Se c'è una persona tra i peoni di cui sinceramente è bene stare attenti è proprio Formica. Sì, perchè ha quello sguardo strano... imperscrutabile. Non sai mai cosa stia pensando: se vuole servirti fedelmente o se sta progettando di accoltellarti alle spalle. Il suo è uno sguardo freddo, vuoto, nero. Un vero mistero.
A Itaca chiamiamo Formica "Anice Stellato", come la spezia che si adatta ben volentieri su tutti i piatti di carne. Perché Formica si fa sicuramente riconoscere per il suo instancabile senso del dovere: mai una risposta fuori tono, mai un giorno di lavoro saltato. Il peone perfetto, dopo Cane
Cane - Il Sale della TerraFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Clang... clang...Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga, forse. Dei legami, dei se (...). Se si riesce ad ignorare il suo sguardo inespressivo, Formica sa fare certamente il suo dovere. Certo, il suo livello è appena sopra la sufficienza, ma almeno, puntuale, porta a termine ogni compito assegnato dai suoi padroni. Una degna formichina discepola di Cane
Cane - Il Sale della TerraFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Clang... clang...Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga, forse. Dei legami, dei se (...) che se ne è preso cura da sempre, inculcando in quella testolina bacata che deve sempre dire sì, deve sempre obbedire perché prima o poi riceverà la sua ricompensa. E così Formica, per fedeltà nei confronti del suo padre adottivo, è sempre stata una bestiolina ubbidiente e che non ha mai dato problemi. Come tutti i bravi peoni dovrebbero essere.
Solo in un momento della giornata non è concesso alle masse ad avvicinarsi a Formica, ed è all'ora del tramonto, quando il suo servizio ai padroni è finito. A quell'ora, Formica si scuote la terra dai vestiti logori, si asciuga il sudore dalla fronte e inizia a camminare. Cammina in solitudine per i campi mentre il sole muore, in compagnia del rumore del vento. Cammina sentendo il contatto con la terra. Cammina e sogna parole proibite: e se ci fosse altro? Se non fosse tutto lì?
Ma può un peone come Formica permettersi di sognare? O sarà solo un’altra illusione, un altro abbandono scritto nel suo solitario destino?
Guardali figliolo, guarda quelle povere anime come si spaccano la schiena, ma non considerarli solo come delle bestie da soma. Certo lo sono, ma è grazie a quei poveri diavoli che la nostra fottuta società rimane ancora in piedi. Loro coltivano la terra, fanno i lavori che neanche il più disperato accetterebbe e sono i primi ad essere considerati quando il culo di qualcuno deve essere sacrificato. Ovviamente non lo fanno perché sono generosi, probabilmente sotto quegli occhi stanchi e sudati ci odiano profondamente, ma per fortuna non hanno scelta. Loro appartengono allo Stato e devono stare zitti e buoni perché la loro vita vale poco più di quel randagio che vedi guaire per un avanzo.
Perché tocchi a loro questo ruolo ingrato è qualcosa che risale alle radici della nostra cultura. Vedi: un tempo qui ci si faceva la guerra gli uni con gli altri, polis contro polis, isola contro isola. E, come in qualsiasi guerra, ogni volta si facevano prigionieri. Questa gente, che oggi chiamiamo peoni, sono semplicemente i loro discendenti o prigionieri delle recenti guerre contro altre Nazioni. La nostra società si è basata per così tanto tempo su queste pratiche marce e lerce. Oggi sarebbe impossibile fare a meno di queste povere anime. E chi li sa coltivare i campi meglio di loro? Chi altri sarebbe disposto a spaccarsi la schiena per un tozzo di pane?
Se chiedi a me, è solo un puro caso che spetti a loro... e non è che c'è poi tutta questa differenza tra noi e loro. Ma sempre meglio a loro che a noi, dico io.
Certo alcune scelte dei capoccia al riguardo non sono state proprio sveglie. Prendi la decisione di non lasciargli condividere il desco con noi altri per esempio. Allora, a tutti noi fa piacere non vedere quei pezzenti che puzzano di sudore e piscio in giro mentre si mangia, ma questo isolarli li sta facendo diventare troppo uniti e protettivi tra loro.
Che gli Dei non vogliano che a questi inizi a venire in mente di pretendere di poter dire la loro!
E, proprio riguardo a questo, una guerra si sta combattendo per i loro diritti e nessuno sa dire come cambierà il mondo quando finirà. Per fortuna alcuni di loro sono così zotici da non aver ancora capito quale occasione potrebbero avere: forse perché ormai sono troppo abituati al collare, oppure perché non si fidano delle buone intenzioni di chi li ha sempre degradati. Cavolo, li capisco! Quando subisci continuamente botte e insulti, a un certo punto non riesci a vedere la tua vita senza. Ma se invece riuscissero per una dannata volta a mettersi d'accordo tra loro, cosa succederebbe? Magari avranno la tanto agognata libertà, potranno alzare i loro occhi stanchi per illuminarli con un briciolo di dignità.
E allora, figliolo, credo che noi saremo davvero nella merda.
Motto: "Sopporta. Ricorda. Restituisci."
Si dice di loro che siano peoni da generazioni e servi da sempre.
Ma sentite qui: io mi ricordo i Jefferson di tanto tempo fa. Quando Cane e Tartaruga stavano insieme. Quando ancora cooperavano per mandare avanti la loro famiglia di disgraziati. Certo, facevano sempre una vita di schifo, sempre trattati come oggetti senza valore e senza alcun futuro, ma le capacità di Cane di intercedere presso i buoni padroni per il bene della famiglia e l'amore confortevole di Tartaruga riuscivano a rendere saporito anche lo sterco. Con loro, nonostante tutto il dolore, la famiglia era unita e si faceva forza attraverso ogni asperità.
Ma il tempo logora ogni virtù. Basta meno di quel che credi per far scadere la diplomazia in servilismo senz'anima e ancora meno per trasformare l'amore per i servi in odio per i padroni.
Quindi Cane e Tartaruga si allontanarono dalla strada virtuosa: presero sentieri sempre più divergenti e inconciliabili fino a litigare furiosamente per mai più rivolgersi parola.
E fu così che tutto andò in malora. Fu così che la famiglia si spaccò, perse la sua unità e, con essa, quel poco di forza che ancora aveva.
Diamine, non credevo si potesse cadere più in basso... ma i Jefferson sono riusciti a farmi ricredere!
Non posso negare che la capacità dei peoni di incassare bastonate mi ha sempre affascinato. Quanti calci possono reggere? Quanti insulti e umiliazioni possono sopportare? Ecco, guarda i Jefferson: trattati alla stregua delle bestie di cui portano il nome. Bastonati, maltrattati, abusati di continuo, quasi privati dell'unico dono del vaso di Pandora: la speranza.
Ma ho detto quasi.
Vedete, la speranza è figlia di meretrici. Cresce peggio dell'erbaccia nei posti più insperati. E anche se credi di averla annientata, eccola che rispunta! Alcuni pensano che essa si nutra di amore e di valori, ma chi lo sostiene non è altro che un fesso. No... la speranza si nutre di rabbia, di ingiustizia e violenza. E i Jefferson, di queste cose, ne hanno in abbondanza.
È come una ricetta di cucina: fai cuocere una famiglia per alcuni anni, con un buon condimento di soprusi e rancore e poi aggiungi come spezia finale una possibilità di rivalsa e di cambiamento... e il piatto è pronto!
Ora che sono vent'anni che si parla di questa maledetta guerra per la loro libertà, non c'è da stupirsi se a questi pezzenti gli è venuto in mente, non troppo tempo fa, di radunare tutti i disperati come loro e di mettersi in piazza a strillare che anche loro volevano diritti. Sicuro hanno combinato casini e fatto più di qualche danno. Più di un benpensante che si sentiva al sicuro e intoccabile è saltato dal suo seggio foderato di presunzione. Una scintilla e tutto è scaduto nella violenza, come sempre. D'altronde siamo a Itaca, mica in una di quelle polis importanti fatte di gentiluomini e belle maniere.
Puoi giocarti le palle che dietro c'erano le parole inviperite di Tartaruga e dei suoi Jefferson a muovere il tutto, te lo dico io.
Quindi preparatemi una bella birra o aprite una bottiglia di quelle buone. Più notizie ariveranno dal fronte e più questi si faranno coraggio e diventeranno avventati. E presto la famiglia Jefferson dovrà fare una scelta. Qualcuno si farà molto male, ti dico.
E io non vedo l'ora di godermi lo spettacolo.