Fin dai tempi della scuola Plamen ha sempre avuto velleità rivoluzionarie, che spesso cozzavano con quella che era l'ideologia della propria nazione. In prima fila ad ogni manifestazione contro ogni forma di ingiusta repressione, aveva passato più tempo in galera che tra i banchi di scuola, ma tutto ciò non era bastato a piegare le sue convinzioni. Fortuna volle che il padre ricoprisse un'alta carica in quello che all'epoca era il governo, prima che il regime crollasse, e questo fosse bastato a far si che le sue spalle fossero coperte senza che mai succedesse niente di male. Si dice che adesso abbia messo la testa a posto e che sia "un'illustre elemento della società". D'altronde si sa che crescendo la vita prende direzioni inaspettate.
Il più corposo gruppo di civili è quello degli SFOLLATI. Si tratta degli abitanti adulti del vicino villaggio di Dijevici, per lo più di religione ortodossa, che si sono allontanati dal loro villaggio per sfuggire agli scontri della guerra civile, riparando nelle vecchie colonie estive di montagna dove erano soliti portare i loro bambini. Gli sfollati non sono mai stati coinvolti direttamente nella guerra, e sono un gruppo pacifico e organizzato che non ha interesse a spostarsi dal proprio rifugio fino alla fine dei disordini.
I PROFUGHI invece vengono dalla principale grande città del fondovalle, città che è stata sconvolta da eventi tragici. Molti di loro sono state vittime di soprusi e abusi, hanno perduto tutto, a volte persino la loro umanità, e fuggiti per boschi e rupi, nascondendosi nelle fratte, hanno finalmente raggiunto le montagne. Fra loro ci sono molte donne e pochi uomini, perché i loro mariti e i loro figli sono rimasti indietro o sono morti. Per lo più sono di religione musulmana o cattolica, con una terribile storia personale da raccontare, in quanto testimoni dei peggiori orrori possibili della guerra civile.