Ogni volta che, passeggiando insieme nel bosco, mano nella mano, mi assaliva il dubbio che ci fossimo persi, Cheshire, con un tempismo miracoloso, rispondeva a quella mia muta domanda con la sua solita frase:
“Non esiste una strada giusta o una sbagliata, se non conosciamo la nostra destinazione.
Prima di chiedere indicazioni sulla via da prendere, è sempre meglio avere le idee chiare sulla meta da raggiungere.”
E, immancabilmente, ogni volta raggiungevamo la stessa meta pur percorrendo sentieri differenti.
“Vedi, caro nipote, siamo arrivati anche oggi al lago. Non è magnifico aver visto un diverso panorama venendo qua? La stessa cosa vale nella vita: uno scopo, devi sempre avere in testa uno scopo… il come raggiungerlo starà alla tua fantasia. E’ nell’enigma la soluzione stessa dell’enigma!”
Era come se riuscisse a leggere nella mia mente. Forse potrà sembrarvi che questa sia solo una casualità, posso comprendere, certo. Allora vi sfido a trovare un raziocinio alle mille altre cose che io pensavo o desideravo e che Cheshire puntualmente riusciva a prevedere e soddisfare.
Una mattina mi alzai con una gran voglia di dolce alle fragole e tè al bergamotto con una spruzzata di menta piperita, e trovai tutto pronto sul tavolo della cucina! O vogliamo parlare delle giornate di pioggia in cui mi sentivo triste, e nelle quali improvvisamente spuntava il sole?
Forse è proprio per questo che sono entrato nel club del libro, deciso a carpire i suoi segreti. Ma nonostante le mie numerose letture e ricerche non ho mai capito come potesse essere a conoscenza dei desideri e delle domande altrui, tanto da proporre la giusta soluzione per ogni problema.
Nonostante le sue intenzioni fossero delle migliori, suscitava negli altri abitanti un po' di timore, sicuramente per il fatto che aveva il vizio di apparire e scomparire dal nulla: un attimo prima non c’era e poi, nel tempo di uno schiocco di dita, era lì; oppure era lì e, in un battito di ciglia, non c’era più. Alcuni erano arrivati a pensare che fosse un essere magico, alcuni presero a dire che fosse addirittura l’aiutante della Strega del Pozzo. La maggior parte vedeva nella sua follia lo zampino del Demonio. Tutto ciò sembrava non toccare per nulla il suo animo serafico e sornione, e rispondeva a tutto quel ciarlare alle sue spalle con il suo solito ambiguo ghigno.
Portava sempre con sé una scatola chiusa con un lucchetto, e si dice l’aprisse solo in rare occasioni.
Chissà se qualcuno a Swinton abbia mai avuto il privilegio di conoscere il suo contenuto...
[Personaggio ispirato allo Stregatto, dal film “Alice in Wonderland” del 2010]
Se voleste ascoltare i discorsi che si fanno dall’altra parte del mondo, non dovreste fare altro che poggiare un orecchio ad un albero (quercia, sambuco o melo, in base alle vostre esigenze, chiaramente) e iniziare a stringerlo finchè le vibrazioni della pianta e le vostre non diventino una cosa sola.
A questo punto, se vi capita di sentire delle voci farsi eco dentro di voi, state pur certi che siete riusciti ad entrare in contatto con qualcuno da qualche parte del mondo.
Se non mi avete capito potete prendere come esempio la famiglia Davis.
Se voleste vedere il vostro futuro, non dovreste fare altro che trovare un grosso portone antico e di legno spesso, prendere una lanterna ad olio accesa almeno un quarto d’ora prima del tramonto, illuminare per tre volte il foro della serratura e poi sbirciare dentro, canticchiando la filastrocca della “notte che sogna”.
Non la conoscete? I Davis la intoneranno volentieri per voi.
Se, invece, aveste il timore che la ragazza che vi piace si invaghisca di Brad (si, quel Brad: moro, bello, occhi verdi…), non dovreste far altro che raccogliere una mela dalla buccia dorata, una farfalla rossa e due ciuffi di erba del mattino, andare al fiume e fare un infuso con gli ingredienti presi, offrirlo a Brad… e poi prendergli la testa e sbattergliela ripetutamente contro i sassi del fiume. Quella ragazza non si invaghirà mai di Brad.
Ecco, forse questo i Davis non lo farebbero mai, ma costoro sono imprevedibili come le onde in tempesta ed è bene non sottovalutarli mai.
Ogni Davis ha il suo modo di vedere il mondo, e state pur tranquilli che non è sicuramente il modo in cui lo vedete voi. Sono tanto affascinanti quanto inquietanti. Ma se ti avvicini a loro con rispetto ti racconteranno le loro fantastiche storie, che dicono di aver collezionato da ogni parte del mondo.
A Swinton tutti hanno contemporaneamente rispetto e timore dei Davis. Tutti, tranne i Gomes. L’amicizia tra le loro famiglie è più che solida da diverse generazioni: è risaputo che l’ottimismo dei Gomes esiste grazie a ciò che i Davis hanno fatto per loro.
Questa famiglia ricca di personalità eccentriche vive la vita un quarto di realtà alla volta, e ognuna di loro è persa nei propri assoluti. Ma anche i Davis sono fatti di carne, di interessi e di divertimenti, e a farne le spese sono sempre e solo i Collins. Quando i Davis si ritrovano tutti assieme pensano sempre un modo diverso e originale per portare scompiglio nella vita di questi malcapitati, che sia tramite la lettura delle rune, un giro di tarocchi sbagliato oppure con un sussurro nei loro sogni. Piccole scaramucce, niente di grave per il momento. Perché lo fanno? Beh, sono i tarocchi di casa a suggerire queste dispettose attenzioni verso i Collins. Così si mormora in giro e così si aggiunge mistero su una casa già bizzarra di suo.
Se c’è un sentimento che nemmeno i loro oracoli sanno decifrare, invece, è quello nascosto nelle occhiatacce che gli Everglot riservano a tutti i Davis.
Sono imperscrutabili. Quando vengono girate le sibille per gettare un occhio sul loro conto, la prima non dà mai nessuna risposta e la lettura diviene distorta. E questa cosa ai Davis non va proprio giù.
Chi pensa che siano soltanto fuori di testa sbaglia di grosso. Lo sanno di essere i più “strani” di tutta Swinton, ma ciò non impedisce loro di essere validi alleati quando gli alterchi tra famiglie si accendono come improvvisi fuochi d’estate.
I Van Dort, la famiglia più potente della vallata, è quella che più di tutte gode del favore dei Davis, pronti a riceverli in casa con salamelecchi e inchini.
“Gentili e ben educati” direbbero tutti all’inizio. “Leccaculo!” sarebbe invece l’epiteto che alla fine spontaneamente verrebbe da gridare.
Tutte le anime ambiziose, scaltre, astute e capaci di avere polso hanno scelto la strada di questa contrada. E come biasimarli? L'appartenere a questo gruppo assicurava loro ruoli di spicco nel paese. Come il Sindaco, per l’appunto. Ma anche borgomastro, sceriffo, giudice, tesoriere e persino capotreno, se mai un treno fosse passato da lì.
Questo Sestiere abbonda di autorevolezza e di saggezza, ma anche di scorbutica arroganza.
Le Piccate Lingue nel giorno del Palio degli Inganni vestono di azzurro e di blu per lo più, per ricordare i colori del cielo che sta in alto su tutto e su tutti.