Questo personaggio deve essere giocato da una persona di almeno 40 anni o passabile per tale.
Ai tempi ero una leggenda… e un disastro. Sempre fatto, sempre al limite, ma quando imbracciavo la chitarra, il mondo si fermava. Ero Fury, il fulmine sul palco e la rovina fuori. Troppi eccessi, troppi casini, e la band mi ha lasciato indietro.
Ora il tour reunion è la mia seconda chance. Sono ancora un dannato tossico, ma quando le luci si accendono… suono come se avessi fatto un patto col diavolo.
Questo personaggio deve essere giocato da una persona di almeno 40 anni o passabile per tale.
Non sono più quello di una volta. Ho messo su famiglia, lasciandomi alle spalle la vita da rockstar. Ma la musica resta, e continuo a suonare, non per me, ma per i miei amici.
Li vedo bruciare come facevo io, inseguire un sogno senza pensare a cosa li aspetta dopo. Forse non posso fermarli, ma posso provare a farli riflettere. Perché il futuro arriva in fretta… e non tutti siamo pronti.
Questo personaggio deve essere giocato da una persona di almeno 40 anni o passabile per tale.
Scrivo le canzoni, curo ogni arrangiamento, do un’anima alla band. Eppure, il mio nome resta sempre nell’ombra. Il talento da solo non basta, non se nessuno è disposto a riconoscerlo.
Ma non è l’unico rimpianto che mi porto dietro. C’è una storia lasciata a metà, un addio che ancora mi brucia. Forse è arrivato il momento di chiudere quel capitolo, una volta per tutte.
Questo personaggio deve essere giocato da una persona di almeno 40 anni o passabile per tale.
Ho visto il successo, l’ho afferrato e non l’ho mai lasciato andare. Ho cantato davanti a milioni di persone, ho vissuto il rock’n’roll come pochi possono dire di aver fatto. Gli altri possono chiamarlo un ritorno… io lo chiamo solo un altro trionfo. Ora il tour reunion mi riporta accanto ai vecchi compagni. Ma chiariamoci: il tempo passa, le leggende restano. E io sono ancora qui per ricordarvelo
Questo personaggio deve essere giocato da una persona di almeno 40 anni o passabile per tale.
Il successo non è mai stato una questione di talento, ma di controllo. E io controllo tutto. Questo tour è la mia occasione, il mio biglietto per qualcosa di più grande, e non permetterò a niente o nessuno di mettersi in mezzo.
Se serve spingere, spingerò. Se serve minacciare, minaccerò. L’unica cosa che conta è arrivare in cima… e chi non regge il ritmo è destinato a restare indietro.
Sono venuto su dai quartieri poveri e finalmente sto riuscendo a portare a casa i soldi grazie alla mia arte. Ma a che prezzo? Quando mi ricapita una cosa del genere? Sono disposto a ingoiare qualche boccone amaro, se ne vale la pena, ma ora che ho assaggiato il caviale, non voglio più tornare a mangiare tonno in scatola.
Sono venuto su dai quartieri poveri e sto riuscendo a portare a casa i soldi grazie alla mia arte. Ma a che prezzo? Devo sopportare di ingoiare un boccone amaro dopo l'altro, suonare roba scritta da altri, fingere di andare d'accordo con tutti, specialmente con mio fratello, essere in una band di plastica. È bello fare i soldi, ma quanto voglio continuare a vendere la mia anima al diavolo?
I miei compagni sono sempre tutti ai ferri corti ed io sono quello che deve tenere in piedi la baracca.
Se vogliamo mantenere il successo che abbiamo avuto devo fare in modo che il castello di carte non crolli altrimenti spariremo come le varie meteore del passato.
Sono il cuore pulsante della band, la voce che tutti ascoltano, il talento che brilla sopra ogni riflettore. Senza di me, nulla funzionerebbe davvero. Non è arroganza, è semplice realtà: il pubblico vuole il meglio, e il meglio… sono io.
Il successo non è questione di talento, ma di numeri, strategie e controllo. Ho creato una formula infallibile: dò al pubblico esattamente quello che vuole, e i miei uomini si assicurano che tutto fili liscio. Chi sta con me ha una strada spianata verso la vetta… basta solo eseguire gli ordini.
La mia musica è la mia voce, il mio manifesto, il modo in cui vedo il mondo. Ogni nota racconta qualcosa di me, ma so che il successo richiede compromessi. Non voglio che l'interesse personale ostacoli la mia carriera… piuttosto, userò la carriera per continuare a raccontarmi.
La mia musica è una battaglia. Ogni parola che scrivo ha un peso, un messaggio da trasmettere. Non mi interessa il successo per il successo, ciò che conta è far arrivare il mio messaggio. La musica è il mio strumento di lotta, e non comprometterò mai il mio obiettivo per assecondare le tendenze del mercato.
Nonostante i miei compagni abbiano una visione diversa di dove vogliono portare la band, e siano spinti da forti messaggi politici, io sono qui per la musica. Voglio far capire a tutti che la vera forza della nostra band non sta nelle lotte personali o nei messaggi di protesta, ma nella potenza emotiva e nell'autenticità della musica. La musica è il nostro linguaggio, il nostro legame, ed è questo che deve prevalere su tutto il resto.
Vedo il potenziale nei miei ragazzi, ci credo davvero. Hanno il talento per diventare i prossimi grandi, ma hanno bisogno di guida. Non sono qui per frenarli, sono qui per spingerli in avanti. Credo nel loro messaggio, nella lotta politica che portano con la loro musica. Sono determinato ad aiutarli a raggiungere la vetta, alla quale appartengono. Nessuno ce la porterà via. È il momento di far vedere al mondo che questa non è solo musica, è un movimento.
Sono i miei amici, la nostra band. I nostri calli sulle mani, la nostra insonnia, le nostre gole rovinate. Le nostre risate ad ascoltare rock, il nostro sudore a suonarlo. Senza di loro sono solo una sfiga su due gambe; ma insieme, io e loro... inarrestabili! Batto il tempo, partiamo, spacchiamo tutto. Il rock non è un semplice sogno: è il MIO sogno.
So che il rock non è solo sogni e passione: è un tritacarne, la sua faccia oscura non la possiamo ignorare. Ma vale la pena scappare per quei rischi che rimangono? Vale la pena evitare di inseguire un sogno coi tuoi amici, anche quando hai paura di tutto quello? Ho deciso di prenderlo il rischio, di mettere non solo le dita sul basso ma anche il cervello ed il cuore. E' la nostra band, e credo davvero che valga la pena.
Certo, è un bel sogno. Poco da dire! La nostra band merita un sacco di bei ricordi: sono i miei amici e adoro farli ridere. Dita sulla chitarra, energia, ma anche quando non suoniamo sono lì con loro: nulla vale più del divertimento, della capacità di illuminare un mondo fatto di frustrazioni e bollette da pagare... cos'è, se non questo, il rock per quattro ragazzi sfigati? Non so quanto durerà, ma è bello e ne continuo a far tesoro. Quindi... rock on, fuckers!
L'energia del rock, l'elettricità nelle vene! Essere sul palco, a urlare al microfono, con davanti migliaia di persone; questo è quello che mi rende vivo, non stare davanti a una telecamera. Siamo partiti nel garage di casa facendo cover e litigando coi genitori, ma è così che si comincia, no? Dalle stalle alle stelle, ragazzi, ci credete?! Il sogno è davanti agli occhi, è sempre più concreto, e farò tutto per portarlo avanti.
La musica è tutto per me. Non mi interessa il successo o la fama, voglio solo fare canzoni che parlino al cuore delle persone. Non mi serve un progetto tutto mio, non voglio quella pressione. Quando scrivo, non penso al pubblico o ai numeri, ma a quello che voglio dire. Ogni pezzo che scrivo è considerato un capolavoro, ma non sono qui per inseguire il successo. La musica è la mia vita, e se il resto arriva, bene. Se no, poco importa. Non sono un uomo da palcoscenico, ma mi considero un poeta.
Sono l’ultimo arrivato nel progetto, e c'è un’eredità che pesa sulle spalle. Non è facile riempire gli spazi di chi non c’è più, soprattutto quando il suo talento e la sua presenza sono stati così grandi. Ogni nota che suono è un confronto con ciò che è stato. Non voglio solo essere il sostituto, voglio meritarmi di essere qui, voglio dimostrare che posso dare il mio contributo. Ma è difficile, lo ammetto. La sua ombra è lunga, ma io sono qui per fare la mia parte.
Questo personaggio deve essere giocato da una persona di almeno 40 anni o passabile per tale.
Ero lì all’inizio, dietro ai tamburi, c'ero quando tutti è iniziato. Me ne sono andato prima che conquistassero il mondo, divergenze artistiche, non mi convinceva quell'hard rock edonistico che volevano fare. Ma erano gli anni '70 e ci hanno visto giusto loro. Scelta mia, dicevo. Rimpianto mio, la verità. Ora ho un’occasione per riprendermi ciò che mi è sfuggito. E questa volta, non mi tirerò indietro.
La mia connessione con il mondo va oltre la musica. Ogni nota che suono è ispirata da qualcosa di più grande, qualcosa che non tutti riescono a vedere. I miei “contatti con gli spiriti ancestrali” mi guidano, suggerendomi le parole, la musica, l’essenza di ogni canzone. Sul palco sono un’altra persona, trasformato. Come se il pubblico diventasse un’estensione del mio spirito. Lì fuori è dove mi sento davvero libero. Dove ogni outfit, ogni movimento, ogni interazione con le persone è parte di un’esperienza che va al di là del semplice spettacolo. La musica non è solo ciò che faccio, è una chiamata, un messaggio che passa attraverso di me.
La musica è solo un pezzo dell'arte. In un gruppo di visionari sono quella che ha la visione d'insieme. Suono, ma curo anche le visual della band, le copertine, i video. Anche i suggerimenti sul vestiario di ognuno. Sono il collante in questo progetto, la mia dedizione è sia artistica che pratica: una fede nell'atto d'arte che m aiuta tutt'ora a tenere assieme tutti. Che tremenda ironia, con il problema che ho tra le mani adesso...
Li ho visti crescere, ho capito il loro potenziale fin da subito. Erano dei diamanti grezzi, ma con la giusta direzione e le giuste mani, ora sono pronti a brillare. Non è solo una questione di talento, è una questione di strategia, di visione. Sono un professionista, e mi gioco tutto per portarli al top. Ogni passo che faccio, ogni decisione che prendo, è per farli arrivare dove meritano di essere. Non è solo una carriera, è una missione. E io sono qui per farli arrivare al successo.
Questo personaggio deve essere giocato da una persona di almeno 40 anni o passabile per tale.
Conosco questo mondo da sempre, da quando per tutti ero solo "la tipa di quello lì". È passato tanto tempo da allora, e ora, dopo essere diventata di casa al Barrios, penso sia finalmente il momento di fare un po' di carriera nell'industria musicale. So come girano le cose qui, ho visto tutto e adesso voglio far valere la mia presenza.
La vita delle rockstar è faticosa e chi aiuta i musicisti a rilassarsi e sfogare lo stress può godersi la loro vita da sogno senza la parte noiosa: con un sorriso ed un bacio terrai le leggende del rock in pugno, o meglio, tra le gambe.
Mi faccio chiamare “Whiskey”, perché chi non si diverte con me sta perdendo la festa. Mi piace farmi travolgere dal caos delle band, bevendo e sbronzandomi con loro, mentre il mondo va a rotoli. Tra una risata e un bicchiere, trovo sempre un angolo per osservare, per capire chi sono davvero. Non c'è rock senza un po' di trasgressione, e io sono qui per assaporarla tutta... Ma, chissà, potrei anche riuscire a scoprire qualcosa che nessuno si aspetta.
So cosa voglio, e so come ottenerlo. Userò il mio sex appeal e la mia energia creativa per diventare la musa ispiratrice della prossima leggenda del rock. Voglio essere il fuoco che accende la sua passione, il volto dietro a quella grande canzone che resterà nella storia
Essere l'amico che porta la roba è sempre un ottimo modo per legare con tutti, rockstar comprese. Una bella serata a strafarvi e sarà come se vi conosceste da una vita, forse qualcuno lo conosci anche già, ma chi se lo ricorda, vuoi due tiri?
I musicisti e quelli che gli girano attorto sono i migliori clienti per uno spacciatore e quale occasione migliore di un concerto come questo per vendere un po' di roba? Nessuna storia complicata, solo lavoro. La gente vuole divertirsi, io fornisco il necessario e incasso. Magari stasera abbastanza da voltare pagina.
Il ROCK è la mia vita. La radio è sempre stata il mezzo giusto per trasmetterlo. Il vero spirito autentico del rock viaggia sulle onde radio, non sono un poser del cazzo come quelli della televisione! È questo lo spirito genuino e grezzo che voglio raccontare, senza compromessi, anche in questa occasione. La radio ti dà la libertà di essere te stesso, senza filtri, e questo è ciò che mi piace.
Questo non è il mio mondo, lo so. L'eccesso non mi appartiene, ma quando la rubrica cultura e costume del mio giornale, che arriva a tutta la nazione, vuole sapere anche di questo, non posso fare a meno di rispondere. Meglio se con un po’ di gossip morboso, ovviamente. Lavorare con un giornale così prestigioso mi ha aperto porte enormi nell'industria discografica, e io so come usarle. Non mi interessa essere nel caos, ma non mi sfuggono le opportunità che ci sono in gioco.
Non sono una di quelle che si perde in tecnicismi musicali, ma so come parlare alle masse. So come cavalcare i gusti del momento, come essere sulla cresta dell’onda senza guardarmi indietro. La musica è solo uno strumento, ma il linguaggio che parlo arriva dritto al cuore dei giovani. Mica come quei dinosauri della radio, che parlano di cose che nessuno ascolta più.
Internet è nato da poco più di un decennio, e un blog è ancora visto come qualcosa a cui nessuno dà peso nell'industria. Ma io so che posso far valere il potere del mio pubblico. I miei lettori sono appassionati, e la loro voce ha una grande risonanza nei settori più di nicchia. Oggi mi chiamano "Nerd", ma so benissimo che io rappresento il futuro. L'industria non lo capisce ancora, ma quando lo farà, sarà troppo tardi.
Il mio ultimo articolo recita:
Questa band è caratterizzata da clangori post-industriali che evolvono in geometrie complesse con accenni di eruzioni noise, ma rimangono comunque palesi le ispirazioni dei principali esponenti del genere, portandoli ad una scialba imitazione delle più iconiche correnti new wave del precedente decennio.