Sorrideva. Sorrideva sempre. Era per questo che tutti conoscevano il mio Avo come Sorriso. Ho dei vaghi e confusi ricordi della sua persona, ma due cose mi tornano sempre alla mente: la sua bocca, con quei denti sempre messi in bella mostra, e il brivido che mi correva lungo la schiena ogni volta che li mostrava. Perché il suo non era il riso della letizia, ma il ghigno del piacere malevolo. Quando era nei paraggi, si diffondeva un'aria tesa e nervosa che si poteva quasi palpare e toccare. E quando sorrideva aveva il potere di mettere tutti a disagio, e il gelo calava in tutta la stanza. Questo perché nessuno sapeva mai cosa aspettarsi da quei suoi occhietti furbi. La sua peculiarità infatti, era escogitare scherzi e burle che il più delle volte finivano in tragedia. Si racconta che cosparse di colla le panchine del parco pubblico, facendo una strage di calzoni bucati e gonne strappate, con mezzo paese che si ritrovò ad andare in giro con le chiappe al vento. O ancora che mise un lassativo molto potente nel cibo che veniva servito alla Locanda: in molti dovettero passare alcuni giorni al sanatorio per evitare di espellere anche le budella. O che una volta indossò un costume da Morte Affamata, e durante il Palio rapì davvero un bambino lasciandolo solo nel bosco. Il ragazzino venne ritrovato soltanto qualche giorno dopo da una squadra di ricerca, lacero e assetato, e sopravvisse per miracolo. Ma lo scherzo più di cattivo gusto lo fece senz'altro il giorno di Natale. Indossando barba e pantaloni rossi andò di casa in casa, proprio come Babbo Natale, ma invece che lasciare doni li prendeva, e al loro posto lasciava zucche, per poi sparire nella notte. Il mattino dopo non vi furono pacchi da scartare, ma una miriade di zucche: Natale sembrava aver lasciato il posto ad Halloween. Dove avrà nascosto tutti quei giocattoli? E soprattutto cosa ci avrà fatto?
Quando qualcuno, prendendo coraggio, redarguiva Sorriso per i suoi atti esagerati, egli sghignazzando commentava: "Non avete senso dell'umorismo... se non sapete stare allo scherzo, non è colpa mia!" quindi si toglieva dai piedi e meditava sulla vendetta. Difficile dire se non si rendesse conto che i suoi scherzi erano davvero esagerati e di cattivo gusto o se lo facesse proprio per mettere gli altri a disagio o in imbarazzo. Mi ricordo che una volta mi tolse la sedia da sotto al sedere facendomi finire con il sedere per terra, per poi esplodere in una grassa risata. Mi rialzai piagnucolando, al che smise di ridere e fissandomi negli occhi mi disse "Io ho gli insetti nella testa. Sono loro che me lo comandano!". Giuro che vidi uscire dal suo naso un millepiedi, e degli scarafaggi e larve dalla sua bocca. Una miriade di insetti brulicava sul suo volto! Mi ritrassi indietro e chiusi gli occhi d'istinto di fronte a quella vista orripilante. Quando, ancora tremante, li riaprii, vidi che la sua faccia era perfettamente pulita e al posto degli insetti aveva sul viso un bellissimo sorriso. “Sapessi, Nipote mio, quante cose ho combinato in questo Paese... vuoi un giocattolo? Ne ho giusto uno qua in tasca per te.”
[Personaggio ispirato al Bau Bau, dal film “Nightmare Before Christmas” del 1993]
Quando il Quadri Bis Nonno Giona Gomes perse l’occhio destro, a causa di un amo da pesca gettato male, non stette a piangerci su con l’occhio sinistro.
“Beh…” disse “ora mangerò del buon pesce!” e infatti usò il suo nuovo occhio di vetro come esca per ipnotizzare carpe e lucci e convincerli a saltare sulla riva. Ne catturò così tanti che dovettero far venire dei pallottolieri dai paesi vicini per riuscire a contarli tutti.
Quando la Bis Prozia Geraldine Gomes perse il marito, fuggito con due gemelle siamesi di un circo di passaggio, non stette a inseguirlo.
“Beh…” disse “Troverò un altro consorte più bello!” e infatti si sposò poco dopo con Johnny Keaton, il regista e attore più affascinante dell’epoca, capitato in paese per mettere in scena una commedia teatrale: un racconto di un padre di famiglia scappato con una coppia di gemelle siamesi.
Quando il Trisavolo Guthrie Gomes perse tutte le galline del suo pollaio, uccise da un Uomo Lupo, non stette a pigolare più di tanto.
“Beh…” disse “Vorrà dire che alleverò galli” e infatti divenne il più grande allenatore di pennuti canterini da combattimento, e si fece ricco affittando il suo campione, SquarciaLupi, agli altri allevatori della cittadina.
Questo è il dono della Famiglia Gomes. Non solo vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, ma mutare la cattiva, in buona sorte.
Certo. Anche i Gomes devono sottostare alla generale Entropia dell’Universo, e non sempre la storia finisce bene per loro.
Come quella volta che la Bis Cugina si trovò a condividere la culla con una neonata della famiglia Maitland. Le due erano nate lo stesso giorno, quello della grande eclissi, e siccome erano nati troppi bambini e non c’erano più fasciatoi vennero adagiate fra le stesse coltri.
Sarà stato l’influsso nefasto del sole coperto dalla luna, sarà stata la stretta vicinanza con un membro di una famiglia così intrisa di malasorte, o saranno state entrambe le cose, fatto sta che la bambina ebbe una vita infelice e sfortunata, proprio perché, a differenza dei suoi familiari, lei non era in grado di vedere il bello nel mondo.
Mentre l’altra infante ebbe un’esistenza gioiosa e felice. Apriva bocca solo per pronunciare frasi beneauguranti che parlavano di successo e fortuna. L’esatto opposto della sua cupa famiglia.
Per questo i Gomes, sebbene cerchino di nasconderlo dietro sorrisi tirati e frasi di circostanza, non vedono di buon occhio i Maitland e se possono gli stanno ben alla larga, convinti che la loro vicinanza possa divorare il loro ottimismo.
Quelli che invece meritano le dovute maniere come graditi ospiti sono i membri della famiglia Bloom. I loro manicaretti accompagnati dai loro racconti carichi di avventure sono le uniche cose in grado di affascinare i Gomes, tanto da tenerli in sospeso fino a mettere a tacere il loro ottimismo.
Ma ci sono altre due famiglie legate ai Gomes dal vincolo magico creato da un antico manufatto.
Pare infatti che l’ottimismo di questa famiglia derivi da una palla di vetro con la neve
che un avo dei Davis regalò loro. Egli disse che quando avessero avuto un problema che non avrebbero saputo risolvere, avrebbero dovuto agitare l’oggetto pronunciando le parole “Beh… vorrà dire che…” e quando la neve si fosse posata all’interno della sfera, il suo usufruitore avrebbe visto al suo interno un'immagine nitida di cosa avrebbe dovuto fare, e completando la frase avrebbe fatto avverare quanto visto e detto.
Questo fino a quando i Pirelli non riuscirono ad impossessarsi con l’inganno del cimelio. Quello fu un periodo davvero nefasto per i Gomes, che per un mese intero persero il loro proverbiale ottimismo e la loro capacità di cambiare sempre in meglio la loro sorte. Poi, nonostante la reliquia non sia mai più tornata nelle loro mani, così non fu per la loro proverbiale capacità di prendere tutto con leggerezza e con la spensierata noncuranza di sempre: tornarono ad essere quelli di prima.
Che cos’è l’acume? Non esiste una definizione univoca, tuttavia in questa contrada si trovano tutti coloro che con l’intelligenza hanno a che fare. Ci sono quelli vivaci nel capire la soluzione di un indovinello e quelli abbastanza svegli da escogitarne di nuovi. C’è anche chi di intelletto ne ha poco e per questo si affida alla fortuna, e chi ancora usa il fine pensiero per intessere un inganno.
Sì, qui ci sono i furbi, ma anche i pigri che astutamente risolvono i propri affari confidando sull’altruismo di chi farà le cose per loro.
I colori che sfoggiano con fierezza nei giorni di festa sono il verde e il nero. Sono due tinte che insieme funzionano bene, e quindi possiamo dire senza remore che hanno fatto una bella scelta intelligente.