Cos'è un pastore, senza il suo gregge? Questo si domanda, mentre viaggia verso la tendopoli. Una scelta amara, una scelta tardiva. Una scelta che lui avrebbe evitato. Se solo... Ma non vi è tempo per i ricordi. Deve essere forte. Deve essere una roccia. L'unica, a volte, gli sembra di essere, l'unico abbastanza forte da ricordare ciò che è davvero importante. Il baluardo contro il mare di turbolenza e agitazione. Nel brusio della confusione, la sua voce si impone, incontrastata. Dopotutto, lui sa sempre cosa è giusto fare - e non teme di ricordarlo. Qualcuno lo deve pur fare, in fin dei conti. Qualcuno deve essere pronto a ricordare il valore del sacrificio - sia che valga su di sé, che chi gli sta intorno.
Il più corposo gruppo di civili è quello degli SFOLLATI. Si tratta degli abitanti adulti del vicino villaggio di Dijevici, per lo più di religione ortodossa, che si sono allontanati dal loro villaggio per sfuggire agli scontri della guerra civile, riparando nelle vecchie colonie estive di montagna dove erano soliti portare i loro bambini. Gli sfollati non sono mai stati coinvolti direttamente nella guerra, e sono un gruppo pacifico e organizzato che non ha interesse a spostarsi dal proprio rifugio fino alla fine dei disordini.
I PROFUGHI invece vengono dalla principale grande città del fondovalle, città che è stata sconvolta da eventi tragici. Molti di loro sono state vittime di soprusi e abusi, hanno perduto tutto, a volte persino la loro umanità, e fuggiti per boschi e rupi, nascondendosi nelle fratte, hanno finalmente raggiunto le montagne. Fra loro ci sono molte donne e pochi uomini, perché i loro mariti e i loro figli sono rimasti indietro o sono morti. Per lo più sono di religione musulmana o cattolica, con una terribile storia personale da raccontare, in quanto testimoni dei peggiori orrori possibili della guerra civile.