L'aria stessa sembra quasi trattenere il fiato quando passa Scorpione, lo sguardo acuto, il sorriso sprezzante sulle labbra di chi sa qualcosa che tu non sai e non vede l'ora si sbattertelo in faccia, dilettandosi degli occhi puntati addosso che la seguono ad ogni passo, dello strano e oscuro fascino che tutt'ora sembra esercitare.
Un tempo, gli adulti lo ricorderanno bene, era stata una mercante, di quelle con la lingua dorata e carisma da vendere; si aggirava tra la sua merce come una regina, e si dice che avesse contatti con numerose personalità di rilievo, che la sue mani avessero conosciuto più soldi di quanti si può immaginare.
Dopo la caduta dei Marlowe, dopo che la loro casa era diventata cenere e i loro commerci un lontano ricordo, dopo che i Williams avevano dato loro il colpo di grazia, tuttavia, la storia era cambiata, aveva dovuto costruirsi nuove abitudini, nuove idee, una nuova vita. Era cambiato tutto, ma non il suo atteggiamento, non il suo sguardo acuto, pronto a scavare nelle persone, a carpire e osservare. Adesso, lasciati indietro gli abiti di mercante e assunti quelli meno lunsinghieri di Peone, Scorpione è a tutti gli effetti una tuttofare, e sembra essere ovunque proprio nel momento in cui c'è bisogno di lei. Seguace di Cane
Cane - Il Sale della TerraFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Clang... clang...Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga, forse. Dei legami, dei se (...), condivide le sue idee e le sue battaglie con un fervore che la infiamma, e sì sa, la fedeltà è una merce rara. Un mercante lo sa bene.
Motto: "Siamo marmo, non polvere"
Volete che vi parli dei Marlowe? Beh, una volta a Itaca il nome Marlowe significava qualcosa.
Per generazioni avevano tenuto i conti di Itaca, firmato trattati, concesso prestiti a imprese che avevano costruito ponti, strade, sogni. Senza di loro, Itaca non avrebbe avuto né un’economia né un futuro. Tutti lo sapevano. Tutti lo ricordano. Il marmo di Itaca, così erano soprannominati.
Poi arrivò la Guerra di Secessione e le monete smisero di pesare più del piombo. Il declino dei Marlowe fu lento, ma inarrestabile. Gli affari si fecero più incerti, i crediti molto più difficili da riscuotere. E quando il denaro iniziò a scarseggiare, gli amici si dileguarono come polvere al vento. Itaca, la città che avevano nutrito con la loro ricchezza, li ripagò con ingratitudine e derisione. Li chiamarono stolti, irresponsabili, incapaci di gestire ciò che avevano ereditato, meritevoli di essere caduti così in basso. Ma che colpa avevano i Marlowe, se avevano scelto di investire nella loro terra anziché fuggire altrove con l’oro nelle tasche?
Quando si pensava che avessero toccato il fondo, i Marlowe subirono il colpo di grazia: la loro strada incontrò quella dei Williams. Un affare che sembrava la loro salvezza si rivelò il loro disastro. Da un giorno all'altro i Marlowe si ritrovarono senza nulla in mano. Nessuno seppe dire con precisione cos'era successo, ma ciò che sapevano era che i Williams portavano sventura, e chiunque avesse avuto a che fare con loro ne sarebbe uscito in rovina.
E come se non bastasse arrivò anche il fuoco. La loro grande casa, il simbolo della loro potenza, andò in fiamme in una notte maledetta dagli Dèi. Chiunque in città ricordava il bagliore delle fiamme che illuminava il cielo, il fumo nero che si alzava come un oscuro presagio. Oggi di quella casa non rimane che il porcilaio costruito con mattoni di fortuna e una terra arida e infertile. Le voci dicono che gli ultimi a far loro visita erano stati i Williams, e dopo qualche giorno, tutto ciò che restava della loro magnificente dimora era cenere. Coincidenza? Forse. Ma i Marlowe iniziarono a non credere più alle coincidenze.
Alcuni di loro entrarono, a fatica, nell'oligarchica cerchia dei Propilei. Certo i Propilei contavano ormai meno di niente, ma fu per loro sempre una sorte migliore di quelli costretti a diventare peoni per ripagare i debiti di famiglia. Spinti dalla necessità di sopravvivere, si erano abbassati a lavorare la terra, ripagando con il sudore il prezzo della loro disfatta. Due donne Marlowe, con i denti stretti e la schiena dritta, avevano trovato posto nel Simposio di Penelope Grant, non certo per servire chi ora comandava, piuttosto per ricordare a tutti che un Marlowe si piega, ma non si spezza. Mai.
"Se ci hanno ridotti in cenere, significa che bruciavamo troppo forte". Così rispondono ai commenti sprezzanti sul loro disgraziato destino.
Dentro di loro, i Marlowe sanno di essere stati delle vittime del fato più di chiunque altro. E non avrebbero perdonato.
Un Marlowe non dimentica. E chi ha strappato loro il futuro, un giorno o l’altro, la pagherà molto cara.
Guardali figliolo, guarda quelle povere anime come si spaccano la schiena, ma non considerarli solo come delle bestie da soma. Certo lo sono, ma è grazie a quei poveri diavoli che la nostra fottuta società rimane ancora in piedi. Loro coltivano la terra, fanno i lavori che neanche il più disperato accetterebbe e sono i primi ad essere considerati quando il culo di qualcuno deve essere sacrificato. Ovviamente non lo fanno perché sono generosi, probabilmente sotto quegli occhi stanchi e sudati ci odiano profondamente, ma per fortuna non hanno scelta. Loro appartengono allo Stato e devono stare zitti e buoni perché la loro vita vale poco più di quel randagio che vedi guaire per un avanzo.
Perché tocchi a loro questo ruolo ingrato è qualcosa che risale alle radici della nostra cultura. Vedi: un tempo qui ci si faceva la guerra gli uni con gli altri, polis contro polis, isola contro isola. E, come in qualsiasi guerra, ogni volta si facevano prigionieri. Questa gente, che oggi chiamiamo peoni, sono semplicemente i loro discendenti o prigionieri delle recenti guerre contro altre Nazioni. La nostra società si è basata per così tanto tempo su queste pratiche marce e lerce. Oggi sarebbe impossibile fare a meno di queste povere anime. E chi li sa coltivare i campi meglio di loro? Chi altri sarebbe disposto a spaccarsi la schiena per un tozzo di pane?
Se chiedi a me, è solo un puro caso che spetti a loro... e non è che c'è poi tutta questa differenza tra noi e loro. Ma sempre meglio a loro che a noi, dico io.
Certo alcune scelte dei capoccia al riguardo non sono state proprio sveglie. Prendi la decisione di non lasciargli condividere il desco con noi altri per esempio. Allora, a tutti noi fa piacere non vedere quei pezzenti che puzzano di sudore e piscio in giro mentre si mangia, ma questo isolarli li sta facendo diventare troppo uniti e protettivi tra loro.
Che gli Dei non vogliano che a questi inizi a venire in mente di pretendere di poter dire la loro!
E, proprio riguardo a questo, una guerra si sta combattendo per i loro diritti e nessuno sa dire come cambierà il mondo quando finirà. Per fortuna alcuni di loro sono così zotici da non aver ancora capito quale occasione potrebbero avere: forse perché ormai sono troppo abituati al collare, oppure perché non si fidano delle buone intenzioni di chi li ha sempre degradati. Cavolo, li capisco! Quando subisci continuamente botte e insulti, a un certo punto non riesci a vedere la tua vita senza. Ma se invece riuscissero per una dannata volta a mettersi d'accordo tra loro, cosa succederebbe? Magari avranno la tanto agognata libertà, potranno alzare i loro occhi stanchi per illuminarli con un briciolo di dignità.
E allora, figliolo, credo che noi saremo davvero nella merda.