Conservo pochi ricordi di quella volta in cui, in tenera età, andai a Swinton per conoscere il mio Avo. Uno di questi sono i suoi occhi curiosi e severi che si posavano su di me intenti a squadrarmi.
Non mi abbracciò, ma tastò il mio polso. “Pressione troppo alta. Un'aspirina!" esclamò. Poi mi diede di nascosto una scatola e facendomi l’occhiolino mi disse: “Una di mattina e una di sera!”.
Dopo quella volta non feci più ritorno a Swinton per un motivo o per un altro.
Sono passati diversi anni e quella scatola l’ho ritrovata pochi giorni fa, subito dopo aver ricevuto la lettera che richiedeva la mia presenza a Swinton. Le coincidenze!
Aspirina - questo era il soprannome del mio Avo - aveva esalato il suo ultimo respiro. Ho sentito dire che fu l’ultima anima a lasciare quel piccolo paese. Aveva una salute di ferro perché il suo talento era quello di saper curare non solo gli altri, ma anche il proprio corpo.
Non avevo mai aperto quella scatola - chissà perché - e quindi l’ho fatto. Tra le piccole pillole c’era un foglio. Era accartocciato così tanto che feci fatica a spiegarlo senza strapparlo. Qualcuno l’aveva nascosto lì dentro. Lo lessi e mi fu subito chiaro che tra le mani avevo una promessa scritta da Aspirina; ma qualcuno l’aveva manomessa, barrando il testo e inserendo frasi assurde, curiose e misteriose.
Di Aspirina non so praticamente niente e questo reperto ha smosso la mia curiosità. Gli ultimi giorni li ho passati a fantasticarci su.
Leggila anche tu e dimmi cosa ne pensi.
«In qualità di genio della scienza medica di Swinton io giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo i miei anni di studi e di pratica, questo giuramento e questo impegno scritto.
Ah, Aspirina! Nessuno sa dove hai imparato le tue diavolerie. Tu dici di aver fatto molte ricerche, ma quella volta in cui cercasti di far passare la febbre a quella povera sfortunata della tua vicina, facendola librare in aria legata ad un aquilone con la speranza di catturare un fulmine salvifico… ecco… quella non è ricerca. E’ follia!
Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati e mi asterrò dal recar danno e offesa.
Questa è proprio bella! Tu non sai capire i tuoi pazienti. Tu li vedi come un ammasso di ingranaggi, come pezzi di un puzzle che devono combaciare perfettamente per arrivare alla salute perfetta! Ma senza considerare l’anima, la salute perfetta non potrà mai esserci. Chissà se tu l’anima ce l’hai ancora.
Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio.
E su questo punto da te giurato anche in pubblico molti hanno diversi dubbi. Sì! Mi riferisco proprio a quel caso lì! Quello che tu ti ostini a negare! “Un’aspirina è più che sufficiente!” avevi detto prima di farla trangugiare a quel nostro compaesano un po’ raffreddato. Il giorno dopo si trovò morto e sepolto nel camposanto. Nemmeno Abra Kadabra avrebbe saputo fare di meglio. Come hai fatto a sfuggire alla rabbia della famiglia? Io lo so che la responsabilità è tutta tua. La tua espressione da innocente può incantare tutta Swinton... tranne me.
Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte.
Già, e chiunque potrebbe metterci la mano sul fuoco. Finora hai mantenuto questa promessa. “Nessun vizio e la vita sarà sana” dicevi solitamente. Eppure anche tu devi avere una debolezza… la troverò!
In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l'altro da ogni atto libidinoso sul corpo delle donne e degli uomini, ricchi e poveri.
Ah, COMUNISTA! Lo sapevo!
Tacerò tutto ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio sulla vita degli uomini, ritenendo tali cose essere segrete.
Si mormora che tu nasconda un memoriale scritto in cui sono racchiusi tutti i gustosi peccatucci della gente di Swinton! Qualcuno potrebbe temere la sua pericolosità…
Di stimare il mio maestro di questa arte come fosse mio padre.»
Tuttavia taci quando ti si chiede di parlare del maestro, e il tuo viso diventa rosso quando si menziona tuo padre.
Queste sono le uniche occasioni in cui ti tradisci. Lo specchio della tua razionalità si crepa e fa intravedere un cuore che pulsa dolente e malinconico. Che cosa ti è successo?
[Personaggio ispirato al Dottor Finkelstein, dal film “Nightmare Before Christmas” del 1993]
Più antica di Swinton è solo la famiglia Van Dort, una vera e propria istituzione. Si dice, nei racconti perduti nel tempo, che abbiano origini austroungariche e che discendano proprio da quel famoso ramo cadetto di quella tal famiglia nobiliare. Altri racconti invece vorrebbero che la Famiglia Van Dort discenda proprio dal famoso compositore Franz Schubert. Se siano solo leggende non ci è dato saperlo, ma tali voci sono sempre motivo di grande vanto all’interno della famiglia.
Della storia recente sappiamo che l’antico fondatore di questa casa, tale V. Van Dort, era un povero ma ambizioso pastore, attento alle opportunità che la vita gli poneva davanti. Un giorno, mentre stava portando al pascolo le sue pecore, si imbatté in un appezzamento di terreno che reputò fin da subito eccezionale, situato poco distante dal piccolo villaggio di Swinton. Questo terreno, un tempo di proprietà della famiglia Collins, era stato lasciato a se stesso ed era considerato inutile dalla gente del posto. Tuttavia, V. Van Dort vide il potenziale nascosto sotto l’aspetto cadente e inselvatichito, e se ne innamorò, acquisendo il terreno per pochi spiccioli. Una transazione che avrebbe cambiato per sempre il corso della storia della famiglia Van Dort, il cui fondatore non sapeva che il pozzo che di lì a poco sorse su quella terra sarebbe diventato una fonte importante per la ricchezza e la prosperità di tutta Swinton.
Certo, l’affare così importante per questa famiglia non ha di certo lasciato solo strascichi positivi. Il rapporto tra i Collins e i Van Dort si incrinò terribilmente: da allora i membri di una e dell’altra famiglia faticano a guardarsi addirittura in faccia per un semplice saluto, ed è evidente che i Collins preferiscono guardarsi le scarpe pur di non vedere negli occhi un Van Dort.
Con il passare del tempo, la famiglia Van Dort fiorì grazie all’acume dei suoi componenti. Il loro nome divenne sinonimo di ricchezza, opulenza… e di doti molto particolari. L'essenza magica emanata dalla terra e dal pozzo stesso, infatti, conferì ai Van Dort incredibili capacità. Ogni generazione che nasceva era dotata di talenti straordinari, che gli enigmatici personaggi di questa famiglia sfruttavano per esercitare la propria influenza sul mondo circostante, per preservare i segreti e mantenere la propria posizione di potere in città.
Questo è ben risaputo in casa Davis, i cui membri non perdono mai occasione per omaggiare e ringraziare i Van Dort. I Davis sono sempre pronti a riceverli in casa con salamelecchi e inchini. “Gentili e ben educati” direbbero tutti all’inizio. “Leccaculo!” sarebbe invece l’epiteto che alla fine spontaneamente verrebbe da gridare.
Non venerati, non temuti, ma ammirati dalle altre famiglie del villaggio, nel corso degli anni i membri della famiglia Van Dort rimasero saldamente custodi della terra e del pozzo. Tuttavia, con il passare del tempo divennero sempre più solitari e riservati, avventurandosi raramente al di fuori delle mura della loro dimora.
E pare che anche le loro grandi doti si siano affievolite sempre di più. Una prova di questo pare sia stata la vendita di quella strana bussola ai Pirelli, per un nonnulla poi! Si dice che quella bussola punti verso un luogo magico, eppure fu venduta dai Van Dort senza neanche pensarci troppo… e forse alcuni di loro, proprio per questo scambio, ora si stanno mangiando le mani.
Ci sono poi quelle menti creative ed estrose che passano il tempo a riflettere su cosa inventare e come farlo. C’è chi declama una poesia, e chi disegna con il carbone. Che siano bravi e talentuosi per davvero, questa è tutt’altra storia.
Loro ci credono, e questo è quel che basta per appartenere a questo gruppo, capace di prendere i propri rischi. Che poi sappiano superarli senza danni, beh, anche questa è tutt’altra storia.
Giallo e arancione sono le sfumature che amano sfoggiare per distinguersi dagli altri durante il Palio annuale, perché sono i colori più appariscenti e quindi, per loro, i più importanti.