Ogni notte lo stesso incubo. Concitato. Poi Nemanja si sveglia di soprassalto in un bagno di sudore. "Quelli là sono inferiori a te, Nema, non scordartelo mai." Si imprimono nell'anima le ultime parole di un padre morente. Si imprimono nella testa come un marchio su una vacca. In paese Nemanja è sempre stata una persona rispettata, anche se a volte, alcune sue idee, sembrano un po' troppo radicali. Nonostante quell'incubo, che persiste tutte le notti, quel sogno di poter sentire suo padre che chiama, un ultima volta, il suo nome. "Nema."
Il più corposo gruppo di civili è quello degli SFOLLATI. Si tratta degli abitanti adulti del vicino villaggio di Dijevici, per lo più di religione ortodossa, che si sono allontanati dal loro villaggio per sfuggire agli scontri della guerra civile, riparando nelle vecchie colonie estive di montagna dove erano soliti portare i loro bambini. Gli sfollati non sono mai stati coinvolti direttamente nella guerra, e sono un gruppo pacifico e organizzato che non ha interesse a spostarsi dal proprio rifugio fino alla fine dei disordini.
I PROFUGHI invece vengono dalla principale grande città del fondovalle, città che è stata sconvolta da eventi tragici. Molti di loro sono state vittime di soprusi e abusi, hanno perduto tutto, a volte persino la loro umanità, e fuggiti per boschi e rupi, nascondendosi nelle fratte, hanno finalmente raggiunto le montagne. Fra loro ci sono molte donne e pochi uomini, perché i loro mariti e i loro figli sono rimasti indietro o sono morti. Per lo più sono di religione musulmana o cattolica, con una terribile storia personale da raccontare, in quanto testimoni dei peggiori orrori possibili della guerra civile.