosse stato per il suo piccolo gruppetto di sostenitori.
Ma c'hanno visto lungo, quelli del Simposio: hanno puntato sul cavallo ferito, quello ha vinto e ora guardalo lì, il circolo felice della donna al potere, con i suoi incontri e i suoi intrighi. Dicono che vogliono scrivere - o riscrivere, nessuno l'ha capito bene - la storia di Itaca, che la vera ricchezza è il progresso e che la rivoluzione parte dagli ideali. Ma ormai lo sanno tutti, in città, che non sono solo il gruppo di strilloni che sembrano: qualcuno dice che siano loro i veri pezzi grossi, quelli che contano sul serio e prendono le decisioni.
Una volta Penelope si è ammalata e non si è vista in giro per due settimane. Due fottute settimane, capisci? Secondo me si è solo presa una pausa perché non ce la faceva più, ma insomma, sta di fatto che è sparita. Ecco, non passava ora del giorno o della notte senza che qualcuno del Simposio passasse da casa sua. Dicevano di riunirsi in privato con lei, poi tenevano discorsi all'Agorà, davano ordini qua e là, prendevano decisioni, cose così. Non potevi alzare un dito che gli stronzi erano lì a fissarti e minacciarti di fare la spia alla loro Penny. Che poi secondo me facevano tutto loro e a lei non l'hanno nemmeno vista in faccia, quelle due settimane. Pare anche che per chiedere un favore a Penelope convenga ingraziarsi qualcuno del Simposio e poi quello farà il lavoro sporco per te.
Una cosa è certa: se ti sentono parlar male di lei, quelli sono in grado di venire a cercarti a casa, prenderti per i capelli e lasciarti qualche regalino tipo, che so, un occhio nero o qualche dente in meno. Non è che sono così protettivi solo perché sanno che la poveretta, senza di loro, sarebbe stata destinata a soccombere tanto, tanto tempo fa?
Motto: "Non esiste cavallo che non possa essere domato"
Cosa si può dire dei Grant? E che diamine ci vuoi dire!? I Grant sono i Grant, la spina dorsale di Itaca. Forse un tempo erano solo dei semplici mandriani, vaccari e allevatori di cavalli, ma, al giorno d’oggi, sfido chiunque a parlare di Itaca senza nominare i Grant.
Tutti sanno di come Laerte e Ulisse, stanchi di vedersi portare via le terre dei pascoli del loro bestiame, decisero di prendere in mano la situazione, di strappare il potere dalle obsolete mani dei Propilei per istituire l’Acropoli. Fu grazie a loro che le terre furono ridistribuite tra le famiglie della Polis. È grazie a loro se oggi possiamo tutti essere partecipi della politica di questa terra dimenticata dagli Dei.
Puoi chiedere a chiunque, la risposta sarà sempre la stessa: i Grant sono Itaca.
E anche ora che Laerte è morto e Ulisse è lontano a combattere per i diritti dei peoni, i Grant, quelli rimasti nella polvere con noi altri, tengono in piedi la baracca. Stimabili cittadini di questa nostra bella Polis che portano avanti il loro impegno, anche ora che i tempi si sono fatti più bui, anche se improperi e insulti si sono sostituiti agli encomi di un tempo.
Puoi sentirli i sussurri maligni alle loro spalle… in molti gli dicono peste e corna, anche quelli che gli devono la loro fortuna, persino quei miserabili dei peoni, che dovrebbero invece solo baciare la terra calpestata dagli stivali dei Grant.
C’è chi dice che non dureranno ancora a lungo, chi sostiene che le loro membra si fanno stanche, ogni anno sempre di più, nell’attesa sfinente che il loro caro Ulisse torni. C’è chi giura di poter vedere nei loro occhi l’ombra di tormenti passati divorargli l’anima, scavare nel fondo dei loro cuori fino a condurli all’Ade eterno.
Lasciate pure che parlino. Miserabili vigliacchi!
Ancora una volta i Grant risponderanno con azioni e fatti alle vuote parole, potete starne sicuri.
Sarà per la loro origine umile, sarà che mai hanno rinnegato di provenire dalla terra come tutti noi, ma i Grant non è certo gente da piangersi addosso, dico io… ancora una volta si rialzeranno. Ancora una volta si rimboccheranno le maniche e asciugheranno il sudore dalle loro fronti madide di onesta fatica.
Ancora una volta faranno di Itaca il gioiello dell'Ellade.