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Motto: "Di fiele o fusiere, riempiamo il forziere"

 

La storia è una maestra eccellente, per chi sa leggere le leggende che tessono il suo arazzo. E a Itaca, pochi insegnamenti sono più preziosi di quelli che permettono di prevedere la prossima mossa dei Ripley, insidiosi come vipere e altrettanto velenosi.

 

Si è sprecato troppo inchiostro su come Odio O’Donnel si sia fatto turlupinare e sedurre da Camilla "Virago" O’Ripley, ugola d’oro e famigerata puttana del sud dell'Ellade. C’è chi dice che la sua voce fosse capace di domare persino un O’Donnel. C’è chi dice che l’abbia sfinito fino all’incoscienza. C’è chi dice, semplicemente, che due cuori neri come i loro fossero destinati a stare insieme almeno una notte. Ma all’alba Camilla cavalcava già verso Sparta, con il bottino di dieci anni di vita da mercenario nascosto nella sottana e un bastardo nel grembo. E, immancabili, una mezza dozzina di fratelli-cugini O’Donnel alle calcagna, pronti a vendicare il torto. Da quell’inseguimento rocambolesco nacquero i primordi della Banda O’Donnel-Ripley. Un’unione di ferro e sangue, sebbene i Ripley amino ricordare che tutto si sia svolto nel palmo della mano della loro fondatrice.

 

A Sparta si dice: “Meglio un morto in casa che un Ripley alla porta”. E guardando con quanta spregiudicatezza si muove questa dinastia di ladri, truffatori e bari, nessuno oserebbe chiamarla calunnia. Fin dai tempi di Camilla, i Ripley sono guidati dalle donne e si sono intrecciati con gli O’Donnel, nutrendosi della loro protezione come un avvoltoio si nutre delle carcasse lasciate dal cacciatore, il revolver più letale del West e l’oro che gli ha riempito il tamburo di proiettili.

 

Quando Ulisse Grant censì la Banda per rafforzare il Reggimento di Itaca, come da copione, i Ripley si scoprirono ciechi, zoppi o malandati. Tra raggiri e infortuni procurati ad arte, evitarono di saldare il loro debito di sangue con l'Unione Achea. Del resto, un corpo senza testa non serve a nulla, e senza i Ripley, gli O’Donnel si sarebbero già sbranati a vicenda. Quando Ulisse offrì loro una Itaca sguarnita di un vero sindaco, i Ripley scoprirono che era fatta di tufo friabile: un terreno sociale in cui scavare, comprando provvigioni, segreti e perfino le anime dei suoi cittadini.


Ma vent’anni di scavi hanno portato Itaca sull’orlo del crollo, con Penelope che gioca a carte con il Diavolo pur di mantenere l’illusione del marito disperso. Adesso lei si è intestardita nel finire l'Ithàrion, il libro in memoria del defunto Laerte, e solo dopo che l'avrà concluso accetterà di risposarsi. Ma questo dannato libro sembra non finire mai.

 

Guardali bene, i Ripley, mentre fiutano il terreno alla ricerca del carro più solido su cui saltare. Forse, in tempi di crisi, persino loro potrebbero rivelarsi il miglior partito per Itaca, al fianco di Penelope. Dopotutto, sono tra i pochi a non storcere il naso davanti a una donna forte al comando. E il potere, si sa, è sempre più facile strapparlo tra le lenzuola del talamo.

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