“La pace inizia con un sorriso” era solita dire alle persone bisognose che le chiedevano un aiuto. Questa maledetta guerra era riuscita a scalfire anche il suo sorriso migliore. Pure Bonifacio, suo marito, sapeva bene che una delle doti più grandi di sua moglie era la gentilezza e la bontà cristiana, l'aveva sposata per questo. La gente del villaggio l’aveva sempre trattata con rispetto nonostante non fosse ortodossa e nonostante Bonifacio. Quando gli chiesero quale fosse il suo pregio migliore lei aveva risposto “la sincerità”, la sua forza più grande “l’amore” e il suo accessorio più bello: “il sorriso.”
Il più corposo gruppo di civili è quello degli SFOLLATI. Si tratta degli abitanti adulti del vicino villaggio di Dijevici, per lo più di religione ortodossa, che si sono allontanati dal loro villaggio per sfuggire agli scontri della guerra civile, riparando nelle vecchie colonie estive di montagna dove erano soliti portare i loro bambini. Gli sfollati non sono mai stati coinvolti direttamente nella guerra, e sono un gruppo pacifico e organizzato che non ha interesse a spostarsi dal proprio rifugio fino alla fine dei disordini.
I PROFUGHI invece vengono dalla principale grande città del fondovalle, città che è stata sconvolta da eventi tragici. Molti di loro sono state vittime di soprusi e abusi, hanno perduto tutto, a volte persino la loro umanità, e fuggiti per boschi e rupi, nascondendosi nelle fratte, hanno finalmente raggiunto le montagne. Fra loro ci sono molte donne e pochi uomini, perché i loro mariti e i loro figli sono rimasti indietro o sono morti. Per lo più sono di religione musulmana o cattolica, con una terribile storia personale da raccontare, in quanto testimoni dei peggiori orrori possibili della guerra civile.