Cosa fa di un uomo un uomo?
Le ombre dei padri ricadono sempre su di noi, come un peso inevitabile e ponderoso e pochi sono coloro che riescono a emergerne vittoriosi. E l'ombra di un uomo come il Generale Ulisse S. Grant è sicuramente tra le più difficili da superare e che Telemaco ci riesca è ancora tutto da vedere, dico io.
Certo non bastano gli stivali polverosi e l'atteggiamento da duro per fare di lui un uomo. Nonostante ciò, si legge determinazione in quello sguardo fiero. E la sua capacità di lasciare che siano le sue azioni a parlare per lui, ti rende facile dargli fiducia. Che sarà pure ancora un ragazzo Telemaco e del mondo non ha ancora avuto modo di vedere chissà che, ma non è neanche uno che prende una scelta solo perché è la più facile. Avrebbe potuto fare la vita semplice, adagiarsi sull'amaca comoda da figlio del potere, fare la bella vita. Invece il ragazzo ha preso in mano il ranch di famiglia e suda nel fango insieme ai suoi cavalli pur di mandarlo avanti, senza chiedere favoritismi né all'Acropoli, né tanto meno al Sindaco Penelope, sua madre. E, per questo, anche se ancora giovane, è rispettato e il suo parere è sempre ascoltato all'interno dell'Acropoli. Fidatevi, non sono pochi quelli che vorrebbero vederlo a capo di Itaca al posto della madre. Eppure Telemaco tira dritto e non si cura delle dicerie e dei desideri di vecchi bacucchi troppo biechi per dire la loro onesta opinione apertamente. Ma l'Acropoli è anche un luogo di infide serpi, come tutti i posti in cui si accumola potere, e sarà difficile per il giovane Grant riuscire a discernere tra i leccaculo e i veri amici.
Certo è ancora tutto da vedere e le possibilità che tutto vada alla malora ci sono eccome, ma se c'è qualcuno che ce la può fare a diventare un uomo vero, quello è Telemaco Grant.
Cosa fa di un uomo un uomo?
Essere pronti a fare ciò che è più giusto. A qualunque costo.
Quello... e un paio di testicoli.
E a Telemaco non manca nessuna di queste cose.
Venite itacesi, sedetivi attorno a me che voglio raccontarvi la storia di un grande uomo. In questa notte senza stelle vi canto dell'uomo che fu il fiore dell’Agorà, un tempo acuto nella parola e sicuro nella mente, ma che cadde preda del proprio orgoglio e della sua solitudine. Stelios, il suo nome canto attraverso la mia bocca, figlio di Argyris.
Un tempo uva pregiata sulla vite dei Benson, ora acino appassito, svuotato crudelmente.
Da uccelli affamati, penserete voi, ebbene no, auditori miei! Chi gli tolse tutto fu la lingua tagliente di uno dei suoi compaesani. Di uno di voi.
Vi canto dell'uomo cresciuto di sola Parola, nel suo mondo la dialettica era la legge e il campo di battaglia era la mente: egli si credeva predestinato, pronto a regnare sulla piazza. Ma così non fu.
Era convinto che solo pochi uomini fossero degni di parlare nell’Agorà, il regno degli eletti, e che lui fosse il più degno tra tutti. Ah che debolezza umana la presunzione! Con orgoglio studiava, osservava e attendeva il momento giusto, certo che il sangue dei Benson, il suo più di tutti, fosse fatto per trionfare.
Ahimè, Ananke beffarda gli riservò uno scontro funesto da cui il giovane Stelios non trovò scampo, se non una cocente umiliazione.
Ardente fu la rovina, l’onta, la caduta. La sua retorica da allora trova unico pulpito nella Locanda e la sua dialettica non ebbe altro nascondiglio se non nel whiskey.
Ditemi ora, Itacesi a cui canto del buon Stelios, un tempo cercava la gloria nella sua oratoria, incapace di ammettere che la sua discesa è la stessa di chi ha sempre disprezzato, riuscirà a ritrovare la forza per rialzare lo sguardo e a riportare il nome Benson a risplendere d’orgoglio nell’agorà?
Non è dato a sapersi, perché mille possono essere le strade che può prendere l'uomo che un tempo parlava all'Acropoli, mentre ora nulla gli è rimasto se non brindare con i fantasmi.
I suoi fantasmi.
Incenso, menta, rosa. E ancora arancio, mirto e muschio. Il vento spazza le vie deserte, ma in quell’angolo di strada sembra voler concentrare profumi che riportano alla mente ogni angolo del mondo conosciuto, e forse anche quelle parti dell’universo ignoto che ognuno nasconde nel cuore. L’aria nell’atelier è satura, densa, languida. Chiunque là dentro perderebbe la testa, si abbandonerebbe a sogni e visioni incapace di sopportare quel turbinio avvolgente. Le mani si muovono esperte, mescolano fragranze, il respiro è calmo, rilassato. I suoi occhi dominano quell’esercito di cristallo, ampolle e boccette preziose quanto i tesori dei re più grandi. Ogni tanto abbassa la fronte, come se stesse meditando sulla prossima alchimia da costruire. O forse…? Negli occhi un pensiero passa veloce, offuscandone l’acuto bagliore. Ma quel pensiero inafferrabile sembra già svanito, cancellato dalle dita abili, che sollevano lunghi contagocce per aggiungere fragranze a qualcosa di non ancora perfetto, di non ancora completo. Un odore nauseante invade l’aria, le sue labbra sorridono. Basta creare bellezza, basta creare profumi stucchevoli. Certo, è cio che i clienti desiderano, ma quel cuore cosa desidera invece? A cosa si abbandona, quando nella solitudine può giocare e sperimentare senza indugi? Una goccia di sangue sgorga dalla punta del dito affusolato, e tinge di rosso con indolenza il liquido oleoso nella provetta. Marcio. Putrefatto. Meraviglioso, come l’animo umano. Un’ombra di mughetto per mascherare l’impronta troppo balsamica che si solleva in ondate soffocanti. Quel profumo sarà un dono, e una maledizione. Ma in fondo questo sono gli esseri umani, non è così? Capaci di altissimi gesti, e di nefandezze indicibili. È quella l’essenza che vorrebbe catturare. Un profumo non è un orpello, un profumo è un’arma. E ciò che sta creando, sarà monito per Alessandra/Aiace
Alessandra/Aiace - L'Occhio di TigrePlayer: BB - Barbara TizzanoFactions: I Propilei, MarloweTeaser: Forse Alessandra/Aiace, L'Occhio di Tigre, ha sempre vissuto una vita in una bolla di bugie. Non ha nemmeno la sicurezza che quello che dice sia effettivamente vero. Ha mentito per troppo tempo, è all (...) di come una parola di troppo possa tramutarsi in una maledizione. Non è perfetto, non ancora. Un moto di stizza fa tremare il cristallo fra le sue mani salde. È così difficile distillare un’anima. Ma se c’è qualcuno che potrà mai riuscirci, è proprio chi abita in quella via, là dove il vento si sospinge curioso, per intrecciare senza posa il profumo di mille destini.
Albeggia. Una figura solitaria si desta, si incammina verso i campi.
Il sole sale, svetta alto nel cielo, ma l'uomo resta lì: chino sulla terra, mani callose affondate nella polvere, camicia incollata alla schiena dal sudore. Il calore cresce impietoso sulla terra di Itaca, eppure lui non sembra vacillare neanche per un istante.
Eirenaios Williams non è un uomo che si lascia sopraffare dalla fatica, anzi, sembra trovarvi conforto. C’è chi dice che, pur potendo permettersi una vita agiata grazie alle ricchezze della sua famiglia, lui preferisca la compagnia della terra alla freddezza dell’oro. Tra tutti i membri della famiglia, Eirenaios è quello che sembra più fedele alle radici da cui provengono: "La terra non dimentica chi la lavora, né il sudore che la bagna", ripete spesso... e chiunque lo conosca sa che non è un uomo che intende riempirsi la bocca di parole in cui non crede.
Il crepuscolo si avvicina. Il cielo si tinge di rosso, e il vento porta con sé l’odore del fieno tagliato... ma anche ora, Eirenaios non riposa. Anche quando la giornata volge al termine, allontanatosi dai campi, l'uomo ha ancora molto da fare.
Si chiude con un sorriso nel suo laboratorio, dove il Beverone Williams prende vita: un liquore forte e speziato, tramandato da generazioni, un segreto che si dice sia stato un dono degli Dei stessi. Alcuni giurano che porti fortuna, altri che sia solo una scusa per ubriacarsi.
Ma qualunque sia la verità, una cosa è certa: Eirenaios custodisce quella ricetta con più cura di quanto non custodisca il suo stesso cuore. Perché per quanto si ostini ad apparire positivo e gioviale, dietro ai suoi occhi si nasconde una malcelata tristezza, che sembra andar via solo nei momenti in cui aiuta i bisognosi, dona senza chiedere nulla in cambio, tende la mano dove può.
Cosa ti affligge, Eirenaios? Cosa attanaglia il tuo cuore? Qual è il peso che neppure la fatica del duro lavoro riesce a farti dimenticare?
Si dice che, se entri nel Saloon dei Benson al momento giusto, quando il whisky gli ha sciolto la lingua, ma non ancora spento il cervello, puoi sentirlo pronunciare parole capaci di cambiare il destino della città. Peccato che restino lì, intrappolate tra il fumo e le risate sgangherate degli ubriaconi.
Ma Thalis non è sempre stato così. La gente di Itaca lo ricorda diverso, un uomo che sapeva farsi ascoltare. Ora è come quel vecchio tavolo nell’angolo del Saloon: segnato da bicchieri, intagliato da coltelli distratti, consumato dal tempo. La superficie è logora, stanca. Ma sotto, il legno è ancora buono.
Anche il suo Saloon porta i segni dell’abbandono, l’ultima agorà per chi non aveva più voce, ora si regge solo grazie a @8, che contratta, paga e tiene insieme ciò che lui ha lasciato andare. Ma anche il legno più forte, se troppo sfruttato, finisce per spezzarsi. Perfino i loro figli, Nektarios
Nektarios - Il Tralcio di VitePlayer: Gabriele La TorreFactions: L'Acropoli di Itaca, BensonTeaser: Silenzio. Le senti? Cicale e grilli compongono un'ensamble tra i radi cespugli che circondano la Locanda Benson. Eppure anche loro tacciono quando sentono la sedia trascinata, i boccali poggiati sugli (...) e Myrtha
Myrtha - La MalapiantaPlayer: Ari - Arianna ZompìFactions: Il Simposio di Penelope, BensonTeaser: La povera, dolce, sventurata, disgraziata Myrtha. Viene chiamata "La malapianta". La buona a nulla dei Benson. Nata donna in una famiglia dalle idee molto tradizionali e cresciuta come se non contasse (...), hanno trovato un nuovo tavolo a cui sedersi, lontano dalle schegge del passato.
Lui dice che non gli importa. Ma c’è chi giura di averlo visto, certe notti, sfiorare quel vecchio tavolo con le dita, come a cercarne la resistenza. Forse, in un raro momento di lucidità, Thalis potrebbe capire che la verità è proprio lì, sotto la polvere e le cicatrici del tempo: puoi crederti finito, puoi lasciarti marcire, ma se hai ancora il coraggio di grattare via i segni del passato, scoprirai che il tuo cuore, come il legno, batte ancora.
Si alzarono risate sguaiate, grasse, cariche di disprezzo. Davvero qualcuno pensava di chiamare lo sceriffo? E cosa avrebbe mai potuto fare Egisto? Sgridarli? Minacciarli con un dito alzato? O, ancora meglio, sculacciarli come bambini troppo vivaci?
Le battute si rincorrevano, mentre qualcuno scuoteva la testa con divertimento. Egisto, un tutore della legge? Ma se era più mansueto di un cucciolo d’asino! Nessuno lo aveva mai visto sparare un colpo, nessuno poteva dire con certezza se avesse mai nemmeno impugnato una pistola con convinzione. E poi, a ben vedere, cos’era davvero Egisto? Uno straniero. Un Perez. Uno che aveva scalato la gerarchia di Itaca non per meriti suoi, ma solo perché aveva avuto la fortuna – o l’abilità – di conquistare il cuore di Egeria Marlowe. E qui le risate si fecero più rumorose, più velenose. Perché quella era la vera domanda: come diavolo aveva fatto un buono a nulla come lui a ingannare perfino una donna come Egeria
Egeria - L'Ametista d'OmbraPlayer: Vanessa - Vanessa IvesFactions: Il Simposio di Penelope, MarloweTeaser: La mente di Egeria non ha mai trovato pace. Non quando, da ragazzina, trascorreva le giornate sui libri, quando ancora i Marlowe si potevano permettere di mandare le loro figlie a scuola. Non ora che, (...)?
Si scambiarono sguardi complici, tra chi alzava il bicchiere e chi si abbandonava a una smorfia di scherno. Fatto sta che Egisto non era benvoluto da nessuno. I Marlowe lo tolleravano a stento, i Perez neppure si degnavano di rivolgergli uno sguardo. E quanto a lui… aveva la personalità di un coyote impagliato. Poteva davvero essere l’uomo giusto, nel momento giusto, se la città avesse avuto davvero bisogno di uno sceriffo capace?
La risposta la diede un altro, con un mezzo sorriso e un cenno teatrale: "Ehi, rimane pur sempre lo sceriffo! Un po’ di rispetto per il nostro caro sceriffo mangiatore di spade!"
Un’esplosione di risate, ancora più forti, ancora più sguaiate.
Qualcuno aggrottò la fronte. Mangiatore di spade? Da dove veniva quel nomignolo?
E la risposta arrivò con la leggerezza crudele di chi conosce bene la verità: perché Egisto era capace di ingoiare umiliazioni tanto affilate da uccidere un uomo. E lo faceva senza mai smettere di sorridere.
"Vedi quello, laggiù? Theone Williams. Sempre al tavolo con le carte in mano, come se il mondo intero fosse solo un’altra partita da vincere… e per lui lo è. E il bello è che vince quasi sempre." Un bicchiere viene sbattuto sul tavolo. "Quasi?" Risponde una voce.
"Non esiste uomo che vinca sempre. Nemmeno lui. Ma quando perde, sa come far sparire la sconfitta prima che qualcuno possa accorgersene. Guarda come li osserva, come se li avesse già battuti prima ancora che girino la prima carta. Theone è un uomo che ha fatto la sua strada con l’astuzia e la fortuna, mica con l’onestà. E ora è uno degli uomini più ricchi di Itaca… e non gli basta. Non gli basta mai." Uno sputo, lanciato con disprezzo, viene scagliato sul pavimento del saloon.
"Dicono che la vita, per lui, sia solo un altro gioco. Che le regole siano solo ostacoli per gli stupidi. Lui sa come piegarle, come infrangerle, e, quando serve, come convincere gli altri che non sono mai esistite." Sibila una voce, aspra. "Nemmeno in casa sua sembra ci sia spazio per altro che non sia il potere. Tra lui e la moglie, Climena Grant, nessun amore, nessun rispetto… un’unione di convenienza, vi dico! D’altronde, per Theone, una donna è solo un accessorio."
Un boato si alza dal fondo del saloon, persone arrabbiate che inveiscono contro gli Dei. Sul tavolo, davanti a Theone, quattro assi sorridono beffardi a chiunque li osservi... mentre il quinto se ne sta bello nascosto nella sua manica.
A Itaca tutti conoscono La Piastra d’Oro. Basta un’occhiata per capire da dove venga quel nome: capelli lucenti, sorriso sfacciato, una sicurezza che brilla più del sole di mezzogiorno.
Nessuno può tener testa a Nikandra/Nikandro
Nikandra/Nikandro - La Piastra d'OroPlayer: Massimiliano MontuschiFactions: L'Acropoli di Itaca, WilliamsTeaser: A Itaca tutti conoscono La Piastra d’Oro. Basta un’occhiata per capire da dove venga quel nome: capelli lucenti, sorriso sfacciato, una sicurezza che brilla più del sole di mezzogiorno. Nessuno può te (...) in sella a un cavallo. Nessuno impugna la pistola con la stessa eleganza con cui solleva un bicchiere. E nessuno, proprio nessuno, riesce a resistere quando decide che un'altra persona debba essere sua.
Dicono che ottiene sempre ciò che vuole. E se non può averlo, se lo prende.
Dicono che la sua ambizione sia sconfinata, ma se lo può permettere.
Perché la Pastra d'Oro vince sempre. Perché la Piastra d'Oro domina tutti e tutto.
Ma c’è una storia che nessuno osa raccontare. Una di quelle storie che ci si lascia alle spalle senza mai chiedersi davvero il perché.
Quando erano piccoli giocava spesso con un altro ragazzo. Toro
Toro - La Pirite CubicaPlayer: Agnese - Agnese PagliaraniFactions: I Peoni, MarloweTeaser: Il sole picchia sulle pietre e sulla pelle arrossata mentre Toro, la schiena china, lavora nei campi.Ogni passo, ogni colpo di zappa, ogni goccia di sudore sulla fronte, una melodia che suona nel cuor (...), dei Marlowe. Pieni di energia, sempre pronti a sfidarsi, a rotolarsi nella polvere, a vedere chi fosse più veloce, più forte, più scaltro. Un giorno, però, i genitori hanno proibito loro di vedersi. Senza spiegazioni, senza discussioni. Il gioco era finito. Toro non era più un amico, non era più nessuno.
Forse aveva combinato qualche guaio. O forse, ed era la spiegazione più semplice, Toro era solo un peone. E i peoni sono fatti per restare al loro posto.
Qualcuno mormora che ci fosse del mistero dietro, ma anche che, se la verità venisse a galla, qualcosa si incrinerebbe. Che non è così forte come vuole far credere, che la sua sicurezza non è altro che una piastra d’oro sottile, fragile, facile da graffiare.
Ma non sa nulla. E finché non sa, continuerà a brillare.
Quel vecchio spilorcio di Ebenes! Ma guarda se, in un emporio rispettabile, tocca assistere alla scena di qualcuno che chiede lo sconto sul pane. Sul pane, capite? Non su gioielli o cavalli: sul pane. Non ha un briciolo di dignità, quel taccagno incartapecorito.
Fosse per lui, camperebbe con mezza pagnotta a settimana e sarebbe pure pronto a predicare che chi mangia di più è solo un ricco sprecone. Come se lui non lo fosse! Perché, diciamolo: Ebenes Grant è ricco da far vomitare. Probabilmente potrebbe comprarsi Itaca intera, case, campi e perfino il campanile... ma se gli chiedi in prestito un dollaro, ti risponde che non può, che vorrebbe tanto, che sta passando un brutto momento… tutte le solite menzogne ben confezionate, da vero spilorcio.
Lo si vede spesso, il vecchio, con quello sguardo altezzoso, come se si fosse dimenticato che un tempo, quando i Fox regnavano su Itaca, i Grant non erano altro che vaccari da retrovia, sudati e ignorati. Ora, con la fortuna che s'è messo in tasca, vive di rendita ma continua ad atteggiarsi a poveraccio. E ha pure il coraggio di dire che i Fox avrebbero dovuto essere più generosi con gli itacesi. Proprio lui!
Va detto, però: Ebenes è sempre stato coerente. Per lui, i cavalli non valgono nulla: troppi costi, troppa lentezza. Il petrolio, invece, quello sì che rende. Le tradizioni? Non servono a nulla. Gli accordi commerciali con le aziende dell’entroterra, quelli sì che costruiscono un impero. Sa sempre dove mettere il piede. Avido, ossessivo, calcolatore, Ebenes non spende un dollaro se non ha già visto il modo di farne dieci.
Se Itaca deve rinascere, secondo lui non sarà grazie al sudore sulla fronte, ma al suono delle monete in un saccoccio.
E se non fosse per l’attaccamento quasi morboso che mostra verso Telemaco
Telemaco - Il PalafrenoPlayer: Enrico MainettiFactions: L'Acropoli di Itaca, GrantTeaser: Cosa fa di un uomo un uomo?Le ombre dei padri ricadono sempre su di noi, come un peso inevitabile e ponderoso e pochi sono coloro che riescono a emergerne vittoriosi. E l'ombra di un uomo come il Gene (...), ci si potrebbe tranquillamente convincere che ha venduto anche il cuore, pur di far soldi. E poi non è manco il suo vero nipote: è solo il cugino minore di Ulisse (che gli Dei lo tengano nel palmo!), eppure sembra l’unico per cui provi davvero qualcosa. Su di lui punta tutto.
Meno male che Penelope ha avuto la furbizia di tenerselo stretto, quel vecchio rospo dorato. E guardatelo un po’ come si muove: potrebbe ancora lavorare, quel ronzino spelacchiato, ma vive alle spalle di una donna. E poi è sempre lì a puntare il dito, a dire che i fannulloni sono gli altri.
Puah!
Silenzio. Le senti? Cicale e grilli compongono un'ensamble tra i radi cespugli che circondano la Locanda Benson. Eppure anche loro tacciono quando sentono la sedia trascinata, i boccali poggiati sugli usurati tavolacci di legno. Nektarios spara il suo colpo di 9 mm preferito: "Non posso scegliere dove sono nato, ma posso scegliere chi voglio diventare."
Ed è di nuovo schiamazzi, tintinnii, frinire di insetti.
Itaca è rimasta col fiato sospeso un solo istante ad ascoltare il giovane ereditiero dei Benson, ma è bastato a far vibrare i cuori di una mezza dozzina di ragazze. E come dar loro torto? Il ragazzo ha già tutto, ma non lo vuole. Bazzica giorno e sera in una locanda che è sua, ma da cui si guarda bene dal prendere le redini. Quando non è intento ad essere sogno di molte mogli ed incubo dei loro mariti, quando l'alcol non trasforma il suo dolore in sfrontatezza e malinconica protervia lo si può vedere lì, al bancone, a leggere lettere, a contemplare disegni. Vecchi e nuovi. Di amanti e nemici. Le aspettative del padre, il timore della madre. Conserva tutto in quella scatola, mai troppo lontana da un manganello nodoso. E tra quei fogli ha iniziato a tracciare linee e nessi. Storie nuove, storie diverse da quella che è stata confezionata per lui. Un vestito nuovo. Si dice che Nektarios sappia più di quanto faccia trasparire, e tra una smargiassata e l'altra la sera spacci spesso semplice acqua per spirito, si mostri ubriaco per sedere ai tavoli dei chiacchieroni. E ascoltare, e tracciare nuove linee. Nella speranza che così facendo la sua torni ad incrociarsi, presto o tardi, con quella della sorella Myrtha
Myrtha - La MalapiantaPlayer: Ari - Arianna ZompìFactions: Il Simposio di Penelope, BensonTeaser: La povera, dolce, sventurata, disgraziata Myrtha. Viene chiamata "La malapianta". La buona a nulla dei Benson. Nata donna in una famiglia dalle idee molto tradizionali e cresciuta come se non contasse (...). E nel frattempo quel vestito fatto di storie e sogni è quasi finito, il vestito del futuro patriarca Benson: lo indosserà il locandiere, il donnaiolo o qualcosa di ancora diverso?
“Niente può riscrivere o cancellare l’amore di una madre verso i propri figli. Per quanto poco o tanto tempo possano essere stati nel cuore, non ne usciranno mai più”
Se si volesse creare l’immagine dell’archetipo di figlia, moglie, e madre perfetta, sarebbe Asteria a farne da protagonista! Da quando è nata, è sempre stata considerata l’orgoglio della famiglia, la studiosa e intelligente guida che avrebbe risollevato le loro sorti economiche e sociali.
Un’immagine di perfezione cresciuta con lei, che gli ha inorgogliti ancor di più con il matrimonio con uno dei maggiori possidenti della città, Pedro Williams. Unione perfetta e benedetta dalla nascita dell’erede più degno in cui entrambe le famiglie potessero sperare, Nikandra/Nikandro
Nikandra/Nikandro - La Piastra d'OroPlayer: Massimiliano MontuschiFactions: L'Acropoli di Itaca, WilliamsTeaser: A Itaca tutti conoscono La Piastra d’Oro. Basta un’occhiata per capire da dove venga quel nome: capelli lucenti, sorriso sfacciato, una sicurezza che brilla più del sole di mezzogiorno. Nessuno può te (...) Nikandro/Nikandra.
Un' immagine di perfezione che lei supporta egregiamente: nessuno l'ha mai vista scomporsi, piangere, dire qualcosa di sciocco. Impeccabile, ben pettinata, ben vestita, a busto rigido e sempre sorridente. Inoltre è sempre stata considerata quella intelligente, sveglia, gentile, acuta. Non ci si potrebbe aspettare altro da lei se non l'eccellenza di una donna e moglie dabbene.
Ma l’immagine della sua perfezione è una luce che si staglia sulle ombre che la sovrastano: si dice che, prima di Nikandro, lei e Pedro avessero avuto un altro figlio, morto in culla poco dopo il parto, la cui dipartita l’avrebbe portata a cercare conforto in opere di bene verso i più deboli, i poveri, i senza diritto: i peoni. Beh, pare che la cosa, però, non sarebbe stata vista affatto bene da Pedro, che più volte l’avrebbe redarguita in merito.
Ma Pedro è partito per la guerra. E quelle, a detta dei Williams e di Asteria, sono solo voci...
Quando Alcone
Alcone - L'Infallibile PistoleroPlayer: Pao - Pao TigrinoFactions: L'Acropoli di Itaca, PerezTeaser: Quando Alcone cammina per le strade di Itaca, lo fa con le spalle rivolte verso il basso, la folta barba coperta dalla sua bandana rossa e il cappello a tesa larga sempre chino sul viso. Se lo cala mo (...) cammina per le strade di Itaca, lo fa con le spalle rivolte verso il basso, la folta barba coperta dalla sua bandana rossa e il cappello a tesa larga sempre chino sul viso. Se lo cala molto spesso per nascondere un'orrenda cicatrice la cui storia è un mistero perfino agli stessi Perez, la sua famiglia. Cammina con fare lento e misurato, come se portasse sulle spalle l'enorme peso del mondo. Lo puoi vedere all'ombra degli ulivi di Itaca, con la sigaretta in mezzo alle labbra e lo sguardo rivolto verso i campi arati. Fuma in silenzio e, a tratti, sospira. Se ti avvicini e gli chiedi cosa gli frulla nel cervello, si alza e se ne va. Non è mai stato un uomo di troppe parole.
Alcone
Alcone - L'Infallibile PistoleroPlayer: Pao - Pao TigrinoFactions: L'Acropoli di Itaca, PerezTeaser: Quando Alcone cammina per le strade di Itaca, lo fa con le spalle rivolte verso il basso, la folta barba coperta dalla sua bandana rossa e il cappello a tesa larga sempre chino sul viso. Se lo cala mo (...) è considerato una figura di riferimento per i Perez: è quello che ce l'ha fatta. Lui è lo xeinos dell'Acropoli. Il pistolero dalla mira infallibile. Il salvatore dell'allora piccolo Telemaco
Telemaco - Il PalafrenoPlayer: Enrico MainettiFactions: L'Acropoli di Itaca, GrantTeaser: Cosa fa di un uomo un uomo?Le ombre dei padri ricadono sempre su di noi, come un peso inevitabile e ponderoso e pochi sono coloro che riescono a emergerne vittoriosi. E l'ombra di un uomo come il Gene (...) . Accadde poco meno di un ventennio fa, quando il piccolo Grant volle imitare le gesta del padre andando a caccia di un cinghiale, da solo nel bosco. Tutti ad Itaca si ricordano ancora di quel giorno: Alcone che stava fumando nel bosco, sente le urla del piccolo, corre come un pazzo tra alberi e rovi. E poi uno sparo! Un solo colpo, con la sua Colt. Un tonfo di quelli talmente forti che ha fatto volare via una dozzina di uccelli starnazzanti. Tutti ancora ricordano Alcone
Alcone - L'Infallibile PistoleroPlayer: Pao - Pao TigrinoFactions: L'Acropoli di Itaca, PerezTeaser: Quando Alcone cammina per le strade di Itaca, lo fa con le spalle rivolte verso il basso, la folta barba coperta dalla sua bandana rossa e il cappello a tesa larga sempre chino sul viso. Se lo cala mo (...) ritornare alle porte di Itaca con quei movimenti lenti e misurati, il cappello calato sul viso e il pastrano sporco di sangue non suo. E il piccolo Telemaco
Telemaco - Il PalafrenoPlayer: Enrico MainettiFactions: L'Acropoli di Itaca, GrantTeaser: Cosa fa di un uomo un uomo?Le ombre dei padri ricadono sempre su di noi, come un peso inevitabile e ponderoso e pochi sono coloro che riescono a emergerne vittoriosi. E l'ombra di un uomo come il Gene (...) in braccio, aggrappato al suo collo, che piangeva impaurito. E che stava bene.
Da allora Alcone
Alcone - L'Infallibile PistoleroPlayer: Pao - Pao TigrinoFactions: L'Acropoli di Itaca, PerezTeaser: Quando Alcone cammina per le strade di Itaca, lo fa con le spalle rivolte verso il basso, la folta barba coperta dalla sua bandana rossa e il cappello a tesa larga sempre chino sul viso. Se lo cala mo (...) entrò nella vita di Telemaco
Telemaco - Il PalafrenoPlayer: Enrico MainettiFactions: L'Acropoli di Itaca, GrantTeaser: Cosa fa di un uomo un uomo?Le ombre dei padri ricadono sempre su di noi, come un peso inevitabile e ponderoso e pochi sono coloro che riescono a emergerne vittoriosi. E l'ombra di un uomo come il Gene (...). Entrò nelle grazie della sua famiglia. Entrò nell'Acropoli su sua insistenza. Forse il giovane Palafreno vede in lui il padre che non ha vissuto, perché lontano in guerra. Alcone, per Telemaco, prova un senso di profonda protezione. E non solo per lui.
Nonostante ciò, nonostante la sua posizione, conosce molto bene il suo posto nel mondo: un Perez resta sempre uno xeinos, uno straniero. Sarà questo il peso sulle spalle che lo porta a sospirare ogni mattina, o ci sarà dell'altro? Ci sarà mai per lui un posto che possa davvero chiamare casa?
Balla, Nina, e balla, Nina!
Tra i veli leggeri e le ombre del Simposio, tra i sussurri delle ancelle e i segreti della notte.
Balla con le parole dolci che curano, con quelle taglienti che sanno ferire.
Balla, Nina, e balla, Nina!
Perché tutti la vogliono accanto, perché tutti la vogliono amica,
perché Itaca senza Nina sarebbe muta, un palazzo senza colonne, un regno senza regina.
Balla, Nina, e balla, Nina!
tra le stanze del Sindaco, tra le dita di Penelope che si stringono nel dubbio.
Lei parla, Nina ascolta. Lei tace, Nina capisce. Lei chiede, Nina decide.
Perché quando Penelope ha bisogno di una guida, è a Nina che guarda.
Balla, Nina, e balla, Nina!
Che la tua voce è miele e veleno, che il tuo nome è sulle labbra di chi spera e di chi trema.
Se sei amica, proteggi. Se sei nemica, rovini. Sei l’Ancella che ogni donna vorrebbe avere accanto, sei la consigliera che ogni uomo teme. Non c’è trama a Itaca che non abbia sfiorato le tue mani.
Balla, Nina, e balla, Nina!
Che la gente t’ama, che la gente t’osserva, che Itaca aspetta la tua parola per sapere dove il vento soffierà domani.
Balla, Nina, e balla, Nina!
Cosa c'è di più pericoloso di una donna ferita, illusa e abbandonata? Una donna ferita, illusa, abbandonata e che ha imparato come farsi strada nel mondo.
Arianna ama passare inosservata. Col suo viso pulito e i modi accomodanti, forte di quella sua bellezza che non ha bisogno di essere ostentata e di una mente che pensa più velocemente di quanto voglia dare a vedere. Sembra che sia nata per farsi amare e rispettare. Sa a chi sorridere, a chi lasciare una carezza sulla guancia e chi ignorare; conosce l'importanza di una lusinga, il peso delle parole e l'arte di utilizzarle per ottenere ciò che desidera.
Se qualcuno, a Itaca, decide di fare una pazzia ci si deve chiedere se sia per propria volontà o perché una voce suadente gliel'ha sussurrato all'orecchio. Perché c'è chi è nato per occupare posizioni scomode, chi per spezzarsi la schiena sui campi e chi per rischiare la vita sul campo di battaglia; Arianna, invece, sa che il suo posto è una comoda poltrona su cui sedersi, conversare amabilmente e fingersi assertiva, se necessario. Può farti fare cose che non ha nemmeno avuto bisogno di chiedere e la cosa assurda è che tu non te ne accorgi nemmeno.
Di una cosa, però, si accorgerebbe anche il più stupido degli idioti: l'odio e il disprezzo che riversa addosso a Teseo
Teseo - L'Avvoltoio RealePlayer: Feo - Federico ValsecchiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, FoxTeaser: “Eccolo là, lo stronzo che ha spezzato il cuore di Arianna… Dei, non ci posso credere, guarda come cammina, come si atteggia! Sempre con quell’aria da ‘io so tutto, io sono l’eroe, io agisco per il be (...) ogni volta che incrocia il suo sguardo. Lui, che l'ha sedotta e poi abbandonata come se fosse un oggetto, che ora cammina per le strade della città con le spalle dritte e il mento sollevato.L'ha capito a sue spese, Arianna, che la vita può lasciare cicatrici sul cuore. E allora che siano gli altri a farsi ferire dalla realtà; a lei non interessano meriti e riconoscimenti. Lei adora muovere i fili e tessere nuovi, interessanti intrecci.
In fondo cosa c'è di meglio che gustarsi la vendetta senza nemmeno sporcarsi le mani?
“Oh, certo, Climena è sempre così generosa. Sempre a raccogliere fondi per i bisognosi, sempre a organizzare eventi di beneficenza… Ma quei soldi, poi, finiscono davvero nelle mani giuste?”
“Eh, chi lo sa? Di sicuro si dà un gran da fare, la nostra cara dama di carità. Sempre indaffarata, sempre con un sorriso sulle labbra, sempre pronta a offrire un tè che sa più d’acqua che di foglie. Ma d’altronde, è una Grant… non può certo farsi vedere con le mani vuote.”
“E pensare al povero Theone Williams… Che destino il suo, sposato con una gallina che passa più tempo tra stoffe e comitati che con lui. Lui, dicono, vorrebbe tanto un figlio.”
“E lei niente, mai rimasta incinta. Strano per una Grant, no?”
“Magari è sterile.”
“Magari non ci prova neanche.”
Ridacchiano dietro ai bordi delle tazze, stringono le labbra come se stessero per assaggiare un segreto troppo caldo. Poi, il fruscio leggero delle gonne annuncia il ritorno di Climena.
“Oh, vi ho lasciate sole un istante e siete già in gran conversazione! Stavate forse parlando di me?”
Nessuna risponde, ma qualcuna abbassa lo sguardo sulla tazza. Climena sorride, sistema un ricciolo con aria distratta e versa il tè con la solita grazia leggera.
Forse è solo sciocca.
O forse, mentre fingeva di sistemarsi i capelli, ha ascoltato ogni singola parola.
"Il mio bambino tornerà. Sì, tornerà. È vivo, lo sento. Tornerà."
Così Euriclea chiama il "suo" Ulisse, allevato come se fosse stato davvero suo figlio. Nel Simposio di Penelope, Euriclea Jefferson siede nell'angolo più nascosto della stanza, con la compostezza di chi conosce il proprio posto nel mondo. La Vecchia Cannella, così viene chiamata dai bambini, è una vecchia peona senza figli a cui è stata concessa la libertà proprio da Laerte Grant, alla nascita di suo figlio Ulisse. Divenne la sua nutrice e crebbe il ragazzo come un figlio. Quando nacque Telemaco, fu sempre lei a occuparsene, vegliando sulla dinastia dei Grant con dedizione incrollabile.
Ma il suo cuore non ha mai lasciato Ulisse. L’ha visto crescere, combattere, partire, soffrire. Gli ha medicato il ginocchio quando si è ferito durante una battuta di caccia al cinghiale. Ha pettinato la sua futura moglie, Penelope, il giorno delle nozze. Ha allevato il loro figlio, Telemaco
Telemaco - Il PalafrenoPlayer: Enrico MainettiFactions: L'Acropoli di Itaca, GrantTeaser: Cosa fa di un uomo un uomo?Le ombre dei padri ricadono sempre su di noi, come un peso inevitabile e ponderoso e pochi sono coloro che riescono a emergerne vittoriosi. E l'ombra di un uomo come il Gene (...). E ora Euriclea attende paziente il ritorno del Sindaco. Attende che il suo bambino torni sano e salvo, certa che solo lui possa rimettere Itaca in ordine.
Dolce d'animo, gentile e materna. Come la cannella nei dolci, che li rende ancora più gustosi. Ma Euriclea è anche una donna dei suoi tempi. Conservatrice fino al midollo, non crede che una donna possa governare. Le donne hanno il loro compito: prendersi cura della casa, del marito, magari dare alla luce i futuri sindaci di Itaca. E Penelope, per quanto nobile d'animo, non fa eccezione.
Quando Ulisse tornerà (perchè tornerà, lo sente) lo aiuterà con ogni mezzo. Nessun altro deve fargli del male, il suo bambino ha già patito abbastanza. Euriclea farà in modo che tutto torni al suo posto. E lei sa bene qual è il posto di ognuno.
Calipso scioglieva quei nodi, pettinando i capelli della sua Signora, Penelope. Ogni nodo era una promessa che faceva a se stessa, un impegno che non avrebbe dimenticato. Uno strattone di troppo, un lieve lamento da parte di Penelope, ma Calipso sorrideva in silenzio. I capelli di quella donna erano lo specchio della sua miserabile esistenza: arruffati, spenti, fragili. Nulla a che vedere con la propria chioma, forte e indomabile come le radici delle salde mangrovie. La sua era la criniera di una regina, maestosa e incontrastabile.
Penelope nemmeno se ne accorgeva, quando Calipso le strappava di proposito qualche capello. Troppo persa nei suoi pensieri, troppo distratta da questioni che per lei sembravano contare più del proprio aspetto. Indegna, ignobile, non prestava attenzione alla propria figura. D’altronde, per aver donato un gioiello come Calipso a quel plebeo di Eirenaios
Eirenaios - La Sudata GhineaPlayer: Alessandro TerzoFactions: L'Acropoli di Itaca, WilliamsTeaser: Albeggia. Una figura solitaria si desta, si incammina verso i campi.Il sole sale, svetta alto nel cielo, ma l'uomo resta lì: chino sulla terra, mani callose affondate nella polvere, camicia incollata (...), doveva averci riflettuto ben poco. E questo non faceva che confermare quanto poco acume le avessero concesso gli Dei.
Calipso avrebbe potuto contare sulla punta delle dita molte altre persone – lei per prima – che avrebbero occupato quel seggio sindacale con più bellezza, con più valore. Per questo offriva sempre a Penelope ciò che le serviva per continuare a scrivere le memorie del compianto Laerte. Poiché il posto di Penelope era fra le pagine ammuffite, e il suo destino era quello di marcire sola. Per questo le sorrideva con affabilità, perché sapeva che agli stolti un sorriso non si nega mai.
E per questo, ogni giorno, spolverava con particolare cura la foto dell’amato Ulisse, e supportava Penelope nella speranza del suo imminente ritorno. Perché Calipso sapeva che i fili del Destino erano ingarbugliati, ma il suo era saldo tra le proprie mani, più brillante di tutti gli altri.
Osserva il suo sguardo, guarda i suoi modi fieri e autentici: non li trovi travolgenti? Quel sorriso spudorato e dolcissimo fa battere i cuori di molti, e sono convinta che, cercando accuratamente, potresti ritrovarlo descritto nei poemi che parlano di indomiti eroismi. Si dice che la persona che noi soprannominiamo "Cantastorie di Itaca" stia aiutando la Signora Grant a trovare la giusta intensità per redigere le memorie di Laerte Grant, e non riesco a pensare a nessun’altro di migliore per un simile compito. Per questo puoi vedere la sua figura aggirarsi spavalda in ogni occasione mondana, perché, come afferma spesso: “Il favore degli Dei ci ha permesso di far parte di questa storia, e io, con lo stesso favore, scriverò di ognuno di voi”.
Oh, hai visto come Orestia/Oreste
Orestia/Oreste - L'Arco InfallibilePlayer: Marzio SalviFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Hai mai sentito odore di zolfo passando vicino all'Officina di Orestia/Oreste, l'Arco Infallibile? È uno di quei momenti in cui faresti bene a girare alla larga dal carrozzone della Banda, perché sign (...) segue sempre con lo sguardo ogni sua mossa? Sembra voglia farne il suo pasto! Ma ciò che ammiro maggiormente, è quel modo indomito di approcciarsi alla vita. Non serve avere nessuno al proprio fianco, quando si è mossi da un simile fuoco! A quel punto, tutti gli altri attorno diventano necessari, ma non fondamentali, e questo fa sì che la sua voce sia sempre cristallina, e le sue parole ardenti. Quando arriva, sembra illuminare le stanze più buie con la sua semplice presenza. Ma ciò che mi stupisce sempre più, è come sembri sempre sopra ogni cosa giusta o sbagliata: a tal punto crede nelle proprie capacità, da sembrare intoccabile, nessuna beffa del destino pare aver potere sulle sue azioni! Il suo passo è sicuro e leggero.
Che dici? Mi sto innamorando? Ma dai, che sciocchezza: la mia è solo sincera ammirazione.
“Ehi, giovane! Ti trovo sempre con quel naso ficcato nei tuoi maledetti libri, come se un mucchio d’inchiostro potesse ferrarti più di un buon cavallo o di un fucile ben oliato. Mentre gli altri si guadagnano da vivere col sudore della fronte, tu te ne stai chiuso in quell’officina a giocare coi tuoi congegni, guadagnandoti a malapena il pane.”
Una grassa risata riempie l’aria.
“Tuo padre. Ebenes
Ebenes - Il RonzinoPlayer: Fabrizio MeleFactions: L'Acropoli di Itaca, GrantTeaser: Quel vecchio spilorcio di Ebenes! Ma guarda se, in un emporio rispettabile, tocca assistere alla scena di qualcuno che chiede lo sconto sul pane. Sul pane, capite? Non su gioielli o cavalli: sul pane. (...)… lui si che è più duro di una steppa senz’acqua! Ho sentito come ha minacciato più volte di tagliarti fuori, e sai che non scherza. Lui vuole una prole che sappia badare a se stessa, non una che passi le notti a scarabocchiare strani marchingegni come se la scienza potesse dargli da mangiare! Ma tu niente, niente! Sempre con la testa fra gli ingranaggi e gli esperimenti, come se il mondo fosse un dannato problema da risolvere.”
Una forte pacca sulla spalla riecheggia nel silenzio.
“E sia al Simposio che al Saloon, invece di fare il normale come tutti gli altri, fai la tua solita parte: il libro parlante. Uno dice una cosa, e tu subito a tirar fuori storie, leggi, teorie… roba che la metà della gente manco capisce. Ma se almeno tutta 'sta conoscenza ti portasse un soldo, tuo padre forse la smetterebbe di sbraitare. Ah, giovane… prima o poi dovrai deciderti. O metti il cervello al servizio di qualcosa che renda, o finirai a vivere di aria e sogni. E quelli, mi spiace dirlo, non ti riempiranno mai la pancia.”
Mentre la notte avvolge Itaca con il suo manto stellato, disturbato solo dai pochi lumi tremolanti nelle strade polverose, dall’alto della collina, Celèno Williams osserva la città stendersi sotto di lei, un ammasso di case, ambizioni e fallimenti. Il vento notturno le solleva il bordo del soprabito, ma il freddo non la sfiora. Lì sotto, alcuni si spezzano la schiena per costruirsi un futuro, mentre altri annegano nella loro stessa miseria, aspettando che qualcuno li salvi. La sua espressione disgustata è palese: li disprezza. Non c’è spazio per i deboli in questo mondo. Chi non si rialza, chi si lascia schiacciare… non si merita nulla, nemmeno l’aria che respira. Ma chi lotta, chi è disposto a sacrificare tutto pur di emergere, otterrà cento, mille volte quanto investito, e sarà tra i pochi a meritare il suo rispetto.
Stringe le mani dietro la schiena e fissa l’orizzonte, oltre la città addormentata. I primi raggi del sole iniziano a rischiarare il cielo, e il vento si agita, fresco e frizzante. Celèno arriccia il naso, si bagna un polpastrello con la saliva e lo alza dinanzi a sé. L'aria di Itaca all'alba offre sempre consiglio, ma questa mattina porta anche con sé profumo di cambiamento, l'odore di opportunità ancora inesplorate. E Celèno non si lascia sfuggire occasioni. Conosce il valore di ogni grammo di minerale estratto, di ogni contratto firmato con le sue dita sottili, ma inesorabili. La vita è una porta spalancata verso la grandezza che solo lei ha il coraggio di immaginare, e in questo momento lo percepisce chiaramente: qualcosa di grande sta per accadere. Tutto sta per cambiare, e sta a lei assicurarsi il seggio migliore per poter sfruttare la situazione al meglio. La città dorme ancora sotto di lei, ignara di ciò che presto accadrà. Ma Celèno no. Lei non dorme mai.
La mente di Egeria non ha mai trovato pace. Non quando, da ragazzina, trascorreva le giornate sui libri, quando ancora i Marlowe si potevano permettere di mandare le loro figlie a scuola. Non ora che, forte del suo sapere, degli insegnamenti che ha ricevuto e di un'intelligenza che in troppi sottovalutano è riuscita a guadagnare la fiducia delle persone che contano e, dentro Itaca, prendono le decisioni importanti.
Ha occhi attenti, lingua affilata e la determinazione di chi non ha bisogno di farsi insegnare nulla. Ascolta, valuta, soppesa e poi demolisce. Non è il tipo che crede a quello che sente, anzi; è più quella che cerca prove, raccoglie informazioni e poi sceglie attentamente quali condividere e quali tenersi per sé, magari per usarle per un tornaconto personale.
E ha la testa dura, lei, di quelle che se decide di fare una cosa nessuno la può fermare e se si fissa su una questione non si dà pace finché non arriva in fondo.
Come quella storia della sfortuna dei Williams. Continua a ripetere che secondo lei c'è qualcos'altro sotto; qualcosa che non riguarda la sorte, ma le persone di Itaca, quelle che ogni giorno si incontrano per strada e si salutano, quelle che si conoscono da sempre ma poi nascondono chissà quali segreti.
Che poi, parlando di segreti, prima o poi qualcuno glielo chiederà a quell'allocco dello Sceriffo, Egisto
Egisto - Il Mangiatore di SpadePlayer: Gheb - Gabriele MastromatteoFactions: L'Acropoli di Itaca, PerezTeaser: Si alzarono risate sguaiate, grasse, cariche di disprezzo. Davvero qualcuno pensava di chiamare lo sceriffo? E cosa avrebbe mai potuto fare Egisto? Sgridarli? Minacciarli con un dito alzato? O, ancora (...), come ha fatto a conquistare una donna così.
La povera, dolce, sventurata, disgraziata Myrtha. Viene chiamata "La malapianta". La buona a nulla dei Benson. Nata donna in una famiglia dalle idee molto tradizionali e cresciuta come se non contasse nulla, come se da lei non ci si potesse aspettare nulla di buono. Eppure Myrtha sa quanto potrebbe fare per se stessa, per l'ingrata famiglia e per tutta Itaca, se solo ne avesse la possibilità e i mezzi per procedere.
Myrtha si svegliava di buon ora, rassettava la casa, preparava la colazione per sua famiglia. Poi indossava qualche suo vestito rammendato alla buona, un grembiulino sudicio e andava a lavorare nel Saloon. E, sempre nel Saloon, Myrtha lavava, rigovernava, preparava i pasti, puliva il vomito di chi aveva alzato troppo il gomito dal pavimento, lavava le tovaglie fino a renderle immacolate, comprava il pane, serviva ai tavoli, riempiva fusti di birra, guidava le donne dietro il bancone quando partiva qualche rissa, convinceva i suoi ospiti a non sparare sul pianista... il tutto con grande senso del dovere, con incredibile dovizia.
Ma i suoi genitori, Thalis
Thalis - L'AmpelografoPlayer: IlPedu - Alberto PedullàFactions: L'Acropoli di Itaca, BensonTeaser: Si dice che, se entri nel Saloon dei Benson al momento giusto, quando il whisky gli ha sciolto la lingua, ma non ancora spento il cervello, puoi sentirlo pronunciare parole capaci di cambiare il desti (...) e @8, i proprietari del Saloon, non erano mai contenti di lei. Myrtha puliva il pavimento troppo frettolosamente, non rimuoveva tutte le macchie dalla tovaglia, faceva cadere la birra dai boccali. Lei è la figlia "guasta", quella imperfetta. Non come Nektarios
Nektarios - Il Tralcio di VitePlayer: Gabriele La TorreFactions: L'Acropoli di Itaca, BensonTeaser: Silenzio. Le senti? Cicale e grilli compongono un'ensamble tra i radi cespugli che circondano la Locanda Benson. Eppure anche loro tacciono quando sentono la sedia trascinata, i boccali poggiati sugli (...), nato uomo, primogenito e benedetto dagli Dei per bellezza e acume. Un giorno, la Malapianta disse "basta" e, da sguattera dei Benson, divenne la serva di Penelope Grant. Forse il Sindaco reggente vide nei suoi occhi un'ambizione come poche? Comunque, oggi Myrtha si sveglia all'alba, rassetta la sua stanza, sistema la camera della signora Grant, prepara la colazione per tutto il Simposio e dopo va a lavorare nell'odiato Saloon di famiglia. Con un piccolo solletico nell'anima: finito il suo turno lavorativo, torna agli alloggi della gentile signora Penny Grant. Un posto che ora chiama "casa" e che non ha nessuna intenzione di perdere per un matrimonio sbagliato della signora Grant con un idiota qualsiasi. E quella casa Myrtha farà di tutto per tenersela stretta.
E dire che 'Aracne' un tempo era come dire 'bellezza'. Guardatela adesso, avvolta nelle sue stoffe come fossero cenci, reclusa nell'Atelier che le fa da castello e prigione. Infelice, folle, Aracne, è troppo tempo che non si fa vedere a partecipare alla scrittura dell’Ithàrion, il libro di Laerte, troppi spilli crudeli ha puntato alle amiche che hanno provato a farla uscire di lì, a riflettere, a respirare la vita altrui come prima, quando i vestiti che tesseva erano come ritratti, panoplie straordinarie e sgargianti, capaci di valorizzare chiunque, di rendere manifesto il bello che ciascuno aveva dentro, con sete pregiate e accessori eleganti. Il colore perfetto, la forma adeguata. Le vite dei clienti erano per Aracne fusi e rocchetti, le loro esperienze filati, l'ambizione animava la spola, i loro sogni come una grande tela. E chi usciva dall'Atelier era davvero magnifico, letto nel suo intimo come mai prima, mai stato così sicuro di sé. E mai più Aracne stupirà Itaca con le sue creazioni. Sbava, perfino, come se filasse dalla bocca, o delira, altre volte, come se fosse finita a leggere nelle anime degli Dei stessi, e non avesse retto la mole dei loro capricci, delle loro lunghe ere di macchinazioni. E a chi osa disturbare la Sovrana di Seta, chi osa scostare le matasse che celano la raggiante artista di un tempo, guai! Aracne non ha perso il dono di scrutare nelle vite dei cittadini di Itaca, ma le sue tele sono disperate, le sue letture crudeli: sventurati sudari informi, tessuti di un solo colore.
Dicono che Telegono sia lento.
Non nel corpo eh, quello si muove con una grazia che sembra involontaria, ma nella testa, dicono. Che ci metta troppo a rispondere, che le sue parole arrivino sempre un po’ in ritardo, come se dovesse prima trovarle, metterle in fila, controllarle una per una prima di lasciarle uscire. Lo vedono camminare da solo, con gli occhi fissi su qualcosa che nessun altro nota, le mani che seguono il bordo di un mobile, la trama di un tessuto, il profilo di una moneta. Lo vedono fermarsi a osservare il vento che muove le foglie, a contare le piastrelle sotto i piedi. Lo vedono, e scuotono la testa.
Dicono che Telegono sia lento, c’è chi dice che lo faccia.
E per cosa? Per passare da scemo?
No, per passare inosservato. Per non far paura a Telemaco
Telemaco - Il PalafrenoPlayer: Enrico MainettiFactions: L'Acropoli di Itaca, GrantTeaser: Cosa fa di un uomo un uomo?Le ombre dei padri ricadono sempre su di noi, come un peso inevitabile e ponderoso e pochi sono coloro che riescono a emergerne vittoriosi. E l'ombra di un uomo come il Gene (...). Perché se volesse, oh, se volesse…
Perché è un Grant anche lui, alla fine. Figlio di Ulisse, nato chissà dove, da chissà chi. Ma Penelope lo ha voluto nella famiglia, come un atto di carità o, forse, per tenerlo d’occhio.
Eppure, vuole bene a Telemaco
Telemaco - Il PalafrenoPlayer: Enrico MainettiFactions: L'Acropoli di Itaca, GrantTeaser: Cosa fa di un uomo un uomo?Le ombre dei padri ricadono sempre su di noi, come un peso inevitabile e ponderoso e pochi sono coloro che riescono a emergerne vittoriosi. E l'ombra di un uomo come il Gene (...). Vuole bene a tutti. Sorride a tutti. Non si arrabbia mai.
Dicono che Telegono sia lento.
Nel frattempo, continua a camminare, senza fretta, le dita che sfiorano il legno di un tavolo, il bordo freddo di un bicchiere, il nodo di una corda. Ascolta le parole, le guarda disporsi nell’aria come pezzi di un mosaico che solo lui sa completare.
Eppure dicono che Telegono sia lento.
Le aveva consegnato tre dollari, chiusi nel palmo come se bruciassero. Le aveva detto di infilarli nel corpetto e di portarli alla Mescitrice. Non potevano permettersi l’Apotecario, troppo caro, troppo distante, ma Maia, la sua apprendista, avrebbe capito. Avrebbe aiutato.
Le aveva spiegato che Maia, in fondo, era una come loro. Non era nata tra le grazie degli Dei. Era nata per resistere. La ricordava bene: sporca, con gli occhi profondi come pozzi e le ginocchia sbucciate. Quando era arrivata in città, veniva da fuori, nessuno sapeva con certezza da dove, e parlava poco. Ma ogni parola aveva dentro la polvere e la fame. Le aveva detto di essere gentile con lei. Non serviva essere coraggiosi, bastava essere buoni. Perché Maia conosceva la fame, la paura, il freddo delle stalle di notte. Conosceva i morsi della vergogna, le voci taglienti di chi le ricordava che il padre era un codardo e che la madre era morta di fame, stringendo un pugno d’aria.
Ma non era rimasta a terra. No. Penelope l’aveva raccolta, l’aveva messa sotto la sua ala come una creatura smarrita. Le aveva insegnato a leggere, a pensare, a scegliere. E Maia era fiorita, sì, ma a modo suo: non diventando gentile, ma diventando tagliente, precisa, vigile. Ora era la Mescitrice dell’Apotecario. Non sorrideva molto, ma sapeva cosa fare. E soprattutto, quando farlo.
C’era però una cosa importante da ricordare: se, arrivando, l’avesse trovata a parlare con Leoda/Leode
Leoda/Leode - La Miccia CortaPlayer: Alfio MontenegroFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Quando la Miccia Corta ti passa accanto, la senti. Oh, se la senti! Impossibile non farlo.Innanzitutto te ne accorgi per le frasi totalmente sconnesse che ti dice. Prevalentemente urlate. Poi pronunci (...), avrebbe dovuto fermarsi. Aspettare. Restare nell’ombra come un sussurro. Non farsi notare. Non incrociare lo sguardo. Soprattutto il suo.
E poi le aveva chiesto, ancora una volta, se ricordava cosa dire. Che lo zio beveva tutte le sere. Che si agitava troppo. Che la sera prima aveva lasciato segni. Glieli avrebbe mostrati. I lividi parlavano chiaro.
Maia avrebbe capito. Le avrebbe dato una tisana per lo zio. Una di quelle che non si trovano sugli scaffali.
E se gli Dei avessero avuto pietà, quella tisana avrebbe funzionato.
Per sempre.
Come parla bene, Orfeo Fox. Come riesce a convincerle lui, le persone, nessuno. Gli basta cogliere il momento, lo spunto giusto ed ecco che ti cattura nel suo fiume di argomentazioni che ti porteranno a pensarla come lui. Era come una danza dove lui conduce, ma tu non lo sai: pensi di avergli dato tu la direzione, te ne fai forte, e invece no. Nella cerchia dei Propilei, Orfeo ha sempre avuto il dono della parola ammaliante. Con la sua voce magnetica ha incantato platee, sollevato folle, acceso rivolte.
O almeno, lo faceva. Prima di lei.
Euridice
Euridice - La Pallottola IncendiariaPlayer: Maria CeramellaFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Quando la Musa passa per strada, tutti si fermano e il tempo stesso sembra cristallizzarsi. Nessuno sa se sia per rispetto o per curiosità, fatto sta che accade irrimediabilmente ogni volta. E lei? Le (...). Una delle donne del piacere degli O'Donnel. La prima volta che l’ha vista, era affacciata alla finestra della casa degli O’Donnel, impegnata con un cliente. Uno sguardo, un istante, e il mondo è cambiato. O almeno, così racconta lui. In verità, quella scena aveva ben poco di romantico, ma Orfeo l’ha trasformata in leggenda, un mito che ripete come una ballata dolente. "La mia Musa ispiratrice", la chiama, "la sola ragione della mia esistenza".
Da quel giorno, Orfeo ha smesso di combattere per le grandi cause. Le sue battaglie ora hanno un solo nome. Non vuole più agitare le folle, né scuotere l’Acropoli. Vuole solo lei. E se per ottenerla deve unirsi agli O’Donnel, lo farà. Ma quelli non hanno alcuna intenzione di lasciargliela. Euridice è preziosa, rende troppo bene nel loro bordello, molti clienti chiedono di lei. Il matrimonio, per la sventurata, non è un’opzione.
Pablo
Pablo - Il Falco PellegrinoPlayer: Daniele Laura - Daniele SellaFactions: I Propilei, FoxTeaser: In ogni angolo di Itaca, tra le tende del mercato e i salotti dabbene, non mancava mai qualcuno che sospirasse al pensiero di avere un figlio come Pablo Fox.Non solo l’orgoglio della propria casata, n (...), suo fratello, lo vede perdersi e prova a proteggerlo. Ma Orfeo lo sente soffocante, invadente. Pablo è la voce della ragione, ma la ragione non ha spazio in un cuore innamorato. Più Pablo tenta di dissuaderlo, più Orfeo si ostina, convinto che voglia solo impedirgli di realizzare il suo sogno.
I suoi genitori, Calliope
Calliope - Il Diaspro RossoPlayer: Lauretta - Laura PipariFactions: I Propilei, MarloweTeaser: C'è stato un tempo in cui Calliope era fiamma viva, una ragazza sorridente, energica, di quelle che facevi fatica a starle dietro. Amava l'arte e la poesia, leggeva un sacco di libri, sembrava pronta (...) e Ermete
Ermete - L'Aquila RealePlayer: Gaspa - Daniele GasparinettiFactions: I Propilei, FoxTeaser: Al mondo nascono due tipi di persone: i dritti e i fessi. E i Fox, che avevano sempre sfornato fior fior di dritti, non si sono tirati indietro da questo imperativo cosmico, anche mentre Ulisse sottra (...), due pilastri ad Itaca, non si sono nemmeno accorti di nulla. Lo hanno sempre visto come il figlio sbagliato, il poeta inconcludente, una delusione rispetto a Pablo. Notano che ultimamente Orfeo è più silenzioso, ma per loro è quasi un sollievo. Non si chiedono perché.
Forse, in fondo, è proprio questo che spinge Orfeo a gettarsi nel baratro. Se scappa dagli O’Donnel, se tradisce il suo stesso sangue, i suoi genitori lo vedranno finalmente. Forse, per la prima volta, sarà il figlio di cui si parlerà. Fino a dove sarà disposto a spingersi per salvare la sua Musa?
Tutte le grandi famiglie hanno quel parente che, a guardarlo, ti viene da chiederti: “Ma da dove diavolo è sbucato?”
I Fox hanno l’Allibratore.
Se qualcuno volesse imparare l’arte dell’imbucarsi a una festa senza farsi odiare, del sorridere sempre al momento giusto, del cavarsela con stile da qualsiasi situazione, sarebbe dall'Allibratore che dovrebbe prendere esempio. A prima vista sembrerebbe non avere nulla a che fare con l’educazione aristocratica della famiglia… almeno finché non si muove. Perché è proprio quando agisce che il sangue dei Fox si fa riconoscere.
Passeggiarci assieme per le strade della città è come assistere a una guida turistica improvvisata: elenca ogni singolo mattone che ha posato, ogni chiodo che ha piantato, ogni angolo che porta impressa la sua impronta. E quasi sempre, a ognuno di quei chiodi abbina un’aneddoto affascinante. Che sia vero o no, poco importa.
È dannatamente arrogante, su questo non ci piove. Ma bisogna riconoscergli una cosa: quando vuole ottenere qualcosa, diventa inarrestabile. A volte basta uno sguardo per capirlo. È quella determinazione inflessibile che lo rende un talento naturale nel mondo delle scommesse. Se c’è un duello, una rissa in taverna o qualsiasi altra cosa su cui si possa puntare due monete, sarà lì ad aspettare ogni puntata. Fare l’allibratore, del resto, è un mestiere onesto... anche se tutto fuorché stabile.
Da poco ha fatto rientro in città, dopo un lungo viaggio d’affari, e già tutti a Itaca hanno in bocca parole sull'Allibratore. Ha una cotta evidente per Elena/Eliseo
Elena/Eliseo - Il Tallero IncensatoPlayer: Chiara LeoneFactions: L'Acropoli di Itaca, WilliamsTeaser: Incenso, menta, rosa. E ancora arancio, mirto e muschio. Il vento spazza le vie deserte, ma in quell’angolo di strada sembra voler concentrare profumi che riportano alla mente ogni angolo del mondo co (...), che corteggia con entusiasmo e senza il minimo ritegno. Su questo, però, è meglio non impicciarsi: non è la persona con cui conviene litigare. Davvero, non è una persona che vuoi vedere arrabbiata.
Nutre un affetto sincero per Ermete
Ermete - L'Aquila RealePlayer: Gaspa - Daniele GasparinettiFactions: I Propilei, FoxTeaser: Al mondo nascono due tipi di persone: i dritti e i fessi. E i Fox, che avevano sempre sfornato fior fior di dritti, non si sono tirati indietro da questo imperativo cosmico, anche mentre Ulisse sottra (...), che considera come un fratello. Eppure se qualcuno chiede di chi sia effettivamente parente, ebbene… nessuno lo sa con certezza. Questo è il grande gioco dell'Allibratore. E tu saresti pronto a scommetterci sopra?
Eco si muoveva nell’ombra della tenuta Fox con la precisione silenziosa di chi non aveva bisogno di comandi. Anticipava ogni necessità prima ancora che venisse formulata. L’altra sera, ad esempio, aveva sistemato una sella prima che il padrone si accorgesse della fibbia spezzata, aveva riempito il bicchiere di whiskey con la discrezione di un servo invisibile, e aveva ricondotto in stalla un cavallo lasciato a vagare chissà da chi. Quando si avvicinava l’ora del mezzodì, usciva dalla tenuta e si affrettava verso la piazza, come previsto fin dalla mattina, per sbrigare le faccende più urgenti.
Lo si vedeva passare, e subito qualcuno sussurrava, magari mentre si aggiustava il colletto o si fingeva distratto, che si chiamava Eco, e che stava sempre al suo posto. C’era chi notava quello sguardo spento e pacato, quella voce bassa, come se nulla al mondo potesse davvero scalfirlo. Lo chiamavano uno schiavo impeccabile, un uomo devoto, fatto per servire.
Ma non tutti ci credevano.
Una donna, mentre si copriva parzialmente il volto con la mano, si avvicinava all’amica con tono più basso, quasi cospiratorio. Sottovoce, diceva che quell’uomo era tornato da chissà dove e, in un batter d’occhio, si era guadagnato la fiducia sia dei Jefferson che dei Fox.
Diceva che si prodigava, si sacrificava, che pareva non avere nemmeno un desiderio personale. Ma a ben pensarci, osservava, nessuno viveva senza desideri. Nessuno si donava del tutto senza aspettarsi qualcosa in cambio.
E concludeva, con un brivido nella voce, che quando sarebbe arrivato il momento del conto, si poteva star certi: non ci sarebbe stato sconto per nessuno.
Attenzione, che passa la Gatta Masciara! Raccomandati agli Dei, figlio mio. Quella lì non porta nulla di buono. Innanzitutto non mi fido di una donna che alla sua età ancora non si è accasata. Quanti anni ha? Beh, solo gli Dei lo possono sapere, visto che sembra assai più giovane delle primavere che si porta realmente sulle spalle. Ecco, prendi queste foglie di pungitopo, portale sempre con te quando le passi vicino, ti proteggeranno dalla sua malìa! Secondo me dovremmo piantargliele direttamente in casa, così magari si ravvede almeno un po’. Quando passa, tutti si fermano, e la osservano: non è questa forse magia?
È chiaro che è bella, ma c’è di più. Perché ad esempio la stessa cosa non accade con Dafne
Dafne - La Pavoncella ImitatricePlayer: Miki - Michela DelboscoFactions: I Propilei, FoxTeaser: Quella, amico mio, è a tutti gli effetti una donna sottomessa. No, non ridere, non sto scherzando. Sai, si può essere sottomessi a tante cose, e lei ad esempio è succube di quella strega di sua sorell (...), sua sorella, che certo non le è da meno? Perfino lei ultimamente sembra volerne prendere un po’ le distanze. Si sa che fra le due, quella a proiettare l’ombra più scura è lei. Anzi, a tal proposito, hai visto che anche se sono insieme la loro ombra è sempre unica? Sono delle streghe, ti dico! Ma non so perché sto sprecando fiato, visto che anche tu irrimediabilmente cadrai nelle sue grinfie. Medea ha questa innata capacità di spingere chiunque a parlarle apertamente, come se si conoscessero da una vita. È incredibile come riteniate affidabile una simile megera! Non sai quanti ne ho visti rovinarsi, per averle detto una parola di troppo. Anch’io una volta… no, questa te la racconterò più tardi, però me la sono vista brutta. A me, comunque, continua a non piacere. È amica di tutti, non odia nessuno… già questo dovrebbe farti sospettare qualcosa. Non credo sia adeguato che una donna se ne vada in giro così, con quel sorriso da lupa affamata, a sbattere le ciglia e a bere in taverna.
Ci metto la mano sul fuoco, che quella nasconde qualcosa: magari non sarà magia nera, ma certamente ci sono andata parecchio vicino.
[Nota degli Autori: le "gatte masciàre" sono le streghe della città di Bari]
Forse Alessandra/Aiace
Alessandra/Aiace - L'Occhio di TigrePlayer: BB - Barbara TizzanoFactions: I Propilei, MarloweTeaser: Forse Alessandra/Aiace, L'Occhio di Tigre, ha sempre vissuto una vita in una bolla di bugie. Non ha nemmeno la sicurezza che quello che dice sia effettivamente vero. Ha mentito per troppo tempo, è all (...), L'Occhio di Tigre, ha sempre vissuto una vita in una bolla di bugie. Non ha nemmeno la sicurezza che quello che dice sia effettivamente vero. Ha mentito per troppo tempo, è alla fuga da troppo tempo. Troppo. Ormai non sa più cosa è vero e cosa no.
Dicono alcuni che Alessandra/Aiace
Alessandra/Aiace - L'Occhio di TigrePlayer: BB - Barbara TizzanoFactions: I Propilei, MarloweTeaser: Forse Alessandra/Aiace, L'Occhio di Tigre, ha sempre vissuto una vita in una bolla di bugie. Non ha nemmeno la sicurezza che quello che dice sia effettivamente vero. Ha mentito per troppo tempo, è all (...) potrebbe essere un nome inventato. Forse una maschera costruita su una vita cancellata per sfuggire al passato. Molti a Itaca si sono chiesti come mai quest'officiante dei Dodici itinerante, che viaggiava di città in città per divulgare la loro parola, abbia deciso di ritornare a Itaca dopo tanti anni di pellegrinaggio. Un crimine? Una vendetta? Un cadavere lasciato alle spalle?
L'Occhio di Tigre arrivò a Itaca quando la città era un gioiello. Ulisse Grant governava, il denaro scorreva, la polvere sembrava dorata. Qui, ha potuto rifarsi una vita. Nuovo nome, nuova casa, nuovi amori. Perché Alessandra/Aiace
Alessandra/Aiace - L'Occhio di TigrePlayer: BB - Barbara TizzanoFactions: I Propilei, MarloweTeaser: Forse Alessandra/Aiace, L'Occhio di Tigre, ha sempre vissuto una vita in una bolla di bugie. Non ha nemmeno la sicurezza che quello che dice sia effettivamente vero. Ha mentito per troppo tempo, è all (...) può mentire, ma non vuole vivere nella solitudine più nera.
Poi, un giorno, ha conosciuto Elena/Eliseo
Elena/Eliseo - Il Tallero IncensatoPlayer: Chiara LeoneFactions: L'Acropoli di Itaca, WilliamsTeaser: Incenso, menta, rosa. E ancora arancio, mirto e muschio. Il vento spazza le vie deserte, ma in quell’angolo di strada sembra voler concentrare profumi che riportano alla mente ogni angolo del mondo co (...). Il desiderio è stato immediato, bruciante, ossessivo. Una devozione cieca, un amore che non ha nulla di sano. Un amore che ha lasciato Alessandra/Aiace
Alessandra/Aiace - L'Occhio di TigrePlayer: BB - Barbara TizzanoFactions: I Propilei, MarloweTeaser: Forse Alessandra/Aiace, L'Occhio di Tigre, ha sempre vissuto una vita in una bolla di bugie. Non ha nemmeno la sicurezza che quello che dice sia effettivamente vero. Ha mentito per troppo tempo, è all (...) inerme.
Ora l'Occhio di Tigre conosce segreti, misteri, misfatti. Dopo l'incendio della tenuta Marlowe e della morte dei suoi padroni, ha allevato Polifemo
Polifemo - L'Ematite di SanguePlayer: Digio - Elio Di GiovanniFactions: I Propilei, MarloweTeaser: Tutti a Itaca conoscono la storia di Polifemo, ma decisamente pochi hanno il coraggio di raccontarla, soprattutto in sua presenza.Di tutti i Marlowe, decisamente il più malvoluto dal fato. La sua casa (...) come se fossero sempre stati parenti. Sa la verità su troppe cose. Ma ormai chi gli crede? Nessuno. Forse ha predicato troppo. Ha viaggiato troppo e ha pregato troppo poco nei luoghi di culto. Forse il suo aspetto non scuote quel sentimento di fiducia che avrebbe dovuto. Forse le sue gambe hanno macinato troppe miglia e, complice la stanchezza di una vita in viaggio, si è assottigliato il suo vocabolario. Ma ora quando parla, quando si esprime, nessuno crede a una sola parola di quello che dice.
Ma Alessandra/Aiace
Alessandra/Aiace - L'Occhio di TigrePlayer: BB - Barbara TizzanoFactions: I Propilei, MarloweTeaser: Forse Alessandra/Aiace, L'Occhio di Tigre, ha sempre vissuto una vita in una bolla di bugie. Non ha nemmeno la sicurezza che quello che dice sia effettivamente vero. Ha mentito per troppo tempo, è all (...) continuerà a parlare, anche se dalla sua bocca le parole verranno percepite come false e distorte. Continuerà a dire la sua verità, fino a quando questa non verrà riconosciuta tale da ogni abitante di Itaca. Continuerà, dovessero servire cent'anni. Ma perché nessuno vede? Perchè nessuno ascolta?
In ogni angolo di Itaca, tra le tende del mercato e i salotti dabbene, non mancava mai qualcuno che sospirasse al pensiero di avere un figlio come Pablo Fox.
Non solo l’orgoglio della propria casata, no… un giovane che farebbe onore a qualsiasi famiglia degna di questo nome.
Lo descrivevano come affascinante, forte, educato, con quei rari valori solidi come pietra antica, e un cuore capace di gentilezza autentica. Gentile davvero, dicevano: uno di quelli che salutano gli sconosciuti per strada con rispetto.
Qualcuno ricordava un episodio in particolare, quando un giovanotto degli O’Donnell, noto per la lingua lunga e l’educazione corta, aveva rivolto un commento indegno a una donna del paese. Pablo, che passava lì per caso, si era voltato, aveva osservato la scena con la calma dei giusti e aveva rimesso il maleducato al suo posto, senza alzare la voce ma lasciando il segno. E tutto questo senza nemmeno sapere il nome della signora offesa.
Che nobiltà d’animo, che onore! Si diceva che gli Dei lo tenessero davvero nel palmo della mano.
Era noto a tutti che fosse il primogenito di Ermete
Ermete - L'Aquila RealePlayer: Gaspa - Daniele GasparinettiFactions: I Propilei, FoxTeaser: Al mondo nascono due tipi di persone: i dritti e i fessi. E i Fox, che avevano sempre sfornato fior fior di dritti, non si sono tirati indietro da questo imperativo cosmico, anche mentre Ulisse sottra (...) e Calliope
Calliope - Il Diaspro RossoPlayer: Lauretta - Laura PipariFactions: I Propilei, MarloweTeaser: C'è stato un tempo in cui Calliope era fiamma viva, una ragazza sorridente, energica, di quelle che facevi fatica a starle dietro. Amava l'arte e la poesia, leggeva un sacco di libri, sembrava pronta (...), l’erede per eccellenza. Sempre rispettoso verso la famiglia, sempre pronto a seguirne i passi con dignità e rigore.
Eppure, a voler guardare bene… non lo si era mai visto accanto alla madre.
Neppure da piccolo. E c’era chi, tra una cucitura e una fetta di pane, faceva notare come non si possa mettere al mondo un figlio, allattarlo, e poi sparire, come se tutto il resto non contasse più.
Poi c’era il fratello. Orfeo
Orfeo - Il Nibbio BrunoPlayer: Paolo GaballoFactions: I Propilei, FoxTeaser: Come parla bene, Orfeo Fox. Come riesce a convincerle lui, le persone, nessuno. Gli basta cogliere il momento, lo spunto giusto ed ecco che ti cattura nel suo fiume di argomentazioni che ti porteranno (...), quello sconsiderato, fonte di dispiacere e imbarazzo. Pablo gli voleva bene, si vedeva, e gli stava dietro come un padre, più che come un fratello, soprattutto quando finiva nei guai, che era quasi sempre.
Ora pareva persino che il più giovane dei due stesse corteggiando Euridice
Euridice - La Pallottola IncendiariaPlayer: Maria CeramellaFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Quando la Musa passa per strada, tutti si fermano e il tempo stesso sembra cristallizzarsi. Nessuno sa se sia per rispetto o per curiosità, fatto sta che accade irrimediabilmente ogni volta. E lei? Le (...), e su questo si levavano sospiri e sguardi sconsolati. Una tale scelta, si diceva, rischiava di gettare discredito sulla famiglia. E Pablo? Povero Pablo, che con tutta la sua rettitudine cercava ogni giorno di mantenere intatto l’onore del casato… cosa poteva mai fare contro certe sbandate?
Si diceva anche, con un certo interesse, va detto, che fosse ancora celibe.
E che fosse un ottimo partito, parola che ricorreva spesso nei discorsi delle madri attente.
C’era persino chi, tra una confettura e una messa, fantasticava sul giorno in cui avrebbe potuto presentargli la propria figlia. Con un bel vestito, si intende, la benedizone degli Dei e chissà... anche dei Fox!
C'è stato un tempo in cui Calliope era fiamma viva, una ragazza sorridente, energica, di quelle che facevi fatica a starle dietro. Amava l'arte e la poesia, leggeva un sacco di libri, sembrava pronta a cambiare il mondo a colpi di idee. Il pragmatismo dei Marlowe aveva alimentato quella fiamma di un bel po' di senso pratico e sana spigliatezza. Una militante perfetta, non fosse venuta su in gonnella sarebbe potuta partire per il Fronte come Araldo. Ma Calliope non è mai stata per la guerra, ha sempre preferito un accorato confronto al confilitto. E, ahilei, questo le è costato: Itaca è riuscita a spegnerla senza che se ne rendesse neppure conto.
Oggi non ha più lo sguardo curioso, ma un'espressione annoiata, rassegnata, disinteressata a tutto ciò che la circonda. C'è chi dice che non abbia retto il colpo quando la famiglia è caduta in disgrazia, altri credono che il matrimonio con Ermete
Ermete - L'Aquila RealePlayer: Gaspa - Daniele GasparinettiFactions: I Propilei, FoxTeaser: Al mondo nascono due tipi di persone: i dritti e i fessi. E i Fox, che avevano sempre sfornato fior fior di dritti, non si sono tirati indietro da questo imperativo cosmico, anche mentre Ulisse sottra (...) l'abbia privata di tutto l'entusiasmo che aveva e le abbia cancellato la fiducia nel futuro, la voglia di immergersi in se stessa. Perfino la capacità di amare.
E dire che Orfeo
Orfeo - Il Nibbio BrunoPlayer: Paolo GaballoFactions: I Propilei, FoxTeaser: Come parla bene, Orfeo Fox. Come riesce a convincerle lui, le persone, nessuno. Gli basta cogliere il momento, lo spunto giusto ed ecco che ti cattura nel suo fiume di argomentazioni che ti porteranno (...) e Pablo
Pablo - Il Falco PellegrinoPlayer: Daniele Laura - Daniele SellaFactions: I Propilei, FoxTeaser: In ogni angolo di Itaca, tra le tende del mercato e i salotti dabbene, non mancava mai qualcuno che sospirasse al pensiero di avere un figlio come Pablo Fox.Non solo l’orgoglio della propria casata, n (...) forse vorrebbero una madre più presente, che non lasciasse solo ad Ermete il dovere di educarli. E le conseguenze del disinteresse della madre sono sotto gli occhi di tutti: Pablo si sta trasformando nella copia sputata del padre, pronto a indossare il manto di capofamiglia Fox tra non molti anni. Orfeo è un'anima tormentata, l'animo afflitto da chissà quale musa che non lo ricambia. Che pessima madre Calliope, l'ombra di ciò che dovrebbe essere una donna: una dote ormai esaurita, così come sono le sue forze, il suo volto irriggidito dalla stanchezza.
Eppure le braci dome hanno sempre qualche scintilla pronta a farsi fiamma, se vi soffia un vento abbastanza forte, e questo vento pare sia arrivato. A causarlo è il dolore del figlio poeta? Un senso di ingiustizia che le è lentamente cresciuto dentro? O forse è solo la storia tessuta tra le vesti del Simposio ad aver finalmente fatto breccia? La si vede passeggiare più spesso, Calliope, fare domande, scribacchiare frammenti di carmi su fogli sparsi. E del resto è proprio vero che le fiamme, quando attecchiscano, abbiano la tendenza a crescere da sé, come un diaspro indomito.
Al mondo nascono due tipi di persone: i dritti e i fessi. E i Fox, che avevano sempre sfornato fior fior di dritti, non si sono tirati indietro da questo imperativo cosmico, anche mentre Ulisse sottraeva loro i campi per farne pascoli e passava le loro ricchezze sotto l'aratro. Anche adesso, con la guerra fuori alla porta: puoi ammirare da te il garbo con cui Ermete rifila incombenze ai Peoni o mette il naso nelle scelte del Sindaco Penelope. Guardalo nascondere sapientemente la sua corona di Patriarca, fingersi fesso e riuscire come un mago a convincerti che il dritto sia tu. Quando ti credi intelligente riesci a scavare a mani nude sicuro che qualcuno ti verrà in aiuto, riesci a imbracciare un fucile sicuro che dall'altra parte nessuno vorrà farti del male, riesci a fare un'incredibile quantità di stronzate. La verità, ed Ermete l'ha capita, è che di dritti ce ne sono pochi, ma tutti, in fondo in fondo, vorrebbero esserlo. Il problema di essere un dritto in mezzo ai fessi è che a volte ci si sente soli, a volte ci si guarda allo specchio senza riconoscersi più.
Forse solo Calliope
Calliope - Il Diaspro RossoPlayer: Lauretta - Laura PipariFactions: I Propilei, MarloweTeaser: C'è stato un tempo in cui Calliope era fiamma viva, una ragazza sorridente, energica, di quelle che facevi fatica a starle dietro. Amava l'arte e la poesia, leggeva un sacco di libri, sembrava pronta (...) ha visto sotto la maschera un uomo stanco, disilluso, intrappolato in una famiglia piena di fessi che non può che disprezzare. O forse, a furia di fare moine, di calare la fiera cresta dei vecchi padroni di Itaca, Ermete è diventato un fesso anche lui, un'aquila troppo spennata per riprendere il volo.
Tutti a Itaca conoscono la storia di Polifemo
Polifemo - L'Ematite di SanguePlayer: Digio - Elio Di GiovanniFactions: I Propilei, MarloweTeaser: Tutti a Itaca conoscono la storia di Polifemo, ma decisamente pochi hanno il coraggio di raccontarla, soprattutto in sua presenza.Di tutti i Marlowe, decisamente il più malvoluto dal fato. La sua casa (...), ma decisamente pochi hanno il coraggio di raccontarla, soprattutto in sua presenza.
Di tutti i Marlowe, decisamente il più malvoluto dal fato. La sua casa bruciò quando ancora era bambino, genitori e fratelli morti nell'incendio e lui, rimasto solo e sfigurato. Un occhio malandato che ancora oggi smostra il suo viso indurito dagli eventi, non certo un bel vedere. Povero in canna e senza futuro fu comunque accolto dal ramo della famiglia che ancora poteva permettersi di rimanere tra i Propilei evitandogli il destino di Peone, allevato da Alessandra/Aiace
Alessandra/Aiace - L'Occhio di TigrePlayer: BB - Barbara TizzanoFactions: I Propilei, MarloweTeaser: Forse Alessandra/Aiace, L'Occhio di Tigre, ha sempre vissuto una vita in una bolla di bugie. Non ha nemmeno la sicurezza che quello che dice sia effettivamente vero. Ha mentito per troppo tempo, è all (...) e dai suoi predicamenti. E, bisogna dirlo, lui fa di tutto per rendere grazie e si prostra a fare qualsiasi tipo di lavoro, anche il più ingrato, pur di contribuire.
Una brava persona si direbbe. Una persona che, di fronte al Fato avverso, si rimbocca le maniche pur di non dargliela vinta.
Ma tu prova a raccontare questa storia davanti a lui, prova pure a chiedergli come si è ridotto l'occhio a quel modo. E allora vedrai la bestia che alberga nel suo cuore, quel desiderio di mettere il mondo a ferro e fuoco divampare dal suo sguardo marcio. A poco serviranno allora le scuse e potrai ritenerti fortunato se non ne esci sfigurato anche tu.
Una volta al saloon ci ha provato Teseo
Teseo - L'Avvoltoio RealePlayer: Feo - Federico ValsecchiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, FoxTeaser: “Eccolo là, lo stronzo che ha spezzato il cuore di Arianna… Dei, non ci posso credere, guarda come cammina, come si atteggia! Sempre con quell’aria da ‘io so tutto, io sono l’eroe, io agisco per il be (...) a prendere per il culo il suo occhio malandato. Fu uno spettacolo agghiacciante vedere la rabbia con cui i pugni di Polifemo affondavano nel volto del giovane Fox, il suono come di grappoli d'uva spremuti per la vendemmia, una vendemmia di sangue. C'è chi dice che Teseo
Teseo - L'Avvoltoio RealePlayer: Feo - Federico ValsecchiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, FoxTeaser: “Eccolo là, lo stronzo che ha spezzato il cuore di Arianna… Dei, non ci posso credere, guarda come cammina, come si atteggia! Sempre con quell’aria da ‘io so tutto, io sono l’eroe, io agisco per il be (...) se la sia cercata e che è allora che decise di andarsene dai Propilei, pur di evitare altri pestaggi da Polifemo. C'è anche però chi sostiene che il ragazzo non stia bene con la testa. Sicuramente sono in molti a provare una salutare paura dei suoi scatti d'ira.
Certo è una persona travagliata e certo non è un caso che lo si veda così spesso al saloon ad affogare la sua coscienza nel whiskey. L'unico vero amico, l'unico sinceramente interessato al suo benessere sembrerebbe essere Argo
Argo - La Testa di MoroPlayer: Alessandro AlvinoFactions: I Propilei, GrantTeaser: Hai mai sentito parlare della flotta degli Argonauti? Sì, quella dei cinquanta soldati scelti che, all'inizio della Guerra di Secessione, diede manforte alle truppe di Redstone? Ecco, il buon Argo pre (...), il traditore dei Grant. Sarà che tra emarginati ci si capisce? Ma anche lui fa almeno due passi indietro ogni volta che Polifemo inizia a incollerirsi per qualsivoglia schifo di motivo.
Se fossi io stesso una delle Moire, tremerei al pensiero di doverlo incontrare prima o poi, quando giungerà il suo momento.
Perché il fato non lo ha certo amato, ma Polifemo sembra deciso a fargliela pagare fino all'ultimo respiro.
Dicevano che il Salooon Golden Sea, senza Virgil
Virgil - La Civetta CornutaPlayer: Giacomo ManzatoFactions: I Propilei, FoxTeaser: Dicevano che il Salooon Golden Sea, senza Virgil, non fosse più lo stesso. Un avventore, seduto al bancone con lo sguardo perso nei ricordi, tamburellava lentamente le dita contro il bicchiere: il whi (...), non fosse più lo stesso. Un avventore, seduto al bancone con lo sguardo perso nei ricordi, tamburellava lentamente le dita contro il bicchiere: il whiskey dentro vibrava appena, come se anche lui sentisse la mancanza.
Sosteneva che Virgil sapesse come tenere la pace, come far scorrere le cose lisce tra la gente. Non importava chi fossi, né con chi avessi litigato fuori da quelle porte. Là dentro contavano solo due cose: bere e giocare pulito. Era terra neutra, dicevano. Un posto raro, quasi sacro, dove perfino Ripley e O’Donnel potevano bersi un bicchiere senza che volasse una pallottola. Ma ora? Ora era solo questione di tempo prima che qualcuno ne combinasse una di troppo.
A quel pensiero l’avventore sorrideva, ma senza allegria. Solo un sorriso storto, e un lungo sospiro. Ricordava che Virgil non era uno stupido. Sapeva esattamente quando parlare e quando tacere, quando guardare, e quando fingere di non aver visto. Sapeva ascoltare, osservare... e ricordare. E forse, aggiungeva con voce bassa, era proprio per questo che qualcuno lo aveva fatto fuori. Perché quegli occhi che vedevano tutto, e quelle orecchie sempre attente, a qualcuno dovevano aver dato fastidio.
Poi c’era stata la faccenda dei Grant. Raccontavano che, quando avevano preso il potere, gli avessero sfilato il saloon da sotto i piedi. Senza un vero avviso, senza possibilità di replica, avevano deciso che il Golden Sea doveva passare ai Benson. E a Virgil? A lui non era rimasto che guardare tutto da lontano, stringere i denti e ingoiare amaro.
Ma nessuno credeva che Virgil fosse il tipo da arrendersi.
Chi lo conosceva davvero diceva che si leggeva nei suoi occhi quel senso costante di essere sotto scacco, sempre in bilico, sempre in attesa che qualcosa andasse storto. Forse c’era una parte di lui che sussurrava che tanto, ad Itaca, funzionava così. Che resistere era inutile.
Eppure, non si dava per vinto.
Perché lo sapevano tutti: in quella città, alla fine, era sempre e solo questione di tempo.
"Madre mia, hai sempre voluto che io crescessi come un tralcio di vite, come te, ma mentivi, tu non sei vite, sei edera."
Paraske
Paraske - L'Oidio della VitePlayer: Emanuele FerriFactions: I Propilei, BensonTeaser: “Sei come un tralcio di vite, cuore mio.”Ilyana lo ha sempre pensato. Una vite cresce forte, si allunga, si aggrappa, ma non sa stare da sola. Ha bisogno di un sostegno, di una guida. E lei ha fatto c (...) lo pensa ogni volta che la guarda. Una pianta che si avvolge, si attorciglia, si stringe alle mura fino a spezzarle. Ha distrutto tutto ciò che aveva promesso di custodire. Suo padre era morto, e lei? Lei non aveva pianto. Non abbastanza, non come una vera moglie. Aveva atteso il tempo sufficiente perché fosse decoroso e poi, quando nessuno guardava, aveva lasciato che le sue radici si insinuassero in un altro tronco: un Fox. Un dannato Fox.
"Tu sei come l'edera, madre mia"
Per quanto si riempia la bocca di parole su sicurezza, stabilità, futuro, Ilyana non l’ha fatto per Paraske
Paraske - L'Oidio della VitePlayer: Emanuele FerriFactions: I Propilei, BensonTeaser: “Sei come un tralcio di vite, cuore mio.”Ilyana lo ha sempre pensato. Una vite cresce forte, si allunga, si aggrappa, ma non sa stare da sola. Ha bisogno di un sostegno, di una guida. E lei ha fatto c (...). L’ha fatto perché odia i Benson. Odiava quel nome prima ancora di seppellire suo marito, odiava il peso che portava, odiava il sangue che scorreva nelle loro vene.
Dice di aver scelto un Fox per proteggere la sua prole, il sangue del suo sangue, per dargli un avvenire diverso. Ma la verità è che voleva solo cancellare i Benson. Estirparli come erbacce infestanti.
Ma c’è una cosa che non ha mai capito: Paraske è Benson quanto lo era suo padre. Il suo sangue è quello di suo padre, la sua rabbia è quella di suo padre. Lei può fingere che quel nome non esista più, ma lui è lì, vivo, presente, un’ombra che non può scrollarsi di dosso.
"Tu sei come l'edera, madre mia"
Su chi le si avvicina, lei si attorciglia, gli preclude luce e aria.
Ha soffocato suo padre. Ha stritolato Paraske
Paraske - L'Oidio della VitePlayer: Emanuele FerriFactions: I Propilei, BensonTeaser: “Sei come un tralcio di vite, cuore mio.”Ilyana lo ha sempre pensato. Una vite cresce forte, si allunga, si aggrappa, ma non sa stare da sola. Ha bisogno di un sostegno, di una guida. E lei ha fatto c (...). Ha reso buio quella che sarebbe dovuta essere luce.
è proprio per sfuggire alle sue radici tentacolari che Paraske si diede alla fuga nei boschi, per avere finalmente l'opportunità di riuscire a respirare senza la sua ombra oppressiva. Ma quando tornò, lei era ancora lì, ancora più rigogliosa e opprimente. Non più una Benson, ma una Fox. Un'odiosa Fox. L'odio per ogni risata cortese che riserva agli ospiti del marito, per ogni volta che dice “noi” parlando della famiglia Fox cresce nel cuore di Paraske. L'odio per ogni cosa che fa finta di aver dimenticato.
Ma più di tutto, l'odio perché, nonostante tutto, lei è ancora lì. Sempre più forte. Sempre più viva. Sempre di più.
"Tu sei come l'edera, madre mia"
“Sei come un tralcio di vite, cuore mio.”
Ilyana
Ilyana - L'Eriofide della VitePlayer: Maria Luigia VurroFactions: I Propilei, BensonTeaser: "Madre mia, hai sempre voluto che io crescessi come un tralcio di vite, come te, ma mentivi, tu non sei vite, sei edera."Paraske lo pensa ogni volta che la guarda. Una pianta che si avvolge, si attorc (...) lo ha sempre pensato. Una vite cresce forte, si allunga, si aggrappa, ma non sa stare da sola. Ha bisogno di un sostegno, di una guida. E lei ha fatto ciò che era necessario per darglielo.
Paraske non capirà mai. Non capirà cosa significhi guardare i figli negli occhi e vedere la paura. La paura di un futuro che si sgretola, di una casa che non basta più, di un nome che non protegge.
Non capirà mai cosa significhi essere una madre e sapere che l’amore, da solo, non nutre.
“Sei come un tralcio di vite, cuore mio.”
Quando suo padre è morto, cosa sarebbe rimasto per Paraske? Il glorioso nome Benson? Una locanda in mano a uomini incapaci di tutto se non di bere e ubriacarsi? Nessuna sicurezza, nessuna certezza, solo promesse sussurrate da una famiglia che non aveva più nulla da offrire.
E allora Ilyana
Ilyana - L'Eriofide della VitePlayer: Maria Luigia VurroFactions: I Propilei, BensonTeaser: "Madre mia, hai sempre voluto che io crescessi come un tralcio di vite, come te, ma mentivi, tu non sei vite, sei edera."Paraske lo pensa ogni volta che la guarda. Una pianta che si avvolge, si attorc (...) ha fatto quello che doveva. Si è risposata. Ha scelto un uomo forte, un nome potente, una casa che non avrebbe tremato al primo soffio di vento. Ha scelto per il suo bene.
“Sei come un tralcio di vite, cuore mio.”
E Paraske cosa ha fatto? Ha scelto la fuga. Ha voltato le spalle alla sua stessa madre, al sacrificio che lei ha compiuto, all’unico futuro che poteva garantirgli. Scelse un rifugio nei boschi, come se il freddo e la fame fossero più nobili dell’intelligenza.
Ha preferito la rabbia alla ragione. Ha preferito odiare lei, piuttosto che capire.
Lo capirà, un giorno. Quando le spalle inizieranno a curvarsi sotto il peso del mondo, quando capirà che la vita non è solo ideali e fedeltà a un cognome, ma sopravvivenza, scelta, compromesso.
Forse allora vedrà che non sono poi così diverse, vite ed edera. Entrambe si attorcigliano.
Entrambe infestano.
Entrambe sopravvivono.
“Sei come un tralcio di vite, cuore mio.”
Quella, amico mio, è a tutti gli effetti una donna sottomessa. No, non ridere, non sto scherzando. Sai, si può essere sottomessi a tante cose, e lei ad esempio è succube di quella strega di sua sorella Medea
Medea - Il Pavone AvidoPlayer: Cristiana AmicozziFactions: I Propilei, FoxTeaser: Attenzione, che passa la Gatta Masciara! Raccomandati agli Dei, figlio mio. Quella lì non porta nulla di buono. Innanzitutto non mi fido di una donna che alla sua età ancora non si è accasata. Quanti (...). Scusa se sputo per terra, ma dopo aver pronunciato il suo nome è meglio usare qualche precauzione. È nata dopo di lei, di mezzo minuto, certo, ma comunque dopo. Ed è cresciuta nella sua ombra. Ora, non so cosa possa significare crescere nell’ombra di una donna come… lei. Di certo non deve essere facile, ed è chiaro che le voglia bene, altrimenti l’avrebbe già soffocata nel sonno, realizzando i sogni di tante altre persone. Ci scommetto l’anima che il fatto che si vestano sempre allo stesso modo e che vadano sempre in giro a braccetto è un’imposizione di sua sorella. È lei che le sceglie i pretendenti, allo stesso modo in cui le sceglie l’acconciatura per la giornata. Ancora un po’ la userà come arma per i suoi intrighi! Ah, ma se devo dirti la mia, non manca molto al giorno in cui la vedremo emanciparsi e schierarsi con noi, che odiamo quella megera imbellettata. Ultimamente è molto insofferente, e si fa vedere spesso in giro con altre compagnie. Pensa, l’altra settimana ha addirittura osato mettersi un vestito rosso! Rosso, capisci? E l’altra era vestita di viola. Ma il punto non è tanto dimostrarsi indipendenti, quanto riuscire poi a tenersi stretta la libertà sognata. Perché se a Medea
Medea - Il Pavone AvidoPlayer: Cristiana AmicozziFactions: I Propilei, FoxTeaser: Attenzione, che passa la Gatta Masciara! Raccomandati agli Dei, figlio mio. Quella lì non porta nulla di buono. Innanzitutto non mi fido di una donna che alla sua età ancora non si è accasata. Quanti (...) non andrà bene, farà di tutto per metterle i bastoni fra le ruote, e non sono sicuro che dietro a quel sorrisetto più spavaldo del solito sia sbocciata una scorza dura abbastanza da tenerle testa davvero. Ecco, ora mi tocca di nuovo sputare per terra. Ma perché mi obblighi sempre a parlare della Maciara?!
Hai mai sentito parlare della flotta degli Argonauti? Sì, quella dei cinquanta soldati scelti che, all'inizio della Guerra di Secessione, diede manforte alle truppe di Redstone? Ecco, il buon Argo prende il nome da lor per diretto volere del padre. Un Grant, zio di Ulisse. Nis... Ascul... bah, non mi ricordo come diavolo si chiamava. Non è importante. Fatto sta che il buon Argo è sempre stato un onesto lavoratore della terra. Un bravo contadino che ama girare con lo sporco sotto le unghie, perchè diceva sempre che quella era la testimonianza della buona fatica e dell'onesto lavoro. Con il capo imbrunito dal sole, chino sulla terra e sulle sue piante. Per questo lo chiamiamo "Testa di Moro".
Argo
Argo - La Testa di MoroPlayer: Alessandro AlvinoFactions: I Propilei, GrantTeaser: Hai mai sentito parlare della flotta degli Argonauti? Sì, quella dei cinquanta soldati scelti che, all'inizio della Guerra di Secessione, diede manforte alle truppe di Redstone? Ecco, il buon Argo pre (...) Grant è sempre stato generoso con tutti, mai uno sgarbo, mai una parola infelice. Alle volte è anche fin troppo buono, forse per espiare qualcosa del suo passato. E se gli chiedi perchè si è allontanato dai Grant e ora se la fa con i Marlowe, beh, come risposta ricevi solo un sorrisetto amaro e un "non è una faccenda di cui vorrei parlare, scusami". Ed è stato proprio grazie ai Marlowe che il buon Argo entrò nella cerchia dei Propilei. Raccomandato come uomo d'onore, venne accolto senza troppe difficoltà nonostante nelle sue vene scorresse lo stesso sangue di Ulisse.
Argo non ha paura di esternare ciò in cui crede, con educazione e bontà fuori dal comune. Si limita a fare il suo: lavora tanto e, a testa bassa, continua a coltivare le sue convinzioni esattamente come fa con la brulla terra. E quando può, dona agli altri. Una parola, un soldo, non importa: il suo obiettivo è prevenire che riaccada ciò che ha già vissuto sulla propria pelle. Si porta dietro una sofferenza inspiegabile e lo fa in modo eroico. Come i soldati della flotta degli Argonauti.
Potrebbe non amare la situazione politica in cui versa Itaca in questo momento, ma una cosa è certa: se c’è un uomo disposto a pagare lo scotto delle azioni degli altri, è proprio lui.
E noi dovremmo toglierci il cappello in sua presenza.
Hai mai sentito odore di zolfo passando vicino all'Officina di Orestia/Oreste
Orestia/Oreste - L'Arco InfallibilePlayer: Marzio SalviFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Hai mai sentito odore di zolfo passando vicino all'Officina di Orestia/Oreste, l'Arco Infallibile? È uno di quei momenti in cui faresti bene a girare alla larga dal carrozzone della Banda, perché sign (...), l'Arco Infallibile? È uno di quei momenti in cui faresti bene a girare alla larga dal carrozzone della Banda, perché significa che i loro ferrivecchi hanno appena ricevuto una bella lucidata, e nuovi proiettili appesantiscono le loro bandoliere. E vedrai l'Arco sospirare con malinconia mentre quegli animali ne sprecheranno la maggior parte sparando alle galline o mettendo in fuga qualche Fox che ha alzato un po' troppo il gomito.
La verità è che la prima creatura nata dal grembo martoriato di Euridice
Euridice - La Pallottola IncendiariaPlayer: Maria CeramellaFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Quando la Musa passa per strada, tutti si fermano e il tempo stesso sembra cristallizzarsi. Nessuno sa se sia per rispetto o per curiosità, fatto sta che accade irrimediabilmente ogni volta. E lei? Le (...) è nata per la guerra, per guidare un'avanguardia valorosa e centrare con una freccia scoccata dal suo arco micidiale il cranio del comandante nemico, per farsi ricoprire di onore, in vita o in morte, mentre i compagni di una vita o i nemici di mille l'accerchiano. Ma Orestia/Oreste
Orestia/Oreste - L'Arco InfallibilePlayer: Marzio SalviFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Hai mai sentito odore di zolfo passando vicino all'Officina di Orestia/Oreste, l'Arco Infallibile? È uno di quei momenti in cui faresti bene a girare alla larga dal carrozzone della Banda, perché sign (...) nacque troppo tardi per partire con il Generale Grant. E il "patto di ospitalità", il terreno solido su cui poggia il regno di piccole angherie di suo nonno, è una catena pesante che tiene legata la sua anima al suolo di Itaca, un nome che Orestia/Oreste
Orestia/Oreste - L'Arco InfallibilePlayer: Marzio SalviFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Hai mai sentito odore di zolfo passando vicino all'Officina di Orestia/Oreste, l'Arco Infallibile? È uno di quei momenti in cui faresti bene a girare alla larga dal carrozzone della Banda, perché sign (...) pronuncia come fosse una bestemmia.
Che avesse un talento per le armi lo hanno capito tutti in famiglia, forse secondo solo a quello di Pelèo. Ed è stato un attimo metterlo a lavorare all'Officina. Nessuno poteva immaginare che ogni riparazione effettuata e ogni proiettile forgiato sarebbero diventate le preghiere e gli urli di frustrazione di Orestia/Oreste
Orestia/Oreste - L'Arco InfallibilePlayer: Marzio SalviFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Hai mai sentito odore di zolfo passando vicino all'Officina di Orestia/Oreste, l'Arco Infallibile? È uno di quei momenti in cui faresti bene a girare alla larga dal carrozzone della Banda, perché sign (...): perché Ulisse torni riportando a casa suo padre e strappi sua madre dal disonore, perché il Fato strappi la sua famiglia a quella vita da gradassi indegna del sangue di Bronte, perché in un modo o nell'altro Itaca doni una Guerra al suo Arco.
Almeno una.
Medusa accende l’ennesima sigaretta, il fumo si mescola all’odore di whisky e sudore della bisca. La notte è nel pieno, e il posto brulica di uomini che giocano, bevono e sperano. Sperano in una vincita, sperano in una mano fortunata, sperano in una notte diversa dalle altre. Sperano, sperano… ah, illusi! Le mani vincenti non le si spera, ce le si crea. Medusa sa bene che le loro speranze sono futili. Il banco vince sempre, e il banco è suo. Dalla balconata osserva i tavoli, gli sguardi febbrili, i movimenti delle mani che stringono le carte. Alcinoo
Alcinoo - Il Due di FioriPlayer: Nervo - Mattia SalaFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Ci sono storie che non hanno bisogno di essere raccontate per esistere. Non sono scritte, ma si leggono negli sguardi. Non vengono pronunciate, ma si sentono nel silenzio tra una parola e l’altra. Son (...) è laggiù, vicino a Pelèo
Pelèo - Il Coltello BowiePlayer: Aldo RussoFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: “E quello invece? Il belloccio che si sta allontanando con Briseide?” Una mano le si poggia sulla spalla, massaggiandola con affetto. “Attenta novellina, con quello non si scherza. Hai presente i cani (...), che ride sguaiato con una ragazza sulle ginocchia. Il suo ragazzo è bravo, sa tenere buono il cane. Gli sorride, poi si volta per fissare Tissa
Tissa - La Tomahawk FollePlayer: Ilaria - Ilaria ChichiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Caro diario,Oggi è stato terribile! Stavo tornando a casa e già mi immaginavo immersa nella vasca, con le creme di latte e spezie a lenirmi i capelli spezzati da una giornata tanto faticosa. Avrei let (...) poco più in là. "Almeno sei servita a qualcosa, cara Medusa. Guarda che bella Tissa.” Le parole di sua madre Clitennestra
Clitennestra - La Regina di PicchePlayer: Federica CappellantiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: No, non è un tuono quel che hai sentito. L'unica pioggia che scenderà stasera sarà dagli occhi di Medusa, colpita ancora una volta al viso dalla madre Clitennestra. Cosa ha fatto, stavolta? Le sue rag (...) le rimbombano nella testa. Medusa stringe i denti e soffia fuori il fumo. Sposta la sua attenzione altrove, scocciata. Dietro le tende del bordello, un’altra partita si gioca. Lì, un tempo Briseide era la sua migliore pedina, la sua creatura più promettente. Ma ha fatto l’errore di finire sotto l’occhio di Peleo. E a certe cose, nemmeno Medusa può mettere un freno. Gli affari sono affari, dopo tutto.
La notte continua. La cassa si riempie. Gli uomini perdono, le ragazze guadagnano, e lei... lei orchestra ogni cosa con la sua tipica freddezza. Stringe la mandibola e sorride, un ghigno che non arriva agli occhi. Un giorno Clitemnestra sarà un ricordo. Laoconte
Laoconte - Il Jack di QuadriPlayer: Andrea NataleFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Due onesti cittadini si scambiano vetriolo alle prime luci del mattino."Dove vai? Ti ho sentito armeggiare con il materasso, sai, che hai preso?""Vado da Laoconte."Non serve dire altro per dipingere s (...), Megara
Megara - Il Fante di PicchePlayer: Maria CristianoFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Ah, Megara? Quella che chiamano "il Jack di Picche"? Sì, proprio lei, la terzogenita di Clitennestra, quella che tiene in mano il grande libro dei Ripley, dove ci stanno scritte tutte le dicerie di It (...), tutti gli altri Ripley… tutti dovranno piegarsi o sparire.
Per ora, basta aspettare.
La notte è ancora lunga.
Antinoo è famoso prima di tutto per la sua favella. Non vi sbagliate: nulla a che vedere con l'elegante arte oratoria che si può trovare nelle acropoli delle nostre beneamate poleis. È una favella sporca e gretta quella di Antinoo, ma non di meno coinvolgente e accattivante.
È facile poterlo vedere arringare genti di ogni risma al saloon o all'agorà, argomentare per ore e convincere gli astanti di qualsiasi cosa. Potrebbe vendervi un asino passandolo per un cavallo se lo volesse.
Ma non vi illudete. Solo perché Antinoo è bravo con le chiacchiere, non credetevi di poter risolvere qualsiasi cosa a parole, non pensate di potergli fare torti e uscirne indenni con delle sciocche scuse. Certo, magari sul momento vi sorriderà e vi tranquillizzerà. Vi dirà di non preoccuparvi. Ma se lo conosceste veramente, sapreste che nella sua testa in realtà sta già macchinando un modo per farvela pagare.
Pregate pure i Dodici se mai vi capitasse di essere di traverso sulla sua strada e sperate che vi ascoltino. Perché Antinoo è pericoloso. Eccome se è pericoloso. È il tipo che medita di continuo e non medita certo cose piacevoli.
E potete stare certi come il sole di mezzogiorno, che qualsiasi siano i suoi desideri più reconditi, in un modo o nell'altro, farà in modo di farli avverare.
Due onesti cittadini si scambiano vetriolo alle prime luci del mattino.
"Dove vai? Ti ho sentito armeggiare con il materasso, sai, che hai preso?"
"Vado da Laoconte."
Non serve dire altro per dipingere su uno sguardo l'apprensione, sull'altro la vergogna. Se l'Ade esistesse davvero e avesse dei posti riservati, uno di quelli sarebbe sicuramente per Laoconte Ripley, tesoriere, contabile e usuraio della Banda. Lo si vede poco in giro, lo si sente ancor meno fare il gradasso alla Locanda o dilettarsi nelle angherie che tanto piacciono ai suoi familiari. Ma lui è lì, sempre in ascolto, sotto il pelo dell'acqua, in attesa del momento giusto per colpire. "Chi te l'ha dato quel ferrovecchio? Laoconte.", "A chi hai venduto il giardino di casa? Laoconte.", "Chi ci ha bruciato il fienile? Laoconte.". Il Jack sa sempre quello di cui hai bisogno, e spesso ha i mezzi per procurartelo, con una tale velocità ed efficienza che quasi non pensi che ti farai fregare. Tu sei diverso, tu lo conosci Laoconte e saprai ripagarlo per tempo. Sono queste convinzioni a buttarti a fondo tanto quanto la morsa dei suoi tentacoli fatti di interessi, rialzi e 'ancora uno'. Il tempo concesso scade, la sicurezza iniziale perde momento, finchè non ti trovi ad affogare nei debiti, ogni tuo giorno che inizia con l'unico pensiero di divincolarti almeno un po', prendere ancora un po' d'aria. E quando il leviatano si stanca di aspettare...
"Sei un vero idiota..."
"Sto andando a saldare, non preoccuparti. Anzi ne approfitto, porto fuori il cane."
...scale discese con apprensione, una piccola vita spezzata, un grido. I tentacoli si prendono sempre il loro tempo prima di chiudersi su di te.
Quando la Musa passa per strada, tutti si fermano e il tempo stesso sembra cristallizzarsi. Nessuno sa se sia per rispetto o per curiosità, fatto sta che accade irrimediabilmente ogni volta. E lei? Lei non ci dà alcun peso. Cammina, con quel suo passo languido e ancheggiante, come una povera bestiola che smania per trovare un compagno. Lo fa anche se non lo vuole, è nata così, con le anche storte, ma forse è proprio questo che piace così tanto di lei. È incredibile come sembra che nulla le importi. È talmente vuota, ormai, che ogni gioia, ogni dolore, scorre sulla sua pelle come debole pioggia primaverile. Tutti sanno quale sia il suo lavoro: lei compiace gli altri. O, come direbbero i meno delicati, fa la puttana.
Ma anche questo sporco epiteto, ormai, non sembra disturbarla più di tanto. Forse, essere stata presa nelle grazie da Laoconte
Laoconte - Il Jack di QuadriPlayer: Andrea NataleFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Due onesti cittadini si scambiano vetriolo alle prime luci del mattino."Dove vai? Ti ho sentito armeggiare con il materasso, sai, che hai preso?""Vado da Laoconte."Non serve dire altro per dipingere s (...) ha avuto una certa parte nel forgiare il suo carattere. Gli ha dato anche dei figli, belli e forti, tre creature per rimpolpare le fila degli O’Donnel, come se di quei bruti non ce ne fossero già abbastanza in giro. Non che si sia curata troppo di loro, alla fine anche le bestie abbandonano i cuccioli al loro destino appena smettono di allattarli: i forti sopravvivono, se questo non accade si è sempre in tempo a sfornarne altri.
Si dice che Orfeo
Orfeo - Il Nibbio BrunoPlayer: Paolo GaballoFactions: I Propilei, FoxTeaser: Come parla bene, Orfeo Fox. Come riesce a convincerle lui, le persone, nessuno. Gli basta cogliere il momento, lo spunto giusto ed ecco che ti cattura nel suo fiume di argomentazioni che ti porteranno (...) abbia perso la bussola da quando la conosce, e non è chiaro se lei ne sia veramente consapevole, anche se trova sempre un momento per riservagli un sorriso, fra un cliente e l’altro. Non succede spesso in realtà, lei è sempre molto impegnata: per lei fuori dalla porta c’è la fila, se così si può dire. Per questo è una vera e propria gallina dalle uova d’oro, e la Banda non la lascerebbe andare ad alcun prezzo… ma a lei, a quanto pare, sta bene così, e forse questa è l’unica cosa che conta.
Chi sono i genitori di Lungo Fucile, chiedi? E io che ne so? Si dice sia imparentato con Alcinoo
Alcinoo - Il Due di FioriPlayer: Nervo - Mattia SalaFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Ci sono storie che non hanno bisogno di essere raccontate per esistere. Non sono scritte, ma si leggono negli sguardi. Non vengono pronunciate, ma si sentono nel silenzio tra una parola e l’altra. Son (...), ma non ci metterei la mano sul fuoco. Di certo fra loro c’è un legame fraterno, ma se questo si accompagni a uno di sangue, non lo sapremo mai, Medusa certamente non lo tratta come figlio suo, anzi... Che sia figlio di primo letto del suo amato Polidette O'Donnel, partito per la guerra? Una cosa però la so: ama la guerra come tutti quelli della sua famiglia. Non nel senso che ami scendere in battaglia… cioè, non sempre. Come posso spiegarmi? Ama la guerra nel senso più archetipico che possa esistere. Arrovellarsi sulla guerra, sulle strategie, sulle ripercussioni di ogni mossa, è l’unica cosa che sembra scuotere il suo animo davvero. Per questo studia accuratamente ogni mossa, orchestrando con cura quando agire e quando stare in disparte. Prendi suo padre, per esempio: non so bene chi sia, ma so per certo che è partito per la guerra, al fianco di Ulisse. E pensi che gliene importi qualcosa? No, ovviamente. Di fatto, gli importa solo capire cosa ne sarà, di quel padre. Che torni sconfitto, o vincitore, sono dettagli: l’importante è che torni, e solo allora si saprà come agire.
Potrebbe sembrare un individuo freddo e scostante, ma nelle sue iridi vedrai riecheggiare il clangore di mille battaglie. Non pensare che agisca con leggerezza: ogni sua mossa è lungamente studiata, in un’ottica più grande. Ma proprio per questo, perché si muove su un terreno così fragile, potrebbe veder crollare il suo castello in ogni istante. Eppure procede, con giusto passo, senza timore. Riesce a tenere a bada perfino quella testa calda di Ascania/Ascanio
Ascania/Ascanio - L'Asso di QuadriPlayer: Gabriele CrispinoFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Si dice che quando scenda in campo l’atmosfera si scaldi. Nulla di più azzeccato, considerando le voci che corrono… si dice che ami il fuoco. Molto. Nulla potrà fermare quest'anima degli O’Donnel da l (...), solo gli Dei sanno come. E oltretutto è l’unica persona che non sembra subire il fascino di Medea
Medea - Il Pavone AvidoPlayer: Cristiana AmicozziFactions: I Propilei, FoxTeaser: Attenzione, che passa la Gatta Masciara! Raccomandati agli Dei, figlio mio. Quella lì non porta nulla di buono. Innanzitutto non mi fido di una donna che alla sua età ancora non si è accasata. Quanti (...).
Io sono certo solo di una cosa: scoprirà le sue carte solo quando Ulisse tornerà.
Fino a quel momento, rimarrà un impenetrabile mistero per tutti noi.
Quando la Miccia Corta ti passa accanto, la senti. Oh, se la senti! Impossibile non farlo.
Innanzitutto te ne accorgi per le frasi totalmente sconnesse che ti dice. Prevalentemente urlate. Poi pronuncia aberrazioni che nemmeno gli Dei riuscirebbero a intendere: sono totalmente senza senso ed esclamate con una voce troppo alta, da perforarti i timpani. Può capitare che ne abbassi il volume, costringendoti ad avvicinarti. E poi, improvvisamente, ecco che urla di nuovo, quella infame prole di cane!
Si muove come se fosse un carillon rotto e sgraziato, con qualche molla difettata, Sai quando fa quello scatto stonato e leggermente inquietante? Ecco, proprio così. Una persona totalmente squilibrata anche nei movimenti, pallida, con le labbra distrutte dalla secchezza. Sicuramente non è molto piacevole averci a che fare: veste di cenci e stracci, con una tunica lunga e strappata che non lava da chissà quanto tempo.
Beh, lo avrai capito: Leo, la Miccia Corta, non ha nessuna rotella a posto. Tant'è che è sempre e fortemente vittima del bullismo dei suoi fratelli O'Donnel. Alcune volte, però, sa fare il suo dovere in famiglia: è un ottimo palo, molto affidabile quando alcuni della Banda devono compiere qualche crimine o se deve distrarre qualcuno o qualcosa. Gli basta essere semplicemente la Miccia Corta.
Ogni tanto potete vedere Leo che guarda nel vuoto e che sussurra qualcosa a labbra socchiuse, dondolandosi con aria persa. Chissà se è folle dalla nascita o se la pazzia si è sviluppata solo più tardi, in età adulta. Alcuni che volevano aiutare hanno cercato di comprendere cosa volesse comunicare con le sue frasi totalmente sconclusionate. Parlava di veli, di lave incandescenti. Alcuni dicono che abbia battuto la testa da infante, altri che il patriarca degli O'Donnel aveva finito il latte di capra e aveva deciso di andar giù col whiskey della peggior fattura. Chi lo sa com'è andata? Fatto sta che è così: è sicuramente la persona più strana di tutta Itaca.
Si muove così sconnessamente dalla realtà, con movimenti a scatti e risate improvvise. Pare calmarsi solo la notte, come se le stelle portassero serenità.
Bah, vallo a capire come funziona quel suo cervello bacato!
Lei non lo guarda mai troppo a lungo. Non perché non lo veda, Pisandro è impossibile da ignorare, ma perché conosce quello sguardo, quella devozione mal riposta. Lui non è come gli altri della Banda. Quando si avvicina al Simposio, è come un lupo che ha dimenticato come mordere.
“Quando in anticipo sul tuo stupore verranno a chiederti del nostro amore, a quella gente consumata nel farsi dar retta un amore così lungo tu non darglielo in fretta.”
Le sue poesie arrivano senza preavviso. Biglietti infilati sotto una tazza da tè, parole incise sul retro di una pergamena, lettere che sanno di attese e di sogni destinati a non realizzarsi.
Eppure, nel suo cuore, Pisandro spera, ama e prega. Se solo Penelope potesse guardarlo davvero, senza l’ombra del marito partito anni fa in guerra. Se solo Ulisse non fosse un fantasma troppo vivo, nonostante la lontananza. Se solo Itaca non fosse una città avvelenata da ricordi e doveri.
“Digli che i tuoi occhi me li han ridati sempre come fiori regalati a maggio e restituiti in novembre, i tuoi occhi come vuoti a rendere per chi ti ha dato lavoro, i tuoi occhi per loro.”
Pisandro è uno sciocco. Un uomo che gioca con la poesia quando il mondo intorno a lui parla di violenza. Un uomo che la ama, davvero, e che non avrà mai nulla in cambio.
“Ormai buoni per setacciare spiagge con la scusa del corallo e troppo stanchi per non vergognarsi, di confessarlo nei miei, proprio identici ai tuoi”
Un giorno, Pisandro capirà che non esistono versi capaci di cambiare la realtà. Quel giorno, o si spezzerà, o diventerà ciò che ha sempre temuto.
“Continuerai a farti scegliere o finalmente sceglierai.”
“Eccolo là, lo stronzo che ha spezzato il cuore di Arianna… Dei, non ci posso credere, guarda come cammina, come si atteggia! Sempre con quell’aria da ‘io so tutto, io sono l’eroe, io agisco per il bene’. Ma lo sappiamo bene com’è davvero: marcio fino al midollo. Si crede una brava persona, ma in realtà pensa solo a se stesso.”
La ragazza prende una pietra da terra e fa per scagliarla nella sua direzione, ma l'amica la ferma, scuotendo la testa come per indicarle che non ha senso. La giovane sospira stizzita, e riprende a parlare.
“Si è avvicinato ad Arianna perché gli faceva comodo, perché gli serviva protezione. Ha giocato con lei, l’ha fatta innamorare, e poi? L’ha scaricata come se fosse niente e si è sposato con un'altra. Per lui non contano le persone, conta solo la storia che si scriverà su di lui. Gli interessa solo la sua grande impresa che presto compirà, la gloria, l’onore per la sua famiglia. E se deve distruggere qualcuno lungo il cammino? Poco importa. Tanto, nella sua testa, è sempre dalla parte del giusto.”
L'altra ragazza si intromette nello sfogo con una risatina.
“Sì, la solita storia del ‘il fine giustifica i mezzi’. Ma la verità è che lui non è un eroe, è solo un arrivista."
“Ci credo. Uno così è insopportabile. Magari prima o poi qualcuno gli farà assaggiare la sua stessa medicina.”
"Si dice che una volta abbia fatto infuriare Polifemo
Polifemo - L'Ematite di SanguePlayer: Digio - Elio Di GiovanniFactions: I Propilei, MarloweTeaser: Tutti a Itaca conoscono la storia di Polifemo, ma decisamente pochi hanno il coraggio di raccontarla, soprattutto in sua presenza.Di tutti i Marlowe, decisamente il più malvoluto dal fato. La sua casa (...) e che il Marlowe lo abbia pestato come l'uva. Ma Teseo è uscito pulito anche da quello, passando per la povera vittima e finendo per farsi benvolere. E il peggio è che se la cava sempre. Dicono che sia stato l’unico a cui Theone
Theone - Il Marengo EsuberantePlayer: Mauro PernaFactions: L'Acropoli di Itaca, WilliamsTeaser: "Vedi quello, laggiù? Theone Williams. Sempre al tavolo con le carte in mano, come se il mondo intero fosse solo un’altra partita da vincere… e per lui lo è. E il bello è che vince quasi sempre." Un b (...) abbia fatto un tranello senza riuscire a incastrarlo. Theone
Theone - Il Marengo EsuberantePlayer: Mauro PernaFactions: L'Acropoli di Itaca, WilliamsTeaser: "Vedi quello, laggiù? Theone Williams. Sempre al tavolo con le carte in mano, come se il mondo intero fosse solo un’altra partita da vincere… e per lui lo è. E il bello è che vince quasi sempre." Un b (...) non può neanche sentirlo nominare. E pensa alla povera Ifigenia
Ifigenia - L'Asso di CuoriPlayer: Tannie - Tannie SternieriFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Non una figlia, non una donna, ma un pegno. Questo è Ifigenia per i Ripley, in particolar modo per quella donna dal cuore gelido e severo della matriarca Clitennestra. La piccola Iffie è sempre stata (...), costretta dalla famiglia a sposarselo... io piuttosto mi toglievo la vita.”
La prima giovane lascia cadere il sasso a terra sconsolata, rimettendosi a camminare.
"Spero solo che qualcuno, prima o poi gliela, faccia pagare al maledetto bastardo."
"Vedo i fiumi dentro le mie vene
Cercano il loro mare
Rompono gli argini
Trovano cieli da fotografare
Sangue che scorre senza fantasia
Porta tumori di malinconia"
Venghino, signori, venghino, accorrete lesti al mattino, quando la serranda dell'Apoteca si solleva e la giovane Maia
Maia - La Charlatan MescitricePlayer: Nighty - Jasmine F. MascoliFactions: Il Simposio di Penelope, PerezTeaser: Le aveva consegnato tre dollari, chiusi nel palmo come se bruciassero. Le aveva detto di infilarli nel corpetto e di portarli alla Mescitrice. Non potevano permettersi l’Apotecario, troppo caro, tropp (...) già è intenta a ramazzare la polvere. Il luminare, il sior sapiente, l'eccelso Palaméde può ricevere pochi pazienti ogni giorno, perché c'è tanto da scrutare nei vostri affanni, tanto da comprendere dei vostri dolori, tante ampolle e filtri e sieri da provare prima di arrivare alla cura definitiva. E state tranquilli, non ve ne andrete finché non sarete guariti! Cuori spezzati, arti dolenti, occhi ciechi ai colori del mondo? Palaméde ha la soluzione, purchè gli si dia il tempo per trovarla, si intende. O per distillarla, perfino! Come abbia fatto quella cariatide di Ethan O'Donnel a generare un tale genio, lontano ere dalla sete di sangue dei suoi fratelli e nipoti, è un bel mistero. Sarà forse la gamba offesa ad avergli precluso il sogno della Guerra e quindi ad aver rivolto il suo animo a pratiche più nobili? O forse sono gli Dei che hanno voluto punire con la deformità un uomo altrimenti perfetto nel fisico e nell'ingegno?
E guardatelo blandire con parole al miele la bella Medusa
Medusa - La Regina di QuadriPlayer: marla.qu - Marta QuadrinoFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Medusa accende l’ennesima sigaretta, il fumo si mescola all’odore di whisky e sudore della bisca. La notte è nel pieno, e il posto brulica di uomini che giocano, bevono e sperano. Sperano in una vinci (...), e perfino placare l'irrequieta piccola Tissa
Tissa - La Tomahawk FollePlayer: Ilaria - Ilaria ChichiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Caro diario,Oggi è stato terribile! Stavo tornando a casa e già mi immaginavo immersa nella vasca, con le creme di latte e spezie a lenirmi i capelli spezzati da una giornata tanto faticosa. Avrei let (...). Per Zeus, c'è qualcosa che questo uomo non sappia fare? No sior mio, non disturbiamo il Dottore per quelle paupole: sarà l'acqua del vostro pozzo ad essere cattiva, prendete queste compresse! Aspetti signora mia, non interrompiamo il Maestro all'opera per le febbri di vostro figlio: è che il raccolto di segale, quest'anno, è cattivo anch'esso, praticategli questo clistere! No, no, si fermi lei, dove va? Avrà anche terminato la seduta odierna, ma con Palaméde non ha certo finito, non è mica ancora guarita. Torni domani alla stessa ora e confidi nel Giuramento di Ippocrate: non la lasceremo andare finché non sarà tornata la versione migliore di sé stessa, possano volerci cento e cento anni.
Questa, dopotutto, è la nostra vita.
Ci sono storie che non hanno bisogno di essere raccontate per esistere. Non sono scritte, ma si leggono negli sguardi. Non vengono pronunciate, ma si sentono nel silenzio tra una parola e l’altra. Sono storie che non hanno bisogno di conferme, perché chi le ha viste accadere non ha mai avuto dubbi. Eppure, la gente parla lo stesso.
Dicono che Alcinoo fosse nato con il revolver già in pugno. Non per combattere, ma per proteggere. E che, se c’è un uomo a Itaca che sa cosa significhi davvero fedeltà, quello è lui.
Lo trovi sempre dove c’è Pelèo
Pelèo - Il Coltello BowiePlayer: Aldo RussoFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: “E quello invece? Il belloccio che si sta allontanando con Briseide?” Una mano le si poggia sulla spalla, massaggiandola con affetto. “Attenta novellina, con quello non si scherza. Hai presente i cani (...). Non un passo avanti, mai un passo indietro. Accanto.
Sempre accanto.
Eppure, c’è chi dice che l’amore tra loro sia di quelli che non si possono pronunciare.
E qui si dividono le lingue. Alcuni ridono, altri negano con troppa convinzione.
“Sciocchezze. Alcinoo è solo un’ombra, un amico, un uomo senza ambizione.”
“Ma allora perché mai non ha preso moglie?”
Le domande restano sospese nell’aria come polvere dopo una cavalcata, ma nessuno osa dire più di questo.
Perché Alcinoo non parla. Non ha mai smentito, non ha mai ammesso. Ma chi lo conosce sa che ci sono verità che non hanno bisogno di essere dette.
Si vede negli sguardi che si scambiano prima della battaglia, quando il mondo potrebbe finire e l’unico pensiero che conta è restare vivi per l’altro.
Si vede in quella furia cieca che si accende negli occhi di Peleo ogni volta che qualcuno sfiora Alcinoo con troppa leggerezza.
Si vede nella calma con cui Alcinoo lo riporta alla ragione, come solo chi conosce il cuore di un uomo meglio del proprio sa fare.
Lui vivrebbe e morirebbe per Peleo. E Peleo per lui.
“Ma che razza di legame è, se non è quello che pensiamo?”
Silenzio.
Forse non serve un nome per ciò che li unisce.
Forse, a volte, certe storie non hanno bisogno di essere raccontate per esistere.
Si dice che quando scenda in campo l’atmosfera si scaldi. Nulla di più azzeccato, considerando le voci che corrono… si dice che ami il fuoco. Molto. Nulla potrà fermare quest'anima degli O’Donnel da lasciare il suo segno distintivo, accendendo una piccola scintilla al termine di qualche colpo. Sai, quella volta in cui la casa in fondo alla via è stata svaligiata di tutti i suoi beni? È opera sua. Infatti poi la casa è misteriosamente arsa, non lasciando altro che cenere. Potrebbero essere supposizioni, ma ti assicuro che è così. Fortunatamente Arete/Areto
Arete/Areto - Il Lungo FucilePlayer: Alessandro LeonardiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Chi sono i genitori di Lungo Fucile, chiedi? E io che ne so? Si dice sia imparentato con Alcinoo, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Di certo fra loro c’è un legame fraterno, ma se questo si accom (...) riesce a essere spesso la voce della sua coscienza. Chissà cosa combinerebbe se non avesse nemmeno Arete/Areto
Arete/Areto - Il Lungo FucilePlayer: Alessandro LeonardiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: Chi sono i genitori di Lungo Fucile, chiedi? E io che ne so? Si dice sia imparentato con Alcinoo, ma non ci metterei la mano sul fuoco. Di certo fra loro c’è un legame fraterno, ma se questo si accom (...) a tenere a bada i suoi istinti. Dopotutto, essere nati dal grembo di Megara
Megara - Il Fante di PicchePlayer: Maria CristianoFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Ah, Megara? Quella che chiamano "il Jack di Picche"? Sì, proprio lei, la terzogenita di Clitennestra, quella che tiene in mano il grande libro dei Ripley, dove ci stanno scritte tutte le dicerie di It (...) doveva pur portare qualche conseguenza spiacevole. Dai retta a me, figliolo, e tieniti alla larga dai guai: già sua sorella, Ifigenia
Ifigenia - L'Asso di CuoriPlayer: Tannie - Tannie SternieriFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Non una figlia, non una donna, ma un pegno. Questo è Ifigenia per i Ripley, in particolar modo per quella donna dal cuore gelido e severo della matriarca Clitennestra. La piccola Iffie è sempre stata (...), è vittima di un fato crudele, e se la mela non cade poi così lontano dall’albero, allora anche in questo caso ne vedremo delle belle. Potresti rimanere scottato dal suo animo imprevedibile, ma la sua follia, in questo caso, non può nemmeno essere considerata un dono degli Dei. Ha la mano lunga e il cuore ardente, ma tutto il resto, tutto quello che è contenuto nella sua testa, rimane un mistero, e forse è meglio che sia così, perché una piccola comunità come la nostra non dovrebbe mai venire in contatto con certi elementi.
Caro diario,
Oggi è stato terribile! Stavo tornando a casa e già mi immaginavo immersa nella vasca, con le creme di latte e spezie a lenirmi i capelli spezzati da una giornata tanto faticosa. Avrei letto un po' azzardandomi a lasciare la finestra un po' aperta, così che qualche cicala potesse farvi capolino per caso. Il sogno si è trasformato in un incubo quando quella maledetta Tissa è sbucata dall'angolo, lanciandosi in un gran balzo. Si è avventata sul mio viso come fosse un balocco, tirando, strappando e ridendo sguaiata. Quando me la sono tolta di dosso avevo la faccia piena di graffi, terra e polvere nei capelli che piuttosto che pulirli avrei fatto prima a rasarli. E quella piccola furia era pronta a ricominciare, leccandosi le unghie come fosse un gattaccio di strada. E chissà dove si sarebbe spinta, se non fosse apparso Pelèo
Pelèo - Il Coltello BowiePlayer: Aldo RussoFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, O'DonnelTeaser: “E quello invece? Il belloccio che si sta allontanando con Briseide?” Una mano le si poggia sulla spalla, massaggiandola con affetto. “Attenta novellina, con quello non si scherza. Hai presente i cani (...) a sollevarla per la collottola e spingerla via. Quel cafone del Marshal mi ha risposto con un grugnito e uno scherno crudele che non mi va neppure di trascrivere quando gli ho detto che "non è possibile che questa bestia giri indisturbata così, dovete fare qualcosa". Diario mio, io ho molta paura: Tissa è stata una peste fin da bambina. Nessun O'Donnel che la chiamasse figlia sua e, al tempo stesso, la più scellerata tra loro (e quanto sono felice di non aver fatto figli che potessero patirla!). Ma ora che è cresciuta è diventata qualcosa di feroce e irrequieta, e ora ci penserò due volte prima di passare per quell'incrocio maledetto...
E se Peleo non fosse stato lì a tenerla a bada? Quanto tempo passerà prima che quella ragazza non più bambina pasteggi col sangue di anime innocenti?
Ecco, ora ci mancava pure sentire un grattare alla porta, Diario mio, sto forse impazzendo? Quale ragazzino si metterebbe a fare scherzi e a ridere sguaiato la notte, sull'uscio di una signora rispettabile come me?
Andrò a vedere.
Ah, Megara? Quella che chiamano "il Jack di Picche"? Sì, proprio lei, la terzogenita di Clitennestra
Clitennestra - La Regina di PicchePlayer: Federica CappellantiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: No, non è un tuono quel che hai sentito. L'unica pioggia che scenderà stasera sarà dagli occhi di Medusa, colpita ancora una volta al viso dalla madre Clitennestra. Cosa ha fatto, stavolta? Le sue rag (...), quella che tiene in mano il grande libro dei Ripley, dove ci stanno scritte tutte le dicerie di Itaca? Beh, se qualcuno ha un segreto, puoi scommetterci che lei lo sa già. Lei è una Ripley, e questo significa che la manipolazione le scorre nel sangue. Ma oggi quel libro, la rete di favori e segreti che sua madre Clitennestra
Clitennestra - La Regina di PicchePlayer: Federica CappellantiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: No, non è un tuono quel che hai sentito. L'unica pioggia che scenderà stasera sarà dagli occhi di Medusa, colpita ancora una volta al viso dalla madre Clitennestra. Cosa ha fatto, stavolta? Le sue rag (...) le ha insegnato a tessere con maestria, non le serve a nulla. Non può riscrivere il passato. Non può riscrivere il destino di sua figlia.
Quando il marito è partito per la guerra con il Generale Grant, Meg si è ritrovata a tirar su i suoi bimbi da sola. Li ha cresciuti con le unghie e coi denti, perché Megara, prima di tutto, è una madre. E sai cosa dicono di una madre che difende i suoi figli? Che diventa peggio di una bestia ferita. Una bestia che ha dovuto sedare per non essere divorata a sua volta.
Ifigenia
Ifigenia - L'Asso di CuoriPlayer: Tannie - Tannie SternieriFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Non una figlia, non una donna, ma un pegno. Questo è Ifigenia per i Ripley, in particolar modo per quella donna dal cuore gelido e severo della matriarca Clitennestra. La piccola Iffie è sempre stata (...), la sua amata Iffie, ha dovuto sposare Teseo
Teseo - L'Avvoltoio RealePlayer: Feo - Federico ValsecchiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, FoxTeaser: “Eccolo là, lo stronzo che ha spezzato il cuore di Arianna… Dei, non ci posso credere, guarda come cammina, come si atteggia! Sempre con quell’aria da ‘io so tutto, io sono l’eroe, io agisco per il be (...). Per volere dei Ripley e di sua madre Clitemnestra. Megara sapeva benissimo che Teseo non era un uomo di parola, non era un uomo da casa, non era un uomo per sua figlia. Ma cosa poteva fare? Opporsi a Clitemnestra e, quindi, al volere di tutti i Ripley?
Ora ogni sguardo di Ifigenia è una lama nel petto, ogni parola un sussurro spezzato. Non servono segreti, non servono ricatti, non serve sapere le debolezze degli altri quando il disgusto che la tua stessa figlia prova per te ti corrode dall’interno. Eh, Meg non è una donna che prega ma lo farebbe volentieri per ottenere la possibilità di tornare indietro nel tempo, se davvero fosse possibile. Perché la verità è che per i suoi figli farebbe qualsiasi cosa. Anche un patto con gli inferi. Anzi, forse l’ha già fatto.
Si dice che Megara abbia iniziato a guardare verso Ulisse. Sì, proprio lui. Quell' Ulisse che, se tornerà davvero, dicono ribalterà Itaca come una bistecca sulla brace.
Dicono anche che per i figli Meg sarebbe disposta a tutto. Ma "tutto" cosa vuol dire? Tradire i Ripley? Gettare alle ortiche il sangue che le scorre nelle vene?
E soprattutto, se decidesse di farlo, ne varrà davvero la pena?
Non una figlia, non una donna, ma un pegno. Questo è Ifigenia per i Ripley, in particolar modo per quella donna dal cuore gelido e severo della matriarca Clitennestra
Clitennestra - La Regina di PicchePlayer: Federica CappellantiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: No, non è un tuono quel che hai sentito. L'unica pioggia che scenderà stasera sarà dagli occhi di Medusa, colpita ancora una volta al viso dalla madre Clitennestra. Cosa ha fatto, stavolta? Le sue rag (...). La piccola Iffie è sempre stata un povero agnello sacrificale, allevato per il giorno in cui sua madre l’avrebbe offerta sull’altare dell’ambizione.
E quel giorno, povero agnello, arrivò non troppo tardi, quando Teseo
Teseo - L'Avvoltoio RealePlayer: Feo - Federico ValsecchiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, FoxTeaser: “Eccolo là, lo stronzo che ha spezzato il cuore di Arianna… Dei, non ci posso credere, guarda come cammina, come si atteggia! Sempre con quell’aria da ‘io so tutto, io sono l’eroe, io agisco per il be (...) Fox le infilò un anello di fidanzamento al dito.
Il giorno della proposta, gli occhi di sua madre brillavano d’orgoglio, le bocche della famiglia mormoravano parole di soddisfazione. "L’alleanza è salda", pensarono tutti, "i Ripley hanno ottenuto il loro posto a Itaca."
Ma Ifigenia non è mai stata una Ripley. Non nel cuore. Non nell’anima. Il suo cuore era troppo gentile, troppo morbido per la spietatezza manipolativa dei Ripley o per il forte classismo dei Fox. È una bravissima guaritrice, una mano calda e gentile in una città che sa solo stringere i pugni. È un’anima che guarda il ritorno di Ulisse non con odio, ma con speranza.
E chissà... forse, un giorno, troverà il coraggio di schierarsi. Di scegliere autonomamente la propria strada, allontandosi da ciò che la sua pressante famiglia vuole da lei. Ma per ora, Ifigenia sceglie di rimanere nel suo silenzio. Dopo le tante ferite cucite, si cuce la bocca per non urlare di rabbia. Come biasimarla? Dopotutto è promessa a un uomo che non amerà mai e che pare la tradisca spesso. Inoltre è figlia di una madre che non la vedrà mai per ciò che è.
Quanto tempo può resistere questo agnello gentile prima che smetta di aspettare il sacrificio e impari a fuggire?
No, non è un tuono quel che hai sentito. L'unica pioggia che scenderà stasera sarà dagli occhi di Medusa
Medusa - La Regina di QuadriPlayer: marla.qu - Marta QuadrinoFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Medusa accende l’ennesima sigaretta, il fumo si mescola all’odore di whisky e sudore della bisca. La notte è nel pieno, e il posto brulica di uomini che giocano, bevono e sperano. Sperano in una vinci (...), colpita ancora una volta al viso dalla madre Clitennestra. Cosa ha fatto, stavolta? Le sue ragazze hanno portato un magro raccolto? Non ha saputo vigilare su Briseide e ora tocca trovare un'altra disperata per il bordello? È, dopotutto, importante? La più anziana delle donne della Banda, Clitennestra governa con pugno di ferro e, nemmeno nei suoi momenti più lucidi, il vecchio Ethan si sognerebbe mai di contestarla nel suo ruolo. E del resto, come potrebbe fare mai meglio della Regina di Picche, fiera e letale? La Banda è, per la donna, croce e delizia, caos armonico in cui solo lei, inscalfibile, riesce a navigare. Non è ignara dell'odio che i suoi figli provano per lei, né del risentimento degli O'Donnel che tratta indistintamente come mastini, faine e buoi da soma. Semplicemente non se ne cura, non può sprecare tanto tempo, sa bene che nessuno di quei tagliaborse, assassini e ladri di galline sarebbe in grado di nuocerle realmente. Vorrebbe dire trovarsi di fronte alla loro incapacità di stare al mondo, senza più lei a fare da seno in cui piangere. Clitennestra si prende tutte le maledizioni perchè Medusa
Medusa - La Regina di QuadriPlayer: marla.qu - Marta QuadrinoFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Medusa accende l’ennesima sigaretta, il fumo si mescola all’odore di whisky e sudore della bisca. La notte è nel pieno, e il posto brulica di uomini che giocano, bevono e sperano. Sperano in una vinci (...) e Megara
Megara - Il Fante di PicchePlayer: Maria CristianoFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Ah, Megara? Quella che chiamano "il Jack di Picche"? Sì, proprio lei, la terzogenita di Clitennestra, quella che tiene in mano il grande libro dei Ripley, dove ci stanno scritte tutte le dicerie di It (...) possano continuare a svolgere il loro lavoro, si costringe a lunghe, inutili, chiacchiere con Penelope per permettere ai ragazzi di Ethan di sfogarsi un po' più in là, lontani dagli sguardi dell'Acropoli. Immola Ifigenia all'altare della politica, perché altre cento figlie non debbano più essere scelte.
Lo puoi notare dal movimento frenetico del suo sguardo: la sete di pericolo e la fame di bottino della 'Virago' bruciano anche dentro di lei. Ogni piano messo a segno dalla Banda porta la firma di colei che non vorrebbe altro che alzarsi e ridere a squarciacola prendendo per il naso tutta Itaca. Ma lei, Clitennestra, è la più vecchia delle madri. Colei che piange più uomini in guerra di chiunque altro. Colei che non può far altro che star seduta.
E, perciò, regnare.
“E quello invece? Il belloccio che si sta allontanando con Briseide?” Una mano le si poggia sulla spalla, massaggiandola con affetto. “Attenta novellina, con quello non si scherza. Hai presente i cani rabbiosi, che se non fosse per le catene che li tengono fermi sbranerebbero chiunque incontrano? Ecco, quello è Pelèo per te, e le catene sono la sua labile morale.”
Le aggiusta il vestito, sistemandolo a dovere.
“Pelèo è il tipico uomo che pensa che la legge non si applichi su di lui solo perché sa come aggirarla. In fondo, come Vicesceriffo, ha ragione: la legge su di lui non si applica come su noialtri.”
Un sospiro, la voce s'incrina.
“Violento, feroce e tronfio nelle sue angherie, Pelèo aspetta il minimo pretesto da parte del malcapitato di turno per amministrare la legge nel modo più sanguinario possibile.”
Le sistema i capelli con fare distratto.
“Non c'è donna che non sia stata molestata da lui, né peone che si sia stato risparmiato dall’assaggiare la punta del suo stivale. E la cosa peggiore di tutte è che Peleo è tanto abile con il coltello quanto con il revolver: nessuno può davvero tenergli testa.”
La più esperta delle due tira fuori della cipria, sistemando il trucco della novellina.
“Anche per i suoi familiari diventa sempre più difficile tenerlo a bada. L'unica persona al mondo che ci riesce è Alcinoo
Alcinoo - Il Due di FioriPlayer: Nervo - Mattia SalaFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: Ci sono storie che non hanno bisogno di essere raccontate per esistere. Non sono scritte, ma si leggono negli sguardi. Non vengono pronunciate, ma si sentono nel silenzio tra una parola e l’altra. Son (...), la sua… ‘ossessione’. Dovresti vedere come pende dalle sue labbra… e come gliele guarda!”
Ridacchia, abbassando la voce.
“Tienitelo per te però. L’attrazione sarà pure palese, ma non c'è più sordo di chi non vuole sentire: ti sentisse mettere in dubbio la sua virilità e il suo machismo, non ci sarebbe un Dio in grado di difenderti dalle sue ire. Quando la belva scatta, prega gli dei di essere lontano da dove si trova lui.”
Il suo sguardo si alza con tristezza, verso la stanza in cui Briseide sta allietando Pelèo.
“Perché se mai ti capitasse quando sei là dentro… puoi solo pregare.”
Avete mai visto uno zefiro? E avete mai sentito ridere una fiamma libera? La Sorte, l'avete mai toccata? No, per gli Dei, non sono impazzito, sto solo provando a descrivervi le sensazioni che mi attraversano quando vedo Iope Ripley, spensierato portafortuna della banda... e costante grattacapo di chiunque a Itaca, faccia del suo raziocinio un vanto.
Non si può dire che arrivò in città... sarebbe in realtà più corretto dire che apparve senza legame di sangue con alcuno. Sguardo perso eppure perfettamente cosciente di sé.
Clitennestra
Clitennestra - La Regina di PicchePlayer: Federica CappellantiFactions: La Banda O'Donnel-Ripley, RipleyTeaser: No, non è un tuono quel che hai sentito. L'unica pioggia che scenderà stasera sarà dagli occhi di Medusa, colpita ancora una volta al viso dalla madre Clitennestra. Cosa ha fatto, stavolta? Le sue rag (...) deve aver riconosciuto qualcosa di sé in quella figura smarrita, perché non ha esitato un secondo a dichiararla sotto la protezione della Banda. E nessuno avrebbe mai contraddetto quell'arpia, vedendo le fiamme che le ardevano negli occhi mentre prendeva Iope per mano, mentre conduceva la giovane creatura nelle sue stanze.
Eppure, guardando Iope oggi, non diresti mai che appartenga a quella genia di truffatori e criminali: potresti restare ore ad ammirare i suoi giochi con gli animali o con i peoni più giovani. Osservare mentre ascolta con rapimento le elucubrazioni del Simposio o financo i borbottii dei Propilei. Devi guardare più a fondo per ricordarti che Iope è vento, fiamma e fato, più a fondo per intravedere nella sua mente gli stessi labirintici schemi che si erigono nella mente di ciascun Ripley: piani su piani, azioni che conducono a conseguenze, zefiri che appiccano bracieri. Nella sua mente c'è un cosmo di possibilità, una cornucopia di buona sorte e sciagure che solo Iope sa e non sa come dispensare.
Nume della Banda, cosa vuoi da Itaca?
Giungesti a danzare con leggerezza sulle sue rovine o a sorridere vedendola risorgere dal pantano in cui è sprofondata un mattone per volta?
Clang... clang...
Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga
Tartaruga - Il Diamante allo Stato GrezzoPlayer: Valentina CostanzoFactions: I Peoni, MarloweTeaser: Le voci parlano di una donna sempre curva sulla schiena, mescolando intrugli, sussurrando parole.
Lenta, lenta, lenta la goccia, scende nel fuoco e cuoce la roccia. Brucia la carta, brucia il dolore, (...), forse. Dei legami, dei sentimenti, dei nomi. Ma tutto questo non conta, quando sei niente.
Clang... clang...
Lavorava fino a sanguinare, tornava a letto con le mani rotte e il fiato corto, e il giorno dopo ricominciava da capo. E niente cambiava. Nessuno lo vedeva. I Signori di Itaca passavano accanto a lui come si scavalca un sasso nel fango.
Poi un giorno, uno di loro lo ha guardato davvero.
Clang... clang...
Un Padrone. Uno vero. Ha allungato la mano pulita, sicura, distante e lo ha tirato su. Non per bontà. Non per compassione. Ma perché aveva visto in lui un’utilità. Una funzione.
Non gli ha dato un sogno.
Perché Cane non sogna. Chi è niente, non sogna niente.
I sogni sono dei vivi. Dei liberi. Dei padroni.
Clang... clang...
A Cane ha dato ordini. E Cane li ha eseguiti. Ha guadagnato pane, sguardi abbassati al suo passaggio. È diventato utile. È diventato temuto.
Gli invidiosi lo chiamano traditore. Come quella megera di Tartaruga
Tartaruga - Il Diamante allo Stato GrezzoPlayer: Valentina CostanzoFactions: I Peoni, MarloweTeaser: Le voci parlano di una donna sempre curva sulla schiena, mescolando intrugli, sussurrando parole.
Lenta, lenta, lenta la goccia, scende nel fuoco e cuoce la roccia. Brucia la carta, brucia il dolore, (...), per la quale non prova più nessun sentimento, se non disprezzo. Lo accusano di mordere i suoi simili, di abbaiare quando i Padroni lo schioccano col dito. Dicono che sia solo un mastino al guinzaglio, un animale senza onore.
E allora?
Clang... clang...
Essere una bestia è meglio che essere niente.
Una bestia può mordere. Può guidare. Può imporsi.
Una bestia può sopravvivere.
E magari, chissà, se continuerà a dimostrare quanto vale, un giorno smetterà persino di essere bestia. Forse riuscirà a diventare qualcosa di più. Forse potrà sedersi al tavolo dei Padroni, non più accanto alla ciotola.
Clang... clang...
Che si faccia attenzione, branco di pecore. Perché Cane guarda.
Sente. Annusa.
E non ha alcun problema a usare le zanne.
Clang... clang...
Il rumore è ovunque. E non smette mai.
Leone
Leone - L'IllusionistaPlayer: Seth - Lorenzo TurniFactions: I Peoni, PerezTeaser: Leone sale sul palco. Il legno scricchiola sotto i suoi stivali, le mani sono vuote. Non c’è sipario, né giochi di luce, solo lui e il pubblico che lo osserva con la solita diffidenza.“Signore e signo (...) sale sul palco. Il legno scricchiola sotto i suoi stivali, le mani sono vuote. Non c’è sipario, né giochi di luce, solo lui e il pubblico che lo osserva con la solita diffidenza.
“Signore e signori,” annuncia con un sorriso fermo, “oggi assisterete a qualcosa di straordinario.”
Un brusio si solleva: un Perez… Un nome che non è di qui. Comparso dal nulla, come tutta la sua gente. E i suoi veri genitori? Puff! Spariti, come per magia.
Leone non si ferma. Fa scivolare le dita sul tavolo, le muove leggere nell’aria. E all’improvviso, una moneta. Comparsa dal nulla. Gira tra le sue nocche, luccica sotto la luce fioca.
Come la sua vita. Una famiglia che non era la sua, un cognome cucito addosso come un vecchio vestito, una storia senza un inizio. Cresciuto tra volti che non gli somigliavano, in un mondo che non lo voleva. La moneta danza. Poi scivola sotto un panno.
Un colpo secco.
Sparita.
Il pubblico mormora.
Ma lo spettacolo non è finito.
“Signore e signori”, dice, e la sua voce si abbassa, si fa sottile come un filo di vento, “la vera magia non è far sparire una moneta.”
Solleva il panno sopra di sé. Lo avvolge sulle spalle. Il pubblico trattiene il fiato.
Un battito di ciglia. Un soffio di vento.
Il panno cade.
Leone Perez non c’è più.
Solo il vuoto al centro del palco.
Forse era solo un trucco.
O forse, questa volta, è scomparso per davvero.
No, con Lupo
Lupo - Il Pepe NeroFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: No, con Lupo non ci voleva avere a che fare nessuno.Chi lo conosceva davvero, chi ci aveva parlato almeno una volta… si portava dietro una cicatrice, una paura o una frattura. C’era chi raccontava di (...) non ci voleva avere a che fare nessuno.
Chi lo conosceva davvero, chi ci aveva parlato almeno una volta… si portava dietro una cicatrice, una paura o una frattura. C’era chi raccontava di una spalla rotta, chi di uno zigomo frantumato per averlo guardato storto. Ma bastava guardarlo e basta, anche senza intenzione, per rischiare di prendersi delle legnate.
Non era un soprannome, quello. Era una dichiarazione di pericolo.
Lupo: irascibile, imprevedibile, feroce.
Figlio di Cane
Cane - Il Sale della TerraPlayer: Roberto MarangioFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Clang... clang...Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga, forse. Dei legami, dei se (...), nel sangue e nei modi.
Solo il padre riusciva a tenerlo un po’ a freno. Quando parlava, Lupo si chetava. Scodinzolava perfino, pur di restare alla tavola del branco.
Ma si diceva che Cane
Cane - Il Sale della TerraPlayer: Roberto MarangioFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Clang... clang...Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga, forse. Dei legami, dei se (...) non lo guardasse mai davvero, che non ci fosse calore nei suoi occhi per quel figlio di carne. Pare che, se doveva indicare qualcuno da chiamare "figlio", Cane
Cane - Il Sale della TerraPlayer: Roberto MarangioFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Clang... clang...Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga, forse. Dei legami, dei se (...) scegliesse Topo
Topo - Lo Spicchio D'AglioPlayer: Michele LodaFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Tra tutti gli animali che gli Dei hanno creato, il Topo è sicuramente uno dei più interessanti. Capisco bene la vostra perplessità gente, e non vi biasimo. So cosa state pensando: perché dovrebbe aver (...), non Lupo. A Topo
Topo - Lo Spicchio D'AglioPlayer: Michele LodaFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Tra tutti gli animali che gli Dei hanno creato, il Topo è sicuramente uno dei più interessanti. Capisco bene la vostra perplessità gente, e non vi biasimo. So cosa state pensando: perché dovrebbe aver (...) le pacche sulla spalla, i consigli, i silenzi pieni di rispetto. A Lupo, solo ordini secchi e sguardi pesanti.
Ecco perché stava sempre infuriato.
Perché ringhiava anche da solo.
Perché non cercava amore: cercava un motivo per mordere.
C’era persino chi, sotto voce, diceva che facesse quasi pena. Ma poi lo vedevano passare, duro come un ceppo e cattivo come il gelo, e quella pena si gelava in gola. Perché Lupo non lasciava niente in piedi. Né parole, né ossa.
E poi c’era lei. Agnello
Agnello - La Curcuma InsaporePlayer: Micol PolacciFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Avete sentito che si dice? Lupo e Agnello, sì sì, non vi sto prendendo in giro. Donata in sposa da Cane a suo figlio, niente più genitori, niente famiglia. Un gesto generoso, certo, una benedizione. N (...).
Sì, proprio così: Lupo e Agnello
Agnello - La Curcuma InsaporePlayer: Micol PolacciFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Avete sentito che si dice? Lupo e Agnello, sì sì, non vi sto prendendo in giro. Donata in sposa da Cane a suo figlio, niente più genitori, niente famiglia. Un gesto generoso, certo, una benedizione. N (...), marito e moglie. Qualcuno ci aveva persino riso, la prima volta. Una battuta facile. Ma non faceva ridere, no. Faceva stringere lo stomaco.
Perché lei era lo scolatoio della sua rabbia, il punto dove rovesciava tutto quello che non poteva dire a Cane
Cane - Il Sale della TerraPlayer: Roberto MarangioFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Clang... clang...Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga, forse. Dei legami, dei se (...), tutto quello che gli rodeva il cuore.
Se lui menava per un’occhiata storta, a lei bastava respirare per essere punita.
Ogni giorno. Ogni santo giorno.
E c’era chi, abbassando la voce e gli occhi, sussurrava che gli Dei avrebbero dovuto proteggerla.
Perché nessuno a Itaca lo avrebbe fatto.
Lupo era il morso nel buio, quello che arriva prima ancora di accorgerti dell’ombra.
E quando lo sentivi passare dietro di te, pregavi solo che avesse già mangiato.
Per la pulizia della stalla fatti aiutare da Volpe. Nemmeno lui può sbagliare nello spalare sterco di cavallo. Anche se non ci giurerei... non farti ingannare dal nome da peone che gli hanno dato. In realtà è un povero idiota bravissimo a mettersi nei casini da solo: ovviamente non lo chiamano così per il suo acume.
Un tempo era a pieno titolo nella famiglia Marlowe. Oggi è un peone, ma mi venisse un colpo se so come lo sia diventato.
C'è chi dice che a un certo punto ha deciso che era troppo furbo per stare solo a guardare e che ha finito per mettersi nei guai. Chi invece sostiene sia stato gabbato. Ad ogni modo, certo non deve essere stato uno spettacolo edificante.
Dicono sia andato a chiedere in prestito soldi ai Fox. Sì, davvero. E certo non poteva andare a finire bene.
E infatti Volpe che fa col denaro? Sentendosi baciato dagli Dei, dalla sorte e ispirato dalle Muse va a investire l'intera somma al Saloon in carte e puttane.
Farebbe anche ridere, se non fosse che i Fox poi sono passati a riscuotere quel favore. Non so bene di cosa si tratti, ma sicuro qualcosa di poco pulito che è andato storto.
Infatti è da allora che i Fox lo tallonano e che chiaramente non vedono l'ora di rifarsi con gli interessi.
Com'è finito a lavorare tra i peoni e non appeso alla forca, dici?
Ah, questo non lo so, ma forse è davvero più fortunato di quel che crede.
Ma prima o poi il Fato verrà a riscuotere qualsiasi patto con le Moire che possa aver fatto presto o tardi i suoi guai lo raggiungeranno. E allora vedremo se sarà ancora così fortunato.
Avete sentito che si dice? Lupo
Lupo - Il Pepe NeroFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: No, con Lupo non ci voleva avere a che fare nessuno.Chi lo conosceva davvero, chi ci aveva parlato almeno una volta… si portava dietro una cicatrice, una paura o una frattura. C’era chi raccontava di (...) e Agnello, sì sì, non vi sto prendendo in giro.
Donata in sposa da Cane
Cane - Il Sale della TerraPlayer: Roberto MarangioFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Clang... clang...Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga, forse. Dei legami, dei se (...) a suo figlio, niente più genitori, niente famiglia. Un gesto generoso, certo, una benedizione. Non per lei, però, sia chiaro.
L’avete vista entrare nel saloon? Quei lividi sul viso glieli ha fatti lui. Sono sempre opera sua.
Zitta zitta, in silenzio, un passo dopo l’altro. Sempre un passo dietro a lui, altrimenti sono guai.
Avete sentito che si dice? Nessun figlio per Lupo e Agnello, nessun erede per adesso a correre in giro per le strade.
Di certo Lupo non la sta prendendo bene, di certo Agnello dovrà pagare.
L’avete vista per la via? Lo sguardo fisso nel vuoto, i passi silenziosi, la mente altrove.
Chissà a cosa pensa, o a chi. Chissà che non sogni un’altra vita, dove non si spacca la schiena tutti i giorni a lavorare, dove non conosce lividi e botte ogni sera.
Avete sentito che si dice? Ogni pochi giorni con passo svelto da Maia
Maia - La Charlatan MescitricePlayer: Nighty - Jasmine F. MascoliFactions: Il Simposio di Penelope, PerezTeaser: Le aveva consegnato tre dollari, chiusi nel palmo come se bruciassero. Le aveva detto di infilarli nel corpetto e di portarli alla Mescitrice. Non potevano permettersi l’Apotecario, troppo caro, tropp (...).
Agnello ormai è una cliente abituale, come darle torto.
D'altronde, in qualche modo, deve pur sopravvivere.
Le voci parlano di una donna sempre curva sulla schiena, mescolando intrugli, sussurrando parole.
Lenta, lenta, lenta la goccia, scende nel fuoco e cuoce la roccia. Brucia la carta, brucia il dolore, cade nel fango, torna nel cuore.
Parlano di Tartaruga
Tartaruga - Il Diamante allo Stato GrezzoPlayer: Valentina CostanzoFactions: I Peoni, MarloweTeaser: Le voci parlano di una donna sempre curva sulla schiena, mescolando intrugli, sussurrando parole.
Lenta, lenta, lenta la goccia, scende nel fuoco e cuoce la roccia. Brucia la carta, brucia il dolore, (...) come una vecchia. stolte! Chi? MAI! Mai sottovalutarla, sotto quella pelle segnata, sotto il dorso piegato dal tempo, arde un fuoco che nessuna frusta ha mai spento.
Lei è la madre che gli schiavi hanno scelto. Non perché l’abbiano chiesto, ma perché lei ha deciso così. Cosi sia, così sarà e così fosse, corri veloce e segui le mie mosse. I suoi figli non portano il suo sangue, ma le appartengono lo stesso. E lei appartiene a loro.
Li veglia. Li cura. Li consola quando il buio della notte è troppo pesante da sopportare. E quando qualcuno cade, lei lo aiuta a rialzarsi. Quando qualcuno soffre, lei gli dà la sua forza.
Ma non con le catene. Non con la violenza. Con un'arma ancora più forte: la speranza.
Erba verde, terra scura, polvere d’ossa, chiudila pura. Fai che il sangue non si sciolga, fai che il fiato non si dissolva.
Cane
Cane - Il Sale della TerraPlayer: Roberto MarangioFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Clang... clang...Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga, forse. Dei legami, dei se (...) dice che è una sciocca. Che la libertà non si conquista con i sogni, ma con l’obbedienza. Che un uomo spezzato è un uomo vivo. stupido. Stupido. STUPIDO CANE!
Lei lo guarda e non dice niente. Ma dentro di sé sa che lui è già MORTO.
Occhio chiuso, occhio aperto, guarda il fuoco, brucia il ferro. Spira il vento, spezza il nodo, corri nel buio, sciogli il chiodo.Chi la vede alzarsi nel buio per vegliare sui suoi figli dice che sembra una sciamana. Chi la sente sussurrare ai malati con le mani calde di rimedi e carezze dice che ha il DONO.
Ma chi la guarda negli occhi sa che lei è più di questo. È il cuore che batte sotto le catene. È il fuoco che non si spegne. MAI.
Lenta, lenta, lenta la goccia, scende nel fuoco e brucia la roccia. Brucia la carta, brucia il dolore, cade nel fango, torna nel cuore.
Il coraggio è vita.
Potete sentire Lucertola ripetere questa frase spesso e potete stare sicuri che non lo dice tanto per dire, che la sua voce è sempre maledettamente seria.
Luce vive la sua vita appieno, mai una volta rifiutò un'occasione di prenderla per le corna e di dimostrare alle Moire il suo sprezzo del pericolo. Non è un caso che, quando si riunisce al resto dei Perez per i loro spettacoli, sia sempre Luce a prestarsi come bersaglio vivente per i numeri di Alcone
Alcone - L'Infallibile PistoleroPlayer: Pao - Pao TigrinoFactions: L'Acropoli di Itaca, PerezTeaser: Quando Alcone cammina per le strade di Itaca, lo fa con le spalle rivolte verso il basso, la folta barba coperta dalla sua bandana rossa e il cappello a tesa larga sempre chino sul viso. Se lo cala mo (...) e delle sue infallibili pistole. Si dice addirittura che una volta Alcone
Alcone - L'Infallibile PistoleroPlayer: Pao - Pao TigrinoFactions: L'Acropoli di Itaca, PerezTeaser: Quando Alcone cammina per le strade di Itaca, lo fa con le spalle rivolte verso il basso, la folta barba coperta dalla sua bandana rossa e il cappello a tesa larga sempre chino sul viso. Se lo cala mo (...) era talmente sbronzo da barcollare e che Lucertola quasi ci rimise la pelle. Se non fosse stato per le immediate cure di Tartaruga
Tartaruga - Il Diamante allo Stato GrezzoPlayer: Valentina CostanzoFactions: I Peoni, MarloweTeaser: Le voci parlano di una donna sempre curva sulla schiena, mescolando intrugli, sussurrando parole.
Lenta, lenta, lenta la goccia, scende nel fuoco e cuoce la roccia. Brucia la carta, brucia il dolore, (...) probabilmente avrebbe preso per dritto la strada per l'Ade. E pare che, ancora oggi, di quando in quando, la ferita ancora bruci e che sia proprio Tartaruga ad alleviarne i dolori con i suoi intrugli malefici.
Ma, nonostante questa storia, Luce Lucertola continua a prestarsi come tiro a segno senza mai tremare una volta.
"Una volta una veggente mi ha detto che la mia linea della vita era troppo corta" racconta sempre agli altri peoni attorno al fuoco, mostrando il palmo della mano aperta "allora presi un rasoio... e zac! Vedete che adesso è bella lunga, più lunga di quella di qualsiasi altro. Perciò non posso morire, non prima di nessuno di voi almeno" conclude poi ridendo.
E quindi continua a vivere la sua vita come se la morte fosse solo un problema per un altro tempo e un altro luogo.
Forse ne ha bisogno, forse giocare a danzare con il vecchio Plutone tra i fili delle Moire è l'unico modo per sentirsi vivi, quando la tua vita è quella di un peone, di uno degli ultimi. Forse non fa molta differenza quando vieni trattato ogni giorno come un oggetto.
E allora tanto vale brindare, calice della caducità in mano, e ricordarsi che non serve avere paura, che paura e speranza sono solo i due lati della stessa maledetta moneta.
Il coraggio è vita.
E quando queste parole affiorano dalle labbra di Luce, potete essere certi che sono più potenti e brucianti di qualsiasi revolver.
Chiude gli occhi e lascia che la sua anima spicchi il volo, come gli uccelli di cui porta il nome.
Cornacchia si lasciava cullare dal vento, perché il vento non chiedeva nulla. Non giudicava, non minacciava, non mordeva. Il vento accoglieva tutti, così com'erano, senza bisogno di maschere, e portava via per qualche istante, su in alto, dove le cose perdevano peso e significato.
Dall’alto, tutto sembrava così piccolo da non fare più paura. Così distante da diventare quasi bello. E in quell’altezza irreale, Cornacchia si concedeva di immaginare un mondo diverso.
Un mondo dove aveva ancora una famiglia. Una famiglia che si prendeva cura delle persone amate, che le stringeva forte senza sospetti né vergogna.
Un mondo dove non doveva più nascondersi dai lupi, dove non c’erano artigli pronti a strappargli via la pelle solo perché respirava.
Un mondo dove le pecore pascolavano serene, e la loro innocenza non era una condanna, ma una benedizione.
Pensava anche al fratello, Topo
Topo - Lo Spicchio D'AglioPlayer: Michele LodaFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Tra tutti gli animali che gli Dei hanno creato, il Topo è sicuramente uno dei più interessanti. Capisco bene la vostra perplessità gente, e non vi biasimo. So cosa state pensando: perché dovrebbe aver (...), e a quello sguardo duro, carico di vergogna che sembrava pesargli addosso ogni volta che si incrociavano. Lassù, per un solo istante, riusciva a fingere di avere coraggio. Non tanto da combattere. Solo abbastanza da non scappare.
Ma poi gli occhi si aprivano di nuovo. E la realtà tornava, sempre. Violenta. Tagliente. Nitida.
La realtà che non lasciava spazio ai sogni, che non aveva cielo né ali.
Quella in cui Cornacchia non era che una figura curva, sporca di polvere e fatica, grata persino per quel poco che gli veniva concesso ogni giorno.
Sapeva bene come funzionavano le cose: i Peoni non dovevano sognare troppo. Se gli Dei avessero voluto concedere loro la libertà, li avrebbero fatti nascere uomini, non servi.
Eppure, anche quel giorno, Cornacchia aveva ritagliato il suo minuto. Solo uno. Un soffio di vento. Un istante per sé.
E sapeva che forse, domani, avrebbe trovato il modo per prendersene un altro.
Perché se c’era una cosa che nessuno gli aveva ancora tolto del tutto, era la memoria del cielo.
E finché avrebbe ricordato come si vola, allora, in qualche modo, sarebbe stata una persona viva.
Tra tutti gli animali che gli Dei hanno creato, il Topo è sicuramente uno dei più interessanti. Capisco bene la vostra perplessità gente, e non vi biasimo. So cosa state pensando: perché dovrebbe avere un valore questo animale? È piccolo, debole, vive di rifiuti e rubando al prossimo, ed è continuamente vittima di bestie più grosse. Miseria nera, una creatura così dovrebbe solo stare ferma ad aspettare pazientemente il rinfrancante arrivo della Morte!
Tutto quello che avete detto è vero Signori, se non sapete guardare oltre il sudicio.
Vi dico cosa vedo io invece. Vedo un combattente! Vedo qualcuno che sa aspettare, con i suoi occhi acuti e il suo naso sempre pronto ad annusare l'aria alla ricerca di qualche ghiotto boccone. Vedo una bestia che è nata nello sterco, ma che mira a qualcosa di più, che non accetta di rassegnarsi a morire. E soprattutto vedo una creatura che ha capito che la forza è nel numero, perché se è vero che un topo solo fa ridere, beh, una colonia di questi affamati figli di puttana terrorizzerebbe anche Eracle in persona!
Ecco, guardate quel ragazzo ora. Quello lì sul ciglio della strada, quello sporco che quasi non sembra umano, con degli stracci che probabilmente non sono manco suoi. È ovvimante uno dei peoni e, se siete di quelli che frequentano certa gentaglia, potete vederlo spesso litigare con Cornacchia
Cornacchia - Il Porro TorbatoPlayer: laura maria tuccioFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Chiude gli occhi e lascia che la sua anima spicchi il volo, come gli uccelli di cui porta il nome.Cornacchia si lasciava cullare dal vento, perché il vento non chiedeva nulla. Non giudicava, non minac (...) o corrucciarsi per Agnello
Agnello - La Curcuma InsaporePlayer: Micol PolacciFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Avete sentito che si dice? Lupo e Agnello, sì sì, non vi sto prendendo in giro. Donata in sposa da Cane a suo figlio, niente più genitori, niente famiglia. Un gesto generoso, certo, una benedizione. N (...), entrambi suoi fratelli.
Lo chiamano Topo. E non è un caso.
Osservatelo bene e provate a concentratevi ora su quei suoi occhi acuti: sta annusando qualcosa... non cibo, quel piccolo sorcio sta sentendo l'odore di un'opportunità!
E potete stare certi che non mancherà di coglierla con ogni mezzo possibile.
L'aria stessa sembra quasi trattenere il fiato quando passa Scorpione, lo sguardo acuto, il sorriso sprezzante sulle labbra di chi sa qualcosa che tu non sai e non vede l'ora si sbattertelo in faccia, dilettandosi degli occhi puntati addosso che la seguono ad ogni passo, dello strano e oscuro fascino che tutt'ora sembra esercitare.
Un tempo, gli adulti lo ricorderanno bene, era stata una mercante, di quelle con la lingua dorata e carisma da vendere; si aggirava tra la sua merce come una regina, e si dice che avesse contatti con numerose personalità di rilievo, che la sue mani avessero conosciuto più soldi di quanti si può immaginare.
Dopo la caduta dei Marlowe, dopo che la loro casa era diventata cenere e i loro commerci un lontano ricordo, dopo che i Williams avevano dato loro il colpo di grazia, tuttavia, la storia era cambiata, aveva dovuto costruirsi nuove abitudini, nuove idee, una nuova vita. Era cambiato tutto, ma non il suo atteggiamento, non il suo sguardo acuto, pronto a scavare nelle persone, a carpire e osservare. Adesso, lasciati indietro gli abiti di mercante e assunti quelli meno lunsinghieri di Peone, Scorpione è a tutti gli effetti una tuttofare, e sembra essere ovunque proprio nel momento in cui c'è bisogno di lei. Seguace di Cane
Cane - Il Sale della TerraPlayer: Roberto MarangioFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Clang... clang...Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga, forse. Dei legami, dei se (...), condivide le sue idee e le sue battaglie con un fervore che la infiamma, e sì sa, la fedeltà è una merce rara. Un mercante lo sa bene.
Se c'è una persona tra i peoni di cui sinceramente è bene stare attenti è proprio Formica. Sì, perchè ha quello sguardo strano... imperscrutabile. Non sai mai cosa stia pensando: se vuole servirti fedelmente o se sta progettando di accoltellarti alle spalle. Il suo è uno sguardo freddo, vuoto, nero. Un vero mistero.
A Itaca chiamiamo Formica "Anice Stellato", come la spezia che si adatta ben volentieri su tutti i piatti di carne. Perché Formica si fa sicuramente riconoscere per il suo instancabile senso del dovere: mai una risposta fuori tono, mai un giorno di lavoro saltato. Il peone perfetto, dopo Cane
Cane - Il Sale della TerraPlayer: Roberto MarangioFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Clang... clang...Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga, forse. Dei legami, dei se (...). Se si riesce ad ignorare il suo sguardo inespressivo, Formica sa fare certamente il suo dovere. Certo, il suo livello è appena sopra la sufficienza, ma almeno, puntuale, porta a termine ogni compito assegnato dai suoi padroni. Una degna formichina discepola di Cane
Cane - Il Sale della TerraPlayer: Roberto MarangioFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Clang... clang...Un tempo, Cane non era nessuno. Solo un’ombra nel fango, un’altra schiena piegata, un altro sguardo che nessuno incontrava. Aveva una famiglia con Tartaruga, forse. Dei legami, dei se (...) che se ne è preso cura da sempre, inculcando in quella testolina bacata che deve sempre dire sì, deve sempre obbedire perché prima o poi riceverà la sua ricompensa. E così Formica, per fedeltà nei confronti del suo padre adottivo, è sempre stata una bestiolina ubbidiente e che non ha mai dato problemi. Come tutti i bravi peoni dovrebbero essere.
Solo in un momento della giornata non è concesso alle masse ad avvicinarsi a Formica, ed è all'ora del tramonto, quando il suo servizio ai padroni è finito. A quell'ora, Formica si scuote la terra dai vestiti logori, si asciuga il sudore dalla fronte e inizia a camminare. Cammina in solitudine per i campi mentre il sole muore, in compagnia del rumore del vento. Cammina sentendo il contatto con la terra. Cammina e sogna parole proibite: e se ci fosse altro? Se non fosse tutto lì?
Ma può un peone come Formica permettersi di sognare? O sarà solo un’altra illusione, un altro abbandono scritto nel suo solitario destino?
La sua, si mormora, è una mente contorta che da sola si annienta, consapevole e ignara, cercando stoltezza per poter respirare nel vuoto. Se ne parli, dovresti usare parole di dolce dolore, enigmi così delicati da spezzare i sensi, per dipingere con voce ingannevole la reale menzogna che accompagna i suoi passi, mossi su mani tremanti per vedere il Mondo nella prospettiva corretta.
Non è chiaro come la sua mente sembri vedere, e al contempo la sua lingua si incateni fra i denti per danzare con furia silente. Se dovessi descriverne l’essenza, dovrei usare colori inumani, erbe tonanti, sapori distorti, che annebbiano il cielo liquefacendosi in vividi sogni di terrificante bellezza.
Spesso nei suoi occhi puoi sentire una muta voce che sragiona finché non si assopisce fra vapori asfissianti, sognando carezze che feriscono i palmi sudati, sorridendo, mentre allontanano la solitudine assordante. Una volta, mi ha raccontato di come il mare può sciogliersi in fiamme, di come il sole sia un freddo cristallo di pioggia ardente, e mi ha spiegato che devo prendere la strada verso il basso per salire fino al cielo nella notte assolata. Ha scritto sui muri delle case che il nero è l’inizio, è il serpente che vomita la propria coda per morire nella vita rinnovata, ma poi ci ha rinunciato perché ne ha pagato il prezzo.
Penso semplicemente che voglia annientarsi, per poi ricostruirsi ancora, come un fiore che sorge dal veleno: sembra aver trovato una prigione in cui sentirsi al sicuro, e probabilmente ne ha ingoiato la chiave, nella speranza di rifugiarsi nella libertà ancora una volta, e di finire tutto dal principio.
Ad ogni modo, io non ci passerei troppo tempo insieme, nel caso questa follia possa essere contagiosa. Ha smesso di parlare, ma chi ne ha ascoltato la voce non è mai stato lo stesso.
"Oh, guarda un po’ chi c’è. Di tutti i peoni, proprio Lepre ci sta più a cuore… che fai lì immobile? Muovi il culo, Lepre, che c’è da lavorare."
Uno sputo a terra, vicino ai suoi stivali. Un altro gli cala una mano sulla spalla con forza, spingendo poi tra le sue mani una lettera stropicciata scritta con brutta calligrafia, più simile a un fazzoletto dimenticato che a una missiva.
"Sai che devi farci, no? Mi aspetto sia consegnata… prima di sera."
Il sole, già accoccolato sull’orizzonte, getta i suoi ormai deboli raggi sulla scena, silenzioso. Tutti ridono. Lepre non risponde. Non può.
"Dovresti ringraziarci, invece di startene lì in silenzio mostrando tutta la tua idiozia. Se non fosse per noi, a quest’ora saresti a dondolare da un albero o con il corpo crivellato di colpi in mezzo alla strada. Te lo ricordi, vero? Quel casino che hai combinato? Tutti quegli... infortuni, diciamo così... te lo ricordi? Io sì."
Un pugno allo stomaco, secco, giusto per aiutare a ricordare meglio.
Lepre si piega in due, ansima.
"E chi è che ha ripulito il tuo schifo, eh? Chi, se non noi, ha fatto sparire ogni traccia, ogni dannata prova?"
Afferrano la sua giacca, schiacciano il suo volto contro il muro. Stavolta parlano piano, solo per lui.
"Quindi corri, porta il messaggio… e non fiatare. Perché se anche solo ci sfiori con un pensiero sbagliato, il tuo segreto finisce dritto nelle orecchie della gente giusta. E sai come finisce per quelli come te, vero?"
Mollano la presa. Lepre barcolla, stringe i denti e, senza dire una parola, corre via verso il sole rovente tra le risate generali.
Ci si domandava spesso come potesse una persona non avere né passato né futuro. Alcuni dicevano che un essere simile dovesse essere intoccabile, una persona libera dalla schiavitù del tempo. Forse persino sottratta al giogo degli Dei.
Una vita così appariva, a molti, come l’immagine stessa dell’idillio: niente da perdere, nessun domani da temere. Chi non avrebbe desiderato un’esistenza simile?
Eppure, a ben guardare, la libertà assoluta era solo un’altra forma di assenza. Perché chi vive fuori dal tempo, chi sfugge ai legami, finisce per non esistere davvero.
E Cicala, si diceva, questo lo sapeva. Aveva fatto in modo di diventare l’amante della sorte, danzando con leggerezza sul filo dell’estate eterna, senza mai cedere, senza mai voltarsi. Non aveva vacillato una sola volta.
Ma anche la pietra più solida, si sussurrava, può essere incrinata da una crepa invisibile. Bastava una verità sottile, una notizia sussurrata all’orecchio del cuore, per scendere fino alle fondamenta e riscrivere ogni cosa.
Perché Cicala non aveva avuto una nascita mitologica, ma umana. Era carne, sangue e nome.
Discendente del sole e del vento, dissenso, voce dell’irriverenza… ma, tempo addietro, era stato solo un essere umano. Una persona che, per fuggire dal dolore, aveva cancellato il proprio nome.
La morte del fratello era stata un agonia, portando Cicala
Cicala - La Voce del CanyonPlayer: Smisi.psd - Simone D'AngeloFactions: I Peoni, PerezTeaser: Ci si domandava spesso come potesse una persona non avere né passato né futuro. Alcuni dicevano che un essere simile dovesse essere intoccabile, una persona libera dalla schiavitù del tempo. Forse per (...) a maledire gli Dei, a voltare le spalle alla fede, a cercare rifugio nei canti e nella leggerezza, lontano da ogni legame.
Ma il tempo, il tempo non dimentica. Il tempo osserva. E aspetta. E così Cicala
Cicala - La Voce del CanyonPlayer: Smisi.psd - Simone D'AngeloFactions: I Peoni, PerezTeaser: Ci si domandava spesso come potesse una persona non avere né passato né futuro. Alcuni dicevano che un essere simile dovesse essere intoccabile, una persona libera dalla schiavitù del tempo. Forse per (...) fece ritorno.
Non più solo per cantare. Ma per reclamare quel nome abbandonato, per guardare in faccia ciò che aveva fuggito per anni: la responsabilità, la scelta, e il ricordo feroce della sua codardia.
Ora che la sabbia della clessidra stava per esaurirsi, ci si chiedeva cosa avrebbe fatto la Voce del Canyon dell’estate infinita.
Avrebbe continuato il suo eterno girovagare, ai margini del libro della storia? Oppure avrebbe scelto di esistere ancora, e, per una volta soltanto, diventare protagonista delle sue stesse ballate?
Il sole picchia sulle pietre e sulla pelle arrossata mentre Toro, la schiena china, lavora nei campi.
Ogni passo, ogni colpo di zappa, ogni goccia di sudore sulla fronte, una melodia che suona nel cuore e nelle orecchie, che nessuno meglio di Toro riesce a cogliere. La carezza dell'avena che sfiora le mani è per Toro più dolce del tocco di un amante, il sibilo del vento e della falce tra il grano più allettante di qualsiasi strimpellata possano suonare al saloon.
Alcune volte, raramente, capita che genti particolarmente fortunate trovino la loro vocazione, dove germogliare ed essere se stessi; per Toro, sono i campi dove lavora, dove a fianco dei suoi compagni si spacca la schiena, ma senza mai lamentarsi, apprezzando ogni muscolo dolente e callo sulle dita, apprezzando come ogni singolo graffio o macchia di terra facciano sentire presenti, vivi.
È una vita solitaria, ma soddisfacente. Toro non ha mai conosciuto altro.
In tenera età, quando ancora le sue mani non erano segnate dal lavoro e dalla fatica, spesso giocava con un altri ragazzi, in particolar modo con Nikandra/Nikandro
Nikandra/Nikandro - La Piastra d'OroPlayer: Massimiliano MontuschiFactions: L'Acropoli di Itaca, WilliamsTeaser: A Itaca tutti conoscono La Piastra d’Oro. Basta un’occhiata per capire da dove venga quel nome: capelli lucenti, sorriso sfacciato, una sicurezza che brilla più del sole di mezzogiorno. Nessuno può te (...), prole dei Williams.
Pieni di energia, sempre pronti a sfidarsi, a rotolarsi nella polvere, a vedere chi fosse più veloce, più forte, più scaltro. Non importava la famiglia da cui provenivano, non importavano le differenze tra di loro e tra le loro vite, non importava che Nikandra/Nikandro
Nikandra/Nikandro - La Piastra d'OroPlayer: Massimiliano MontuschiFactions: L'Acropoli di Itaca, WilliamsTeaser: A Itaca tutti conoscono La Piastra d’Oro. Basta un’occhiata per capire da dove venga quel nome: capelli lucenti, sorriso sfacciato, una sicurezza che brilla più del sole di mezzogiorno. Nessuno può te (...) vivesse una vita di agi tra l'Acropoli e Toro invece, senza un soldo, vivesse nella povertà. Nessuno dei due aveva mai conosciuto i propri genitori, dopotutto.
Un giorno, però, la famiglia di Nikandra/Nikandro
Nikandra/Nikandro - La Piastra d'OroPlayer: Massimiliano MontuschiFactions: L'Acropoli di Itaca, WilliamsTeaser: A Itaca tutti conoscono La Piastra d’Oro. Basta un’occhiata per capire da dove venga quel nome: capelli lucenti, sorriso sfacciato, una sicurezza che brilla più del sole di mezzogiorno. Nessuno può te (...) ha proibito loro di vedersi. Senza spiegazioni, senza discussioni. Il gioco era finito. Nessuna amicizia rimaneva, Nikandra/Nikandro
Nikandra/Nikandro - La Piastra d'OroPlayer: Massimiliano MontuschiFactions: L'Acropoli di Itaca, WilliamsTeaser: A Itaca tutti conoscono La Piastra d’Oro. Basta un’occhiata per capire da dove venga quel nome: capelli lucenti, sorriso sfacciato, una sicurezza che brilla più del sole di mezzogiorno. Nessuno può te (...) non era più nessuno. Toro aveva pianto la perdita di quell'affetto solo per un attimo, poi era tornato ai suoi campi, alla solitudine di chi nasce tra i peoni e non conosce altra vita.
Qualcuno aveva mormorato al tempo che ci fosse del mistero dietro, ma anche che, se la verità fosse venuta a galla, qualcosa si sarebbe incrinato.
Toro non ha mai avuto risposte e non ha mai dato seguito a voci e sussurri. Ma nonostante gli anni passati, nelle notti silenziose, ancora gli tornano alla mente Nikandra/Nikandro
Nikandra/Nikandro - La Piastra d'OroPlayer: Massimiliano MontuschiFactions: L'Acropoli di Itaca, WilliamsTeaser: A Itaca tutti conoscono La Piastra d’Oro. Basta un’occhiata per capire da dove venga quel nome: capelli lucenti, sorriso sfacciato, una sicurezza che brilla più del sole di mezzogiorno. Nessuno può te (...), la sua calda amicizia e il suo addio imporvviso.
Se aguzzi lo sguardo puoi riconoscere il brillio dei suoi occhi tra le foglie dell'olivo. Si, esatto, lì. Non ti so dire da quanto tempo è immobile in quella posizione e, francamente, non glielo andrei a chiedere.
Persona strana, quel Gufo, una persona "straniera" perfino per la sua famiglia.
Da sempre affetto da timidezza, a Gufo, allora ancora con il nome di Lampete Perez, Itaca era sempre andata stretta, non vi aveva mai trovato il suo spazio. Quindi nessuno si era stupito, quando si mise le gambe in spalla e partì con un paniere a tracolla, un rancio preparatogli da Egisto
Egisto - Il Mangiatore di SpadePlayer: Gheb - Gabriele MastromatteoFactions: L'Acropoli di Itaca, PerezTeaser: Si alzarono risate sguaiate, grasse, cariche di disprezzo. Davvero qualcuno pensava di chiamare lo sceriffo? E cosa avrebbe mai potuto fare Egisto? Sgridarli? Minacciarli con un dito alzato? O, ancora (...) e un machete, dono di Alcone
Alcone - L'Infallibile PistoleroPlayer: Pao - Pao TigrinoFactions: L'Acropoli di Itaca, PerezTeaser: Quando Alcone cammina per le strade di Itaca, lo fa con le spalle rivolte verso il basso, la folta barba coperta dalla sua bandana rossa e il cappello a tesa larga sempre chino sul viso. Se lo cala mo (...). Lo stupore fu piuttosto quando tornò a casa, viso pallido, emaciato e con quegli occhi profondi che sembrava non si chiudessero mai.
Quante notti passate a dormire all'addiaccio, con gli occhi spalancati sul cielo stellato, sempre sotto lo sguardo vigile di Egisto, pronto a prendersene cura. Nessuno è riuscito a cavare molto sulla sua vita di vagabondaggi, finché non si è smesso di provarci.
Oggi è Perez solo di nome: sono anni che non torna a casa, e si aggira spesso nell'accampamento dei peoni, che rapidamente scelsero per Lampete il nome 'Gufo'. Ha perfino sorriso quando hanno brindato alla sua salute e agli Dei.
Si racconta ancora di come si potè notare solo un singolo arco su quel volto di cera, quando provò a tagliare la gola a Topo
Topo - Lo Spicchio D'AglioPlayer: Michele LodaFactions: I Peoni, JeffersonTeaser: Tra tutti gli animali che gli Dei hanno creato, il Topo è sicuramente uno dei più interessanti. Capisco bene la vostra perplessità gente, e non vi biasimo. So cosa state pensando: perché dovrebbe aver (...). Sceriffo e Marshal non vollero neanche provare a disarmare l'ennesimo pazzo (almeno finché il suo machete sarà macchiato solo di sangue peone). E, ancora oggi, Perez e Jefferson si rimpallano la responsabilità della sua condotta.
E intanto rimane lì, molti ignorano i suoi pensieri e tutti temono le sue azioni. Con i suoi occhi lucenti e il suo corpo in tensione costante, le membra pronte per il momento in cui dovrà scattare. Sia fra un minuto o fra una settimana.
Siete curiosi anche tu di sapere cosa gli è successo? Beh, non scervellatevi troppo: nella testa di Gufo possono scrutare solo gli Dei.
Si dice che Selina ancora guardi il mondo con gli occhi di una bimba spaurita.
Si sussurra che Gazzella, pur non essendo più Selina Benson, ancora creda che, pregando il fiume, Egli le donerà una perla, la porrà nel suo grembo, e questa crescerà nel suo ventre fino a dischiudersi in figlio. Come una creatura ingenua, continua a sussurrare i suoi segreti agli Alberi, che sospingendo fino al cielo i rami adunchi possano portare il suo sospiro fino agli Dei. E con quegli occhi dolci, pieni di speranza, osserva Falena
Falena - La Falena Della VitePlayer: Vincenzo MadaleseFactions: I Peoni, BensonTeaser: Oggi potete vedere Falena portarsi avanti nel fango sotto il peso del suo nuovo nome da bestia, ma c'erano tempi più lieti, tempi in cui il suo nome era ancora Savva Benson, un nome quasi dimenticato (...). Perché sa che Savva sarà lì per sempre, al suo fianco, e Gazzella non sarà mai veramente sola.
Si racconta che Falena
Falena - La Falena Della VitePlayer: Vincenzo MadaleseFactions: I Peoni, BensonTeaser: Oggi potete vedere Falena portarsi avanti nel fango sotto il peso del suo nuovo nome da bestia, ma c'erano tempi più lieti, tempi in cui il suo nome era ancora Savva Benson, un nome quasi dimenticato (...), l'abbia tirata fuori da così tanti guai, che ormai neanche lei li ricorda più tutti.
Ma Selina, Gazzella ancora continua a sperare nel futuro, perché riserva loro dolcezza, comprensione. Li vedo tenersi le mani con tenerezza, e lo sguardo di Gazzella è quello di una creatura innocente, in balia di un mondo così grande.
Ma è sicura, Selina, di poter contare davvero sempre e soltanto sulla sua protezione? Perché anche i cuori più saldi, talvolta cedono. E di questo passo, potrebbe trovarsi dolorosamente sola.
E se accadesse, che cosa potrà mai fare allora la Gazzella?
Oggi potete vedere Falena portarsi avanti nel fango sotto il peso del suo nuovo nome da bestia, ma c'erano tempi più lieti, tempi in cui il suo nome era ancora Savva Benson, un nome quasi dimenticato e ormai pronunciato solo dall'amata sorella Gazzella
Gazzella - La CicalinaPlayer: Martina MontenegroFactions: I Peoni, BensonTeaser: Si dice che Selina ancora guardi il mondo con gli occhi di una bimba spaurita.Si sussurra che Gazzella, pur non essendo più Selina Benson, ancora creda che, pregando il fiume, Egli le donerà una perla (...).
La storia è nota ai più e non c'è certo bisogno che ve la racconti io, ma, per farla breve, i due bambini dei Benson rimasero orfani proprio nel periodo più buio della famiglia e per loro non ci fu altra scelta se non quella di diventare peoni, schiavi.
Così Savva non esiste più e oggi esiste solo Falena, che si spacca la schiena giorno dopo giorno.
E quando in sera gli altri peoni si riuniscono attorno al fuoco, a riposarsi dopo l'estenuante giorno di fatiche, potete vedere Falena essere l'anima della festa, sua la prima coppa a essere colma del dolce retaggio dei Benson, suoi i canti e i racconti roboanti. Ma quando gli altri iniziano a favoleggiare di cosa faranno quando saranno liberi, allora vedrete Falena scuotere veemente la testa. Perché lo sa Falena, lo sa bene che non sarà una guerra combattuta dai loro padroni a permettergli di sentire la brezza della libertà sui loro volti. Falena sa che la libertà è solo una sporca illusione, una menzogna. E volge lo sguardo alle donne del gruppo, che ascoltano col capo chino, emarginate tra gli emarginati. Certo per loro non cambierà niente. Schiave erano e schiave rimarranno.
E in quel momento una lacrima riga il volto di Falena al loro pensiero.
E una seconda al ricordo di un amore lontano e perso nel tempo.
Una terza infine per l'amata sorella, mentre giura tra sé e sé di proteggerla a ogni costo da quella vita di infamie e ingiustizie.
Poi un sorriso si forma sulle sue labbra e cresce lentamente fino a trasformarsi in una sonora sghignazzata.
E allora ride di cuore, una risata sguaiata e interminabile. Nessuno saprebbe dire perché ride. Forse è solo follia o forse, in cuor suo, sa che anche un'illusione può essere potente e che, fosse anche solo per un giorno, la giusta menzogna può capovolgere il mondo.