Titolo: La giovane che non conosce l'odio
Genere:
Parole chiave: Violenza, Abusi, Perdono.
Se chiudo gli occhi lo posso sentire ancora, il gelo di quella lama crudele che mi scorre sul ventre, sembra quasi viva, a tratti tentennante, il suono stridente delle sue risate, che mi scherniscono, l’odore acre del suo sudore che brucia nelle narici…
Non ricordo per nulla il colore dei suoi occhi, del resto che differenza avrebbe fatto, che fossero azzurri o neri, quegli occhi mi avrebbero solo fatto capire quello che già sapevo, quello che era già successo e che sarebbe successo ancora… e ancora… e ancora… ma io... io non sono come lui, io non sono come loro, io non li odio.
Il più corposo gruppo di civili è quello degli SFOLLATI. Si tratta degli abitanti adulti del vicino villaggio di Dijevici, per lo più di religione ortodossa, che si sono allontanati dal loro villaggio per sfuggire agli scontri della guerra civile, riparando nelle vecchie colonie estive di montagna dove erano soliti portare i loro bambini. Gli sfollati non sono mai stati coinvolti direttamente nella guerra, e sono un gruppo pacifico e organizzato che non ha interesse a spostarsi dal proprio rifugio fino alla fine dei disordini.
I PROFUGHI invece vengono dalla principale grande città del fondovalle, città che è stata sconvolta da eventi tragici. Molti di loro sono state vittime di soprusi e abusi, hanno perduto tutto, a volte persino la loro umanità, e fuggiti per boschi e rupi, nascondendosi nelle fratte, hanno finalmente raggiunto le montagne. Fra loro ci sono molte donne e pochi uomini, perché i loro mariti e i loro figli sono rimasti indietro o sono morti. Per lo più sono di religione musulmana o cattolica, con una terribile storia personale da raccontare, in quanto testimoni dei peggiori orrori possibili della guerra civile.