Tutti ricordavano i suoi occhi lucidi quando, di ritorno dall'ennesimo viaggio, rientrava in paese. Quasi non aspettava che il treno si fermasse, per saltare sul marciapiede e abbracciare tutti coloro venuti a festeggiare il suo ritorno. La prima cosa che voleva fare, sempre, era correre a casa Bloom, rivedere la sua camera, il salotto con il camino, annusare l'aria della cucina pregna di odori per il banchetto di bentornato che i Bloom erano soliti fare a chi rientrava da un viaggio. "Profumo di biscotti, odore di felicità!" sospirava allora, abbandonandosi sul sofà, abbracciando il suo amato cagnolino. E, matematicamente, il giorno dopo, quegli occhi lucidi si erano già riempiti di nuova insofferenza, di nuove vaghe aspirazioni. Il dito scorreva frenetico sul mappamondo, sulle sue carte geografiche e i suoi tomi, fedeli amici sempre pronti a nutrire quel cuore perennemente inquieto. Saudade era un soprannome che aveva ricevuto in uno dei suoi primi viaggi, ed era talmente azzeccato che, pur essendo una parola piuttosto stravagante, tutti a Swinton avevano iniziato a usarla. Perché tutti, a Swinton, si erano resi conto di una cosa: in nessun posto, in nessun luogo, Saudade avrebbe trovato pace. Non che Saudade non si scervellasse giorno e notte su questo strano sentimento presente nel suo cuore da quando avesse memoria: era consapevole che nella sua testa c’era qualcosa di incomprensibile, un bisogno di ricerca continua... ma cosa fosse il fulcro di questa ricerca non era chiaro a nessuno, nemmeno a Saudade.
Per esempio, ti racconto di quando partì per studiare gli usi e i costumi degli aborigeni amazzonici, fremente dall'emozione! Aveva preparato tutto nei minimi dettagli prima della partenza: taccuini, machete, dizionari, doni appropriati da portare a quel popolo sconosciuto. Aveva trascorso mesi nel fitto della giungla, più volte pensando con vittoria "Ah, ora sì che mi sento a casa!" Ma, trascorso un po' di tempo, una volta scoperte le loro tradizioni, ampliato il vocabolario allora conosciuto, quell'inquietudine si era rifatta viva. E il bisogno di partire si era prepotentemente reimpadronito della sua anima. Allora ripartì per Swinton, con il cuore a mille, impaziente di rivedere i suoi concittadini. "Ecco, sto tornando a casa!" ripeteva, contando i minuti che mancavano a toccare il suolo natio... ma, una volta a Swinton, quel circolo vizioso non aveva fatto altro che ripetersi.
"Cosa vuoi che sia, è il sangue Bloom" dicevano in famiglia, per consolarsi della sua perpetua assenza. Saudade ci credeva, ma fino a un certo punto, e sempre si domandava come mai non potesse assaporare la gloria come i suoi parenti. Cos'era questo formicolio nei suoi piedi, questa voglia di cercare un luogo senza nome? Allora, immancabilmente, prendeva un atlante, lo sfogliava febbrilmente, ed ecco, la prossima destinazione era lì, davanti ai suoi occhi. Lì avrebbe trovato finalmente pace!
Sai, una cosa mi ha sempre colpito: questa sua necessità diventava più pressante nel periodo natalizio. Vai te a capirne il motivo. Partiva e tornava sempre sul finire di dicembre, ma si sa che quel mese rende tutti malinconici... Però quando tornava portava con sé sempre qualche dono insolito, in particolare a Passepartout, con cui ha sempre avuto un legame speciale. Quelli per Passepartout erano doni natalizi un po' inquietanti: in realtà, sarebbero stati MOLTO più appropriati per la festa di Ognisanti... ma Passepartout sembrava stranamente felice quando li scartava per poi conservarli con molta cura e amore. Solo una volta ne perse uno, a suo dire il più speciale di tutti, talmente speciale che non aveva voluto mostrarlo a nessuno, motivo per cui era stato praticamente impossibile aiutarlo nella ricerca.
Saudade mandava anche un sacco di lettere e cartoline ai suoi concittadini, ma non le firmava mai: concludeva sempre con una frase piuttosto insolita. "Nessun posto è come casa", così scriveva. Strano davvero, per qualcuno che girovagò per il mondo in cerca di un posto in cui abitare senza mai trovarlo.
[Personaggio ispirato a Jack Skeleton, dal film “Nightmare Before Christmas” del 1993]
"Non esiste al mondo creatura con la bocca più grande di un Bloom. E io ho incontrato l’Abominevole Capodoglio Bianco una volta."
Beatrice B. Bloom.
Gentili membri soci fondatori del The Explorers Club.
Sono qui a scrivervi per presentare ufficialmente la mia richiesta di iscrizione all’albo delle Notabiles Familiae la famiglia Bloom.
Conoscete la storia delle indivisibili scimmie Titi del Perù? Oppure sapete come le Cascate Rovesciate della Baia di Fundy risalgono la corrente in Canada? Chi vi scrive Io ignora, ma sicuramente questa famiglia ne sa molto di più. E se vi capiterà di essere invitati da loro ad assaggiare un raro e costosissimo caffè prodotto dagli elefanti thailandesi di Chiang Saen, magari potrete chiederglielo.
Il primo incontro è avvenuto nelle foreste di Ranthambore alla ricerca della leggendaria tigre del Bengala. Grazie alla loro abilità e alla loro esperienza, i Bloom sono riusciti a condurmi in una delle avventure più straordinarie della mia vita. La vista di quel magnifico felino che si muoveva con grazia tra gli alberi è stata un'esperienza che porterò nel cuore per sempre. Così come ricorderò il modo in cui hanno convinto l’animale a uscire dal suo nascondiglio: posando a terra un pasticcio di carne appena sfornato.
Non solo deserti e savane nella loro vita. Ogni Bloom che si rispetti è soprattutto abile a cavalcare tavole imbandite. Questa famiglia è conosciuta in lungo e in largo per il suo insaziabile appetito: cibo, fama, amore e avventure. Sono individui eccentrici, sempre alla ricerca di esperienze nuove ed eccitanti, spinti da un'insaziabile curiosità che sembrano avere nel sangue e che sono pronti a condividere con il prossimo sfoderando il loro ammaliante sorriso.
Già la capostipite della famiglia, infatti, l’antenata Beatrice B. Bloom, è stata un’esploratrice leggendaria, conosciuta in tutto il mondo per aver partecipato alla decennale spedizione di Napoleone in Egitto. Si narra che che in quell’occasione diede alla luce il suo primogenito in un sarcofago egizio poiché, presa com’era dall'esplorazione di una antica tomba, si dimenticò di essere incinta e al nono mese di gravidanza.
I loro antenati ci hanno lasciato un'eredità di esplorazione senza precedenti.
Purtroppo però, con il passare del tempo, l'insaziabile appetito della famiglia Bloom per la cucina superò di gran lunga quello per le avventure.
Sono sempre meno i membri di questa famiglia che partono alla ricerca dell’ignoto.
Chi ne soffre di più sono alcuni compaesani dei Bloom: i Maitland.
Si racconta che un giovane membro della nostra amata famiglia, poco prima di partire per l’esplorazione del Circolo polare artico, abbia avuto il coraggio di baciare una Maitland pubblicamente, dichiarandole il suo amore, sfidando la credenza popolare che potesse portar sfortuna. Lui poi è tornato dalla sua avventura in modo glorioso, con la cartografia più completa che si sia mai fatta di tutto il continente. Riuscì a tracciare persino un’intricata rete di fiumi sotterranei. Da qui il detto (e la tradizione tutt’ora in voga): “non c’è viaggio o ardita avventura per un Bloom che possa iniziare senza un bacio targato Maitland.”
E se ogni viaggio comincia con un bacio, finisce sempre con una cena a casa Gomes: più dell’ottimismo, infatti, i Gomes amano le storie di avventura.
Certo, i più maligni sostengono che le abilità dei Bloom non siano tutte farina del loro sacco e che ci sia dietro la magia. Ma voi non date retta, sono quei mascalzoni dei Pirelli a mettere in giro certe voci. Mi permetto di chiamarli così perché i Bloom mi hanno raccontato certe storie su quelli lì. Tutto ebbe inizio con l’acquisto di una dozzina di paia di scarponi da escursione dalla famiglia Pirelli, che si rivelarono essere fatti di scorza di zucca, lasciando tutta la spedizione a piedi nudi alle falde del Kilimanjaro.
Ma eccomi qui a divagare raccontandoVi dei rapporti tra le famiglie di questa piccola città di nome Swinton… che sciocco! E’ che la passione dei nostri beniamini per la loro terra natale supera le bellezze di tutte le meraviglie del mondo messe insieme. E forse è proprio lì che nasce la forza di questa famiglia.
Se non credete alle mie parole, venite a vedere con i vostri occhi. E permettetemi di fare un brindisi alla famiglia Bloom, agli avventurieri e ai curiosi che ci mostrano che il cibo va oltre il semplice nutrimento, che l'avventura è il sale della vita e che la curiosità ci spinge a scoprire e a sognare. Che il loro spirito e la loro passione possano continuare a guidarci in un mondo di delizie inesplorate.
Salute alla Famiglia Bloom!
Sempre vostro,
Howard Kingsley, Ricercatore emerito dell’ Explorers Club.
Tutte le anime ambiziose, scaltre, astute e capaci di avere polso hanno scelto la strada di questa contrada. E come biasimarli? L'appartenere a questo gruppo assicurava loro ruoli di spicco nel paese. Come il Sindaco, per l’appunto. Ma anche borgomastro, sceriffo, giudice, tesoriere e persino capotreno, se mai un treno fosse passato da lì.
Questo Sestiere abbonda di autorevolezza e di saggezza, ma anche di scorbutica arroganza.
Le Piccate Lingue nel giorno del Palio degli Inganni vestono di azzurro e di blu per lo più, per ricordare i colori del cielo che sta in alto su tutto e su tutti.