Antinoo è famoso prima di tutto per la sua favella. Non vi sbagliate: nulla a che vedere con l'elegante arte oratoria che si può trovare nelle acropoli delle nostre beneamate poleis. È una favella sporca e gretta quella di Antinoo, ma non di meno coinvolgente e accattivante.
È facile poterlo vedere arringare genti di ogni risma al saloon o all'agorà, argomentare per ore e convincere gli astanti di qualsiasi cosa. Potrebbe vendervi un asino passandolo per un cavallo se lo volesse.
Ma non vi illudete. Solo perché Antinoo è bravo con le chiacchiere, non credetevi di poter risolvere qualsiasi cosa a parole, non pensate di potergli fare torti e uscirne indenni con delle sciocche scuse. Certo, magari sul momento vi sorriderà e vi tranquillizzerà. Vi dirà di non preoccuparvi. Ma se lo conosceste veramente, sapreste che nella sua testa in realtà sta già macchinando un modo per farvela pagare.
Pregate pure i Dodici se mai vi capitasse di essere di traverso sulla sua strada e sperate che vi ascoltino. Perché Antinoo è pericoloso. Eccome se è pericoloso. È il tipo che medita di continuo e non medita certo cose piacevoli.
E potete stare certi come il sole di mezzogiorno, che qualsiasi siano i suoi desideri più reconditi, in un modo o nell'altro, farà in modo di farli avverare.
Oh Miei Dei, prendete il mio boccale
Salvatemi presto dal cappio infame,
Strappate il mio nome dalle labbra del salone
Caricate di sangue il mio fucile, puntate!
Itaca: baluardo di progresso, fucina di rivalsa. La Polis dove persino i peoni sono trattati con uno straccio di dignità, una donna è stata messa a fare il Sindaco... roba da sbronza Dionisiaca! Eppure Itaca, la grande, l'illuminata, la stramaledettamente noiosa, a chi si è rivolta questa città di fenomeni quando McFarlan è venuto a riscuotere la sua libbra di carne per il Fronte e tutto ciò che si aveva da offrire erano due ubriaconi, cinque cani e dieci peoni troppo stupidi per tagliare la gola al loro Ulisse? Ve lo dico io: ai macellai degli O’Donnel, ai cacciatori dei Ripley, ai fucili al soldo, ai proiettili a buon mercato. Sussurratelo pure: mercenari, sicari, senza onore. Loro si fanno chiamare semplicemente Banda, "Banda O’Donnel-Ripley", che tanto ormai a furia di matrimoni, adulteri e scappatelle sono tutti fratelli, cugini o entrambi. Ma fate attenzione a scherzare su questa roba, la famiglia è per loro una cosa maledettamente seria e il sangue si mastica, si maledice, ma non si sputa. Mai.
E badate che di sangue ne hanno già perso abbastanza: Ulisse ha preso il meglio della Banda, i suoi uomini più scaltri, i coltelli più rapidi dell'Ellade, e se li è portati con sé, a farsi grosso col Presidente Mc Farlan con il suo battaglione personale, lasciando qui i giovani e le femmine a marcire in questo posto dimenticato dagli Dei. E i disgraziati che sono rimasti indietro? I rami fragili dell'albero della Banda, che hanno ceduto i loro padri in nome di onore e gloria? Si sono beccati il cappellino di “Milizia Ausiliaria di Difesa Cittadina”, in pratica gli sturacessi dello Sceriffo, del Marshal e di tutta l’allegra combriccola di appuntati. Questa è buona, bell’affare di merda che hanno fatto. Ma sarebbe stata cosa di poco: ‘vado, sparo e riporto tutti a casa’ garantì Grant con quel suo sorrisetto. Poi è passato un anno, tre, cinque, dieci, l'attesa li ha resi impazienti. Affamati.
E così lo sceriffo ha fatto una caduta da cavallo tanto rovinosa da rompersi la testa. Incidenti che capitano, ma adesso quello nuovo per sicurezza controlla le chinghie della sella tre volte. Il vecchio Marshal? Trovato affogato nel suo stesso whiskey: succede se sei un maledetto ubriacone. Capito l'antifona? Loro sì che hanno imparato le vere regole del gioco.
Il ‘progresso’ lo lasciano volentieri agli eunuchi del Simposio, la ‘rivalsa’ agli animali-peoni: la forza è l’unica cosa che conta, la forza l’unica che ti permette di avere il culo appoggiato su una sedia senza dare le spalle a un figlio di buona donna pronto a farti pelo e contropelo. E la Banda di forza ne ha da vendere, tanta da far paura. E la paura ti fa risparmiare un sacco di munizioni.
Aguzza solo un po' la vista e tra i membri dalla Banda puoi facilmente riconoscere i più duri dei duri, i più furbi dei furbi, stanchi di aspettare i dibattiti di questa città di invorniti. Aguzza la vista, ti dico, e vedrai gente che farà quadrare i conti con il debito di sangue che gli deve Itaca.
E voi, volete unirvi a loro? Pensate di averne il fegato?
Beh, ho sentito dire che hanno tre revolver in cerca di padrone e che la cugina Melissa è giusto entrata in età da marito…
Motto: "Mai sazi, mai domati"
C'è chi lo sussurra lontano da orecchie indiscrete e chi lo esclama a gran voce per evitare un pugno sul muso. Chiunque, alle strette, lo ammetterebbe: senza il patto tra gli O'Donnel e il sindaco Grant, a combattere al fronte di Troia ci sarebbero andati braccianti, banchieri e puttane.
Fate attenzione. Mentre i Ripley contavano i dollari del contratto con mani sudate e sguardi da ruffiani, i Lupi della Banda affilavano le baionette e lucidavano le colubrine.
Gli O'Donnel: macellai, banditi, assassini sanguinari perfino. Ma guardali bene prima di giudicarli. Osservali mentre colpiscono un bersaglio alle loro spalle o mettono in fuga un predone ai confini della città. Sono brutali, sì, ma senza di loro Itaca sarebbe già caduta.
I loro padri furono il miglior acquisto di McFarlan per il suo esercito. A Itaca rimasero i vecchi, gli inabili, le loro donne e i loro poppanti per rispettare la "legge dell'ospitalità" dei Grant. Dopo dieci anni, quei poppanti sono diventati adulti e ora sono loro a difendere la città dai bastardi là fuori. Puoi immaginarti Zacinto o Cefalonia calare su Itaca come sciacalli, ora che i suoi soldati sono al fronte? Nossignore. Non finché un O'Donnel ancora respira.
Cos'è che spaventa i cittadini di Itaca quando incrociano lo sguardo di un cacciatore? Forse l'impotenza, la consapevolezza di non poter competere con chi è nato per la guerra. Si raccontano leggende sui Lupi della Banda, sulle loro mani sempre sporche di sangue, sulla furia distruttiva che li guida finché attorno a loro non restano che caos e macerie fumanti.
Perché Ulisse scelse proprio i veterani O'Donnel per combattere sul fronte troiano? Perché ha costretto una stirpe di mercenari a stanziarsi per venti lunghi anni a Itaca? Con il senno di poi, questa mossa si è rivelata una violenza contro la loro natura... e contro la città stessa. Ma Grant era il più astuto dei generali e seppe bene come attirarli: la promessa di battaglie e saccheggi era per loro una preda troppo ghiotta. E Ulisse, pur sapendo che non avrebbe potuto portarli tutti con sé, ha lasciato a Itaca donne, vecchi, bambini e folli. Ha spezzato il branco, trascinandone metà in una guerra senza fine e lasciando l’altra metà a morire di fame per colpa di quell'ostinata di Penelope, che proprio non vuole decidersi a scegliere uno di loro e a risposarsi.
L’onta finale? Doversi accordare con quegli infami dei Ripley, gente che un fucile non l’ha mai impugnato e su quattro ceffoni ne prende cinque. E ora quelli credono di potergli fare da pastori, di poterli calmare. Di poterli controllare.
Un lupo può anche latrare e mordere, ma non diventerà mai un cane. E Itaca farebbe bene a prepararsi al giorno in cui gli O’Donnel si risveglieranno.
Quel giorno, gli O'Donnel si placheranno solo quando intorno a loro non resteranno che caos e macerie fumanti.