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Motto: "Sopporta. Ricorda. Restituisci."

 

Si dice di loro che siano peoni da generazioni e servi da sempre.
Ma sentite qui: io mi ricordo i Jefferson di tanto tempo fa. Quando Cane e Tartaruga stavano insieme. Quando ancora cooperavano per mandare avanti la loro famiglia di disgraziati. Certo, facevano sempre una vita di schifo, sempre trattati come oggetti senza valore e senza alcun futuro, ma le capacità di Cane di intercedere presso i buoni padroni per il bene della famiglia e l'amore confortevole di Tartaruga riuscivano a rendere saporito anche lo sterco. Con loro, nonostante tutto il dolore, la famiglia era unita e si faceva forza attraverso ogni asperità.

 

Ma il tempo logora ogni virtù. Basta meno di quel che credi per far scadere la diplomazia in servilismo senz'anima e ancora meno per trasformare l'amore per i servi in odio per i padroni.
Quindi Cane e Tartaruga si allontanarono dalla strada virtuosa: presero sentieri sempre più divergenti e inconciliabili fino a litigare furiosamente per mai più rivolgersi parola. 
E fu così che tutto andò in malora. Fu così che la famiglia si spaccò, perse la sua unità e, con essa, quel poco di forza che ancora aveva.
Diamine, non credevo si potesse cadere più in basso... ma i Jefferson sono riusciti a farmi ricredere!

 

Non posso negare che la capacità dei peoni di incassare bastonate mi ha sempre affascinato. Quanti calci possono reggere? Quanti insulti e umiliazioni possono sopportare? Ecco, guarda i Jefferson: trattati alla stregua delle bestie di cui portano il nome. Bastonati, maltrattati, abusati di continuo, quasi privati dell'unico dono del vaso di Pandora: la speranza.
Ma ho detto quasi.


Vedete, la speranza è figlia di meretrici. Cresce peggio dell'erbaccia nei posti più insperati. E anche se credi di averla annientata, eccola che rispunta! Alcuni pensano che essa si nutra di amore e di valori, ma chi lo sostiene non è altro che un fesso. No... la speranza si nutre di rabbia, di ingiustizia e violenza. E i Jefferson, di queste cose, ne hanno in abbondanza.
È come una ricetta di cucina: fai cuocere una famiglia per alcuni anni, con un buon condimento di soprusi e rancore e poi aggiungi come spezia finale una possibilità di rivalsa e di cambiamento... e il piatto è pronto!

 

Ora che sono vent'anni che si parla di questa maledetta guerra per la loro libertà, non c'è da stupirsi se a questi pezzenti gli è venuto in mente, non troppo tempo fa, di radunare tutti i disperati come loro e di mettersi in piazza a strillare che anche loro volevano diritti. Sicuro hanno combinato casini e fatto più di qualche danno. Più di un benpensante che si sentiva al sicuro e intoccabile è saltato dal suo seggio foderato di presunzione. Una scintilla e tutto è scaduto nella violenza, come sempre. D'altronde siamo a Itaca, mica in una di quelle polis importanti fatte di gentiluomini e belle maniere.
Puoi giocarti le palle che dietro c'erano le parole inviperite di Tartaruga e dei suoi Jefferson a muovere il tutto, te lo dico io.

 

Quindi preparatemi una bella birra o aprite una bottiglia di quelle buone. Più notizie ariveranno dal fronte e più questi si faranno coraggio e diventeranno avventati. E presto la famiglia Jefferson dovrà fare una scelta. Qualcuno si farà molto male, ti dico.
E io non vedo l'ora di godermi lo spettacolo.

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