Tutti amano i party. I bicchieri che tintinnano, le posate che sbattono, i piatti ricolmi di ogni ben di dio, i tappi che saltano, i sorrisi e le grida di gioia intervallate da quelle dei brindisi. Chi non ama una bella festa? No. Non alzate la mano. Voi Maitland non contate. Siete oltre ogni speranza. In ogni caso, se a tutti piace una bella baldoria, per Coriandolo essere l'anima di ogni festeggiamento era una ragione di vita. In particolare aveva inventato il "Non compleanno". Perché festeggiare un solo giorno l'anno? Meglio farlo tutti gli altri giorni! Questo era il suo motto. Era sempre in giro ad organizzare un qualche nuovo divertimento. Come quella volta che imbastì un baccanale in Chiesa, con tutti i presenti vestiti di lenzuola come se fossero antichi romani. O quando fece sgorgare il vino dai rubinetti del paese e tutti si ubriacarono perché per cinque giorni non si poté bere che nettare di Bacco. Immaginate, un intero paese, compresi i pesci della fontana, completamente ubriaco per quasi una settimana... O ancora quando, durante il palio, per commemorare il famoso episodio, diede sul serio fuoco al paese! Certo, forse quest'ultima volta esagerò un poco e se non fosse stato per la protezione della sua famiglia probabilmente vi sarebbe stato un linciaggio... Tra l'altro, a suo dire, l'incendio non era stato proprio colpa sua, e andava proclamandosi innocente per quanto era successo. Ma chi, se non Coriandolo, avrebbe mai potuto mettere a rischio così Swinton? E a quale scopo, poi? In ogni caso nella nostra bella cittadina gli animi si dividevano sul suo conto. Alcuni non provavano che amore e simpatia, mentre altri odio e antipatia. Ma nonostante questo, tutti prima o poi finivano al suo cospetto, seguendo la scia di coriandoli che usciva dalle sue tasche e che era valsa il suo soprannome. Si dice che quei coriandoli fossero magici: quando Coriandolo li lanciava contro qualcuno, questi gli si appiccicavano addosso e finché restavano sui vestiti o sui capelli, la persona guadagnava la capacità dei Gomes di tramutare la cattiva in buona sorte. Ma vi era un ma: come contropartita il beneficiario di questo gesto di beneaugurio avrebbe dovuto lasciare che Coriandolo organizzasse una festa in suo onore... e sapete come si dice "Il Diavolo lancia i coriandoli, ma poi sei tu che devi spazzarli via"
[Personaggio ispirato al Cappellaio Matto, dal film “Alice in Wonderland” del 2010]
Quando il Quadri Bis Nonno Giona Gomes perse l’occhio destro, a causa di un amo da pesca gettato male, non stette a piangerci su con l’occhio sinistro.
“Beh…” disse “ora mangerò del buon pesce!” e infatti usò il suo nuovo occhio di vetro come esca per ipnotizzare carpe e lucci e convincerli a saltare sulla riva. Ne catturò così tanti che dovettero far venire dei pallottolieri dai paesi vicini per riuscire a contarli tutti.
Quando la Bis Prozia Geraldine Gomes perse il marito, fuggito con due gemelle siamesi di un circo di passaggio, non stette a inseguirlo.
“Beh…” disse “Troverò un altro consorte più bello!” e infatti si sposò poco dopo con Johnny Keaton, il regista e attore più affascinante dell’epoca, capitato in paese per mettere in scena una commedia teatrale: un racconto di un padre di famiglia scappato con una coppia di gemelle siamesi.
Quando il Trisavolo Guthrie Gomes perse tutte le galline del suo pollaio, uccise da un Uomo Lupo, non stette a pigolare più di tanto.
“Beh…” disse “Vorrà dire che alleverò galli” e infatti divenne il più grande allenatore di pennuti canterini da combattimento, e si fece ricco affittando il suo campione, SquarciaLupi, agli altri allevatori della cittadina.
Questo è il dono della Famiglia Gomes. Non solo vedere il bicchiere sempre mezzo pieno, ma mutare la cattiva, in buona sorte.
Certo. Anche i Gomes devono sottostare alla generale Entropia dell’Universo, e non sempre la storia finisce bene per loro.
Come quella volta che la Bis Cugina si trovò a condividere la culla con una neonata della famiglia Maitland. Le due erano nate lo stesso giorno, quello della grande eclissi, e siccome erano nati troppi bambini e non c’erano più fasciatoi vennero adagiate fra le stesse coltri.
Sarà stato l’influsso nefasto del sole coperto dalla luna, sarà stata la stretta vicinanza con un membro di una famiglia così intrisa di malasorte, o saranno state entrambe le cose, fatto sta che la bambina ebbe una vita infelice e sfortunata, proprio perché, a differenza dei suoi familiari, lei non era in grado di vedere il bello nel mondo.
Mentre l’altra infante ebbe un’esistenza gioiosa e felice. Apriva bocca solo per pronunciare frasi beneauguranti che parlavano di successo e fortuna. L’esatto opposto della sua cupa famiglia.
Per questo i Gomes, sebbene cerchino di nasconderlo dietro sorrisi tirati e frasi di circostanza, non vedono di buon occhio i Maitland e se possono gli stanno ben alla larga, convinti che la loro vicinanza possa divorare il loro ottimismo.
Quelli che invece meritano le dovute maniere come graditi ospiti sono i membri della famiglia Bloom. I loro manicaretti accompagnati dai loro racconti carichi di avventure sono le uniche cose in grado di affascinare i Gomes, tanto da tenerli in sospeso fino a mettere a tacere il loro ottimismo.
Ma ci sono altre due famiglie legate ai Gomes dal vincolo magico creato da un antico manufatto.
Pare infatti che l’ottimismo di questa famiglia derivi da una palla di vetro con la neve
che un avo dei Davis regalò loro. Egli disse che quando avessero avuto un problema che non avrebbero saputo risolvere, avrebbero dovuto agitare l’oggetto pronunciando le parole “Beh… vorrà dire che…” e quando la neve si fosse posata all’interno della sfera, il suo usufruitore avrebbe visto al suo interno un'immagine nitida di cosa avrebbe dovuto fare, e completando la frase avrebbe fatto avverare quanto visto e detto.
Questo fino a quando i Pirelli non riuscirono ad impossessarsi con l’inganno del cimelio. Quello fu un periodo davvero nefasto per i Gomes, che per un mese intero persero il loro proverbiale ottimismo e la loro capacità di cambiare sempre in meglio la loro sorte. Poi, nonostante la reliquia non sia mai più tornata nelle loro mani, così non fu per la loro proverbiale capacità di prendere tutto con leggerezza e con la spensierata noncuranza di sempre: tornarono ad essere quelli di prima.
Ci sono poi quelle menti creative ed estrose che passano il tempo a riflettere su cosa inventare e come farlo. C’è chi declama una poesia, e chi disegna con il carbone. Che siano bravi e talentuosi per davvero, questa è tutt’altra storia.
Loro ci credono, e questo è quel che basta per appartenere a questo gruppo, capace di prendere i propri rischi. Che poi sappiano superarli senza danni, beh, anche questa è tutt’altra storia.
Giallo e arancione sono le sfumature che amano sfoggiare per distinguersi dagli altri durante il Palio annuale, perché sono i colori più appariscenti e quindi, per loro, i più importanti.