Paziente numero 342
Età: 64
Diagnosi: Disturbo Psichiatrico Alienante
Quadro morboso: Stato depressivo
Anamnesi: Il padre e la madre sono morti, non manifestarono mai tratti psicopatici; ha alcuni fratelli vivi e sani, anche se il quadro famigliare non è perfettamente chiaro. Nella parentela tanto paterna quanto materna non si riscontrano casi di malattie mentali. Frequentò la scuola con profitto, laureandosi in medicina e psichiatria. Esercitò per molti anni la professione psichiatrica nel paese in cui viveva.
Aspetto e comportamento spontaneo: Arrivò piangendo, non voleva entrare nel reparto, fece a stento il bagno, continuava a gemere e chiamare aiuto, poi si calmò un poco, la notte dormì, mangiò a stento.
All’assunzione siede sul letto, presenta un aspetto ansioso, continua a digrignare i denti, ad invocare con voce monotona aiuto, continua insistentemente nel suo delirio alienante: parla di un pozzo magico capace di esaudire i desideri, parla di una strega che controlla il pozzo nel paese in cui viveva (n.d.a.: nome paese “Swinton”).
Sa il suo nome e cognome, età, patria e condizione, buon orientamento del luogo e del tempo, riconosce di essere qui in manicomio per guarire, ma non sa di che malattia. Ricorda di essere medico psichiatra, pensa di lavorare qui.
La notte vedeva delle ombre che non sa bene descrivere, ed aveva un continuo ronzio nelle orecchie. Ha deliri molto frequenti.
Aggiornamenti:
1/IX. È sempre in stato d’ansia, mangia pochissimo, parla poco, ma invece sottovoce prega continuamente che il “coniglio bianco” conduca tutti noi verso il pozzo.
29/IX. Non presenta alcun miglioramento del suo stato mentale, esce continuamente dal letto, accusa di sentirsi la strega sulla faringe, che impedisce di mangiare, si nutre male, dorme poco. Domanda di continuo di poter eclissarsi dal mondo.
16/III Stesso stato.
29/IV Ripete sempre le stesse frasi, in modo monotono e sempre uguale.
20/V Stesse condizioni.
23/VII Stato di demenza molto peggiorato.
24/VIII Decesso.
Ho conosciuto il mio Avo prima della sua morte, quando i manicomi chiusero e tutti i malati vennero trasferiti in ospedali più moderni. Andammo insieme, io e mio padre: ricordo i deliri, la puzza, la paura in quei piccoli occhi.
Quando viveva a Swinton esercitava la psichiatria. Forse non era una persona molto amata, forse incuteva timore, anche perché il suo soprannome era Dott. Mangiaocchi. Chissà quale cupa storia ci sia dietro questo bizzarro epiteto. Eppure, ora che ho deciso di tornare a Swinton, mi sembra che tutti i deliri sul Pozzo e sulla Strega facciano in qualche modo parte di una grande fiaba...
Chissà cosa troverò in quel posto del mio Avo, e soprattutto cosa scoprirò della sua vita prima del manicomio.
[Personaggio ispirato a Mr. Barron, dal film “Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali” del 2016]
Se voleste ascoltare i discorsi che si fanno dall’altra parte del mondo, non dovreste fare altro che poggiare un orecchio ad un albero (quercia, sambuco o melo, in base alle vostre esigenze, chiaramente) e iniziare a stringerlo finchè le vibrazioni della pianta e le vostre non diventino una cosa sola.
A questo punto, se vi capita di sentire delle voci farsi eco dentro di voi, state pur certi che siete riusciti ad entrare in contatto con qualcuno da qualche parte del mondo.
Se non mi avete capito potete prendere come esempio la famiglia Davis.
Se voleste vedere il vostro futuro, non dovreste fare altro che trovare un grosso portone antico e di legno spesso, prendere una lanterna ad olio accesa almeno un quarto d’ora prima del tramonto, illuminare per tre volte il foro della serratura e poi sbirciare dentro, canticchiando la filastrocca della “notte che sogna”.
Non la conoscete? I Davis la intoneranno volentieri per voi.
Se, invece, aveste il timore che la ragazza che vi piace si invaghisca di Brad (si, quel Brad: moro, bello, occhi verdi…), non dovreste far altro che raccogliere una mela dalla buccia dorata, una farfalla rossa e due ciuffi di erba del mattino, andare al fiume e fare un infuso con gli ingredienti presi, offrirlo a Brad… e poi prendergli la testa e sbattergliela ripetutamente contro i sassi del fiume. Quella ragazza non si invaghirà mai di Brad.
Ecco, forse questo i Davis non lo farebbero mai, ma costoro sono imprevedibili come le onde in tempesta ed è bene non sottovalutarli mai.
Ogni Davis ha il suo modo di vedere il mondo, e state pur tranquilli che non è sicuramente il modo in cui lo vedete voi. Sono tanto affascinanti quanto inquietanti. Ma se ti avvicini a loro con rispetto ti racconteranno le loro fantastiche storie, che dicono di aver collezionato da ogni parte del mondo.
A Swinton tutti hanno contemporaneamente rispetto e timore dei Davis. Tutti, tranne i Gomes. L’amicizia tra le loro famiglie è più che solida da diverse generazioni: è risaputo che l’ottimismo dei Gomes esiste grazie a ciò che i Davis hanno fatto per loro.
Questa famiglia ricca di personalità eccentriche vive la vita un quarto di realtà alla volta, e ognuna di loro è persa nei propri assoluti. Ma anche i Davis sono fatti di carne, di interessi e di divertimenti, e a farne le spese sono sempre e solo i Collins. Quando i Davis si ritrovano tutti assieme pensano sempre un modo diverso e originale per portare scompiglio nella vita di questi malcapitati, che sia tramite la lettura delle rune, un giro di tarocchi sbagliato oppure con un sussurro nei loro sogni. Piccole scaramucce, niente di grave per il momento. Perché lo fanno? Beh, sono i tarocchi di casa a suggerire queste dispettose attenzioni verso i Collins. Così si mormora in giro e così si aggiunge mistero su una casa già bizzarra di suo.
Se c’è un sentimento che nemmeno i loro oracoli sanno decifrare, invece, è quello nascosto nelle occhiatacce che gli Everglot riservano a tutti i Davis.
Sono imperscrutabili. Quando vengono girate le sibille per gettare un occhio sul loro conto, la prima non dà mai nessuna risposta e la lettura diviene distorta. E questa cosa ai Davis non va proprio giù.
Chi pensa che siano soltanto fuori di testa sbaglia di grosso. Lo sanno di essere i più “strani” di tutta Swinton, ma ciò non impedisce loro di essere validi alleati quando gli alterchi tra famiglie si accendono come improvvisi fuochi d’estate.
I Van Dort, la famiglia più potente della vallata, è quella che più di tutte gode del favore dei Davis, pronti a riceverli in casa con salamelecchi e inchini.
“Gentili e ben educati” direbbero tutti all’inizio. “Leccaculo!” sarebbe invece l’epiteto che alla fine spontaneamente verrebbe da gridare.
Tutte le anime ambiziose, scaltre, astute e capaci di avere polso hanno scelto la strada di questa contrada. E come biasimarli? L'appartenere a questo gruppo assicurava loro ruoli di spicco nel paese. Come il Sindaco, per l’appunto. Ma anche borgomastro, sceriffo, giudice, tesoriere e persino capotreno, se mai un treno fosse passato da lì.
Questo Sestiere abbonda di autorevolezza e di saggezza, ma anche di scorbutica arroganza.
Le Piccate Lingue nel giorno del Palio degli Inganni vestono di azzurro e di blu per lo più, per ricordare i colori del cielo che sta in alto su tutto e su tutti.