Avevo sete, non bevevo da giorni, volevo solo un goccio d’acqua…
“Vieni qui” mi ordinarono.
Supino, impotente, tenuto giù da un ferro che mi gelava la nuca e con la bocca a terra, nella polvere…
Mi sentivo ribollire, colmo di furore e di odio, avrei voluto ammazzarli tutti.
Sarebbe presto toccato a me, sentivo su di me lo sguardo atterrito di mia nonna, muta, anche lei.
“Datemi quel ragazzo, a lui ci pensiamo noi.”
Alzai lo sguardo, con rabbia, volevo fargli capire che non sarei stato una preda facile…
Ma la polvere mi appannava la vista, vidi solo un carro con una grossa croce rossa su…
[Nota: Per interpretare questo personaggio è necessaria la conoscenza anche non fluente della lingua inglese]
Il più corposo gruppo di civili è quello degli SFOLLATI. Si tratta degli abitanti adulti del vicino villaggio di Dijevici, per lo più di religione ortodossa, che si sono allontanati dal loro villaggio per sfuggire agli scontri della guerra civile, riparando nelle vecchie colonie estive di montagna dove erano soliti portare i loro bambini. Gli sfollati non sono mai stati coinvolti direttamente nella guerra, e sono un gruppo pacifico e organizzato che non ha interesse a spostarsi dal proprio rifugio fino alla fine dei disordini.
I PROFUGHI invece vengono dalla principale grande città del fondovalle, città che è stata sconvolta da eventi tragici. Molti di loro sono state vittime di soprusi e abusi, hanno perduto tutto, a volte persino la loro umanità, e fuggiti per boschi e rupi, nascondendosi nelle fratte, hanno finalmente raggiunto le montagne. Fra loro ci sono molte donne e pochi uomini, perché i loro mariti e i loro figli sono rimasti indietro o sono morti. Per lo più sono di religione musulmana o cattolica, con una terribile storia personale da raccontare, in quanto testimoni dei peggiori orrori possibili della guerra civile.