Tutti in città almeno una volta son passati dal suo studio: chi per comprare una casa, chi per redigere il proprio testamento, e tutti hanno potuto notare le miniature di soldatini di tutti i generi organizzate in perfette e mute file su ogni scafale. Eppure nonostante collezioni eserciti, Gniewko non ama la guerra, anzi agogna la pace. Forse è proprio per questo che le sue statuette preferite sono quelle con l'elmetto azzurro che spiccano come una macchia di inchiostro proprio sulla sua scrivania. Nonostante questa passione infantile, è considerato lo "scapolo d'oro", sia per l'enorme fortuna che è riuscito ad accumulare negli anni di lavoro, sia per il suo animo gentile. Ma lui sembra proprio non abbia mai avuto intenzione di accasarsi. Il suo unico affetto più caro è Gora: i due dividono dalla nascita lo stesso tetto, la stessa vita e forse gli stessi sogni di un mondo più giusto dove tutti gli uomini possano essere considerati alla stessa stregua.
Il più corposo gruppo di civili è quello degli SFOLLATI. Si tratta degli abitanti adulti del vicino villaggio di Dijevici, per lo più di religione ortodossa, che si sono allontanati dal loro villaggio per sfuggire agli scontri della guerra civile, riparando nelle vecchie colonie estive di montagna dove erano soliti portare i loro bambini. Gli sfollati non sono mai stati coinvolti direttamente nella guerra, e sono un gruppo pacifico e organizzato che non ha interesse a spostarsi dal proprio rifugio fino alla fine dei disordini.
I PROFUGHI invece vengono dalla principale grande città del fondovalle, città che è stata sconvolta da eventi tragici. Molti di loro sono state vittime di soprusi e abusi, hanno perduto tutto, a volte persino la loro umanità, e fuggiti per boschi e rupi, nascondendosi nelle fratte, hanno finalmente raggiunto le montagne. Fra loro ci sono molte donne e pochi uomini, perché i loro mariti e i loro figli sono rimasti indietro o sono morti. Per lo più sono di religione musulmana o cattolica, con una terribile storia personale da raccontare, in quanto testimoni dei peggiori orrori possibili della guerra civile.